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Autore: Batckas    18/09/2020    0 recensioni
«Cass è stata rapita per colpa mia. Non ricorodo i dettagli, sono stato drogato. Devo trovarla prima che sia troppo tardi. È successo qualcosa di terribile, ma non riesco a ricordare cosa.»
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corriere uomo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era buio, una corda gli legava i polsi, tentò di liberarsi senza successo. Provò a muoversi, il corpo era pesante, la camicia era macchiata di sangue non suo. Si alzò, andò a sbattere contro un muro, non riusciva a vedere ad un palmo dal naso. Le mani erano bloccate dietro la schiena, tastò le pareti con la fronte cercando l’uscita. 
Aveva una strana cicatrice da bruciatura sull’anulare. 
Spari all’esterno. 
Si mosse in direzione del rumore, trovò la porta, chiusa, tentò di buttarla giù con delle spallate, ma il corpo non aveva forze, dedusse che lo avevano drogato. Non si arrese. Ai primi spari erano seguiti altri, poi urla, si stava combattendo. 
Silenzio. 
Arretrò e si nascose in un angolo con gli occhi fissi sulla entrata, delle voci ovattate giunsero dall’esterno, stavano cercando di aprire la porta, riconobbe il suono di una forcina e un cacciavite nella serratura. La prima cosa che vide fu la canna di un revolver.
“Capo?”
Il Corriere si rilassò. 
“Raul? Che ci fai qui?”, domandò.
Alle spalle del ghoul comparve Boone che si addentrò nella stanza con una fiaccola e lo liberò tagliando la corda con un coltello. 
“Dobbiamo andarcene.”, disse il cecchino dell’NCR con calma serafica. 
“Che sta succedendo?”, il Corriere non ricordava niente, soltanto l’ingresso dell’Atomic Wrangler la sera prima. 
“Capo, ti stiamo cercando da tre giorni.”, rispose Raul. 
“Oh cazzo, tre giorni?!”
“Parliamo dopo.”, Boone trascinò il Corriere fuori e gli diede una pistola. 
“Dove siamo?”
“In una casa sicura dei Gomorrah. Qualcuno non ha accettato il cambio di gestione, è coinvolta anche la Legione.”
“Cazzo.”, il Corriere aveva mal di testa, c’erano ricordi che non riusciva a decifrare, un peso nel cuore che non era in grado di interpretare. L’istinto di sopravvivenza assopì qualsiasi pensiero superfluo. Il Corriere diede due colpetti sul monitor del Pip-Boy per assicurarsi che funzionasse bene. 
“Prendi questo.”, Boone gli porse un fixer per far sparire l’effetto delle eventuali droghe che gli avevano fatto assumere. 
Raul uscì dalla stanza accogliendo gli altri assassini dei Gomorrah che erano in arrivo. Boone si posizionò alla porta per coprire il ghoul pistolero. 
“Ci sono.”, il Corriere mise il colpo in canna. 
I due seguirono la scia di cadaveri che Raul si era lasciato alle spalle e furono all’esterno nel giro di pochi minuti. 
All’esterno il ghoul stava interrogando uno dei killer facendo pressione con lo stivale sul buco che gli aveva aperto nella gamba. Il tizio implorava pietà. 
“Cosa sappiamo?”, domandò il Corriere. 
“Capo, non eri solo quella sera, vero?”
“Porca troia! Cass!” 

Il Lucky 38 era in fermento, il Corriere aveva convocato tutti, la missione: trovare Cass. 
“Raul, aggiornali.”, disse il Corriere. 
“Abbiamo scoperto che i bastardi dei Gomorrah e la Legione hanno teso una trappola al capo e a Cassidy tre sere fa, non sappiamo precisamente come si siano svolti gli eventi. Abbiamo solo un nome: Caitlin Bowers. Pensiamo sia qualcuno che gestiva il Gomorrah nell’ombra, ma non abbiamo nessuna notizia certa.” 
“Come intendi procedere?”, domandò Arcade. 
“Andrò all’Atomic Wrangler, ricordo di essere andato là, ma poi niente più. Forse i gemelli Garret hanno visto qualcosa. Cazzo, com’è possibile che non ricordo nulla?”
“Ti hanno drogato, forse hai bisogno di qualche giorno per riavere tutti i tuoi ricordi.”, spiegò Arcade facendo supposizioni. 
“Dicci solo cosa fare, dobbiamo trovare Cass.”, Veronica era preoccupata. 
“Veronica vai con Boone e Raul al Gomorrah, chiedete a Cachino cosa sa di questa Caitlin, io andrò all’Atomic Wrangler con Rex, Lily ed ED-E. Arcade, per favore, chiedi in giro al Mormon Fort, forse i Seguaci dell’Apocalisse sanno qualcosa, chiedi anche in giro ai vari rifugiati. Qualcuno deve sapere qualcosa.” 
Si mossero. 
Veronica si avvicinò al Corriere. 
“Sai che chiunque stia tenendo in ostaggio Cass in questo momento rischierebbe di meno se avesse rinchiuso in gabbia un Deathclaw, vero?”
Il Corriere sorrise. 
“La troveremo.”, Veronica si allontanò e afferrò Boone sotto al braccio sapendo che il cecchino lo detestava, difatti si scansò rapidamente. A sostenere la scriba, però, si offrì ben volentieri Raul.
Il Corriere si diresse all’Atomic Wrangler. 
Quando era in giro con Lily nessuno osava avvicinarsi a più di due metri.
Davanti al casinò dei Garret c’erano tre uomini del King che pattugliavano la strada. 
Il Corriere, che godeva di un’ottima reputazione nel Freeside, si fece avanti. 
“Che sta succedendo?”, domandò. 
“Merda! Sei vivo?”, uno dei Kings non credeva ai suoi occhi. 
In quel momento Francine Garret uscì dal locale. Aveva un occhio nero, un braccio rotto e tagli su tutto il corpo, era aiutata dal fratello gemello. James guardò il Corriere negli occhi. 
“Gliela devi far pagare a quei figli di troia.”
Il casinò era stato messo sottosopra, c’erano cadaveri ovunque, Fisto giaceva nei suoi rottami completamente distrutto. 
“Sapete chi è stato?”, domandò il Corriere a James e Francine.
“Cercavano te, questo è ovvio!”, la voce di James era carica di condanna. “Sono entrati qualche minuto dopo che tu e la rossa ve ne siete andati ubriachi fradici, all’inizio si sono comportati come clienti normali, ma dopo una mezzora hanno cominciato a dare di matto. Cristo, hanno ucciso i miei clienti e torturato Francine solo per sapere dove eri diretto. Ma io che cazzo ne sapevo dove stavate andando! Cristo… sono tre giorni che cerchiamo di ripulire questa merda.” 
“Se hai bisogno di aiuto possiamo chiedere ai dottori dei Seguaci.”, il Corriere offrì aiuto a Francine. 
“Sono loro che mi hanno medicata… forse senza di loro sarei morta. Per quanto mi dia fastidio dirlo, se non ci fosse stata l’NCR poteva finire molto peggio.” 
“Spiegami nel dettaglio cos’è successo, non ricordo niente. Sono stato per tre giorni prigioniero.” 
James non credeva alla storia del Corriere, anche se non aveva motivo di non fidarsi di lui.. 
“Tu e la rossa siete andati via, loro hanno fatto domande, non abbiamo saputo dire niente, ci hanno lasciati in pace soltanto quando hanno sentito i Kings e una pattuglia dell’NCR di passaggio avvicinarsi. In tempi diversi i Kings e i soldati della Repubblica si sarebbero sparati addosso invece di aiutare qualcuno.” 
“Chi potrebbe sapere dove sono andati?”, investigò il Corriere. 
Intervenne uno dei Kings. 
“I nostri hanno seguito delle tracce, ma sono caduti in un’imboscata della Legione.”
“Così vicino a New Vegas?” 
“Erano scout, probabilmente. Comunque, non abbiamo continuato oltre le ricerche e ci siamo assicurati solo che non tornassero per eliminare gli ultimi testimoni.”, spiegò il ragazzo. 
“Portami nell’ultimo punto in cui li hai trovati.” 
“Non c’è niente. Ci siamo già tornati due giorni fa con alcuni soldati NCR, uno di loro era il sergente Kellan Wynn.”
“Dovrò parlare con lui.” 
“Trovali e falli a pezzi. Come sta la tua amica?”, domandò James. 
“Anche lei è stata rapita tre giorni fa, la stiamo cercando.”
“Merda. Quei figli di puttana erano animali, dal primo all’ultimo. Spero la trovi presto.”
“Già, anche io.”

Il Corriere trovò il sergente Kellan nelle caserme della Strip. 
Alcuni soldati della Repubblica lo salutavano con il saluto militare anche se non ricopriva nessun ruolo ufficiale, avevano sentito storie sul suo conto e non sapevano come comportarsi in presenza del «salvatore dell’NCR». 
“Sono felice di vederti in piedi.”, disse il sergente.
“Anche io, ma ho bisogno di informazioni sui miei aggressori, cosa puoi dirmi?”
“All’inizio quando mi hanno detto di quel gruppo di legionari proprio fuori dalle mura ho pensato che eravamo giunti al momento della resa dei conti, che la Legione fosse pronta ad attaccarci in massa.” 
“Hoover Dam è piuttosto lontana.” 
“Infatti. Tu eri il loro bersaglio fin dall’inizio, di questo sono certo. Volevano rapirti o chissà cosa.”
“Ero tenuto prigioniero da alcuni sgherri dei Gomorrah.” 
Il sergente Kellan si guardò attorno con fare sospettoso. 
“Ho una teoria.”
“Spara.” 
“All’Atomic Wrangler non erano uomini dei Gomorrah, ma assassini della Legione, esploratori. Da quando hai impedito a Nero e big Sal di mettere in atto il loro colpo nella Strip abbiamo arrestato un numero spropositato di vecchi dipendenti del Gomorrah che non vedevano di buon occhio Cachino come nuovo capo; ovviamente alcuni sono scappati. Io penso che la Legione abbia fallito, non ti hanno trovato e si sono ritirati.”
“Ma degli uomini del Gomorrah mi hanno trovato e mi volevano vendere alla Legione.” 
“Bingo.” 
“E perché avrebbero dovuto separarmi dalla donna che era con me?” 
“Perché non era di nessun interesse per quei legionari che cercavano te…”
“Ma era ottima merce per gli schiavisti della Legione.” 
“Temo di sì.”
“Cottonwood Cove è sotto il controllo dell’NCR. Dove potrebbero averla portata?” 
“Non saprei dirti, amico. Forse il colonnello Moore potrebbe dirti di più.” 
“Non siamo in buoni rapporti dopo che ho convinto la Confraternita ad unirsi all’NCR invece di distruggerla.” 
“Detto tra noi, per me è stata un’ottima mossa quella.” 
“Grazie.” 
“Vai dal colonnello Hsu, allora. La sua rete di intelligence saprà qualcosa.” 
“Grazie.”
“Figurati, spero che riuscirai a trovare la tua amica.”

Rex fu il primo ad entrare nell’ufficio per prendersi le carezze del colonnello che era indaffarato nella lettura di numerosi rapporti. Angela Williams, la scienziata dell’OSI, era nell’ufficio e grattò Rex dietro le orecchie prima di tornare nel laboratorio. 
“Come posso aiutarti?”, domandò cordialmente il colonnello Hsu. 
“Dopo Cottonwood Cove conosci qualche altro punto dove la Legione tiene gli schiavi?”
“Diavolo, stai cercando qualcuno?” 
“Sì.”
Hsu restò in silenzio per qualche minuto riflettendo. 
“C’è una tua vecchia conoscenza che penso vorrà ricambiare il favore che ti deve. Il ranger Anders è tornato operativo, è stato ben contento di sapere che il Vault 3 è stato bonificato. Lo trovi nell’ufficio di Boyd, è momentaneamente ai suoi ordini.” 
“Ricevuto, grazie.” 
Il colonnello fece un cenno col capo. Il Corriere andò nell’ufficio del tenente Boyd. 
“Il mio interrogatore preferito!”, lo salutò Boyd con fare sarcastico. Anders strinse la mano al Corriere. 
“Ho bisogno del vostro aiuto.”
Il Corriere raccontò quanto sapeva. 
“Devo controllare le mie ultime fonti, ma penso di avere qualcosa per te, incontriamoci stasera alle porte del Freeside.”, disse Anders. 
“Posso venire con te.” 
“No, meglio di no. Andrò da solo, fidati di me.” 
Il Corriere annuì. 
Erano fuori Camp McCarran quando ED-E rivelò sul suo scanner numerosi nemici in avvicinamento. Il Corriere disse ai soldati di guardia di prepararsi: assalto in arrivo. All’orizzonte, dopo tre minuti, comparvero alcuni Fiends che aprirono subito il fuoco contro l’aeroporto. Il Corriere e i soldati NCR respinsero l’attacco. Sembrava essere tornata la calma. ED-E, però, fu colpito da uno sparo di cecchino e rovinò al suolo. Il Corriere ordinò a Lily di prendersi cura del robot mentre lui e Rex avanzavano verso il tiratore. Il Corriere indossava la corazza potenziata dei Ranger del deserto che aveva trovato nel Divide, in grado di fermare anche alti calibri. Lui e Rex si mossero di riparo in riparo, i soldati NCR gli offrirono fuoco di copertura, ma uno di quelli cadde con la testa spappolata. Non aveva mai incontrato un Fiend in grado di utilizzare un fucile di precisione, solitamente preferivano armi automatiche con cui non avevano bisogno di mirare. La droga non era un buon alleato della precisione. 
Il Corriere era a duecento metri dal cecchino, prese la mira e fece fuoco, ma mancò il bersaglio; era armato con la pistola che gli aveva donato Joshua Graham e il fucile a pompa Dinner Bell del Thorn. Doveva avvicinarsi. Sfruttando il fuoco di copertura dell’NCR e Rex come diversivo, il Corriere corse alle spalle del cecchino e gli giunse alle spalle. Puntò la pistola contro di lui. 
“Non muoverti.”, disse con tono calmo. 
Il tizio lasciò la presa sull’arma. 
“Voltati lentamente.”, intimò il Corriere. 
Quello obbedì. 
“Chi sei?” 
“Quello che ti uccide.” 
L’esplosione fece collassare l’edificio. 

Le strade erano illuminate, quella sera era particolarmente tranquilla. Si meritava un giorno di riposo dopo l’ultima settimana nel Divide. Cass si era accorta che portava con sé fin troppi pensieri e la ragazza conosceva un solo modo per affrontare le inquietudini che dovevano essere messe a tacere. Lo prese per mano e lo trascinò al casinò. Diceva che Francine era in debito con lei e che avrebbero risparmiato. Il Corriere non era convinto che fosse proprio una buona idea, ma non c’era nessuno al Lucky 38 e, dopo quel viaggio solitario, sentiva il bisogno del calore di qualcuno. 

“Come cazzo sei sopravvissuto?!” 
Il medico dell’NCR fece alzare il Corriere che aveva un pezzo di metallo conficcato nella testa e uno nella spina dorsale. 
“Merda…”, bisbigliò allontanando da sé il medico. Del cecchino restava solo un ammasso di carne. “Lo stronzo aveva una cintura esplosiva.”, spiegò.  
“Oh il mio caro nipote! Stai bene, tesoro?”, domandò con apprensione la nightkin nonna. 
“Sì, grazie Lily. Avviatevi al Lucky 38, ci vediamo lì.” 
Il Corriere si allontanò dalla zona evitando le domande dell’NCR, prese il trasponder che portava sempre con sé e lo attivò. 
Arrivò in un battito di ciglia a Big Mountain dove fu accolto dalle diverse intelligenze artificiali che abitavano il suo appartamento. Aveva sostituito la sua spina dorsale, il suo cuore e il suo cervello con prototipi artificiali che si erano danneggiati nell’esplosione e avrebbero richiesto tempo per essere riparati, pertanto decise di farsi impiantare nuovamente gli organi «originali»; prima, però, parlò col suo cervello, un’esperienza sempre strana nonostante lo avesse già dovuto convincere di tornare nella sua scatola cranica una volta. 
“Sei sconvolto.”, gli disse il cervello. 
“Sì, hanno rapito Cass.”
“Lo so. Ricordati che il tuo cervello artificiale invia impulsi qui, non vogliamo che il tuo vero cervello non rimanga aggiornato con i tuoi ultimi progressi, non è vero? C’è dell’altro, però, giusto?” 
“No, vieni con me, andiamo a salvare Cass.” 
“Agli ordini, come sempre.” 
Nel giro di due ore l’operazione fu conclusa e il Corriere era tornato nel Mojave. 
Si riunì con gli altri al Lucky 38. 
“Allora, cosa sappiamo?”, chiese. 
Veronica prese la parola. 
“Caitlin era a capo delle squadre della morte del Gomorrah. Certo, ora ti domanderai perché mai un casinò avesse bisogno di squadre della morte in primo luogo, ma ricordiamoci anche che al Gomorrah stavano escogitando di conquistare la Strip con le armi. Avevano già previsto che non tutti avrebbero accettato il loro dominio ed ecco che entrano in gioco gli squadroni della morte. Mentre tu facevi fuori Big Sal e Nero era impegnata in un’operazione di pulizia, così l’ha chiamata Cachino, nel Westside. Non la vede da allora e non aveva molti contatti con lei, faceva capo direttamente ai due boss. Pensiamo sia fuggita e si sia messa in contatto con la Legione e che i nostri amici l’abbiano assoldata per rapire te. Ah… era un ranger tanto tempo fa.” 
“Quindi nessuna idea di dove potrebbe essere andata.”, commentò il Corriere. 
“In realtà…”, Arcade alzò la mano per parlare. “… posso? Bene, in realtà il soldato semplice Ortega potrebbe avere informazioni utili per noi. Ha portato al campo un giorno fa tre donne, tutte e tre schiave della Legione. Fuggendo erano arrivate ai campi coltivati, erano ferite, Ortega le ha portate al Mormon Fort per farle medicare.” 
“Come hanno fatto a fuggire?”, domandò Boone, quell’argomento faceva sprofondare la sua anima nel buio. 
“Beh… hanno detto che i Legionari al campo erano impegnati a tenere a bada un’altra prigioniera che, a quanto pare, ne aveva accoltellati un paio.” 
“È Cass! Sicuro!”, disse eccitata Veronica. 
“Dove si trova questo campo?”, domandò il Corriere. 
“Ortega non ha parlato con loro dopo, mi ha solo riferito quello che aveva sentito, mi dispiace, poi ho saputo dell’esplosione e sono voluto tornare qui.” 
“Hai fatto bene, andremo a parlare con quelle donne insieme al ranger Anders.”, il Corriere si diresse all’uscita. 
“Veniamo tutti?”, domandò Arcade. 
“Sì.” 
Si incontrarono con il ranger Anders e andarono al Mormon Fort. Incrociarono una pattuglia di Kings che, guardando il Corriere, gridarono «auguri» e risero a crepapelle. 
“Sono ubriachi?”, si domandò Veronica. 
“Possibile.”, commentò Boone. 
Anche altri Kings, appena vedevano il Corriere, lo salutavano affettuosamente e gli facevano gli auguri. 
“Stupidi idioti, concentriamoci sulle cose importanti.”, Boone fremeva, voleva distruggere quel campo di schiavisti.
Il Corriere lasciò che Arcade e Anders parlassero con le donne. Chiuse gli occhi.

Il whisky non gli era mai piaciuto, ma non voleva fare brutta figura con Cass e, soprattutto, non voleva rovinare l’atmosfera. Erano seduti ad un tavolo e brindavano serenamente, Cass lo aveva sfidato a chi beveva di più e solitamente il Corriere non accettava sfide che non era sicuro di vincere, ma quella volta fece uno strappo alla regola. Non c’era competizione, Cass si allenava da anni. Cass aveva sempre detto che l’alcol la rendeva violenta, ma il Corriere la vedeva, invece, per la prima volta, priva di difese che sorrideva senza preoccupazioni. Ricordava le sue mani che giocherellavano con le sue, gli occhi color ghiaccio che non si distoglievano dai suoi. La collana che le aveva regalato il padre che brillava. 

“Capo? Stai sognando ad occhi aperti.”, Raul interruppe i suoi ricordi. 
“Ogni tanto ricordo qualcosa.” 
“Abbiamo una posizione, il ranger Anders l’ha confermata.”, gli spiegò Boone. 
“Possiamo intervenire.”, il Corriere era entusiasta. 
“C’è un problema.”, intervenne Anders. “L’NCR ha inviato due ranger che si sono infiltrati nel campo. Il loro obiettivo è scoprire le roccaforti della Legione dove saranno inviati gli schiavi. Non ne ero a conoscenza. Il Colonnello Moore mi ha informato poco fa. Ci ha ordinato di non intervenire. Manderemmo a monte un piano che va avanti da otto mesi. E metteremmo in pericolo le vite dei rangers.” 
“No… cazzo…”, il Corriere strinse i pugni.
“Questa è una stronzata!”, la voce di Boone si alterò. “Quante persone dovranno essere crocifisse prima che quei rangers possano ottenere le informazioni di cui hanno bisogno? Non possiamo permetterlo, dobbiamo intervenire.”, guardò il Corriere sperando che fosse d’accordo. 
“Se li perdiamo ora non sapremo dove recuperare Cassidy.”, aggiunse Raul. “Io voto di andare ora.” 
“Prima che Cass rada al suolo l’intero complesso lasciandoci senza divertimento anche io voto di partire subito.”, Veronica sorrise al Corriere. 
“Il tempo di prendere l’armatura atomica e sono pronto.”, Arcade si sistemò gli occhiali sul naso. 
Rex abbaiò. 
ED-E emise un fischio acuto, il foro di proiettile era stato ricoperto da una targa di auto. 
“Stasera fa particolarmente freddo, dovremmo proprio salvare Cassidy da quegli uomini cattivi.”, disse Lily. 
Il Corriere guardò Anders. 
“Ci creerai problemi?”, gli chiese. 
“Sono in debito con te, chiederò a Boyd di non sculacciarmi troppo forte.” 
Il Corriere annuì. 
“Prepariamoci al Lucky 38, poi partiamo.” 

Era sempre stata così secca? E le sue labbra? Ipnotizzato. Avevano finito il whisky. Le palpebre erano pesanti. Ma non aveva alcuna intenzione di darla vinta all’ebrezza. Quella scollatura era sempre stata lì? Non l’aveva mai vista con i capelli sciolti. Non l’aveva mai vista ridere così tanto.
Quello… era il suo profumo? Era così vicina, così vera, così reale. 
Aveva scoperto i segreti del Sierra Madre, svegliato i giganti dormienti dell’America, riportato il potere del Sole nel palmo dell’umanità, aveva conosciuto ciò che molti sognavano soltanto… eppure in quell’istante in cui le sue dita erano intrecciate nei capelli della donna e le labbra si posavano delicatamente sul suo collo appariva come l’unico ricordo reale che aveva dopo essere risorto dai morti.


Il visore rosso dell’elmo rinforzato lo fissava. Veronica bussò alla sua porta, indossava una variante modificata dell’armatura atomica per renderla più agile e meno ingombrante. 
“Basta che lo infili sulla testa.”, lo prese in giro. 
“Veronica…”
“Sì?”
“Ricordi quando… quando ti chiesi…”
La donna si fece più vicino.
“Lascia perdere.” 
Il Corriere indossò l’elmo.
Dalla rastrelliera delle armi prese il fucile del Survivalista una volta conosciuto come il «Padre».
Fece un respiro profondo. 
Veronica andò alla porta, si voltò. 
“E, comunque, sì, mi ricordo.”, gli rispose. 
Nel campo di prigionia c’erano almeno trenta legionari più una decina di killer del Gomorrah che stavano facendo affari. Tra gli invitati al mercato si notavano anche alcuni membri della White Glove Society e altri ricchi possidenti che ogni tanto popolavano la Strip. Boone caricò cinque proiettili nel suo fucile da caccia, portò all’indietro l’otturatore e con un movimento preciso e ormai abituale lo riportò in posizione mettendo in canna il colpo, sistemò il mirino telescopico e indossò il suo berretto. 
“C’è un ingresso a ovest che potremmo usare, ci sono cinque soldati di guardia, Lily potrebbe farli fuori in silenzio senza problemi. Le gabbie con gli schiavi sono in mezzo, in bella vista. Quei porci possono esaminare la merce come vogliono. Non riesco a vedere il lato est del campo, ma c’è molta attività, penso che sia in atto un’asta. Le tende dei legionari sono a sud, tempo due minuti se sono dotati di armi bianche possono attaccare gli assalitori.”
“E tu quanti ne fai fuori in due minuti?”, gli domandò Raul. 
“Dipende da quante teste vedo.”, rispose il cecchino con espressione apatica. 
Il Corriere osservava il campo con il binocolo seguendo le indicazioni di Boone. 
“Potremmo creare un diversivo.”, suggerì. 
“Ti prego prendi me!”, affermò Veronica. 
“Veronica.”
“Sì!”
“Vai con Arcade e attirate la loro attenzione. Le vostre armature atomiche non dovrebbero avere problemi contro di loro. Fate molto rumore.” 
“Sì! Sì! Andiamo, bello!” 
“Mi ha preso per Rex?”, si domandò sconcertato Arcade mentre seguiva la donna. 
“Lily e Anders, voi liberate l’ingresso ovest senza fare rumore.” 
Il ranger era titubante alla vista di Lily, ma quando la vide scomparire davanti ai suoi occhi e muoversi come il vento rimase positivamente colpito. 
“Ce ne occupiamo noi.”, disse andandosene. 
“Raul ed ED-E, con me; Rex, resta con Boone e assicurati che quando iniziano a lanciargli le bombe contro si sposti.” 
Rex porse il capo al Corriere per una carezza che non tardò ad arrivare. 
“Vi copro da qui. Riportate indietro Cass e liberate gli schiavi.” 
“Lo faremo.”
Un’esplosione al plasma squarciò la notte. Arcade e Veronica avevano dato il via al loro diversivo, erano entrambi armati con gatling laser e lanciagranate. L’allarme risuonò nel campo. Chi si avvicinava ai due in armatura atomica veniva ridotto in un ammasso di polvere fumante. 
Lily si avvicinò al legionario senza che questi si accorgesse della presenza di un demone alto due metri, la nightkin gli spezzò l’osso del collo, Anders uccise il secondo sgozzandolo. I soldati erano distratti da ciò che stava succedendo nel campo. Morirono senza rendersene conto. 
Il Corriere raggiunse Lily ed Anders per riorganizzarsi prima di iniziare il raid contro l’accampamento. 
Veronica e Arcade mantenevano la posizione, ma quaranta fucili puntati contro rendevano difficile anche per le armature atomiche sostenere il danno, dovettero indietreggiare. Lasciarono le gatling e utilizzarono i lanciagranate bombardando l’ingresso. 
Il Corriere controllò il mirino storto della sua arma. Quante vite erano in gioco? 
E perché gli importava soltanto di una? 

Lo abbracciò, lo baciò, ridevano. Si conoscevano da tanto, ma non era sufficiente, demandavano di più, volevano di più, non rispondevano più alla legge della zona contaminata del Mojave, non parlavano più la lingua della Strip, della guerra o della sopravvivenza. Il destino del Mojave, le sorti del conflitto, NCR, Legione, Confraternita, Yes Man… tutto, in quell’istante, tutto poteva svanire nell’aria sottile lasciando spazio soltanto ai loro sospiri. 

Fecero irruzione nel campo. 
Il Corriere era in testa. Boone aprì il fuoco dall’alto dei cieli spalmando le cervella dei legionari. Il VATS assicurava una mira precisa e stabile al Corriere che si aggirava nel campo alla ricerca di Cass. 
“Lily, Raul, proteggete gli schiavi! Anders, con me!”
L’attenzione su Veronica e Arcade diminuì. I due avanzarono verso il campo dalla direzione opposta.

Anche il puzzo di vomito e di piscio del Freeside passava in secondo piano mentre era mano nella mano con lei. Dove stavano andando? Un’esplosione in lontananza cancellata dalle sue risate, acqua benedetta sulle ferite ancora sanguinanti. Era stato sparato in testa ed era sopravvissuto, ma era mai stato vivo? 

Il Corriere superò le gabbie. Gli schiavi si affollavano per essere condotti in salvo. 
“Ehi!”, udì qualcuno che chiamava. “Siamo ranger NCR, fateci uscire da qui!”
Anders avvisò il Corriere che cambiava strada e lo lasciò proseguire da solo. Aprì la gabbia dove erano i due. 
“Ci avete rovinato un’intera operazione, ma che cazzo credete di fare?”
“Non mi avevano detto che vi eravate infiltrati come schiavi. Sparate e non rompete i coglioni.” 
Anche i compratori erano armati e fecero fuoco contro gli assalitori. Il Corriere non ebbe remore e li uccise. 
Il suono del fucile di Boone era il ticchettio del metronomo che teneva il ritmo della battaglia. 
Il Corriere vide la zona nascosta dalle tende, era un palco su cui erano incatenati diversi schiavi. Vide Arcade e Veronica a cento metri da lui. 
“Cass!”, gridò la donna. 
Il cuore del Corriere saltò un battito. 
Veronica aveva preso il viso di Cass tra le mani. 
Un membro della White Glove Society si era nascosto tra gli schiavi. Lanciò una granata in direzione delle due donne. 
Arcade si frappose tra la granata, Cass e Veronica. 
La granata esplose a mezz’aria. 
La testa del membro della White Glove scoppiò l’attimo dopo. 
Raul fece volteggiare il revolver attorno all’indice prima di salutare con un cenno del capo Arcade.
Il Corriere raggiunse Veronica e Cass. 
“Come sta?”, domandò. 
“È priva di sensi e ha perso molto sangue. Dobbiamo portarla via di qui!” 

Se era felice perché stava piangendo? 
Perché quel peso sul cuore? 
Non riteneva giusto che solo lui fosse felice. 
Quella seconda possibilità gli era stata donata per fare la differenza. Per quante più persone possibile. 
Forse quel Grande Viaggio profetizzato da Jason Bright valeva anche per gli umani. 
Perché le lacrime gli bagnavano le guance mentre lei le baciava? 


“Non andiamo via senza gli schiavi!”, disse il Corriere. 
Nel campo si combatteva aspramente. I legionari non avevano intenzione di cedere. 
Il Corriere guardò Cass. Ogni secondo che perdevano diminuiva la possibilità per lei di vivere. 
Non poteva lasciare lì quella gente. 
Slegarono gli schiavi sul palco, alcuni erano morti per le percosse o di inedia, la maggior parte erano donne. 
“Spostiamoci!”, gridò Arcade. 
Si mossero al riparo. 
Anders e i due rangers li raggiunsero dietro la copertura. 
“Perché Boone non spara?”, si chiese il Corriere.
“Merda! Capo!”, Raul indicò un punto imprecisato oltre il riparo. 
Una donna teneva Boone in ostaggio. 
In quello stesso momento Anders cadde con un foro alla nuca e i due rangers puntarono le armi contro il Corriere e i suoi. 
“Ma che cazzo succede?”
Calò il silenzio. 
Il Corriere alzò le mani arrendendosi. 
“Non così, non così!”, gridò Veronica che, però, fu ghiacciata da uno sguardo del Corriere. 
“Abbassate le armi.”, ordinò. 
Si guardarono gli uni e gli altri. Avevano seguito quello strano individuo nelle più disparate avventure, ognuno di loro con un sogno nel cuore e con la speranza di poter fare la differenza. Erano pronti anche a morire per lui.
Arrendersi, invece, non era mai stato in programma. 
“Tu devi essere Caitlin.”, il Corriere si rivolse alla donna che teneva Boone sotto tiro, il cecchino aveva una ferita alla testa. 
“E tu quel Corriere di cui sento tanto parlare.”, rispose Caitlin. 
Il Corriere cercò Rex con lo sguardo, non c’era e sapeva che se Caitlin lo avesse ucciso gli avrebbe portato il cadavere per farlo soffrire.
“Ho avuto i miei momenti di gloria su New Vegas Radio.”, disse nascondendo i suoi veri pensieri.
I due rangers si avvicinarono a Caitlin. 
“Quindi non sono mai esistiti rangers sotto copertura.”, il Corriere guardò il cadavere di Anders. 
“C’erano, fino a sei mesi fa, poi hanno deciso che non ne sarebbe mai valsa la pena. Morire per una causa tanto fallace quanto l’instaurazione di una Repubblica? Stronzate da sognatori.” 
“E avete deciso di appoggiare la Legione?”, domandò, sconvolto, Arcade.
“Abbiamo deciso di appoggiare chi paga meglio.” 
“Falla finita con questa farsa!”, disse una voce maschile. 
Caitlin roteò gli occhi al cielo,  poi uccise i due rangers. 
“Mi dispiace, non si condivide.”, fece spallucce. 
“Troia.”, commentò sottovoce Raul. 
Un centurione comparve alle spalle delle fila dei legionari. 
“Sono Augustinus Eudomius, comandante di questo campo e ora anche voi diverrete miei schiavi.” 
I pianti dei prigionieri che per un attimo avevano assaggiato la libertà riempivano il silenzio della notte. 
Il centurione si avvicinò al Corriere. I legionari li avevano circondati, fecero uscire Veronica e Arcade dalle loro armature atomiche.
“Tu hai causato molti problemi a Cesare e alla sua Legione. Ho un trattamento speciale riservato per te. Qualcosa che ti renderà un perfetto esempio di ciò che succede a chi si oppone al potere della Legione.”
“Reciti la parte perfettamente.”, disse Arcade. Un legionario lo colpì ai fianchi col calcio del fucile costringendolo in ginocchio. 
Il Corriere distolse lo sguardo da Augustinus e lo fissò su Caitlin. 
“Nella Legione non c’è posto per le donne.”
“Pensi che non lo sappia? Non me ne frega un cazzo, io sono stata già pagata.” 
“Ti ucciderò.”, promise con calma il Corriere. 
“Pensi davvero che io abbia… abbia… paura…”
Caitlin avvertì una presenza terrificante alle sue spalle, si voltò ma non c’era nessuno, erano gli occhi del Corriere che la mettevano a disagio, che la facevano sentire minuscola, i suoi pensieri furono posseduti dal terrore della morte, gli occhi che nemmeno i venti del Divide erano riusciti a spegnere la divoravano.  
“Non ho paura di te!”, disse con voce spezzata.
“Dovresti.” 
I legionari si domandavano se le storie che avevano sentito fossero vere. Alcune leggende raccontavano che il Corriere e l’Uomo Bruciato avessero combattuto fianco a fianco. 
“Basta con queste sciocchezze. Spogliate i prigionieri dei loro averi.” 
Un legionario si avvicinò al Corriere, aprì la fondina e ne estrasse la pistola. 
La gettò a terra come se scottasse. 
“È… è… l’arma del Legato Graham.” 
Augustinus uccise il legionario con un fendente netto di machete. 
“Come hai osato nominarlo!”, sbraitò con la bava alla bocca. 
Augustinus prese la pistola. 
Il suo corpo si ghiacciò nel terrore, ma non poteva farlo capire ai suoi uomini. Eppure la lingua gli diventò carta e nessuna parola uscì dalla sua bocca se non un rantolio prolungato. 
Il Corriere era l’ombra di Joshua Graham, la stessa potenza distruttiva, la stessa micidiale decisione che non lasciava scampo ai dubbi e che condannava a morte chiunque osasse bloccare il percorso verso il suo obiettivo. Augustinus aveva visto Graham cadere nel vuoto, in fiamme, eppure poteva giurare di vederlo ora davanti ai suoi occhi nell’uomo che gli era innanzi. 
“Gli dei… ti hanno mandato… per punirmi?” 
Il Corriere pensò a Cass.
“Sì.” 

“Io… penso di amarti. So che il tuo cuore non potrà mai appartenermi completamente perché sarai sempre devoto alla missione che ti sei prefissato come un bramino cocciuto. Non sarai contento finché non avrai reso felice ogni singolo abitante della zona contaminata. E ti odio per questo. Perché io vorrei semplicemente sbronzarmi fino all'alba con te ogni sera guardando dalla finestra del Lucky 38. Già ti sento che dici «Non è vero Cass, anche tu vuoi il bene delle persone e bla bla bla». In questo momento non riesco a pensare ad altro: ti amo e vorrei non dover combattere per un futuro migliore.” 

La furia divina si abbattette sul campo della legione. Fuochi rossi, che un tempo avevano illuminato i cieli del Divide, ora divoravano le carni dei legionari. Dove non giungeva Il fuoco purificatore dell'uomo che un tempo aveva combattuto contro il Corriere all'ombra della bandiera di un mondo antico e dimenticato, arrivava il sibilo leggero di un fucile di precisione silenziato che proteggeva i ricercatori di tesori del Mojave dalla maledizione del Sierra Madre. 
Augustinus vedeva morire i suoi uomini tutto intorno, ma non riusciva a distogliere gli occhi dal Corriere. il fantasma di Joshua Graham era giunto per reclamare la sua anima.
Caitlin decise che era il momento giusto per tagliare la corda, colpì Boone alla testa e si allontanò, percorse un centinaio di metri prima di sbattere contro un muro invisibile. Un nightkin si materializzò davanti ai suoi occhi e, prima che potesse reagire, le strappò l'arma di mano. 
Augustinus, con l'ultimo guizzo di coraggio, si scagliò contro il Corriere. Il demone di Joshua Graham sarebbe morto per mano sua. Il polso che impugnava il machete perse tutta la forza quando i denti di Rex si conficcarono nella giugulare del centurione.
Il silenzio fu surreale. 
Veronica si avvicinò al Corriere. 
“Ti ho detto che mi ricordavo cosa mi avevi chiesto quando ci siamo incontrati la prima volta. «Mai stata innamorata?». Io ti conosco.” 
“Quando li avresti chiamati? E come hanno fatto ad arrivare fin qui?”, il Corriere era sorpreso. 
Veronica fece spallucce. 
Un vertibird fendette l’aria. I Remnants reclamarono i cieli. 
“Li hai chiamati tu?”, domandò Arcade a Veronica. 
“Voi maschi non siete bravi in queste cose.”, rispose. 
Ulysses e Christine li raggiunsero nel campo, li liberarono. Christine e Veronica si baciarono. I Remnants aprirono le gabbie degli schiavi. 
Ancor prima che il Corriere potesse dire qualcosa, Ulysses scacciò i suoi ringraziamenti come se stesse allontanando una mosca. Il Corriere abbracciò Christine e Veronica, ma non poteva trattenersi. Raggiunse Arcade che stava prestando soccorso a Cass. 
“Come sta?”
“Ha bisogno di cure mediche, urgenti.” 
“Capo, che ne facciamo di lei?”
Raul indicò Caitlin che era tenuta per un braccio da Dog. 
Il Corriere, però, non la degnò di uno sguardo.
Caitlin tentò di liberarsi, Boone la uccise sparandole in testa.
“Qual è un centro medico più vicino?” 
Il Corriere pensò. 
Vide l’anulare di Cass. 
Anche lei aveva una strana bruciatura. 

“Sei sveglia… però… vacci piano, sei stata fuori gioco per un paio di giorni. Adesso stai bene. Perché non mi dici il tuo nome? Come ti chiami?”
“Ti conosco?” 
“Non credo, sono il dottor Mitchell, sei a Goodspring.” 
“Goodspring? Che ci faccio a Goodspring?”
Il Corriere comparve dalla porta alle spalle del dottore.
Cass si alzò in piedi, occhi in lacrime, non curante del giramento di testa. Lo abbracciò e lo baciò. Poi lo colpì con un pugno allo stomaco e cadde. 
Il Corriere si piegò vicino a lei. 
“Temevo di non farcela.”, le confessò. “Ho avuto paura di perderti.” 
“Ma non mi hai persa. Sono qui.”
Il dottor Mitchell uscì. 
Cass lo baciò di nuovo. 
“So che ti piace se sto in ginocchio, ma aiutami ad alzarmi.”, gli disse. 
Il Corriere la fece accomodare a letto. 
Cass fissò il soffitto. 
“Ora potrò dormire anche io nella tua camera del Lucky 38 e non solo Rex.” 
“Cass… per un attimo ho temuto che fosse tutto dovuto solo al whisky. Voglio dire. Ti conosco. Se è stata l’avventura di una sola notte io lo rispetto.” 
“Siamo sposati.”
“Cosa?!”
Cass mostrò la bruciatura sull’anulare.
“Ci siamo sposati quella notte quando ci siamo ubriacati. Non ti ricordi? Non lo reggi proprio l’alcol. Il King ci ha sposati.” 
“Oddio…” 
Il Corriere ebbe bisogno di sedersi. 
“Non ti ricordi che sono diventata tua moglie?” 
“No…”
Cass lo colpì con un pugno alla spalla. 
“Quindi non solo dimenticasti chi ti aveva sparato in testa, ma adesso avevi anche dimenticato di esserti sposato con me e non ti hanno nemmeno dovuto sparare due volte. I traumi non li gestisci per niente bene.” 
“Il King ci ha sposati?” 
“In persona.”
Il Corriere scoppiò a ridere. 
“Che cavolo ti ridi…”
Baciò Cass. 

“Mi dispiace per Anders.”
“Era un buon soldato.”, Boyd rincuorò il Corriere con una pacca sulla spalla. 

“Luna di miele?”, domandò Cass. “Sei serio?”
“Sì. Però non saremo soli.” 
“Che intendi?” 
“Diciamo che dove ti porto ci sono altre… intelligenze? Sono intelligenze artificiali. C’è un rubinetto terrorizzato dalle spie comuniste, per esempio.”
“Mi prendi per il culo.”
“No, giuro.”
“E parla? Il rubinetto intendo.”
“Sì. Anche le luci parlano e… diciamo che potrebbero flirtare un po’ con me mentre sono lì. Un tostapane vuole distruggere il mondo, forse ci andrai d’accordo.” 
“Il whisky forse ti ha danneggiato per sempre il cervello.”, Cass rise. “Ma quelle luci faranno bene a non farmi incazzare.” 
“Vedere per credere?” 
“Meglio non scommettere con te…” 
“Mi conosci bene.”
“Abbastanza.” 
“C’è anche un securitron piccolissimo ossessionato dalle tazze di caffè.”
“Dai! Ora dici stronzate…”
“Tutto vero…” 

 

 
 





   
 
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