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Autore: Skylar098    18/09/2020    1 recensioni
"Ehi guardami. Qualunque cosa ti preoccupi, qualunque sia la tua paura, la affronteremo insieme. Siamo o no la coppia più forte?"
In un mondo dove pian piano il male si fa strada, una piccola agenzia sorge decisa ad affrontare il pericolo imminente. Il suo nome: Arc Genesis. La sua esistenza è celata dinanzi a una popolazione ignara del proprio destino. Poche persone ne fanno parte e non tutti sono disposti a mettere a rischio la propria vita, non tutti sono capaci di sopportare un tale stress mentale e fisico. I pochi eletti saranno coloro che porteranno a galla la cruda realtà del loro mondo.
Cosa sono i demoni?
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Il viaggio in treno non sarebbe durato a lungo, la sede dell’Arc Genesis distava solo mezz’ora dal loro distretto e proprio per quel motivo, Aylack era arrivato in tempo se non altro per salvare i due ragazzi.

Lo sferragliare monotono delle ruote sui binari faceva da eco all’interno della silente cabina. Ayden guardava fuori dal finestrino taciturno, mentre Vyron teneva le mani strette tra le ginocchia nel tentativo di trattenere le lacrime. Aveva pianto silenziosamente tutto il tragitto e gli occhi gli bruciavano tremendamente, ma non poteva farne a meno, i suoi genitori se n’erano andati, non li avrebbe mai più rivisti, non avrebbe mai più messo sotto i denti le leccornie preparate da sua madre, né avrebbe giocato con suo padre. La sua spensieratezza era andata in frantumi. Quattordici anni della sua vita letteralmente spazzati via in un solo istante.

« Inizia a intravedersi » indicò Aylack cercando di attirare l’attenzione dei due, portandola quindi verso l’edificio che si affacciava timidamente appena fuori dalla galleria. Niente di troppo vistoso eppure dimostrava la sua imponenza in mezzo a quella vasta vegetazione che lo circondava.

Aylack tirò fuori dalla tasca una carta rossa dai contorni blu e la infilò in una stretta serratura al lato delle porte. La fermata davanti l’Arc Genesis era riservata solamente ai titolari di quella carta, nessun altro ne conosceva l’esistenza; i normali passeggeri viaggiavano totalmente ignari di quella sosta in più. Vyron aveva finalmente alzato gli occhi e insieme ad Ayden, stava osservando sorpreso il complesso. Il treno rallentò e Aylack fece cenno ai due di alzarsi. Ayden stacco le mani, che precedentemente vi aveva appoggiato, dal vetro e si avvicinò al maggiore seguito da Vyron e, quando le porte si aprirono, scesero i gradini della carrozza con cautela.

« Quindi è da qui che sei venuto » osservò Ayden alzando lo sguardo verso il ragazzo dai capelli rossi.

« Esattamente. Stiamo cercando di creare una rete piuttosto vasta che sia in grado di ricoprire l’intera città, che si espanda maggiormente nei sotterranei, ma anche in superficie come in questo caso. » spiegò brevemente.

« Così da poter raggiungere facilmente ogni parte della città giusto? » notò Ayden. Aylack non rimase sorpreso dalla sua perspicacia, in fondo si vedeva chiaramente che era un ragazzo sveglio.

« Indovinato. »

« E da quanto ci state lavorando? »

« Da un anno, stiamo facendo progressi anche se purtroppo non abbiamo molti materiali e personale a disposizione »

Nel frattempo Vyron era rimasto indietro e camminava lentamente appresso le loro ombre, intento ad osservare il paesaggio con occhi spenti.

Ascoltava i discorsi tra Ayden e Aylack e non sapeva se continuare a rimanere nella sua bolla o se prendervi parte. Voleva chiedere cosa fossero i demoni, da dove venissero, perché se l’erano presa proprio con le loro famiglie, ma le parole gli morivano in gola prima ancora di poter aprire bocca. Ammirava Ayden dal profondo del suo cuore per questo. Non riusciva nemmeno lontanamente ad immaginare il peso che si portava dentro dopo lo scenario al quale aveva dovuto prendere parte, eppure non lo dava a vedere nemmeno per un secondo, mentre lui se ne stava a piagnucolare in disparte. Non tutti erano uguali, non tutti erano capaci a nascondere le proprie emozioni; anche lui voleva essere così, voleva almeno alleggerire il fardello di Ayden, non essere uno in più e gravare sulle sue spalle. Era più grande in fondo, doveva iniziare a prendersi le sue responsabilità. Strinse i pugni, alzò lo sguardo deciso, allungò il passo e raggiunse gli altri due.

« Quindi voi uccidete i demoni » sapeva che quella domanda era fin troppo pesante e diretta, ma voleva sapere, voleva sapere se anche lui avrebbe potuto ucciderli.

« Purtroppo non esiste un modo per ucciderli »

I due ragazzi si fermarono di colpo ed ebbero la medesima reazione.

« Come non esiste modo e allora tu come hai fatto? » domandò Ayden alzando la voce. Aylack si grattò la nuca guardando i due e tirò fuori dal taschino la clessidra sigillante.

« Questa serve ad intrappolarli, è l’unica cosa in grado di fermarli e questa cosa brillante che vedete al suo interno, non è altro che l’essenza stessa dei demoni »

Ayden e Vyron si avvicinarono cautamente per osservare meglio.

« Perché intrappolarli? E com’è possibile che non muoiano? » questa volta aveva preso nervosamente parola Vyron; il solo stare davanti quella cosa che aveva ucciso la sua famiglia lo faceva uscire di senno.

« Vedi, le abbiamo provate tutte, ma l’unica cosa che abbiamo sempre ottenuto è stata la morte dei contenitori, ovvero dei corpi posseduti e mai del demone possessore, anzi vi dirò di più. Una volta ucciso il corpo, questo frammento d’anima passa ad un altro contenitore...quindi l’unico modo per fermarli è intrappolarli prima che prendano possesso di qualcun altro. » spiegò rimettendo al suo posto il congegno e accarezzando la chioma color nocciola del maggiore. Poteva ben capire il suo astio e la sua frustrazione davanti l’essere che gli aveva portato via tutto.

« Capisco » disse abbassando lo sguardo.

« Ma tu come sai tutte queste cose insomma, come ne sei venuto a conoscenza? » domandò Ayden.

Aylack si gelò sul posto dopo quella domanda, ma si ricompose tanto rapidamente da non permettere loro di accorgersene.

« Storia lunga, ve la racconterò man mano che crescerete nell’agenzia. Tutte le persone che lavorano in questo posto hanno avuto un incontro ravvicinato con un demone o almeno quasi tutte, proprio come voi. » disse raggiungendo l’entrata.

« Ma anche tu sei cresciuto qui? »

« Veramente io- » Aylack fu interrotto dalla voce di un ragazzo che stava correndo nella loro direzione.

« Capo è sano e salvo, meno male. Com’è andata? »

Vyron e Ayden seguirono con gli occhi il tipo tutto sudato e a prima vista indaffarato, fin quando non si fermò davanti a loro. Si voltarono a guardare Aylack solo dopo aver sentito la parola “capo.”

« C-capo? » urlarono all’unisono. Aylack si grattò la nuca imbarazzato.

« Ehm sì, in realtà io sarei il capo dell’Arc Genesis » ammise sorridendo con leggerezza. I due rimasero pietrificati sul posto.

« E questi due? » domandò il ragazzo.

« Ah Kyle loro sono i ragazzi che sono riuscito a salvare, da oggi in poi faranno parte della squadra, per cui trattali bene e non li viziare »

Il ragazzo di nome Kyle, apparentemente giovane si abbassò verso i due e li soffocò in un abbraccio melodrammatico.

« Ahhh deve essere stata dura per voi, ma non preoccupatevi ci penseremo noi a voi. » disse con le lacrime agli occhi, mentre Aylack poggiò una mano sulla fronte sospirando esasperato.

« Ragazzi lui è Kyle, si occupa soprattutto di ricerche nel campo demoniaco e ha spesso a che fare con le scartoffie, per cui non è il tipo che scende sul campo di battaglia. » presentò quindi il suo sottoposto che non mollò però la presa dai due.

« Mi stai soffocando» si lamentò Ayden e fu allora che il capo prese per il colletto del camice Kyle e lo allontanò.

« Lasciali respirare almeno » Kyle si sistemò gli occhiali che portava sul naso e li osservò attentamente.

« Quanti anni avete? »

« 14 » rispose Vyron che fu stretto nuovamente da un abbraccio soffocante.

« Siete così giovani e innocenti, non è giusto » si lamentò iniziando a piangere. Vyron gli diede una pacca sulla spalla, sorridendo debolmente.

« Comunque sarà un piacere avervi qui, il mio nome è Kyle ma questo già lo sapete » si presentò di persona questa volta, lasciando andare il minore.

« Il mio nome è Vyron, lui è Ayden » rispose.

« Kyle, non avevi da fare qualcosa tu? » li interruppe Aylack, facendo passare un brivido lungo la schiena del suo sottoposto che si fece improvvisamente serio.

« Sì capo, vado subito. Ragazzi è stato un piacere, spero di vedervi al più presto e che vi troverete bene qui. » disse correndo via come una lepre. I due rivolsero nuovamente lo sguardo verso Aylack che sembrava piuttosto stanco.

« Scusatelo, Kyle diventa davvero euforico con i nuovi arrivati, è il suo modo di dare affetto »

Ayden strinse i pugni e con le lacrime agli occhi si inchinò verso il maggiore, prendendolo del tutto alla sprovvista.

« Quindi tu saresti il capo e saresti sceso sul campo di battaglia da solo per salvare noi? » Aylack indietreggiò confuso dal comportamento del minore.

« Aspetta Ayden io-»

« Sei venuto di persona e hai rischiato la tua vita indubbiamente molto più importante della nostra visto il progetto che stai portando avanti, non hai mandato alcun sottoposto a morire o a fare il lavoro per te » aggiunse Vyron inchinandosi a sua volta con delicatezza.

« Per questo vogliamo stare con te, vogliamo aiutarti, vogliamo combattere, vogliamo morire per la tua causa. Ti prego insegnaci. » urlò Ayden facendo girare tutti i presenti nella hall, mentre Vyron strinse i pugni. Aylack sentì una forte stretta al cuore, avrebbe voluto vuotare il sacco e dire tutta la verità a quei ragazzi, perché una fiducia e un’ammirazione tale lui non se le meritava.

« Ragazzi alzatevi. » disse debolmente poggiando le mani sulle loro spalle.

« Io non sono un vostro genitore, non posso impedirvi di fare quello che volete e per questo non vi intralcerò. Se questo è ciò che volete, sarò onorato di farvi da maestro e da capo. »

« Grazie infinite » dalle parole di Vyron traboccava talmente tanta gratitudine, purezza e ingenuità da smuovere profondamente Aylack.

« I nuovi arrivati hanno già messo su lo spettacolino? » una voce fuori campo proveniente dall’alto attirò l’attenzione di Ayden e Vyron. Dalle scale che portavano al piano superiore, un ragazzo dai capelli biondi sfumati di marrone sulle punte, saltò atterrando con un ginocchio sul pavimento, creando un’entrata di scena senza precedenti.

« Prima o poi te le romperai quelle ginocchia » sospirò Aylack.

« Beh in quel caso basterà bloccarle con un pezzo di ferro e tornano come nuove » ammiccò il ragazzo avvicinandosi. Portava un paio di occhialetti da lavoro sopra il capo e una camicia bianca macchiata d’olio.

« Piacere mi chiamo Hiram » disse giocondo allungando la mano. Aveva due grandi occhi turchesi e sembrava avere più o meno la loro età.

« Piacere » risposero i due presentandosi.

« Lui è il nostro piccolo ingegnere, ha un anno più di voi, ma vanta di essere già un genio, costruisce congegni strabilianti sin da quando era piccolo » mentre Aylack lo presentava, Hiram gonfiò il petto e si pavoneggiò con aria superiore; chiaramente ricevere quei complimenti dal capo era un gran onore. Doveva nutrire proprio una gran stima nei suoi confronti.

« Qualsiasi equipaggiamento o congegno vi serva chiedete pure a me » disse incrociando le braccia al petto.

« Grazie mille » rispose Vyron sorridendo.

« Di niente, è un piacere. Allora ci si si becca in giro, vado a finire i dispositivi antidemone » li salutò Hiram subito dopo, abbassando gli occhialetti.

« Si ma vedi di riposare ogni tanto. » si raccomandò Aylack.

« Sì capo » rispose superficialmente correndo lungo le scale.

« Sembrate tutti così indaffarati, eppure allo stesso tempo energetici e come dire, felici. » notò Ayden. Sia Kyle che Hiram sembravano persone piuttosto allegre.

« Vedi, Hiram non lo direbbe mai, ma ha vissuto un’infanzia piuttosto orribile. La sua capacità di creare macchinari e congegni è stata sfruttata dai suoi genitori; provenendo da una famiglia piuttosto povera, l’unico modo per fare qualche soldo in più era vendere e pubblicizzare le sue invenzioni. Sinceramente non mi ha mai rivelato il perché fosse stato abbandonato, so solo che io lo trovai per caso l’anno scorso in un vicolo del ventunesimo distretto emaciato e tutto sporco, mentre cercava materiali per concludere la sua piccola invenzione. Non potevo lasciarlo lì. Ammetto che da una parte non mi sarei fatto carico di un ragazzino che non conoscevo, avevo a mala pena una squadra che appoggiasse il mio progetto, ma la sua abilità nel creare congegni poteva essermi utile, in più che lasciar morire un talento simile, sarebbe stato un vero spreco. »

« Quindi anche lui ha avuto un destino crudele...» commentò tristemente Vyron.

« Su adesso non pensateci, venite con me, vi mostro l’interno dell’Arc Genesis.» disse dando una dolce pacca sulla spalla del maggiore. Iniziò così il giro turistico. Non era un complesso tanto grande, c’era il piano inferiore per lo più occupato dai dipendenti responsabili del reparto ricerca e i piani superiori dove risiedevano gli alloggi, la sala d’addestramento, la stanza dove venivano create le armi e i vari archivi. Sicuramente nascondeva anche stanze segrete che Aylack non gli aveva mostrato, ma a loro non doveva importare.

« In pratica voi vivete qui dentro » osservò Ayden.

« Esattamente e se vorrete questa sarà anche la vostra casa »

« Certo che sì ormai è deciso »

Casa” quella parola scaldò il cuore dei due giovani, ma allo stesso tempo li rese profondamente malinconici.

« Adesso è tardi, sarete stanchi e vorrete rimanere da soli immagino...se avete bisogno di me, mi trovate nella stanza in fondo al corridoio, questa è la vostra camera. » disse aprendo la porta alla sua sinistra ed accendendo la luce.

« Vorrei poter fare di più, ma non credo che niente allevi il vostro dolore »

« Non preoccuparti per noi, staremo bene » rispose mostrando un sorriso falso, mentre con la mano spingeva dolcemente la schiena di Vyron verso l’entrata.

« Grazie » sussurrò chiudendo poi la porta, lasciando Aylack di fuori interdetto. Poteva immaginare la sofferenza che i ragazzi si sarebbero portati dentro per tutta la vita, ma almeno non erano soli, potevano appoggiarsi l’uno all’altro ed affrontare insieme la perdita.

Si allontanò dalla stanza mettendo le mani in tasca e tirò fuori la clessidra contenente il frammento demoniaco.

« Devo metterla al sicuro » disse stringendola tra le mani.

Vyron si sedette quieto sulla superficie del morbido letto, mentre Ayden osservava distrattamente le decorazioni della stanza.

« Avresti mai immaginato di finire in un posto simile? » domandò ironico il maggiore.

« No...Io vorrei solamente che questo fosse un incubo e che domani ci svegliassimo nella tua stanza, lì dove dovremmo essere..» rispose il minore voltandosi verso Vyron che aveva già iniziato a piangere. Ayden si avvicinò all’amico, si sedette al suo fianco, gli accarezzò la schiena e iniziò a piangere silenziosamente anche lui.

Quella notte piansero talmente tanto da addormentarsi abbracciati sullo stesso letto. Non avrebbero mai immaginato che la loro vita sarebbe cambiata così drasticamente. Dal giorno seguente avrebbero iniziato il loro percorso verso una strada piuttosto pericolosa, si sarebbero impegnati al massimo pur di completare il loro addestramento e diventare dei membri dell’Arc Genesis a tutti gli effetti.

 

« Ma buongiorno!» la voce di Kyle rimbombò per tutta la stanza, facendo svegliare di botto i due ragazzi. Ayden cadde dal letto, mentre Vyron si stropicciò gli occhi infastidito.

« Aylack mi ha chiesto di controllare come stavate ed eccomi qua, ta dan!»

Ayden si grattò il capo ancora confuso ed assonnato e si alzò da terra.

« C’era veramente bisogno di fare tutto questo rumore?»

« Hai ragione, perdonami, mi sono fatto trasportare dall’euforia. Volevo solo avvisarvi che le giornate in questo posto sono piuttosto frenetiche, siamo pochi e dobbiamo adoperarci al meglio possibile con ciò che abbiamo. Nonostante questo, l’organizzazione è impeccabile. Per esempio i combattenti si allenano nella sala addestramento dalle 9 in poi. »

Sapeva che con quell’informazione avrebbe attirato palesemente la loro attenzione.

Ayden e Vyron si scambiarono un’occhiata.

« Che ore sono?! » domandarono all’unisono.

« Le nove meno dieci, a quest’ora saranno già tutti pronti. » disse sbadigliando. Vyron si fiondò dal letto e corse verso la porta preceduto da Ayden.

« Ah ah, dove andate voi due senza fare colazione? » li bloccò per il colletto Aylack che nel frattempo stava passando per il corridoio.

« Ma tra poco iniziano gli addestramenti, non faremo mai in tempo! » si lamentò Ayden. Aylack si girò verso Kyle e capì.

« Lo rimanderemo di mezz’ora, ma voi mangiate, non potete fare sforzi senza mettere nulla nello stomaco. Forza scendete le scale, Kyle vi mostrerà le cucine. »

Non se lo fecero ripetere un’altra volta e corsero via lasciando i due finalmente da soli.

« L’addestramento comincia alle 9.30. Quindi sei stato tu a motivarli in questo modo, complimenti » lo lodò il capo, poggiando una mano sulla spalla del collega.

« Hanno bisogno di svagarsi e sfogarsi dopo ciò che hanno passato e se questo è quello che vogliono, tanto vale motivarli al meglio possibile »

Aylack sorrise e fece scivolare la mano dalla spalla di Kyle.

« Grazie per tutto quello che fai, ti aspetto nella sala addestramento » disse allontanandosi e facendogli un cenno con la mano. Kyle si inchinò leggermente e raggiunse i due ragazzi al piano inferiore. Mostrò loro le cucine e le sale dove si riunivano spesso i dipendenti per mangiare e insieme consumarono la colazione.

« Mangiate pure con calma, l’addestramento è rimandato » li rassicurò il maggiore.

« Oh ma guarda un po chi c’è, posso unirmi a voi? » disse il ragazzo biondo prima di sedersi al loro tavolo.

« Hiram!» lo salutò Kyle stropicciandogli i capelli.

« Sì sono io, sono io, lasciami andare dai mi rovini i capelli così » si lamentò scherzosamente il minore.

« Beh come mai già in piedi, credevo sareste stati tutto il tempo sotto le coperte a piangervi addosso »

Kyle gli lanciò un’occhiata di dissenso e Hiram si scusò alzando le spalle.

« Da oggi prenderanno parte agli allenamenti per diventare combattenti »

« Ah buona fortuna, con Aylack come insegnante vi arrenderete dopo un minuto » rise il maggiore.

« Adesso basta » disse Ayden alzandosi dal tavolo nervosamente.

« Non so cosa tu abbia passato da piccolo e quale peso ti porti dietro, ma questo non ti da il diritto di ridere sulle disgrazie e gli sforzi degli altri. Andiamo Vyron » disse incitando l’amico ad allontanarsi con lui. Quel suo comportamento menefreghista lo aveva innervosito notevolmente.

« Scusalo, Ayden è piuttosto irascibile e dopo ciò che ha passato è peggiorato » si scusò Vyron prima di alzarsi dalla sedia.

« Non capisco perché dovresti scusarti per conto suo e perché tu debba stargli dietro come un cagnolino » disse incrociando le braccia dietro il collo.

« Hiram, smettila » lo riprese Kyle.

« Voi andate, io vi raggiungo subito » aggiunse deciso a fare la ramanzina ad Hiram per il suo pessimo comportamento nei confronti dei nuovi arrivati.

Quindi era quella l’impressione che dava, appariva come un cagnolino che andava dietro al proprio amico. Davvero patetico.

« Ma chi si crede di essere » sbraitò Ayden. Vyron lo guardò impassibile. Qual era il suo ruolo? Da quando era successa quella tragedia lui non era stato in grado di fare niente. Ayden l’aveva salvato, aveva sopportato la perdita dei propri cari ed era riuscito a lasciarseli alla spalle per salvare il proprio amico, gli aveva dato conforto la notte prima mentre piangeva e l’avrebbe fatto all’infinito, di questo ne era certo.

« Io invece cosa ho fatto per lui? » sussurrò torturandosi le mani.

« Hai detto qualcosa? » domandò Ayden voltandosi verso l’amico che fece cenno di no col capo.

« Eccomi ragazzi, scusate »

« Quell’Hiram, la prossima volta lo prendo a pugni »

« Ayden ti prego di scusarlo, Hiram ha un caratteraccio, ma sono sicuro non si sia reso conto del peso delle sue parole » provò a difenderlo Kyle.

« A me non sembra che-»

« Lascia perdere andiamo » lo interruppe Vyron mostrandogli le spalle. Ayden lo guardò sorpreso e seguì il suo consiglio sbuffando. Kyle li osservò silenzioso e notò della tensione tra i due, una tensione sottile, quasi impercettibile che presto sarebbe degenerata in qualcosa di ben più grande o almeno era quello che si sentiva.

« Eccoci arrivati » proferì col solito entusiasmo aprendo la porta della stanza, lasciando che i due entrassero.

« Benvenuti » li accolse Aylack al centro della sala, mentre un vociare non indifferente cresceva da dietro le sue spalle, lì dove un gruppo di ragazzi stava aspettando l’arrivo dei nuovi arrivati.

« Loro sono i ragazzi che alleno, d’ora in avanti saranno i vostri aiutanti e vi faranno da guida, correggeranno i vostri errori se necessario e cercheranno di eliminare le vostre lacune, ma soprattutto vi insegneranno il lavoro di squadra, l’elemento fondamentale della nostra agenzia. »

« Ma quindi capo tu non gli insegnerai niente, dobbiamo fare tutto noi?» una voce fuori dal coro si fece avanti, facendo ridere i presenti.

« Logan mi aspetto più rispetto da parte tua, sono pur sempre il capo »

il giovane ragazzo dai capelli bordeaux si grattò la nuca imbarazzato e tornò in silenzio.

« Questo screanzato qua si chiama Logan, lui punta a diventare un seeker » chiarì Aylack scompigliandogli i capelli.

« Seeker? » domandò Vyron.

« Sono quelli che vanno sul campo a raccogliere informazioni sui demoni, che li studiano da vicino per capirne i punti deboli, che rischiano tanto quanto i combattenti se non di più; inoltre è in merito ai loro studi che si è scoperto il modo per neutralizzare i demoni » spiegò fiero Logan.

A Vyron si illuminarono gli occhi, non tanto per la spiegazione, quanto per il ruolo stesso del seeker, poiché era stato proprio grazie a loro se i demoni non erano più così infallibili.

« Fantastico » esclamò esterrefatto.

« Lo so!» rispose Logan entusiasta.

« Si ma senza gli ingegneri, i ricercatori sono piuttosto inutili. »

Ancora una volta quella voce. Con la spalla appoggiata alla porta e con le braccia conserte, Hiram aveva preso parte al discorso.

« Ah Hiram, fastidioso come sempre »

« La verità brucia, ma in fondo è così. Se anche voi scopriste i punti deboli dei demoni chi è che poi mette in atto i metodi per farli fuori? Chi è che costruisce e fabbrica i congegni per fermarli? »

Hiram non aveva torto, ma il modo in cui lo aveva detto era piuttosto altezzoso e seccante.

« Sarà anche vero, ma se nessuno raccoglie le informazioni per voi, non potete fare assolutamente niente da soli » controbatté Logan inquieto.

« Adesso finitela » li riprese Aylack.

« L’Arc Genesis si fonda sulle radici di ogni categoria che la compone. Senza i seeker non sapremmo nemmeno da dove iniziare contro quelle creature, senza i combattenti chi sarebbe così coraggioso da affrontarle, senza gli ingegneri e gli scienziati con quali armi e materiali li potremmo eliminare, senza gli healer saremmo costantemente a corto di personale e ne morirebbe altrettanto. Nessuno è migliore di nessun altro, cosi come tutti sono indispensabili, non mi pare il caso di discutere su una cosa simile, soprattutto davanti ai nuovi arrivati. » la lezione del capo fece calare il silenzio all’interno della sala.

« Se non segui gli allenamenti, torna nel tuo laboratorio Hiram » e così fece. Uscì sbattendo la porta.

« Bene direi che possiamo cominciare » sospirò Aylack stressato.

« Posso sapere i vostri nomi? » domandò Logan avvicinandosi ai due ragazzi.

« Io sono Ayden, lui è Vyron » rispose il minore.

« Avete sentito il discorso del capo? Riesce sempre a far sembrare incredibile qualsiasi ruolo. Voi avete già scelto la categoria alla quale farete parte? »

Vyron e Ayden si guardarono e risposero all’unisono.

« Combattenti » Logan spalancò gli occhi prima di scoppiare in una fragorosa risata.

« Ragazzi abbiamo due intraprendenti e coraggiosi combattenti, vedete di stare attenti, potrebbero essere pericolosi! » disse mettendo in guardia i propri compagni.

« Benvenuti nell’Arc Genesis»

Per lo meno qualcuno di simpatico pensò Ayden riferendosi al personaggio di Hiram che non era ancora riuscito ad individuare. Nonostante quel caratteraccio così sgradevole e turbolento, non sembrava una brutta persona, probabilmente era solo uno scudo che si era creato col tempo.

« Prima lezione di oggi, il combattimento corpo a corpo. Non è molto utile poiché i demoni hanno una forza sovrumana, affrontarli a mani nude equivale ad un suicidio ed è proprio per questo noi usiamo armi potenziate. Logan puoi mostrargli la tua se vuoi » lo invitò a farsi avanti il capo.

Il ragazzo non se lo fece ripetere nuovamente ed estrasse due pugnali dalla lama corta ed all’apparenza esageratamente affilata dalla cinta.

« Non essendo un combattente Logan non ha bisogno di un addestramento duro come quello dei combattenti, né ha bisogno di armi portentose, ma qualcosa per difendersi è pur sempre necessario. »

« Vedete questa piccola fiala sul manico? » continuò Logan.

« Ora è piena e finché lo sarà sprigionerà una forza capace di tenere testa ai demoni, non chiedetemi come, è un progetto nato dal genio dell’Arc Genesis, sviluppato dalla collaborazione tra scienziati e ingegneri supervisionato dai seeker e provato dai combattenti.

La sinergia tra le divisioni dell’agenzia è qualcosa di stupefacente e questo è ciò che può creare » disse prima di sferrare un fendente contro il muro provocando un ingente danno sulla parete.

« Chiaramente non posso esagerare o il capo mi lincia...» disse sentendosi lo sguardo minaccioso di Aylack puntato addosso.

« Più tardi riparerai il danno che hai provocato. Detto questo, una volta data la dimostrazione di ciò che possiamo fare vi sentite più tranquilli? Ricordate che non siamo impotenti, non più, possiamo difenderci e combattere il male, non dovrete più veder morire i vostri cari senza avere la possibilità di opporvi e vincere. Non sempre ne uscirete vittoriosi, ma se non altro ne uscirete da eroi e protettori. »

Ayden strinse i pugni e sorrise amaramente a quelle parole. Finalmente non sarebbe più stato un debole, una preda facile per i demoni, avrebbe difeso chi più gli era caro senza dover stare a guardare.

« Ayden tu ti allenerai con Logan, io penso a Vyron, poi faremo a cambio. Affronterete diverse persone, con diversi stili ed esperienza, così da abituarvi a combattere con qualsiasi schema di battaglia. Per ora allenatevi sulla difesa e sulle schivate, dopodiché passeremo all’attacco »

La scelta di iniziare da Vyron, Kyle l’aveva ben intuita.

Vyron si sarebbe sicuramente rivelato l’anello debole del gruppo, era troppo instabile. Ayden poteva avere i suoi attacchi di rabbia, ma Vyron era imprevedibile, un libro chiuso da un lucchetto la cui chiave era smarrita chissà dove. Quel tipo di persone erano piuttosto pericolose, ma Kyle si augurò che lui non fosse uno di quei casi, ci sperava davvero.

« Fammi vedere cosa sai fare » lo sfidò Logan, lanciandogli una spada in legno che Ayden afferrò al volo.

« Non sottovalutarmi »

Non sembrava aver perso tutto quello a cui teneva solo qualche giorno prima, era talmente concentrato sul suo nuovo obiettivo da riuscire a non pensarci, d’altronde doveva andare avanti, piangere le persone oramai perdute non aveva senso, ma ricordarle e vendicarle lo aveva, così come proteggerne di nuove.

Nel frattempo dall’altro lato della stanza, Aylack aveva porto la stessa spada a Vyron che l’aveva presa tra le mani e ne stava accarezzando il legno levigato.

« Sei pronto? Te la senti?» domandò perplesso da quella sua calma apparente ed agghiacciante. Vyron annuì e Aylack sospirò.

« Bene perché non ho intenzione di andarci piano »

Kyle si fidava di Aylack e dei suoi metodi, ma aveva paura che Vyron si sarebbe spezzato, che non avrebbe retto quel ritmo e quel tipo di allenamento. Aylack colpì con forza la spada del minore che fece una gran fatica a reggere il contraccolpo.

« Devi imparare a leggere i movimenti del tuo avversario, devi imparare a misurare la sua forza » disse sferrando il secondo colpo, questa volta talmente forte da far cadere la spada dalle mani di Vyron. Il colpo assestato ebbe un rinculo parecchio violento e procurò una lesione minore al polso dell’allievo. Vyron raccolse la spada massaggiandosi il polso e tornò sulla difensiva. Aylack eseguì lo stesso movimento per la terza volta e a quel punto Vyron decise di schivarlo; se non riusciva a parare poteva sempre scansarsi.

« Ottima idea, ma non puoi schivare tutto » disse attaccando ancora. Era veloce, dannatamente veloce, era impossibile leggere le sue mosse, tanto meno intuirne la direzione. Vyron scampò anche il secondo attacco e provò a contrattaccare.

Aylack lo disarmò con un fendente rivolto dal basso verso l’alto e fece volare la spada lontana dal suo proprietario.

« Riprova » disse puntandogli la spada davanti la fronte. Vyron si asciugò il sudore sotto il mento e si affrettò a recuperare il pezzo di legno.

« Lezione numero uno: ricorda che i demoni non ti danno una seconda possibilità, una volta persa la tua arma, sei morto. »

Aylack gli si scagliò nuovamente addosso dosando leggermente il colpo successivo; con grande sorpresa Vyron era riuscito a notarlo e provò quindi a pararlo, poggiando una mano sulla lama lignea per aiutarsi. Finalmente riuscì a proteggersi e a rimanere in equilibrio.

« Regola numero due: i demoni giocano sporco » disse allungando un calcio sul fianco del ragazzo, che a stento bloccò col gomito e cadde a terra col fiatone.

« Regola numero tre-» Aylack fu interrotto dalla mano di Vyron che aveva afferrato la sua spada e gli si era fiondato addosso.

« Adesso basta con queste regole » disse spazientito mirando col ginocchio alle costole del capo. Aylack rimase piacevolmente sorpreso da quella mossa, non se l’aspettava, ma di certo non bastava per assestargli un colpo.

Infatti si spostò evitando il colpo e ne diede uno di rimando al giovane facendolo accasciare a terra.

« Regola numero tre: i demoni non hanno pietà. Che tu sia un bambino, che tu soffra, che tu abbia perso tutto, a loro non interessa. Non farti sopraffare dalle emozioni o finirai male. »

In quello stesso istante l’allenamento collettivo si fermò davanti quella scena, Ayden per primo corse verso il proprio amico.

« Vyron stai bene? » Aylack gli bloccò la strada mettendogli la spada davanti.

« Torna al tuo allenamento Ayden » ordinò freddamente Aylack.

« Sto bene, fa come dice » rispose Vyron reggendosi lo stomaco e tirandosi su.

« Non è niente, non fa poi così male » mentì. Ci era andato giù pesante, ma in fondo l’aveva avvertito. Ayden gli credette e tornò alla sua postazione.

« Forse ho esagerato » ammise Aylack.

« No, va bene così, colpiscimi quante volte sono necessarie per imparare. Non voglio più dover pesare sulle spalle di Ayden »

Aylack sorrise e porse una mano al giovane per aiutarlo ad alzarsi.

« Così mi piaci »

Il fatto che Vyron avesse confessato qualcosa di sua spontanea volontà, esponendosi e non rimanendo chiuso da quel lucchetto tanto pesante che si era imposto, lo aveva reso un po meno pericoloso.

« Se non so cosa pensi, non posso aiutarti »

Vyron voltò lo sguardo verso terra e quasi si pentì di essersi scoperto.

« Ce la fai a continuare? »

« Certo »

« Ragazzi fermatevi tutti e cambiamo coppie » disse facendo l’occhiolino al giovane.

« Ma io voglio imparare con te »

« Non preoccuparti di questo, Logan ti aiuterà parecchio »

Tutti i presenti si fermarono al comando del capo e fecero una piccola pausa. Ayden si avvicinò a Vyron per chiedergli come stava, ma la risposta che ricevette fu la stessa di prima “sto bene.”

« Logan è davvero forte e pensare che non vuole nemmeno fare il combattente » spiegò Ayden.

« Se posso darti un consiglio, colpiscilo alle gambe, credo sia il suo punto debole » suggerì il minore. L’aveva studiato per bene durante l’allenamento, ma non era riuscito a mettere in atto la sua tattica.

« Invece Aylack? » domandò curioso.

« Non ne ha, non ha punti deboli »

« Non è possibile, tutti hanno un punto debole, tutto sta nel trovarlo »

« Se lo dici tu..»

Ayden guardò l’amico preoccupato. Sapeva che non stava bene, nessuno lo sarebbe stato dopo aver perso la propria famiglia, ma Vyron sembrava diverso.

« Vyron sicuro che vada tutto bene? »

« Se me lo chiedi un’altra volta ti do un pugno » rispose con lo sguardo freddo rivolto verso terra. Era cambiato, probabilmente in lui si era risvegliata una parte che Ayden non aveva mai visto dopo quell’accaduto. Sembrava quasi si fossero scambiati.

« Su forza ricominciamo » intimò Aylack a gran voce.

Ayden non fece nemmeno in tempo a rispondergli che Vyron si era già alzato ed era andato via. Il minore rimase interdetto con la mano a mezz’aria.

« Credo stia passando un momento difficile, non insistere troppo »

Questa volta il capo si era avvicinato a lui dopo aver notato la tensione tra i due.

« Vorrei poter fare qualcosa per lui, in fondo lui c’è sempre stato per me » Aylack lo guardò confuso, poi scoppiò a ridere.

« Non ci credo, siete proprio due idioti » commentò.

« Ma come ti permetti » si imbarazzò Ayden non capendo la reazione del maggiore.

« Voi due dovete fare una bella chiacchierata dopo »

Su quello certamente concordava, ma l’avrebbe fatto solo dopo aver dato filo da torcere al capo in persona.

« Vyron tutto okay? Aylack non c’è andato leggero vero? » domandò Logan non appena il ragazzo gli si presentò davanti.

« È davvero forte » rispose stringendo l’elsa al pensiero.

« Beh io non sono da meno, vediamo se resisti ai miei di attacchi » lo provocò prima di corrergli incontro.

« Ho detto che prima devi imparare a difenderti » lo riprese Aylack buttandolo a terra. Ayden era coperto di sudore, la maglietta ne era impregnata e il parquet era diventato leggermente scivoloso, ma lui non si arrendeva. Continuava ad attaccare Aylack in cerca di un punto debole.

« La miglior difesa è l’attacco » rispose Ayden riprendendo fiato.

« Ma quanto sei testardo »

« Sono pur sempre un toro » rispose prima di avventarsi nuovamente sul maggiore.

« Niente male » commentò Logan. La difesa di Vyron era ben salda e Logan non era forte come Aylack, i suoi attacchi non erano minimamente paragonabili.

« Sei in gamba, ma io mi alleno da un anno in più di te » disse facendo uno scatto sulla sua destra, pronto a colpirlo sulla spalla. Vyron fece a mala pena in tempo a schivarlo e indietreggiò di qualche passo.

« Continua così » lo incitò il maggiore mirando stavolta alla gamba. Vyron riuscì a pararlo a fatica e subito dopo si trovò a doverne schivare un altro vicino al proprio viso. Lo stava portando allo stremo, presto non avrebbe più retto.

Dall’altra parte della sala invece Ayden continuava a cadere e a rialzarsi dopo ogni contrattacco.

« Se prima non impari a difenderti, non riuscirai nemmeno a sfiorarmi un capello » lo riprese Aylack prima di attaccarlo con un fendente orizzontale alto. Quel tipo di attacco doveva pararlo per forza, altrimenti si sarebbe fatto male. Ayden l’aveva intuito, ma aveva studiato un metodo per contrastarlo e aveva in mente di metterlo in atto, se non fosse che un piccolo incidente rovinò i suoi piani. Mise il piede sul punto scivoloso del pavimento e perse l’equilibrio. Aylack non riuscì a fermare il suo attacco nemmeno volendo e la conseguenza non fu molto piacevole. Ayden ricevette il colpo in piena tempia. Il rumore del legno sull’osso del cranio rimbombò per tutta la sala e solo dopo qualche istante le prime gocce di sangue macchiarono la lama e caddero sul pavimento, già abbastanza bagnato.

« Ti ho preso » disse Ayden sorridendo, con la spada puntata sul viso di Aylack.

« Tu sei matto » lo rimproverò Aylack, sorpreso e al contempo spaventato. L’aveva preso in pieno e l’aveva ferito, poteva persino rimanerci secco con un tale colpo. Vyron aveva sentito la botta e come tutti si era girato verso i due. Avrebbe voluto corrergli incontro, chiedergli come stava, ma qualcosa lo bloccava. Cos’era quell’improvviso rifiuto nei suoi confronti?

« Datemi qualcosa per tamponare, Ayden stai bene? » domandò preoccupato Aylack.

« Sto bene, sto bene, mi sento solo un po stordito »

« Meno male, perdonami non sono riuscito a fermare il colpo »

« Non fa niente perché io ho vinto »

Aylack sorrise passandogli il panno.

« Sì ma a quale prezzo? »

« Non importa, basta vincere » rispose poggiando l’asciugamano sulla tempia, voltandosi verso Vyron che lo stava guardando coi suoi occhi turchesi e preoccupati da lontano.

« Per oggi direi che possiamo fermarci, continueremo domani, andate a riposarvi » li congedò il capo, rimanendo solo con Logan e i nuovi arrivati.

« Hai preso una bella botta Ayden, mi raccomando stenditi e riposa » suggerì premuroso Logan.

« Senz’altro » rispose questo lanciando alcune occhiate al proprio amico che era fin troppo silenzioso.

« Capo io li accompagno nella loro stanza, in caso Ayden non si sentisse bene »

« Certo fai pure » acconsentì lui iniziando a raccogliere e mettere al loro posto gli asciugamani e le spade rimaste a terra.

« È stata una giornata impegnativa, spero abbia contribuito a distrarvi e a farvi sfogare » prese parola il maggiore lungo il corridoio. Ayden si girò a guardarlo e Logan fece un piccolo cenno con la testa.

« Sì ho sentito quello che vi è successo...»

« Non preoccuparti, non c’è nulla che tu possa dire per cui non sforzarti » si intromise Vyron, aprendo la porta della stanza oramai davanti a loro ed entrandovi.

« In effetti è difficile poter trovare le parole giuste, spero solo riuscirete a trovare conforto all’interno dell’agenzia » disse timidamente il giovane dai capelli rossi.

« Grazie mille Logan, ci vediamo domani » lo salutò Ayden chiudendo la porta.

« A domani » rispose lui.

Vyron si buttò sul letto senza proferir parola, mentre Ayden si chiuse in bagno a sciacquare la ferita. Il comportamento di Vyron non lo preoccupava più, al contrario lo stava facendo innervosire, tant’è che una volta disinfettato l’ematoma aveva intenzione di scambiarci qualche parola, ma quando uscì dal bagno, Vyron già dormiva. Ayden lasciò perdere nuovamente e si addormentò anche lui. Si risvegliò solo qualche ora dopo, trovando il letto davanti a sé vuoto.

« E ora dov’è andato? » si domandò alzandosi di fretta dal giaciglio. Percorse l’intero corridoio fin quando non arrivò davanti la sala addestramento. La porta era accostata e da dentro proveniva un fragore non indifferente, più precisamente il rumore di una spada che si frantuma contro qualcosa.

« Vyron cosa stai facendo? » domandò Ayden entrando.

Vyron alzò la testa sorpreso di vederlo e cercò di riprendere fiato.

« Lasciami stare, mi sto allenando »

« Da solo? » domandò il minore avvicinandosi.

« Sì »

« Perché non mi hai detto niente? »

« Perché c’era bisogno che te lo dicessi? » controbatté Vyron, irritando Ayden.

« Mi dici cos’hai? Perché ti comporti così adesso? »

« Così come? » domandò ignorandolo, continuando ad allenarsi.

« Mi prendi in giro Vyron? Hai trattato male Logan, hai risposto male a me diverse volte, non ti sei preoccupato quando mi sono fatto male, invece io sono corso appena Aylack ti ha colpito » sputò di getto il ragazzo dai capelli castano rossicci.

« Quindi? » continuò esercitandosi. A quel punto Ayden prese l’arma per la lama, la bloccò in aria e gliela strappò dalle mani.

« Mi stai stancando, cosa ti è successo, perché assumi questo comportamento nei miei confronti, stai forse cercando di allontanarmi? » chiese scagliando la spada a terra. Ci aveva preso in pieno e lo capì dall’espressione che fece l’amico.

« È così quindi che stanno le cose, ho capito » disse Ayden prima di sferrare un pugno al maggiore.

« Ayden sei impazzito? » domandò Vyron poggiando una mano sulla guancia dolorante.

« Ho capito che vuoi fare, vuoi mandare tutto a rotoli, vuoi fare l’eroe della situazione che si allena giorno e notte per diventare il più forte di tutti, beh mi dispiace rovinarti questa aspirazione, ma l’eroe che vuoi fare te a fine storia muore »

« E tu cosa ne sai eh? Tu sei già l’eroe di questa storia, hai già salvato qualcuno » rispose acidamente il maggiore. Ayden rimase sorpreso dalla sua risposta. Quindi Vyron era geloso o si sentiva semplicemente inferiore?

« Aspetta di cosa parli? »

« Ayden io non voglio vivere nella tua ombra »

« È ironico il fatto che io abbia pensato questa cosa per una vita intera. Ma non è questo quello che volevi dirmi, non è forse vero? C’è dell’altro »

Vyron si morse il labbro e si voltò da un’altra parte.

« Parla Vyron o ti costringo io »

« Non voglio essere solo un peso » sussurrò.

« Non ho capito, parla più forte »

« Non voglio essere solo un peso! » alzò la voce Vyron e subito dopo un potente ceffone gli arrivò sulla guancia già dolente. Le lacrime scesero inconsciamente dal viso del maggiore, non tanto per il dolore fisico, quanto per quello emotivo.

« Si può sapere di cosa parli? »

« Parlo del fatto che non voglio tu debba proteggermi a vita, anche io voglio proteggerti, voglio potermi sdebitare per quello che hai fatto per me»

« Tutto qua? E per questo motivo vuoi evitarmi e trattare male tutti quelli che ti stanno attorno, ma cos’hai in quella testa? »

« Tu hai parlato di punti deboli prima; è chiaro che io sia il tuo e tu sia il mio, se ci separiamo potremmo pensare più lucidamente ed evitare di essere sopraffatti dalle emozioni. Tu saresti morto pur di portarmi fuori da quella casa non è vero? »

« Tu non avresti fatto lo stesso? »

Quella domanda lo spiazzò, non ci aveva mai pensato, ma probabilmente l’avrebbe fatto.

« Non sai che dire perché è così anche per te no? E quindi? Vuoi buttare via anni di amicizia per questo tuo pensiero egoistico? Dopo tutto quello che abbiamo passato? »

« Se il mio è egoismo allora il tuo cos’è? Voler per forza che io continui la mia strada con te, cosa significa per te? »

« Ma se tu hai detto che vuoi proteggermi, come puoi farlo da lontano? »

« Che dici dovremmo fermarli?» domandò Kyle.

« No lasciali stare, è cosi che si risolvono le questioni in sospeso e così che si rafforzano i legami » rispose Aylack facendo cenno a Kyle di allontanarsi dalla porta. Le loro urla li avevano richiamati davanti la sala d’addestramento ed era già da qualche minuto che controllavano insieme la situazione.

« Ma se tutti mi vedono come un cagnolino alle tue calcagna io come dovrei fare? Non sono riuscito a muovere un muscolo quando hanno ucciso i nostri genitori, ti ho persino incolpato e ho maledetto la tua famiglia per aver portato via la mia, cos’altro ho fatto di buono per te? Sono solo un peso e io non voglio esserlo. Voglio tu percorra la tua strada e i tuoi obiettivi senza dover pensare a raccogliermi ogni volta e a mia volta io continuerò per la mia e se ne avrò occasione mi sdebiterò con te salvandoti la vita »

« Ma ti senti? » sbraitò infine Ayden prendendo per il colletto Vyron, strattonandolo con violenza.

« Io ho giurato di proteggerti, sei l’unica cosa che mi è rimasta e dovrei lasciarti andare così? Mi spiace ma non mi scollerai facilmente. Se ti senti così inutile e inferiore perché non me l’hai detto prima? Almeno ti avrei dato uno schiaffo come si deve, ti avrei fatto ragionare e avremmo evitato questa scenata inutile. Ascoltami Vyron tu non sei il cagnolino di nessuno, non sei inutile, tanto meno inferiore, ho sempre nutrito un’enorme stima nei tuoi confronti, non ti rendi nemmeno conto del potenziale che hai, così come non hai idea di quanto tu mi abbia aiutato anche solo nelle cose più piccole e quotidiane, sei il migliore amico che potessi chiedere Vyron, non lo dico per dire » solo a quel punto lasciò la presa dalla maglietta del maggiore.

« Ma guarda un po, io sono il maggiore e devo farmi fare la ramanzina da quello più piccolo » disse Vyron prima di buttarsi a terra ed iniziare a ridere.

« Sono davvero un pessimo esempio e un pessimo amico, però sono felice tu mi abbia schiaffeggiato a quel modo. Avevo paura di perdere anche te e ho creduto che allontanandoti avrei risolto la questione senza soffrire, che stupido ed egoista. Devo confessarti che dopo la perdita dei miei mi sento perso, spero di non far mai pesare questa cosa su dite » confessò alzando lo sguardo verso il soffitto.

« Non credere che io mi senta in modo diverso, ma la affronteremo insieme, d’accordo? Ora che ne dici di allenarci un po insieme? » propose Ayden allungando la mano verso il maggiore.

« Ci sto » sorrise Vyron afferrando la mano del suo migliore amico.

Quella sera la passarono ad allenarsi duramente insieme e anche quella seguente e quella dopo ancora, costantemente supervisionati da Aylack. Subirono una crescita pazzesca, sorpassarono molti dei presenti, persino Logan dovette arrendersi davanti alla loro bravura, in fondo il loro allenamento era ben più focalizzato sul combattimento e ora a tre anni di distanza da quel giorno, i due ragazzi si preparavano alla loro prima missione. A 17 anni ormai compiuti erano finalmente pronti a diventare parte integrante dell’Arc Genesis.

« Ricordatevi di rimanere uniti, non separatevi per nulla al mondo, sapete qual è la regola numero uno »

« Mai affrontare un demone da soli » risposero i due all’unisono.

« Bravi » li congratulò Aylack carezzando loro la testa.

I tre si trovavano ora all’interno dei sotterranei, sul treno diretto verso l’orfanotrofio del distretto 4. A quanto pare un segnale demoniaco si era accesso proprio all’interno della struttura e i membri dell’Arc Genesis si stavano dirigendo in quel luogo il più in fretta possibile.

« Ci sono dei bambini lì dentro » disse Vyron stringendo i pugni sotto il mento.

« Stiamo per arrivare » cercò di tranquillizzarlo Ayden, ma in verità era palesemente nervoso anche lui. La loro prima missione già si palesava piuttosto difficile davanti ai loro occhi.

« Dobbiamo salvarne il più possibile, appena entrati nell’edificio la prima cosa da fare è portare in salvo i bambini. Voi vi occuperete di questo, mentre io e gli altri daremo la caccia al demone e lo sigilleremo. »

Nonostante i due fremevano dalla voglia di combattere quelle creature, non aprirono assolutamente bocca, la cosa più importante era salvare la vita di quei bambini, non la loro vendetta. Scesero finalmente dal treno e si diressero verso l’orfanotrofio. Le fiamme si intravedevano già da lontano ed uscivano serpeggianti dalla finestra dell’ultimo piano.

« Andiamo Vyron! » urlò Ayden accelerando ed entrando nell’edificio sfondando la porta. L’aria era ancora respirabile e l’incendio era circoscritto al piano superiore.

« Possiamo farcela » disse Vyron correndo all’interno della struttura, incontrando un gruppo di orfani nascosti sotto le scale.

« Bambini non potete rimanere qui è pericoloso » disse inginocchiandosi.

« Siamo venuti a mettervi in salvo »

Un tremendo boato fece tremare il complesso fino alle fondamenta. Le scale oscillarono pericolosamente e alcune travi di legno caddero dal soffitto. Vyron si gettò sui bambini per proteggerli e fu colpito in pieno sulle spalle da una di esse. Il dolore fu immediato, ma nulla di insopportabile. L’adrenalina che pompava nelle sue vene, l’avrebbe tenuto in piedi anche se l’intera casa gli fosse crollata addosso.

« Uscite di qui forza! » urlò mandando i bambini verso Ayden.

« Forza bambini uscite! Vyron stai bene? » domandò accompagnando i bambini fuori dalla porta. Vyron alzò il pollice e scostò le travi.

« Ce ne saranno altrettanti nelle camere, io vado intanto, raggiungimi non appena li avrai accompagnati alla stazione »

Ayden annuì e corse all’esterno insieme agli orfani.

« Vyron ce ne sono altri da questa parte! » urlò Aylack dall’altro lato dell’edificio. Vyron ne raccolse il più possibile, mentre la casa continuava a tremare sotto gli attacchi del demone. Fortunatamente non era un numero eccessivo quello degli orfani e con l’aiuto di Ayden e gli altri, riuscirono a scortarli fuori tutti in poco tempo.

« Tutti i bambini al piano terra sono fuori, ora dobbiamo pensare a-»

Una bambina prese Ayden per la manica e lo tirò debolmente.

« Alaric » disse con un filo di voce.

« Alaric è ancora lì dentro »

« Anche Shane manca all’appello » aggiunse un ragazzino più grande rispetto agli altri.

« Li ho visti sgattaiolare al piano superiore prima che scoppiasse l’incendio »

« Dannazione » imprecò Ayden.

« Puoi occuparti tu degli altri? » domandò al ragazzo poggiando le mani sulle sue spalle.

« Conta pure su di me, ma riportali qui vivi ti prego » lo supplicò l’orfano.

Ayden annuì e insieme a Vyron tornarono all’orfanotrofio.

« Non ho visto alcun adulto, sicuramente il demone ne ha preso possesso »

« Potrebbe essere come dici Vyron, io spero solamente che Aylack abbia già messo in salvo i bambini che mancano all’appello »

 

« Scappa Alaric, non so quanto posso trattenerlo. Scappa ti prego! »

Alaric rimase immobile davanti quelle suppliche, impotente davanti quelle fiamme che consumavano il proprio amico.

« Ti supplico vattene...»

« No non voglio, non voglio perdere anche te » urlò tornando finalmente in sé.

« Allora uccidimi ti prego. » sussurrò con un sorriso sulle labbra. Quella fu l’ultima frase che sentì prima che un vortice di fiamme riempisse l’intera stanza facendo scoppiare i vetri delle finestre, l’ultima supplica prima di essere preso in braccio ed essere portato via da Ayden e Vyron, l’ultima volta che vide in faccia il suo migliore amico.

« No lasciatemi, Shane ti prego! » urlò allungando la mano, mentre Aylack entrò nella stanza con la spada tra le mani.

« Non posso crederci...è solo un ragazzino » strinse i denti Aylack.

« Ma non posso permettere che tu vada in giro a causare la morte di persone innocenti, per cui il tuo percorso termina qui e adesso »

Alaric si dimenò tra le braccia di Ayden, ma non riuscì a liberarsi. Non poteva fare niente, poteva solo guardare e fu proprio in quell’ennesimo istante di impotenza che in lui crebbe uno smisurato desiderio di potere. Voleva il potere per salvare il suo migliore amico e l’avrebbe ottenuto con qualsiasi mezzo fosse stato necessario.

« Ti salverò, per cui sopravvivi » urlò prima di essere trascinato via, riuscendo a raggiungere l’ultimo briciolo di animo umano rimasto a Shane.

 

 

 

Non mi farò mai uccidere da nessuno che non sia tu. Io ti aspetterò Alaric.

 

   
 
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