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Autore: vanity_gemini    17/09/2020    2 recensioni
Anno 2355, il pianeta Terra è completamente sovrappopolato, per cui parecchi dei suoi abitanti si sono trasferiti da tempo a vivere su delle enormi stazioni spaziali, che gravitavano attorno a quest'ultimo.
La vita sia sulla Terra che sia sulle stazioni stava procedendo nei migliori dei modi possibili, soprattutto grazie ai tanti progressi tecnologici che l'uomo aveva fatto in quei ultimi tempi. Questi avevano aiutato notevolmente la popolazione anche per fare le loro piccole cose quotidiane. Ma purtroppo, una grande minaccia era in procinto di arrivare come se fosse stata un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo le esistenze di tutti loro, nessuno escluso. Era a tutti ben chiaro che da quel momento in poi la cosa più importante per chiunque era quella di cercare almeno di sopravvivere!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Shion, Gemini Aspros, Gemini Kanon, Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.
 
Si erano da poco fatti la doccia, e in quel momento erano tutti ben sistemati nell'ampia sala ristoro che quel centro disponeva.
Il gruppo di giovani cadetti, ultimamente si allenava con una certa intensità. Solitamente eseguivano parecchie prove, sia a bordo dei loro caccia e sia nelle varie sale di simulazione di cui era provvista quella base di istanza terrestre.
Tutti loro in quelle giornate fremevano perché superati alcuni piccoli ma importanti esami, soprattutto a livello teorico, avrebbero avuto la possibilità di imbarcarsi a bordo di una delle quattro ammiraglie che la flotta stellare disponeva.
 
  • Ragazzi, tra cinque minuti esatti tutti nella sala simulazioni! – la voce squillante di Hyoga, li fece sobbalzare tutti quanti, comprese anche le quattro ragazze che erano lì in loro compagnia.
  • Fammi capire? – saltò su Baian – Ma ci siamo fermati da poco?
  • Lo so, ma così sono gli ordini – precisò il biondo, incrociando le braccia al petto con fare ammonitivo.
  • Andiamo su – Sirio si alzò, subito seguito da Jabu – Non ho voglia di sorbirmi una lavata di testa.
 
A malavoglia anche gli altri ragazzi presenti si alzarono, mentre Esmeralda, Miho, Daisy e Shunrei, decisero di attendere il loro ritorno lì in saletta.
Anche le quattro ragazze si trovavano in quel luogo per completare la loro formazione. Avevano tutte intrapreso la carriera infermieristica, e come i ragazzi anche quest'ultime si sarebbero imbarcate su una di quelle quattro navi stellari.
 
Sirio, Seiya, Hyoga, Shun, Jabu, Isaac, Baian, Kira, Yato e Tenma, fecero la loro entrata nella sala simulazioni, dove il loro master Albione li stava attendendo.
 
  • Dobbiamo ancora allenarci? – domandò prontamente Seiya al biondo, che si trovava seduto davanti ad un pannello di controllo.
  • No, vi ho fatto venire qui perché devo comunicarvi delle cose e la sala riunioni è momentaneamente inagibile – rispose, continuando a digitare sulla tastiera di quella console – Sedetevi su quelle panche – i ragazzi senza fiatare eseguirono l’ordine impartitogli, mentre Albione si mise in mezzo, poi guardandoli attentamente uno ad uno, iniziò – Ho appena ricevuto un notifica direttamente dal commando generale della nostra flotta, in cui mi comunica che nella giornata di domani saranno in arrivo in questa base due delle nostre navi ammiraglie, per la precisione la USS Athena e la USS Poseidone, per cui voi verrete secondo una disposizione logica imbarcati su una di queste – poi guardandoli ancora più attentamente – Sarete però divisi in due gruppi, perché al momento sono quelle che hanno più bisogno di personale a bordo.
  • Quindi verremo separati? – domandò quasi tristemente Jabu.
  • Si, ma non so ancora come sarete raggruppati.
  • E chi lo decide? – si informò giusto per curiosità Isaac, guardandosi leggermente con Hyoga.
 
I due non andavano per nulla d’accordo, e la dimostrazione di ciò era ben evidente nella profonda cicatrice che Isaac portava sotto l’occhio sinistro, difatti se l’era procurata durante un accesa discussione che ebbe proprio con Hyoga.
Erano più volte arrivati alle mani, solo che quella volta avevano davvero esagerato. Hyoga aveva spinto Isaac contro il suo caccia, e la lamiera di questi le aveva provocato quel brutto taglio.
Ovviamente per non avere problemi coi loro superiori, raccontarono che il ragazzo era accidentalmente scivolato.
 
  • Verrà deciso dai capitani stessi di quelle due astronavi. Entrambi valuteranno e decideranno loro su chi prendere a bordo. Tutto ciò sarà valutato tramite la lettura delle vostre schede, loro ne hanno libero accesso.
  • Bene, ottimo – storse il naso Yato – Chissà allora a me dove mi manderanno, visto che la mia scheda è da mettersi le mani nei capelli!
  • Ragazzo, allora hai solo da migliorarla! – fece sintetico e ovvio Albione, mentre si accinse a rispondere al modernissimo cellulare – Sì, coi ragazzi ho quasi finito, quindi puoi chiamare pure le ragazze. Dammi ancora dieci minuti e ti lascio la sala libera – mise giù la comunicazione, rivolgendosi nuovamente hai cadetti – Prima di andarvene dovete compilarmi questi – fece sporgendosi a prendere dei fogli che aveva adagiato sulla scrivania e passarli a quest’ultimi.
 
Ognuno di loro prese quei fogli tra le mani.
Quello che vi era scritto era una specie di questionario, perlopiù serviva ai superiori per meglio organizzare le diverse mansioni che i giovani cadetti avrebbero eseguito una volta che si furono imbarcati a bordo delle due navi.
Appena uscì il gruppo maschile nella sala entrò quello femminile.
Queste erano appunto le ragazze che sarebbero salite a bordo come infermiere e con loro vi era la responsabile.
La dottoressa Natassia Cekov, era la sorella maggiore di Hyoga, ma a differenza di quest'ultimo, lei al momento sarebbe rimasta all'interno della base di istanza terrestre.
L’esperta dottoressa doveva continuare a formare le nuove leve, che nel corso degli anni avevano deciso di intraprendere quella professione.
 
*
 
Le possenti mole delle due ammiraglie, facevano bello sfoggio di sé all'interno della stazione spaziale di Atene.
Quasi tutto il personale era sceso, indossando abiti civili e mischiandosi con la gente comune, mentre a bordo erano rimasti veramente in pochi.
Vi rimasero solamente gli addetti alla manutenzione e alla pulizia.
Questi quando avrebbero terminato il loro operato, sarebbero potuti scendere dalla nave.
Le due navi erano state a giro per lo spazio per ben due anni, e in quel lasso di tempo entrambe avevano riportato dei piccoli danni. In una sola occasione avevano innescato battaglia con i caccia nemici, riuscendo però ad averne la meglio soprattutto grazie all'intervento dei potenti Mobile Suit, che la USS Athena trasportava al suo interno. Di questi ve ne erano ben cinque, più tre caccia modulabili.
Succedeva abbastanza di sovente che con i veicoli dell'Oscuro, le forze stellari, ingaggiavano battaglie sparse qua e là, ma di contro, non vi era ancora stato un vero e proprio attacco mirato, ma solo piccole ma insidiose avvisaglie.
Era quindi abbastanza evidente che il potente impero si stava preparando a riversare contro il nemico, un attacco in grande stile. Quest’ultimo era in possesso di una tecnologia piuttosto avanzata, e solitamente le sue truppe, precisamente quelle scelte, erano addestrate nei migliori dei modi possibili.
In quelle giornate anche i giovani cadetti avevano superato tutte le varie prove, quindi erano prontissimi per imbarcarsi anche loro a bordo di quelle due navi, che dalla terrazza del centro addestramento continuarono a guardare con tanta ammirazione.
Proprio nei giorni successivi vennero così divisi.
Sirio, Seiya, Shun, Hyoga e Jabu, si sarebbero imbarcati sulla USS Athena, mentre Isaac, Baian, Kira, Yato e Tenma, avrebbero preso posto sulla USS Poseidone.
Inutile dire che sia Hyoga che Isaac di quella disposizione furono ben che felici!
Mentre le quattro ragazze invece si imbarcarono tutte sull'Athena, perché era al momento quella ad essere più carente in fatto di personale medico specializzato.
 
 
*
 
Era da parecchio tempo che non andava a trovare il suo vecchio, in tutti i sensi amico, e dato che aveva fatto ritorno momentaneamente sulla Terra, quel giorno decise di farlo, anche perché forse a breve sarebbe nuovamente ripartito, e non sapeva davvero quando sarebbe ritornato.
Quel giorno decise di andare da solo, perché voleva parlare con l’anziano Dohko di una questione che gli stava particolarmente a cuore.
Il capitano della USS Athena, era una persona responsabile e parecchi anni prima si era preso una responsabilità non da poco.
Prendendo una strada secondaria, ma molto più comoda e veloce in men che non si dica, arrivò dinanzi alla piccola casa dove l’anziano e saggio amico viveva da tantissimi anni. Lui a Dohko era parecchio legato, in passato era stato il suo mentore e gli aveva insegnato tutto il suo gran sapere.
Quell'uomo così piccolo, era in fondo così grande.
Parcheggiò il fuoristrada e prese a incamminarsi per il vialetto che conduceva alla piccola entrata. Saggiamente decise di palesarsi.
 
  • Dohko, ci sei? – su un primo momento non ottenne alcuna risposta. Riprovò – Dohko, ci sei? – si bloccò per udire la lieve vocina dell’anziano. Difatti.
  • Oh, ma quale buon vento! – il padrone di casa sorretto da un piccolo bastone di legno, si presentò al cospetto dell’amico – Shion, del tuo arrivo ero al corrente – fece un sorrisetto – Giusto aspettando ti stavo, vieni, la cena a preparare ero intento – gli fece segno di seguirlo all'interno della propria dimora.
  • Perfetto – Shion sorrise – Avrei giusto un poco di fame – fece seguendo l’amico dentro la piccola ma accogliente casa.
  • Uhm, un piatto amico anche per te metto – sorrise – Di zuppa di fagioli, fortuna che un po' di più ne ho preparato – fece aggiungendo le vettovaglie mancanti che servivano per il suo ospite.
  • Ti trovo sempre in forma – proferì Shion, sistemandosi a tavola – In questi anni non sei cambiato per nulla.
  • Invece tu si, amico mio caro. Tu cambiato essere, sguardo pensieroso tu avere – lo guardò con insistenza – In tumulto il tuo cuore essere, sbagliare io?
  • No, non ti stai sbagliando affatto. A volte penso se ho fatto bene a consentirgli di fare tutto ciò.
  • Oh, deciso era il ragazzo. Tu non più fermarlo potevi.
  • Dici?
  • Amico, dico.
  • Hai ragione – nel frattempo iniziarono a mangiare quella deliziosa zuppa.
  • Saga essere stato troppo deciso. Sicurezza nei suoi occhi vi era.
  • Si quello è vero, ma io avevo promesso a sua madre che lo avrei tenuto lontano dalla guerra, Dohko capisci. Tutto quello che io e Aspros avevamo pensato di fare e ci siamo ripromessi di fare non lo abbiamo fatto. Saga si è arruolato nella flotta stellare ed ora è a rischio perché pilota un Mobile Suit, mentre Kanon ha deciso di aggregarsi ai ribelli, si ok Aspros cerca di esporlo meno possibile, però manca davvero poco allo scoppio definitivo della guerra, e tutto ciò non è come fare una delle tante simulazioni che facevamo in tempo di pace!
  • Capisco, di preoccupazione le tue parole amico mio ti fanno onore, ma vedi, cresciuti i ragazzi sono, decidere noi per loro quando erano piccoli si poteva, ora mentre no. Scelto di fare tutto ciò loro hanno, dei rischi ben consapevoli che sarebbero andati incontro loro erano. Sensi di colpa tu e Aspros non ne dovete avere, perché di colpe non avete voi due – poi sorridendo – Ora versa un po' di vino e una bella bevuta facciamoci, eh! Come ai tempi vecchi! – senza battere ciglio, Shion eseguì quello che l’anziano maestro gli aveva detto di fare.
 
Quando terminarono di cenare, Dohko si alzò dal piccolissimo sgabello su cui era seduto.
 
  • Vieni amico mio, vedere una cosa devo farti – Dohko prontamente seguito da Shion si addentrò ancora di più dentro alla piccola casupola – Attento – fece aprendo una piccola botola – Seguimi – prese a scendere giù per una stretta scala in legno tendendo con una mano una lampada ad olio. L’altro sempre in silenzio lo seguì.
 
Alla fine della scala si ritrovarono in una stanzetta stretta, angusta, difatti Dohko prese un'altra lampada per vederci meglio, accese la lucina, ma quest'ultima era davvero fioca.
 
  • Ma che posto è mai questo!? – fece perplesso Shion, cercando di guardarsi attorno in quella semioscurità.
  • Oh, curioso tu essere, pazienta, pazienta – sorrise Dohko – Sempre mancata quella ti è, mio giovane allievo.
  • Ora sono migliorato – proferì guardandosi attorno.
  • Si, un poco – fece un lieve sorrisetto, poi ad un tratto tutto l’ambiente si illuminò.
 
Fu allora che Shion poté vedere tutto quello che all'interno di quel luogo era presente. Quella era una vera e propria sala di controllo dotata delle più moderne e futuristiche tecnologie, vi era davvero di tutto.
 
  • Mio segreto questo essere, eh! – Dohko, ridendosela andò ad appollaiarsi sopra ad una morbida poltroncina, per prendere poi a smanettare coi comandi di una console. Shion parecchio incuriosito si avvicinò.
  • Oh, capperi! – fece a bocca aperta, ammirando tutta quella sofisticata tecnologia.
  • Guarda amico, guarda – Dohko gli indicò uno schermo radar – Questo puntino, tu vedere? – prese a zumare ancora di più, per far sì che si vedesse meglio – Bene, essere questa la famosa base orbitante nemica, e come anche tu puoi vedere – mise le misure delle coordinate – Da noi non distare tanto, dalla nostra amata Terra non troppo lontana essere – alzò i suoi occhi, puntandoli in quelli dell’amico.
  • Interessante, proprio, interessante! – asserì Shion, continuando a guardare con parecchio interesse lo schermo, poi rivolgendosi a Dohko – Riesci a mandare le coordinate e l’immagine stessa al database dell'Athena?
  • Oh certo, subito provvedo – Dohko, prese a smanettare nuovamente coi comandi, poi rivolgendosi a Shion – Fatto!
  • Perfetto – dalla tasca del giubbotto prese il proprio telefono. Andò nella rubrica, attese qualche secondo, poi dalla parte opposta gli risposero – Marin, ascolta salva immediatamente il file che Dohko ti ha appena inviato, anzi fanne due copie, una mettila nel nostro archivio, mentre l’altra spediscila immediatamente al quartier generale. Nel frattempo ci penso io ad avvisare il generale supremo Sage – l’addetta alle comunicazioni della USS Athena, fece immediatamente quello che il suo capitano le aveva detto di fare.
  • Amico, questo però ora devo farti vedere anche – la voce dell’anziano era particolarmente tremolante, difatti parlò quasi a singhiozzi.
 
Si spostò su un'altra poltroncina, e fece partire un altro pannello di controllo, dopodiché bloccò su diverse fermo immagini.
 
  • Arrivate da poco mi sono – disse, facendo scorrere le varie immagini, mentre Shion sconvolto strabuzzò entrambi gli occhi.
 
Aldebaran, il pianeta molto amico della Terra, aveva da poco subito un attacco, e nel vedere quelle immagini sembrava proprio che lo avessero completamente raso al suolo.
Tutto ciò che in quel momento appariva su quello schermo era davvero raccapricciante!
Quel bellissimo e pacifico pianeta, in pochissimo tempo era diventato un inferno di fuoco e fiamme.
Nell'immediato, Shion prese a pensare che molto probabilmente durante quel pesante attacco, quasi tutta la maggior parte della popolazione non aveva avuto scampo.
 
  • Non è possibile! – asserì Shion sempre più scioccato – Ma come hanno potuto!
  • Loro, non avere scrupoli. Fortuna che principessa sia al sicuro.
  • Si, sua altezza Saori è al sicuro – fece in un sussurrò, poi abbassando lo sguardo – Ma non oso immaginare come reagirà quando verrà a sapere di tutto questo – alzò gli occhi e si mise a guardare le immagini di quella desolazione più totale.
  • Ragazza forte è. Reagire sicuro sono che saprà – poi guardandolo – Per Aldebaran tu partire devi, magari superstiti tu trovare.
  • Dohko lo farò, lo farò tranquillo, anzi vado immediatamente al quartier generale – poi tristemente – Anche se sicuramente non ci sarà più nessuno.
  • Non puoi dirlo, prima devi vedere.
  • Non pensavo di arrivare a tutto ciò! – disse sconcertato.
  • Niente questo è, amico mio.
 
L’anziano aveva ragione nel pronunciare quelle parole!
 
*
 
  • Eccoci Shion! – proferì Aiolos entrando assieme a Saga, dentro allo studio di bordo del loro capitano.
  • Devi dirci qualcosa di importante? – domandò Saga, guardando attentamente l’uomo che era seduto al di là della scrivania.
  • Ma certo – sorrise – Vi ho chiamato per questo – fece indicando ai due ragazzi di prendere posto sulle sedie che erano sistemate davanti allo scrittoio. I due guardandosi, presero a sedersi.
  • Oggi come ben sapete sono stato da Dohko.
  • Come sta? – si informò Aiolos. Anche a lui il vecchio maestro era caro. A quest’ultimo quasi tutti erano davvero affezionati. Insomma lo consideravano essere una specie di padre.
  • Bene, per l’età che ha è in ottima e smagliate forma – Shion sorrise, mentre prese delle carte che aveva adagiato sul ripiano della scrivania – Ma cambiando discorso, mi ha fatto vedere la sua super tecnologica sala di controllo – i due spalancarono gli occhioni. Entrambi avevano dei meravigliosi occhi verdi.
  • E dove se la tiene, nella sua camera sotto al letto? – fece Aiolos ironicamente, subito spalleggiato dal suo amico di merenda.
  • Ma no, Los ma che diamine di idee ti vengono – si sistemò meglio – No, è ben nascosta in uno scantinato, ma non siamo qua per parlare di quello, per cui guardatevi un po' queste – mise sotto al loro naso, le immagini che ritraevano la bellicosa base spaziale nemica.
  • Ma come ha fatto a farle, insomma a quanto dista? – Aiolos, chiese scioccato.
  • È a 230 milioni di chilometri da noi, ma lui possiede degli strumenti che sono in grado di avvistare un oggetto apparentemente così piccolo, da questa distanza.
  • Uhm, non male, il nonnetto – proferì Saga, continuando ad osservare l’immagine.
  • Già – Shion sorrise.
  • Bene, allora ora che facciamo? Andiamo a fare una visita a questa base? – si informò Aiolos.
  • Calma ragazzo. Ora sto aspettando la chiamata dal nostro quartier generale. Ho chiesto di convocare un’assemblea straordinaria soprattutto perché il pianeta Aldebaran è stato attaccato da poco, per cui della base nemica ce ne occuperemo in un secondo momento, ora è molto più urgente recarsi su Aldebaran, per cercare di capire come effettivamente sia messo.
  • Ma sua altezza lo sa? – domandò con un filo di voce Aiolos.
  • Si, la principessa Saori è al corrente. Lei è stata la prima persona che ho informato quando sono rientrato qui alla base.
  • Com'è stato l’attacco? – azzardò Saga titubante.
  • Dalle immagini di Dohko, pareva essere davvero brutto e feroce, ma per saperlo con precisione dobbiamo partire al più presto.
  • Mi spiace – Aiolos abbassò mestamente sia il capo che lo sguardo.
  • A questo punto dobbiamo riunirci tutti quanti e decidere il da farsi – poi guardandoli entrambi – E voi due verrete con me.
  • Ok, per me non ci sono problemi – asserì Saga.
  • Neppure per me – gli fece eco Aiolos.
 
Nel frattempo il telefono interno di Shion prese a squillare.
Era il commando che lo avvisava che tra due ore esatte ci sarebbe stata la riunione speciale dell’alto commando stellare.
I tre uomini si recarono immediatamente verso l’aerostazione, ma per tale spostamento e soprattutto per velocizzare i tempi, avrebbero viaggiato con un veloce Dragonfly.
A questi si unì anche il capitano della USS Poseidone, Julian Solo.
 
*
 
Nella sala del gran consiglio ovviamente era presente anche la principessa Saori e alcuni dei suoi più fidati collaboratori.
La ragazza a quel punto voleva recarsi anche lei sul proprio pianeta per accertarsi personalmente delle condizioni in cui quest’ultimo riversava.
 
  • Bene – iniziò con fare piuttosto serio, il generale supremo Sage – Non appena la USS Athena sarà pronta e mi auguro in tempi brevi - guardò il capitano della nave appena nominata - Avete il mio permesso per potervi recare sul Aldebaran, e quindi poter constatare le attuali condizioni di questi. Ma in questa missione verrete scortati da una pattuglia di nuovi caccia da combattimento. Io dell'Oscuro e del suo impero non mi fido, per cui a questo punto non voglio proprio rischiare di mettere a rischio altre vite umane – poi rivolgendosi alla principessa di Aldebaran – Altezza, in questo momento avete tutto il mio appoggio, e l’aiuto che tutta la federazione stellare riuscirà a darle.
  • Grazie, generale Sage. L’amicizia tra i nostri popoli è sempre stata di quelle profonde e sincere.
 
Dopo aver discusso degli ultimi dettagli, l’assemblea di fatto fu sciolta.
Il viaggio di ritorno i quattro uomini lo fecero assieme alla principessa Saori.
Per la ragazza, quella sarebbe stata la seconda volta in vita sua che avrebbe viaggiato a bordo della USS Athena, difatti la prima volta che viaggiò a bordo della grande astronave, era stata quando venne liberata da Aiolos, Aiolia, Camus, Saga e Shura, dalla brutta prigionia che le avevano inflitto le forze nemiche.
Da questi era stata presa in ostaggio col solo scopo di costringerla con la forza a cedere al grande impero il proprio pianeta, firmando di fatto una specie di resa, cosa che la tenace ragazza non aveva di certo fatto, perché in cuor suo avrebbe certamente preferito morire piuttosto che consegnare la sua gente e la sua terra a quelli che da sempre lei considerava essere i più grandi esseri immondi presenti in tutte le galassie.
Invece in quella seconda occasione si sarebbe imbarcata sulla nave stellare per raggiungere il suo tanto amato pianeta!
 
 
Colei che scrive.
Eccoci arrivati al secondo capitolo di questa storia.
Tra le righe più o meno si riesce a capire qualcosina, ma vi dico che è ancora presto. Tutto ma proprio tutto verrà svelato un po' più avanti. Me cattivissima.
Allora.
Il nostro caro-vecchio-saggio Dohko, come avrete ben compreso è apparso in versione Yoda, prugna essiccata, ma non solo. Ho cercato pure di farlo parlare (se trovate degli errori per favore segnalatemi che provvedo a sistemarli, grazie) come il buon Jedi. Spero che tale scelta vi sia piaciuta.
Per il resto al momento non avrei altro da dirvi, solo ringraziavi di cuore per aver letto il primo capitolo di questa mia pazzia.
Me felice!
Grazie a tutti voi di cuore.
Per i credit tengo a precisare che tutti i nomi che compaiono in questa storia, sono stati presi dalle seguenti opere: Star Trek, Star Wars e Mobile Suit Gundam e anche qualche scena, ovviamente adattata dalla sottoscritta, in funzione alla trama stessa.
Insomma voglio essere sincera, e non prendermi i meriti che non ho.
Alla prossima.
Un abbraccio.
SAMP!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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