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Autore: Sweetserialkiller    19/09/2020    1 recensioni
Tre paia di occhi vennero puntati su di loro, e Amy rimase di stucco nel constatare che il terzo paio di occhi apparteneva al ragazzo di cui, anni prima, aveva tanto pianto la morte.
Le sue gambe si mossero da sole, e in poco meno di un secondo si ritrovò con le gambe attorno al busto dei giovane.
< Oh mio dio… tu sei…>
< Vivo e vegeto> la interruppe lui, tenendole le mani sotto le cosce per sorreggerla.
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< Appena tornati al quartier generale chiederò di cambiare partner>
Queste parole colpirono profondamente la ragazza.
< E per quale motivo, di grazia?> chiese accennando un falso sorriso.
< Perchè non sei professionale> ringhiò frustrato lui.
Lei sgranò gli occhi allibita.
< Io non sarei professonale? Chiedo scusa, ma non sono io quella che deve dimostrare qualcosa a se stessa solo perchè ho dei conflitti interiori>
< Hai iniziato tu però, come vuoi metterla ora?>
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Vuoi spiegarmi dove diavolo stiamo andando? > chiese un Mello confuso alla ragazza che camminava a passo spedito verso una meta ancora indefinita.

< Devo assicurarmi di una cosa, e per fare ciò ho bisogno di parlare con quella ragazza >

Il biondo, che ancora non capiva dove volesse andare a parare, si limitò a seguirla fino al garage.

Amy si fermò davanti alla moto del ragazzo, che di rimando la guardò scocciato.

< Immaginavo sarebbe andata a finire così >

Un sorriso malizioso apparve sul viso della rossa.

< Sto iniziando ad avere un debole per questi nostri giretti in moto > lo provocò facendogli l’occhiolino.

< Ruffiana >mormorò tra se e se, mentre montava in sella e se la tirava dietro.

< Come hai intenzione di trovarla? Potrebbe essere ovunque al momento, e non aspettarti che io mi metta a girare la città per una ragazzina >

< Per prima cosa cerchiamo all’hotel dove lavora, se avremo fortuna la troveremo li, altrimenti la rintracceremo attraverso i suoi documenti d’assunzione > spiegò sbrigativa Amy.

< D’accordo >

 

 

La moto partì sfrecciando verso la destinazione sotto gli occhi attenti di un certo detective, che, girando di centottanta gradi la sua sedia, si rivolse al collega più giovane.

< Fortuna che hai installato il dispositivo anche sulla moto, ora non ci resta che capire come ha intenzione di muoversi e tentare di darle una mano > parlò pacatamente portandosi una fetta di torta alla bocca.

< Spero solamente che lei non lo scopra mai >

La voce di Matt era poco più che un sussurro. Sapeva di aver tradito Amy, in un certo senso, ma lo aveva fatto solamente per evitare che la ragazza, data la sua impulsività, si mettesse in una situazione più grande di lei.

In più, il fatto che fosse sola con Mello non lo aiutava certo a stare tranquillo. 

< Non importa, che lei lo voglia o meno, noi la proteggeremo. Non è ancora in grado di pensare razionalmente. La rabbia che prova dentro di se potrebbe esplodere da un momento all’altro, e non sappiamo come reagirà, perciò dobbiamo tenerla sotto controllo. Ho promesso a suo padre che l’avrei protetta, e intendo tenere fede a questa promessa >

L aveva un tono di voce neutro, mentre continuava a mangiare tranquillamente la sua torta.

< Vorrei tanto chiederti cosa ti ha spinto a fare questa promessa al signor Hyland, ma in questo momento la cosa che mi preme maggiormente è riuscire ad aiutare Amy con il suo piano >

Il detective corvino scese dalla sedia, e, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans, prese a camminare lentamente verso la finestra.

< Il professore ed io abbiamo avuto un passato di collaborazioni assieme. Conoscevo quell’uomo abbastanza bene da poter affermare con assoluta certezza che era una delle poche persone di cui mi fidavo, e la figlia lo rispecchia in tutto e per tutto. Mi sono inevitabilmente affezionato a lei, perciò non intendo lasciare che metta a repentaglio la propria vita. Però ti avverto Matt, non pensare di riuscire a farla franca. Amy non è stupida, e capirà subito che dietro ad un mio intervento ci deve essere inevitabilmente il tuo zampino. Perciò sii pronto ad accettare qualunque tipo di conseguenza >

Il gamer teneva lo sguardo basso, fissando insistentemente la punta delle sue scarpe.

< Accetterò qualsiasi cosa comporti, ma ti prego, non farla morire > disse ormai rassegnato.

L annuì con la testa, dirigendosi verso la sua postazione di lavoro. Con estrema lentezza prese la cornetta del telefono tra le dita, in quel suo modo bizzarro e inusuale.

< Watari, ho bisogno di un favore >

 

 

< E tu ti saresti spacciata per una cameriera di questo hotel? > chiese Mello guardandosi attorno.

< Sei sicura che questa tizia sia indispensabile per il caso? Non mi sembra brilli particolarmente di intelligenza, non avendo notato che eri, chiaramente, una truffatrice >

< Si lei ci serve, e poi perché non potrei fare la cameriera qui? > chiese Amy con un pizzico di stizza nella voce.

< Perché sei goffa, non troppo simpatica, e assolutamente inadatta a ricoprire questo ruolo > le rispose sorpassandola.

< Ascolta brutto… >

< Amy! >

La voce melliflua di una ragazza le arrivò alle orecchie, impedendole di continuare la frase.

Girò il viso per incontrare lo stesso sorriso che aveva visto poche ore prima sulla carta stampata.

< Che ci fai qui? Mi era stato detto che ti eri licenziata >

Amy aggrottò le sopracciglia. Licenziata? Lei? Qualcosa non quadrava, ma non era quello il momento di preoccuparsi anche di quel problema.

< Ah si… mi dispiace non averti avvertita, ma è successo tutto così velocemente che non ho avuto il tempo di realizzare >

Clara parve non sentire minimamente quelle parole, troppo impegnata a fissare un punto dietro di lei.

< E lui deve essere il tuo fidanzato > cinguettò allegra sorpassandola per porsi di fronte al biondo.

 

Entrambi strabuzzarono gli occhi.

< Sai il signore che è venuto poco fa mi ha detto tutto, mi dispiace per tuo padre, e capisco il bisogno di prendersi una pausa dal lavoro. E poi mi ha anche raccontato di questo bel giovanotto. Tu devi essere Matt, giusto? >

La rossa stava per aprire la bocca e mettere fine a quel malinteso, ma Mello la fermò sovrapponendosi a lei.

< Si sono io, piacere di conoscerti > disse allungandole una mano.

La biondina non ci pensò due volte a stringerla, sotto gli occhi scandalizzati di Amy.

< Scusaci un attimo, dovrei parlare in privato con il mio fidanzato >

Prese il biondo per un braccio, tirandolo lontano quanto bastava per non farsi sentire dalla ragazza.

< Che diavolo pensi di fare? > lo attaccò, cercando di non sembrare troppo alterata avendo gli occhi di Clara puntati addosso.

< Ascoltami, io non so cosa sia successo, ma ho una vaga idea di chi possa aver architettato tutto questo, perciò ora stai al gioco e pensa a come farti dare i registri >

Amy, sospirando sommessamente, gli prese la mano, facendo intrecciare le loro dita e lo trascinò con se.

< Scusaci Clara, è che io e Matt abbiamo alcuni problemi ultimamente >

Quest’ultima sbatté i grandi occhioni blu, guardando prima uno e poi l’altro.

< Oh ma siete così carini, quasi quasi vi offro un tè a casa mia, vi va? > chiese allegra, saltellando quasi come una bambina.

< Veram…> 

< Certo > esclamò Amy rafforzando la presa sulle dita del ragazzo.

< Perfetto, seguitemi >

 

Così i due si trovarono presto all’interno dell’enorme villa della ragazza.

Mello si sedette svogliatamente sul divano in raso, mentre la rossa continuava a guardarsi attorno guardinga.

< Ecco a voi il tè >

La biondina arrivò portando un vassoio pieno di dolcetti e tre tazze fumanti. Ognuno prese la propria e un silenzio di tomba calò nella sala.

Solo quando le tazze furono a pochi centimetri dalle loro bocche Amy decise di agire. Scattò in piedi, facendo cadere contemporaneamente sia il tè di Mello che il proprio, estraendo poi fulminea la Beretta dalla cinta del biondo, puntandola verso la giovane.

Aveva da subito notato qualcosa di strano nella ragazza, non che fosse estranea al suo carattere smielato, ma a differenza dell’altra volta la sua gentilezza pareva molto sospetta. E in più, aveva passato troppo tempo nel laboratorio di suo padre per non riconoscere quell’inconfondibile odore di mandorle amare.

< Che intenzioni hai ragazzina? > chiese la bionda, in un misto tra paura e sorpresa.

< Per prima cosa mi piacerebbe sapere perché hai versato del veleno nel nostro tè, e se posso permettermi, nemmeno uno dei più efficaci. Io personalmente ne avrei usato uno inodore > mormorò minacciosa, tenendo la canna della pistola all’altezza della sua tempia.

< Lo hanno ucciso > crollò in lacrime la ragazza, portandosi le mani davanti al viso.

< Hanno ucciso chi? > chiese, cercando di non farsi impietosire dalla scenata a cui stava assistendo, nonostante tutto ciò le sembrasse molto veritiero.

< Mio padre! Il signore che è venuto a parlarmi oggi ha sequestrato mio padre, e ha detto che se non vi avessi aiutati lui si sarebbe trovato in grossi guai. Ma appena vi ho incontrati mi è arrivato un messaggio in cui mi veniva riferito che mio padre era morto. Dei vostri collaboratori hanno ucciso mio padre e io ho intenzione di vendicarmi > gridò, assomigliando più ad una bambina che a una donna.

< Noi non abbiamo nessun collaboratore > parlò Amy guardando in direzione del biondo, che intanto fissava il pavimento con un’espressione pensierosa.

< Dannazione > sbottò quest’ultimo tutto ad un tratto, alzandosi di scatto e calciando il cabaret affianco a lui.

< Kira ha colpito di nuovo, mentre noi siamo qui a perdere tempo giocando a fare la coppietta felice >

La rossa tentò invano di placare la sua ira, ma l’unica cosa che ottenne fu prendersi svariati insulti.

< Vuoi darti una calmata! > lo prese per le spalle, posizionandosi di fronte a lui.

< Perdere il lume della ragione equivale a facilitare il lavoro a Kira >

< Bene, allora che cosa hai intenzione di fare con questa qui? > disse indicando la biondina, che nel frattempo si era rintanata in un angolo del divano con la testa fra le braccia.

Amy le si avvicinò piano, e con dolcezza le poggiò una mano sulla spalla.

< Ascoltami Clara, mi dispiace tantissimo per la tua perdita, so come ti senti, anche mio padre è morto per mano di Kira. Perciò ora ti chiedo, ti va di aiutarci a mettere dietro le sbarre quello stronzo? >

La ragazza si asciugò le lacrime con il dorso della mano, mentre annuiva debolmente.

< Certo se c’è la possibilità di farla pagare a quel maledetto farò tutto quello che è necessario >

Amy girò la testa verso il ragazzo al suo fianco, scoccandogli un’occhiata vittoriosa.

< Riusciresti a mettere le mani sui registri dell’hotel? É molto probabile che tra gli ultimi clienti ci sia la persona che stiamo cercando. Se non ricordo male si tratta della camera 135 >

La biondina si aprì in un sorriso, saltando in piedi.

< Forza andiamo all’hotel, credo di sapere come averli >

Detto questo prese la borsetta e corse verso la porta, seguita dagli altri due che si guardarono compiaciuti.

L’hotel era quasi deserto a quell’ora, e i tre si accingevano ad entrare nella hall.

< Credi davvero che questa ragazza ci possa aiutare? > chiese un alquanto scettico Mello, mentre Clara si dirigeva a passo spedito verso la reception.

< Avanti abbi un pò di fiducia > lo punzecchiò la rossa, dandogli qualche colpetto sul braccio.

Il biondo roteò gli occhi indispettito, concentrandosi sulla ragazza che adesso stava facendo gli occhi dolci al receptionist.

< Hey Alex posso chiederti una cosa? > chiese civettuola Clara, sporgendosi in avanti mettendo in mostra un pò di mercanzia.

“ Hai capito la ragazza “ pensò Amy, guardando soddisfatta la bionda.

Il ragazzo visibilmente imbarazzato ma anche parecchio interessato, si voltò verso di lei.

< C-certo Clara dimmi pure > 

< L’altro giorno un cliente è stato così gentile da prestarmi la sua giacca durante la cena, ma sono così distratta che mi sono scordata di restituirgliela. Non è che potrei guardare i registri per trovare il suo nome? Vorrei rendergliela e scusarmi personalmente > si sporse ancora più in avanti.

< Ehm non so… se mi dici il numero di stanza provo a vedere cosa posso fare >

< Aspetta >gli mise una mano su una coscia < Ci tengo davvero tanto a farlo di persona > sbatté gli occhioni.

Deglutendo, il giovane si passò una mano tra i capelli, per poi sospirare.

< E va bene, vieni con me, ma fai attenzione non devono scoprirci, altrimenti è la fine per entrambi >

< Certo tranquillo, puoi fidarti di me > disse girandosi per fare l’occhiolino agli altri due.

Amy aveva un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Ci aveva visto giusto, quella ragazza ci sapeva proprio fare. Usare il proprio sex appeal per ricavare informazioni era una tecnica a cui non aveva mai pensato, non ritenendosi poi una così grande seduttrice.

Ma forse non era un’idea del tutto da buttare.

Si girò a guardare il biondo che le riservò un'occhiataccia.

< Che hai da guardare? > chiese brusco.

< Niente stavo solo pensando > restò vaga, continuando a sghignazzare tra se e se.

Dopo qualche minuto Clara fu di ritorno, con ancora il receptionist alle spalle che non accennava a staccarsi.

< Grazie mille Alex, sei stato di grande aiuto > lo liquidò con un lieve bacio su una guancia, lasciandolo li a fantasticare ad occhi aperti.

< Allora? Hai trovato qualcosa di utile? > la apostrofò il biondo non perdendo tempo.

< Certo che ho trovato qualcosa, per chi mi hai presa signor detective >

Amy non riuscì a trattenere una risata.

< Allora vogliamo andare, Clara, signor detective >

Mello sbuffando le prese entrambe per un braccio trascinandole verso l’uscita. 

Nel tragitto che li separava dall’appartamento nessuno dei tre proferì parola. Chi troppo impegnato a rimuginare sulla propria vendetta, chi sul caso, e chi invece, come Amy, sulla situazione in generale.

 

 

 

La porta dell’appartamento si spalancò facendo sobbalzare Matt, che era comodamente coricato sul divano a trafficare con il computer, indossando solo un paio di jeans scoloriti. Cosa che non avrebbe turbato nessuno, se non fosse che era presente un ospite.

Clara arrossì vistosamente alla vista del ragazzo, e la cosa fu reciproca.

< Vado a mettermi qualcosa addosso > affermò il gamer, spegnendo il computer e dirigendosi verso la propria camera.

Tornò poco dopo con un’immancabile maglia a righe, e nel mentre gli altri si erano già accomodati sul divano.

Matt prese posto tra Amy e Clara, rivolgendosi poi a quest’ultima.

< Piacere io sono Matt > allungò la mano verso di lei.

< Clara > gliela strinse con un mezzo sorriso e le guance tinte di rosso.

Si riprese però quasi subito strabuzzando gli occhi e rivolgendosi ai due ragazzi.

< Avete lo stesso nome, non è un pò difficile per il vostro lavoro, per caso avete dei nomi in codice? >

Amy capendo il malinteso si affrettò a chiarire.

< Oh no, scusami ma per motivi che tu puoi ben capire non abbiamo voluto dirti subito la verità. Matt è il ragazzo con la maglia a righe, mentre il signor detective risponde al nome di Mello >

La bionda aggrottò le sopracciglia.

< Aspetta ma quindi il tuo fidanzato è Matt Matt o Matt Mello? >

I due interessati si girarono a guardarla e Amy cercò di cambiare subito discorso.

< Oh non siamo qui per parlare di me, Clara che ne dici di parlarci di ciò che hai scoperto? > la incalzò sperando di uscire da quella situazione imbarazzante.

Clara annuì, prendendo la scena.

< Ho guardato la stanza che mi ha indicato Amy, e ho notato che nell’ultimo periodo è stata prenotata parecchie volte per delle conferenze, sono segnati quasi tutti nomi maschili tranne uno > estrasse velocemente il cellulare dalla tasca.

< Il suo nome è Yami Yugosa, essendo l’unica donna mi sono insospettita e ho cercato più informazioni, ma sembra che qui abbiamo a che fare con un fantasma. Non c’è niente di niente su di lei > disse sconsolata la biondina.

Matt, intenerito dalla ragazza, tentò di confortarla facendole spuntare un piccolo sorriso.

< Non preoccuparti Clara, sei stata di grande aiuto, almeno ora abbiamo qualche indizio in più >

Amy spostava gli occhi dal fidanzato alla ragazza, notando come quest’ultima non facesse altro che arrossire ad ogni sguardo del gamer.

< Bene, direi che a questo punto abbiamo un individuo più che sospetto su cui indagare, ma non dobbiamo perdere di vista il nostro piano, domani sarà il grande giorno perciò dobbiamo essere preparati > disse la rossa alzandosi e iniziando a gironzolare per la stanza in preda ad un misto tra ansia ed euforia.

< Clara tu rimarrai qui con Matt, lui sarà in grado di proteggerti e in più potrai sempre fornirci altre informazioni se dovessi scoprire qualcosa dall’hotel, mentre tu… > si girò verso Mello che la guardava annoiato smangiucchiando la sua cioccolata.

< Tu vedi di comportarti come una persona civile e vatti a studiare un pò di galateo > lo apostrofò tornando a sedersi sul divano.

Il viso del biondo si aprì in un ghigno.

< Rimarrai piacevolmente sorpresa nel scoprire quanto so essere galante >

La ragazza sbuffò non degnandolo di risposta, rivolgendosi invece agli altri due.

< Avete capito tutto? > chiese.

I due annuirono all’unisono, facendo sorridere internamente la ragazza.

Clara poi si alzò, annunciando a tutti che era ora, per lei, di tornare a casa.

< Matt accompagnala tu, non è sicuro per lei girare sola in questo momento > disse Amy, ricevendo un sorriso di ringraziamento dalla bionda.

Il ragazzo annuì, seguendola e uscendo assieme a lei dalla porta.

La rossa fece giusto in tempo a voltarsi, prima che lo sguardo di scherno di Mello la raggiunse.

< Che vuoi? > chiese acida.

< Lo spingi tra le braccia di un’altra donna cosi spudoratamente? >

< No, ma spingerei volentieri te giù dalla finestra in questo momento > disse rivolgendogli un falsissimo sorriso.

< Perciò domani dovremo interpretare una felice coppia di sposini > constatò il biondo.

< Oh ti prego, saremo una coppia sposata, possiamo comportarci  esattamente come facciamo di solito > rispose lei, mentre sistemava i documenti sparsi sul tavolo.

< Stai insinuando che di solito ci comportiamo come una coppia sposata? >

< Smettila di interpretare tutto a tuo piacimento > sbuffò.

Mentre finiva di sistemare gli ultimi i fogli gliene capitò in mano uno veramente interessante.

< E questo da dove salta fuori? > chiese alterata.

Mello si girò verso di lei svogliatamente.

< Sono i risultati delle analisi sul sangue che hai trovato in casa del signor Cotman, ma non è nulla di interessante lascia perdere >

< Nulla di interessante! Ma che razza di detective sei?! Qui c’è un altro nome oltre quello della vittima > sbottò irata.

< Si ma non corrisponde a nessuno dei sospettati, perciò dato che avevamo già una pista ho pensato potesse essere stato un tentativo di depistaggio o quant’altro. Insomma pel di carota se dovessimo concentrarci su ogni particolare insignificante non ci salteremmo più fuori, bisogna focalizzarsi su ciò che abbiamo scoperto e agire al più presto > disse convinto alzando la voce.

< No, no e assolutamente no, ti rendi conto di quello che stai dicendo? Tu sei troppo impulsivo, ecco perché hai quella maledetta cicatrice. Se mi aveste dato questo foglio avrei potuto fare delle ricerche e… > disse bloccandosi, dopo aver digitato il nome dell’individuo sul computer.

< Oh mio dio, quindi è uno di loro > esclamò sorpresa attirando l’attenzione di Mello.

< Di che stai parlando? > chiese curioso.

< Quando sono andata all’hotel la prima volta stavo pedinando un uomo, l’ho seguito fino alla Hall, ma poi si è diretto all’ascensore e non ho potuto più seguirlo. Però quando è entrato ho notato il tizio che vedi su questo schermo proprio di fianco a lui, ma non si sono ne guardati ne parlati, perciò non ci ho dato troppa importanza, e poi, dopo aver scoperto ciò che volevano fare ad L sono rimasta sconvolta e me ne sono andata senza indagare oltre > sospiro affranta.

< Cavolo sono un’idiota, non ho nemmeno avvertito L a causa del mio orgoglio >

Mello rimase sorpreso davanti al crollo totale della ragazza.

< Piantala di frignare > riuscì solamente a dirle.

< Scusami è che sono davvero distrutta, non ce la faccio più. Con tutto quello che è successo con L e i casini con Matt sto impazzendo > ammise sconsolata rialzandosi e avviandosi verso la propria stanza.

< Vado a dormire, ci vediamo domani > mormorò.

Appena fu in camera si buttò distrattamente sul letto, ripensando a tutto ciò che era successo in quel periodo.

La sua sanità mentale stava crollando, ma doveva rimanere lucida fino alla risoluzione del caso. L’indomani avrebbero dovuto darsi davvero da fare per trovare qualcosa di utile e decisivo.

Si tolse velocemente i vestiti, mettendosi sotto le coperte e cercando di prendere sonno. Era di vitale importanza che la sua mente restasse attiva e concentrata. Il piano che aveva elaborato era tanto brillante quanto pericoloso, e non avrebbe permesso che nessuno dei suoi compagni ne uscisse ferito o addirittura ucciso.

In particolare uno di loro. 

Non riusciva a non pensare di star mettendo Mello nei guai.

Ormai non poteva più negare a se stessa i sentimenti che provava per quell’idiota biondo.

< Accidenti > mormorò tra se e se, guardando lo scatolone contenente i vestiti. Domani sarebbe stato il momento decisivo, e l’ansia si stava impadronendo di lei non permettendole di dormire.

Così si alzò velocemente, dirigendosi verso la cucina. Forse con una tisana sarebbe riuscita a darsi una calmata.

Prese dalla credenza una tazza e una bustina di tè, ma non appena si girò per prepararlo la tazza quasi non le cadde dalle mani.

< Mio dio, vuoi uccidermi prima del tempo? > disse facendo comparire un ghigno sul volto del ragazzo.

< Non riesci a dormire pel di carota? > chiese il biondo, sgranocchiando la tavoletta di cioccolato che aveva in mano e poggiandosi con la schiena al muro.

Amy si perse a guardarlo.

Indossava solamente i pantaloni della tuta che, essendo logori e con l’elastico consumato, gli scivolavano sui fianchi magri, lasciando intravedere l’elastico dei boxer neri. Il busto nudo era solcato dal continuo della cicatrice che gli sfregiava il volto.

A volte si chiedeva se Mello fosse consapevole di essere tremendamente sexy.

Nel frattempo il ragazzo era intento a pensare la medesima cosa, osservando la rossa coperta da una misera canotta striminzita e semitrasparente.

< Hai finito l’esplorazione? >

Amy distolse frettolosamente lo sguardo.

< Che diavolo vuoi Mello? > chiese fredda, cercando di nascondere la sua preoccupazione.

< Ti ho fatto una domanda, ma a quanto pare eri troppo occupata a mangiarmi con gli occhi per rispondermi > la provocò.

< Piantala, non sono in vena > disse passandosi svogliatamente una mano tra i capelli.

Mello si sedette su una sedia, cambiando totalmente espressione, avendo intuito cosa impensierisse tanto la ragazza.

< Hey >

Amy si sentì chiamare, prima di essere trascinata sopra le gambe del ragazzo.

< Pel di carota vedrai che andrà tutto bene. Non essere così fifona, non ti succederà niente > le disse scostandole i capelli dal volto.

La mano partì veloce verso il suo viso, venendo però prontamente fermata.

< Idiota, non sono preoccupata per me > disse rabbiosa liberandosi.

< E lo saresti per me? Dovresti saperlo che ho la pellaccia dura, non ricordi che hanno già provato a farmi fuori un paio di volte? >

< Già, e guarda cosa ne hai ricavato > disse alludendo alla sua ustione.

< Eppure non pensavo ti dispiacesse >

< No, non mi dispiace, ma mi piacerebbe saperne l’origine > tentò di estorcergli qualche informazione, ma con scarsi risultati.

< Non è ancora il momento, e in più ora è tardi > 

Amy decise di non insistere, facendosi cupa in volto all’improvviso.

< Mello, ti prego, promettimi che starai attento > disse prendendogli il viso tra le mani.

Il biondo sospirò.

< Se serve a farti stare più tranquilla va bene > replicò con tono stranamente dolce.

Lei fece un mezzo sorriso, e con le mani ancora sul suo viso tentò di avvicinarsi. Mello d’altro canto la bloccò allontanandosi e, dopo averla fatta scendere dalle sue gambe, fece per andarsene, venendo però fermato dalla rossa.

< Ti prego > disse avvicinandosi ancora, ma il biondo la fermò di nuovo.

< Pel di carota ne abbiamo già parlato, non pensare che per me sia facile >

Lei annuì tristemente allontanandosi, e il ragazzo non riuscì a reprimere una piccola risatina.

< Che c’è di tanto divertente? > chiese offesa.

< Nulla scusami, è che sono sempre stato convinto di essere l’unico disperatamente innamorato > 

La rossa sgranò gli occhi, doveva essere davvero stanco per dire una cosa del genere. In condizioni normale Mello non le avrebbe mai parlato così.

< Ti rendi conto di esserti appena dichiarato? >

Lui sorrise.

< Lo so, vai a dormire Clarissa > disse per poi andarsene.

In quel momento il cuore di Amy smise di battere per qualche secondo, dandole l’impressione di essere appena stata vittima di Kira.

   
 
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