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Autore: Soleil et lune    16/09/2020    2 recensioni
Il ritorno di una guerra e la minaccia di un mostro da sventare, il tutto ambientato in una foresta dai toni fiabeschi. L'avventura e i colpi di scena si susseguono in un tornado di emozioni e strategie, il tutto per recuperare l'unico oggetto in grado di dare speranza al pianeta Terra: Chaos e i suoi servi sono tornati per riportare lo scompiglio nell'universo, ai cui estremi si trova il suo più grande e fatale alleato.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La vita ci porta ad amare, ma anche ad odiare, sono due sentimenti opposti però sono due facce della stessa medaglia. A pensarci l'odio è pur sempre una forma d'amore, cos'è l'amore? Un sentimento, uno dei più potenti, ma anche l'odio lo è, sono così diversi e così uguali al contempo, non è strano? 
Forse l'odio è una sorta di evoluzione dell'amore, qualcosa di più profondo ancora, un sentimento così forte da fare male, ma non in positivo. Guardando Ikki provavo quello: lo odiavo. Lo odiavo con tutto il mio cuore, lo odiavo per essere entrato nella mia vita, lo odiavo per esserne uscito così tante volte, lo odiavo per avermi abbandonato e per avermi assillato da piccolo, lo odiavo perché...perché non era mio fratello. 
Ascoltavo il quieto cantare della pioggia, era un canto costante, che a senirlo pareva si fermasse il tempo, nel frattempo gli steli dell'erba si piegavano alla prepotenza del vento mentre l'odore della pioggia mi dava un fallace senso di quiete.Potevo vedere alcune scene della mia infanzia: Ikki seduto su una sedia a dondolo in legno, con le fiabe di Hans Christian Andersen tra le mani a leggere vicino alla finestra su cui tamburellavano incessanti le gocce di una pioggia di fine estate. Ikki non era mio fratello. Io non ero suo fratello.
Guardai il mio riflesso in una pozzanghera, portando le dita della mano a sfiorarmi lo zigomo, di colpo sentivo tutta la reale distanza che stava tra noi: con lui avrei potuto avere lo stesso rapporto che ho con Jabu , con Nachi o con Gerki, la  prospettivae mi faceva sentire male, trattenni un conato ad immaginare la scena, poi sobbalzai sentendo una mano poggiarsi sulla mia spalla. Sobbalzai, voltando leggermente la testa verso sinistra potei vedere Hyoga scrutarmi con fare quasi apprensivo. "Shun..." cominciò lui "se vuoi ne potremmmo parlare", io distolsi lo sguardo e lo portai al suolo dicendo con tono malinconico:"Non c'é nulla di cui discutere".
Hyoga tacque un attimo, poi strinse la presa sulla mia spalla, non disse nulla,non parlò, dopo un silenzio interminabile che però poteva essere potenzialmente durato pochi secondi lui disse semplicemente:"Devi smetterla di aggrapparti a lui. Pensaci Shun, anche se non foste fratelli lui ti amerebbe ugualmente, ti ha sempre protetto, dubito lo facesse per passare il tempo. Guardati Shun, sei distrutto, ma il legame che lega due persone è dato solo dal sangue o anche da altro? Lo dimentichi tu, inguaribile romantico?", e sorrise, sorrise con una tale dolcezza da sciogliere il cuore; "Per te si è lasciato sfigurare con quella cicatrice, ha lasciato che il suo corpo bruciasse sotto il sole cocente, si è lasciato intorpidire nell'inverno di quell'isola, ti ha salvato da Pandora...e non credo lui non sapesse, credo che ricordi bene questi piccoli particolari, perché fidati, sono davvero piccoli". Sobbalzai, le sue parole mi rincuoravano ma non mi convincevano, poi lui mi poggiò le mani sulle spalle, guardando verso la grotta:"Guarda Shun, le vedi Goldilocks ed Eretria?". Mi voltai e le vidi, Goldilocks stava aiutando Eretria a reggersi in piedi, facendole poggiare un braccio sulle sue spalle
tenendola per la vita con l'altro braccio. Sembrava reggere bene il suo peso nonostante Eretria fosse parecchio più alta di Goldilocks. "Vedi? Loro due non sono sorelle ma il loro rapporto prescinde dal legame di sangue, non trovi che anche tu ed Ikki possiate avere quel rapporto, anzi, che voi lo abbiate già se non ancora più forte?".
Il labbro inferiore cominciò a tremarmi, le sue parole mi commossero, aveva ragione. Lo strinsi forte, poi sentii la sua mano accarezzarmi dolcemente i capelli, poi mi sussurrò teneramente:"Vai da lui". Non ci pensai due volte, annuii velocemente e corsi nella grotta, da mio fratello. Ignoravo le dure parole di Dalia alla Baba Yaga, mi avvicinai solo a mio fratello, che si era da poco svegliato. Si tenne la testa e mi guardò, poi sorrise leggermente e si mise seduto:"Hey...battuto la testa? Spero che il tuo quoziente intellettivo non sia sceso ulteriormen-", non lo lasciai finire, lo strinsi forte e, con voce tremante,gli dissi semplicemente:"Ti voglio tanto bene, fratello".
Lui ricambiò la stretta leggermente confuso, poi guardò la Baba Yaga e, capendo, mi strinse più forte, senza proferire parola. 
"Disgraziata! Donna sciagurata!" continuava intanto Dalia, "Come osi chiedermi misericordia? Via, giù le mani dalla mia veste, non posso tollerare un simile comportamento, pagherai con la vita!"
"No! Vi scongiuro madonna, pietà di me!"
"Non fai altro che peggiorare la tua fine continuando a pregarmi"
"Regina mia, Senex! Miserere di me!".
"Senex?" chiese Ikki, fu Eretria a rispondergli, con voce leggermente affaticata:"Senex in latino vuol dire "vecchio", "anziano", Dalia è una delle poche streghe ad essere morte in età avanzata, difatti in vita non
era una strega, ma decise di diventarlo per poter scendere negli Inferi e stare con la sorella".
Dalia alzò la bacchetta verso il cielo, essa si illuminò di bianco e Baba Yaga emise un urlo terrorizzato, gli occhi della regina si illuminarono di rosso e la fissarono inniettati di sangue. Ad essere franco mi bloccai, mi fece paura, nessuno osò muoversi, era tutto bloccato. La temperatura si alzò di colpo, sotto la Baba Yaga si formò un cerchio bianco, la Baba Yaga urlò ancora e l'orlo della sua gonna prese fuoco, cominciando rapidamente a salire. Era atroce, non avevo idea che Senex potesse essere così crudele, provai pietà per quella donna e le sue grida di terrore e dolore mi terrorizzarono tanto da farmi retreggiare, perdere l'equilibrio e cadere a terra. Hyoga aveva gli occhi sgranati e Ikki cercava di farmi alzare, un rivolo di sudore gli colava dalla fronte e vidi il veloce movimento del suo pomo di Adamo nel momento stesso in cui deglutiva.
Non potevo restare fermo, corsi fuori e, per grazia divina, vicino alla grotta c'era un pozzo. Le grida della vecchia si sentivano anche da fuori. Presi l'acqua velocemente e corsi dentro, poi le versai il contenuto in testa, immediatamente le sue urla si placarono.
Respirò affannosamente, poi tossì e guardò Dalia tremante.
"Diamine se prima eri brutta ora sei anche peggio", pensai tra me e me, poi mi frapposi tra Dalia e Baba Yaga.
"Togliti di mezzo Shun", mi disse Dalia "ho una condanna da eseguire", ma io non mi scansai e ribattei, mentre Hyoga e Ikki mi facevano segno di no con la testa intimandomi, così, di spostarmi:"Scusami Dalia, ma penso sia inutile perdere tempo ad eseguire condanne. Se questa vecchia rimbambita è stata capace di dirci certe cose allora vuol dire che evidentemente qualcosa su questo piano la saprà. Magari potrebbe rendersi utile e aiutarci, terminato questo casino potrai bruciarla quanto vuoi, promesso", dissi, sperando che mi ascoltasse e a lungo andare si dimenticasse dell'accaduto. 
Lei tacque un attimo, poi poggiò le mani sui fianchi e , con un veloce movimento della bacchetta, cancellò il cerchio.
"Parla vecchia", disse poi "chi abita questo piano? Chi custodisce il rubino?".
La vecchia, ancora tremante, biascicò in risposta:"Non posso dirlo...posso dire solo che il loro dolore è dolce, hanno due facce come i gemelli, dalle loro spine nascono i fiori...e la loro pelle è di laguna".
Riuscii a trattenere Dalia dal saltarle addosso, non potevamo perdere altro tempo, quindi la implorai:"Ti prego Dalia!".
Dalia si liberò dalla mia presa e rimase immobile, in silenzio, nella grotta era calato il silenzio.
"Andiamo", disse semplicemente mentre si avviava uscendo dalla grotta, lanciando un'occhiataccia alla Baba Yaga, sembrava la volesse incenerire. La strega fece un urletto e si rintanò di più all'angolo. Nel frattempo Eretria si era ripresa e aveva seguito Dalia insieme a Zorba e Hyoga, rimasi a fissare il vuoto, poi posai lo sguardo sulla donna, che tremava ancora, mi faceva pena. Goldilocks mi allungò una gomitata per svegliarmi, io sobbalzai e la guardai, lei disse semplicemente:"Ci sei?", io annuii velocemente un paio di volte e mi avviai con loro.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Dopo un bel po' di tempo stavamo ancora vagando su quel piano, la pioggia ci aveva resi fradici ed era persino difficile parlare o sentire quel che diceva l'altro. Sovente dovevamo sputare l'acqua che ci atterrava sulle labbra, impedendoci di parlare, avevamo tutti freddo, era inutile negarlo, il rumore della pioggia stava diventando quasi assordante e il temporale era così funesto che quelle gocce di pioggia facevano quasi male, il rumore del tuono era frastornante ed inquietante, come se dovesse arrivare chissà quale minaccia dal cielo, quel rombo lontano per me a Villa Kido era fonte di rilassatezza, ho sempre amato il suono della pioggia, mi aiutava a dormire, ma in quel momento era solo fonte di inquietudine, non sapevo nemmeno io per quale arcano motivo.
"Si può sapere quanto manca? Sono ore che camminiamo"disse Hyoga seccato, nessuno ribattè, era ovvio che avesse ragione. 
"Dobbiamo continuare a cercare...com'è che diceva?" chiese Ikki, poi Eretria gli rispose:"Il loro dolore è dolce, hanno una doppia faccia come i gemelli...", e si fermò, poi  Hyoga continuò:"dalle loro spine nascono i fiori e la loro pelle è di laguna", "Cos'è uno di quegli indovinelli dei libri per bambini?" chiese poi Zorba seccato, io sospirai e continui a guardarmi intorno, poi vidi un leggero movimento nei cespugli. Mi fermai e guardai in quella direzione, istantaneamente il rumore si fermò. Rimasi in silenzio a guardare in quella direzione, gli altri si fermarono a guardarmi. Mi avvicinai al cespuglio e rimasi un attimo in attesa, poi scostai i rami e ciò che vidi mi lasciò...alquanto perplesso: c'era un piccolo esserino, alto quanto metà del mio polpaccio, con due enormi occhioni neri, delle spine sulla schiena e sulla testa e la pelle era verdognola.
Lo fissai un attimo, poi lui mi vide e balzò con un suono simile ad uno squittìo, dileguandosi. "Aspetta!" gli intimai inseguendolo, i miei compagni imprecarono ma io non mi fermai e anche loro cominciarono a seguirmi, correndo all'impazzata sotto la pioggia e in mezzo alle pozzanghere. Quel piccolo essere era veloce, ma non sembrava cattivo, dopo un poco saltai in avanti e, cadendo a terra riuscii ad afferrarlo. Per lo spavento il piccolo essere squittì in modo più acuto e, con mia sorpresa, dalle spine che ne ricoprivano il crene e la schiena spuntarono tante piccole margherite. "Cosa diamine ho appena visto...?" mi chiesi in un muto dialogo con me stesso, poi quel piccolo cosino continuò a dimenarsi. Era la cosa più dolce che avessi mai visto, faceva una tale tenerezza! Se i custodi a cui si riferiva la Baba Yaga erano così allora prendere il rubino per il piano successivo sarebbe stato un gioco da ragazzi!
Mi alzai tenendolo ancora in braccio, poi venni raggiunto dagli altri, appena Dalia vide l'esserino tra le mie braccia dire che urò è dire poco. Lo prese in braccio e fece sfregare il naso del piccolino con il suo, il piccolo  rise contento e abbracciò la mia amica. Chi dice che le streghe sono tutte cattive si sbaglia di grosso, pensavo io con un leggero sorriso, poi Hyoga intervenne:"E questo cosa sarebbe?"
"Non lo so, l'ho inseguito perché mi ricordava le creature di cui ci parlava la Baba Yaga e credo proprio di aver ragione"
"Beh se sono tutti così abbiamo solo da prendere il rubino".
Il piccolo essere sgusciò fuori dalle braccia di Dalia e si incamminò, noi lo seguimmo perplessi, magari ci avrebbe portati nel luogo dove si trovava il rubino, era stato semplice quella volta!
Dopo che fummo arrivati sul posto mi rimangiai le mie parole...d'un tratto ci trovammo dinnanzi ad un villaggio, le case erano molto alte e fatte in legno alcune, quelle più periferiche, mentre già nelle zone centrali stavano case ancora più grandi e in mattone, per dire le proporzioni, una sola gargoille poteva essere alta quanto Ikki, ci sentivamo come delle formiche. Appena arrivammo in centro cominciarono i veri problemi. Non c'era praticamente nessuno nelle periferie, avevamo capito il motivo:stavano tutti al mercato! 
Appena arrivammo potemmo vedere bestioni alti quasi tre metri, si aggiravano a passo pesante per le vie, erano enormi, con delle spine su testa e schiena, ci aggiravamo indisturbati all'inizio, ma quando videro il piccoletto...beh, sapevamo già che sarebbero stati guai.
"Mio nipote! Mio nipote ha i fiori sulla testa!".


Angolo autrice: Hoiiiiiiiiii! Eccomi qui con un nuovo capitolo che spero sia di vostro gradimento!
Msono divertita a scriverlo, peccato che il mio computer abbia deciso bene di non collaborare. Ebbene sì, ormai questi poveretti ne han viste di ogni, ma come se la caveranno stavolta? Il capitolo vi è piaciuto? Lasciatemi una recensione nel caso, ma se avete delle critiche da espormi ditemele pure e sarò ben felice di migliorarmi!
Detto questo vi saluto, il letto chiama, boiiiiiiii!

 
   
 
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