Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Rebi_7_24    18/09/2020    0 recensioni
La bambina tratteneva il fiato in attesa di vederlo. Era determinata a tornare a casa con qualcosa che avrebbe conservato fino alla morte, niente e nessuno glielo avrebbe impedito.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Farlan Church, Isabel Magnolia, Levi Ackerman
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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“Gli umani, impauriti dalla nostra forza, ci dichiararono guerra. Ci attaccarono all’improvviso, senza alcuna pietà.”
“Non poteva nemmeno essere chiamata ‘guerra’. Uniti, gli umani erano troppo forti, e noi mostri troppo deboli. Non fu presa neanche un’anima, ma molti mostri furono ridotti in polvere…”
Questo recitavano le parole delle ennesime scritte murali.
Frisk era rimasta di nuovo sola, e la prossima tappa consisteva nell’attraversare delle passerelle di legno, e fin qui nulla di pericoloso… Tranne per il fatto che fossero sospese in aria. Frisk deglutì. A quell’altezza una caduta le sarebbe stata fatale. Si fece però coraggio, doveva solo stare attenta e alla larga dai bordi privi di ringhiere.
Ma non ci volle molto prima che la sua mente venisse occupata da ben altre preoccupazioni: il pavimento attorno a lei si illuminò di azzurro, e da quella luce spuntarono le lance di Undyne.
Non disse nulla, non si guardò intorno. Sapeva esattamente cosa doveva fare: correre.
Saettava a destra e a sinistra, tornava indietro, accelerava, si fermava e poi ripartiva, come fosse una marionetta controllata da quelle luci cianotiche che la spingevano di qua e di là. E proprio quando pensava di essersi salvata di nuovo, ecco che si ritrovò davanti il vuoto. Un vicolo cieco, con unica possibilità quella di saltare giù. E fu esattamente ciò che accadde, quando Frisk si voltò e vide Undyne a pochi metri da lei, che con una lancia più grande di quelle che le aveva sferrato contro recise senza sforzi il pavimento di legno, facendola precipitare.
 
[***]
 
Si risvegliò su un mucchio di fiori dorati senza neanche un graffio. Ora non c’erano dubbi: erano quelli ad attutire le cadute. Si chiese se fossero magici di loro, o se fossero frutto dell’ennesimo incantesimo. Alla fine alzò le spalle, e si alzò. Doveva smetterla di stupirsi per tutto lì sotto, o ne sarebbe uscita matta.
“Se ne uscirò..” Le venne da pensare, ma scacciò subito quelle parole dalla sua testa. Aveva un obiettivo, ed era determinata a conseguirlo.
Si fece strada nell’acqua sporca, incurante delle montagne di spazzatura che la circondavano. Doveva essere una discarica.
Proseguendo, passò davanti a delle abitazioni, e vide anche qualche mostro passeggiare. Ciò la rassicurava, la faceva sentire meno inquieta.
“Welà! Ho tanta robaccia in vendita!”
A parlare era stato un… Vecchietto tartaruga, che la guardava con un sorriso sdentato in attesa di una sua risposta.
“Ehm, salve!” Gli sorrise a sua volta, era bello vedere un volto amichevole. “In effetti.. Ha mica da bere o da mangiare? O entrambi?”
L’ometto le schiaffò davanti un piatto di.. Qualcosa. E subito dopo le porse una tazza… Di qualcos’altro.
Non gli chiese cosa fossero, non era sicura neanche di volerlo sapere, ma erano entrambi ottimi. Lo ringraziò, ingoiando i primi bocconi. Tra lance magiche, fiori parlanti e ragazzini che inciampavano, non si era resa conto di star morendo di fame.
“Posso farle delle domande?”
“Che vuoi sapere?”
“Ecco.. Riguardo Undyne.”
“Undyne? Sì, è un’eroina locale. Con grande determinazione, è riuscita da sola a diventare il capo della Guardia Reale. A dirla tutta, è passata di qua poco tempo fa. Cercava una persona molto, molto simile a te… Fossi in te starei attenta.”
“Sì.. Ne sono al corrente. E.. Che mi sa dire invece di Asgore?”
“Il Re Cucciolotto? È un tipo amichevole e simpatico…”
“Cucciolotto?”
“Se continui ad andare in giro, probabilmente lo incontrerai. Lui adora passeggiare e parlare con la gente.”
“In realtà è proprio da lui che sto andando. Ma come mai quel nomignolo?”
“Eh? Perché lo chiamo Cucciolotto? Oh, è una bella storia!”
“…?”
“…Ma non me la ricordo.”
“Ah.”
“Ma se torni fra un bel po’, sono sicuro che me la sarò ricordata!”
“Beh.. Ci farò un pensiero”, disse mentre mandava giù l’ultimo sorso di quella strana bevanda, ma poco dopo le cadde l’occhio sulla parete alle spalle del vecchietto. Era lo stesso simbolo ricorrente nelle Rovine.
“Ehm, mi scusi. Posso chiederle che cos’è quel disegno lì dietro?”
Il mostro diede uno sguardo, e la guardo sorpreso.
“Non sai cos’è?”
Lei scosse la testa.
“Cosa insegnano a scuola, di questi giorni..?”
“Sarebbe troppo lunga da spiegare”, borbottò Frisk.
“Quella è la Runa Delta, l’emblema del nostro regno. Il Regno… Dei Mostri”, una risata. “Bel nome, eh? E’ proprio come dico io. Il nostro re ha l’immaginazione di un tubero!”
“Oh, ho capito. E questa.. Runa Delta, ha un significato in particolare?”
“Quell’emblema esiste da ancora prima che la storia fosse scritta. Il suo significato originale è stato perduto nel tempo… Tutto quello che sappiamo è che i triangoli raffigurano i mostri, e il cerchio alato raffigura… Qualcos’altro.”
“Qualcos’altro?”
“Tutti dicono che rappresenti ‘l’angelo’ della profezia…”
“Che profezia?”
“La leggenda dice che un angelo che ha visto la superficie, scenderà qui e ci libererà tutti. Dopo, la gente ha cominciato a dare significati diversi al simbolo, chiamando per esempio il cerchio alato ‘l’Angelo della Morte’. Un messaggero della distruzione, che aspetta di ‘liberarci’ dal nostro corpo. Io invece, quando vedo quel cerchietto, penso solo che sembra bello!” Terminò il vecchietto ridendo ancora.
“Signore.. Lei da quanto si trova qui?”
“Sono qui da tanto tempo. Forse troppo. Studiare storia è più facile se l’hai vissuta in prima persona!”
“La guerra..”
L’uomo annuì, con un sorriso più lieve.
“Dev’essere stato orribile.”
“Lo è stato. Ma ormai sono passati tanti anni.”
“Stiamo parlando di secoli. I mostri non meritavano tutto questo.”
“Forse no, ma ormai c’è poco da fare.”
“Cos’è quello?”
“Mh?” Il vecchietto si voltò. “Oh, me l’ha lasciato tempo fa una persona. Doveva essere giusto un po’ più grande di te.”
Frisk si vide porgere un taccuino firmato. “Daeron”.
“Questo.. Questo è.. Oh mio Dio..”
Quel quaderno apparteneva a una degli umani caduti prima di lei!
“Mi disse che dove stava andando probabilmente non le sarebbe servito, e che in caso sarebbe tornata a riprenderselo. Come puoi immaginare, non è stato così.”
“Io-…” Frisk sospirò. “Io devo andare, grazie dell’aiuto.”
“Fa’ attenzione là fuori, ragazzina!”
La ragazza si allontanò velocemente, con le mani che ancora le tremavano, mentre ripercorreva mentalmente ciò che diceva la profezia.
“Io..? Un angelo..?”
 
 
   
 
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