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Autore: Jane P Noire    19/09/2020    1 recensioni
Rowan Monroe ha sempre fatto di tutto per passare inosservata. Non vuole fare nulla che possa attirare l'attenzione sulle persone che l'hanno cresciuta, i Vigilanti, angeli caduti dal Paradiso e costretti a restare sulla Terra per proteggere la razza umana, e soprattutto su se stessa. La sua vera identità deve restare un segreto perché il sangue che le scorre nelle vene la rende una creatura pericolosa e imprevedibile.
Liam Sterling è l'ultimo ragazzo per cui dovrebbe provare attrazione per una serie infinita di ragioni: perché è un umano, perché a scuola è popolare, perché l'ha sempre ignorata, e soprattutto perché suo fratello è appena stato ucciso in maniera misteriosa e orribile da un demone. Ma quando lui la implorare di aiutarla a scoprire la verità e dare giustizia al fratello, Rowan accetta anche se è consapevole che questa scelta potrebbe essere la fine di tutto ciò per cui ha lavorato negli ultimi diciotto anni della sua vita.
Genere: Horror, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Una… cosa
«Sono metà angelo e metà umana», spiegai in un sussurro. «E conosci quella regola in grammatica che dice che due negazioni fanno un affermazione?»
Lui annuì, teso. «Sì.»
«Be’», mi strinsi nelle spalle, «nel mio caso è l’esatto contrario. A quanto pare, la progenie di due creature buone è sempre un essere malvagio.»
Liam inarcò un sopracciglio. «Tu malvagia?»
Scossi la testa. «Tu non capisci.»
«Allora spiegamelo.»
«I Nephilim sono stati annientati più di mille anni fa dai demoni e dai Vigilanti.» Gli voltai le spalle perché non riuscivo più a sopportare l’intensità delle sue iridi. Deglutii a fatica il nodo di lacrime che mi era salito in gola. «I primi desiderano il nostro sangue, perché ha il sapore e l’odore del Paradiso; mentre i secondi erano stati incaricati dagli Arcangeli, le autorità di lassù, di distruggerci perché eravamo un pericolo per la razza umana.»
«Rowan.» La sua mano che si posò sulla mia sulla spalla e la sua voce profonda troppo vicina al mio orecchio mi fecero tremare di piacere. «Non ho bisogno di conoscerti da molto tempo per sapere che non c’è niente di malvagio o pericoloso in te.»
«Sbaglio, o ti ho atterrato come un sacco di patate la prima volta che ci siamo parlati?»
«Ma quello era…»
«Io sono pericolosa», lo interruppi con tono che non ammetteva repliche. «Il mio sangue angelico mi dona una forza e una velocità superiore a quella di qualsiasi umano, dei Vigilanti e anche dei demoni di basso rango, posso guarire in fretta e sono in grado di sopportare forti sforzi fisici. Ma il mio lato umano, quello che definisce i miei pensieri e i miei sentimenti, è ciò che mi rende suscettibili alle emozioni e agli istinti.»
Liam mi guardò a lungo la guancia che era rivolta verso di lui. «Rowan, non capisco. Come fa ad essere una cosa tanto brutta?»
«Io sono pericolosa», ripetei. Sentivo le lacrime bruciarmi gli occhi, ma impedii loro di riversarsi sul mio viso. Non mi sarei mai perdonata se fossi scoppiata a piangere davanti a lui come una cretina. «Lo sapevi che i Nephilim erano definiti anche giganti? E, che tu ci creda o no, non è una metafora. Erano davvero dei giganti. Il loro potere era cresciuto così tanto da trasformali in veri e propri mostri. Avevano rinnegato i loro padri angeli e si rifiutavano di vivere in pace insieme agli umani. Volevano regnare sulla Terra come gli angeli governano il Paradiso e i demoni l’Inferno.»
«Okay, e questo spiega perché dici che è severamente proibito ai Vigilanti di stare con gli umani.» Fece un passo in avanti, io uno indietro. «Ma, Rowan, tu non sei come loro.»
«Forse non adesso. Ma potrei trasformarmi in qualsiasi momento in un mostro gigante e fare del male a chiunque proverà a fermarmi, anche le persone che adesso amo.» Abbassai lo sguardo sulle mie mani. Quelle non erano le mani di una ragazza di diciassette anni. Le unghie erano corte e mangiucchiate. I calli dovuti a tutti gli anni di allenamento mi inspessivano la pelle dei palmi e delle dita. Quelle erano le mani di un mostro, capace di atti terribili.
«Tu non faresti mai del male a nessuno», si interruppe e alzò una spalla, «be’, nessuno che non sia un demone.»
«Quando i Nephilim si trasformavano in giganti, perdevano la loro memoria umana. Non riconoscevano nemmeno i loro genitori umani, gli amici di quella metà della loro vita. E li uccidevano senza provare alcun rimorso.»
Lui rimase in silenzio per quella che mi sembrò un'eternità.
Allora mi feci coraggio e sollevai gli occhi su di lui. Liam mi osservava con attenzione, con le sopracciglia aggrottate verso il centro della fronte e le labbra schiuse come se fosse sul punto di parlare. Ma nei suoi occhi non c’era né la pura né il disgusto che io avevo temuto di trovare. «A te non succederà.»
«Come fai ad esserne così sicuro?»
«Perché tu sei buona.»
«Buona?» Sollevai un sopracciglio, mentre le mie labbra si piegavano in una smorfia. «Puoi descrivermi con mille parole, Liam, ma “buona” decisamente non è una di quelle.»
«Invece, “buona” è proprio una delle prime parole che userei per descriverti, subito dopo “bellissima” ovviamente. E sai perché?»
Scossi la testa, il labbro inferiore torturato dalla fila superiore dei denti.
«Perché hai deciso di aiutarmi in una folle caccia ai demoni per impedire che mi faccia ammazzare o che finisca laggiù. Perché stai indagando sul demone che ha ucciso mio fratello, anche se Danny ti trattava di merda sin dal primo giorno.»
Alzai gli occhi al cielo nella speranza di cacciare indietro tutte le lacrime che mi offuscavano la vista. «Liam, avevo tutta l’intenzione di indagare sulla morte di Daniel anche prima che me lo chiedessi tu. E non per qualche ragione nobile e altruista, credimi. Né per dimostrare ad altri che sono capace di fare il culo ad un demone – alla villa, l’intera legione è consapevole di cosa posso fare e ne ha paura.»
«Allora perché?»
«Perché io…» Mi morsi il labbro, indecisa se continuare a parlare, oppure no. Alla fine mi decisi di mandare al diavolo la ragione perché tanto ormai mi ero spinta troppo oltre e non aveva senso trattenersi ancora. «Perché il mio tempo per scadere.»
Liam impallidì e barcollò sul posto come se lo avessi colpito al petto. «Che cazzo vuol dire che il tuo tempo sta per scadere? Sei malata?»
«In un certo senso.» Sospirai con forza. «Io sono diversa dagli altri della mia razza, perché mio padre non è un angelo qualunque. Lui è un Arcangelo, uno dei preferiti del Grande Uomo lassù
Liam sgranò gli occhi così tanto che la montatura leggera dei suoi occhiali scivolò fino alla punta. Deglutì a vuoto un paio di volte, poi si schiarì la voce. «E quale?»
«Meglio che tu non lo sappia. Ma è solo grazie a lui se non sono stata fulminata nel momento stesso in cui sono uscita dal grembo di mia madre. Non che questo abbia impedito ai demoni di dare la caccia a me e chiunque abbia mai provato a proteggermi.»
Calciai con rabbia un sasso. «È così che è morta mia madre. I demoni cercavano me, perché mi ero tirata una pellicina e mi era uscita una minuscola goccia di sangue dal dito. Ci trovarono nel giro di qualche minuto. Abbiamo provato a scappare, ma noi avevamo una vecchia monovolume usata e loro le ali. Ci raggiunsero e… Mamma si è messa davanti a me per proteggermi. Ma era solo un’umana e…» Le lacrime avevano offuscato tutti gli alberi che avevo intorno, e adesso vedevo solo una massa informe di arancione e giallo. «Prima di cadere in terra, mi disse di scappare e io lo feci senza nemmeno guardarmi indietro. Corsi all’interno di una chiesa lì vicino e rimasi dietro l’altare per ore, a piangere e pregare che non mi trovassero. Il parroco uscì dalla sacrestia, mi vide e chiamò Elias – forse non lo sai, ma alcuni preti e poliziotti collaboravano con i Vigilanti da ancora prima che questi annunciassero la loro esistenza al resto dell’umanità. Lui venne con metà della legione. Mentre gli altri affrontavano i demoni, Elias mi portò in salvo. Mio padre gli aveva dato l’incarico di tenermi al sicuro fino al compimento dei miei diciotto anni.»
Mi abbracciai il busto, cercando di colmare quel vuoto che sentivo dentro di me ogni volta che ripensavo a come avevo perso mia madre e come ora stavo perdendo Elias. Ma non avevo finito di parlare: «È stato solo qualche mese dopo che Elias mi disse cosa ero veramente, quali rischi correvo. E soprattutto quanto tempo mi restava. Mi disse che gli Arcangeli mi hanno concesso diciotto anni per dimostrare di essere diversa dagli altri della mia razza e per mostrarmi degna della grazia, il perdono divino.»
«Che succede quando avrai compiuto diciotto anni?» Liam aveva la voce estremamente rauca dopo esser rimasto in silenzio per così tanto tempo ad ascoltare.
Nascosi le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni e sollevai le spalle, anche se non c’era proprio niente di leggero in tutta quella situazione. «Gli Arcangeli verranno da me. Incluso mio padre.»
«E?»
«O riceverò la grazia, o mi uccideranno.»
«Quando…» La sua voce si spezzò a metà della frase. Si schiarì la gola e ci riprovò: «Quando è il tuo compleanno?»
«Fra due mesi.»
«Cazzo.» Liam si passò una mano sulla bocca e distolse lo sguardo dal mio viso.
«Quando ho saputo della morte di Daniel, ho pensato che se io avessi trovato e ucciso il demone responsabile, mi sarei dimostrata degna. È tutta la vita che cerco un’occasione per dimostrare che posso essere migliore dei miei antenati. Che merito di vivere.» Feci un sorriso amaro. «Come vedi, non sono così buona come credevi. Voglio solo… Io non voglio morire, Liam.»
Lui si voltò verso di me con uno scatto, poi si mosse in avanti e mi raggiunse con due sole falcate. Ancora una volta mi avvolse i fianchi con le braccia e fece in modo che ogni centimetro dei nostri corpi fosse incollato. Il petto gli si muoveva freneticamente contro il mio e sentivo il battito del suo cuore riverberarsi anche nelle mie costole. O forse era solo il mio.
«Tu sei buona. Sono loro gli stronzi che ti hanno affidato un compito impossibile.»
«Liam, le storie sui Nephilim sono tutte vere. Hanno massacrato intere civiltà e loro hanno paura che possa ricapitare. E anche io ho paura… Non voglio morire, ma non voglio nemmeno diventare come loro.»
«E lo capisco. Davvero.» Mi accarezzò la curva del fianco, attirandomi sempre di più contro di lui. «Ma nessuno è interamente buono o cattivo. Tutti hanno un po’ di entrambe le cose dentro. Sono le scelte che facciamo che determinano dove andrà la nostra anima quando sarà tutto finito. Me lo hai detto tu, la prima volta che mi hai spiegato come funziona tutto questo casino. Libero arbitrio. E loro te lo stanno portando via.»
Chiusi gli occhi e aprii la bocca per parlare: «Ma…»
«Non sei un essere malvagio, a dispetto di quello che tu credi di te stessa. Non riesco nemmeno a immaginare come sia stata la tua vita e non fingerò di farlo. Ma, credimi, io ho visto la bontà e la bellezza della tua anima e non posso permettere che tu ti convinca che non ce ne sia», disse.
Inspirai profondamente il suo profumo di menta. «E non ti importa che potrei trasformarmi in un mostro gigante e uccidere te e tutti quelli che conosci.»
«Sarai sexy anche in versione gigante, ne sono sicuro.»
«Liam…» Alzai gli occhi al cielo.
«Non mi importa di quale sangue scorre nelle tue vene.»
Mi morsi il labbro per reprimere il sorriso di sollievo e gioia che mi stava spuntando sulle labbra. Il petto si liberò del peso che mi aveva oppresso fino a quel momento, e io mi sentii finalmente libera di respirare. «Okay.»
«Okay», ripeté. Mi scostò dietro la spalla la treccia e mi accarezzò il collo. Anche se l’istinto mi diceva di allontanarmi, questa volta non lo feci. «Allora non devi più spaventarti ogni volta che provo a toccarti.»
«Non ho paura.» Sollevai gli occhi sui suoi.
«Per caso…» Esitò per qualche istante, poi dopo aver espirato profondamente dal naso, disse: «Per ottenere la grazia devi restare vergine? È per questo che ti tiri sempre indietro?»
Arrossii tanto da sentirmi il viso andare a fuoco, e gli colpii la schiena con uno schiaffo piuttosto forte. «Sei davvero arrogante, lo sapevi, vero?»
«E tu sei violenta. Ma non fraintendere, è una delle ragioni per cui mi piaci così tanto.»
«Anche tu mi piaci, Lee», confessai. «E una parte di me detesta sentirsi in questo modo.»
«Perché sono presuntuoso e arrogante?»
«E anche più cocciuto di un mulo.»
«Buona a sapersi.»
«Ma no, non è per quello. È perché non riesco a concentrarmi su niente.»
«Ti distraggo troppo? Passi le giornate a pensare a me?»
«Liam, questa è una faccenda seria. Quel demone nel bagno dei ragazzi è riuscito a cogliermi di sorpresa perché io ero troppo distratta da te. Poteva farti del male sul serio, e poteva fare del male a me.»
«Vorrà dire che mi porterò sempre dietro un vocabolario.»
Gli lanciai un’occhiataccia. «Non scherzare.»
«Hai ragione.» Strofinò la punta del naso contro la mia guancia, facendomi rabbrividire fra le sue braccia che subito si strinsero attorno al mio corpo. «Sai, potresti insegnarmi a combattere.»
«Io non credo che…»
Mi interruppi di colpo quando sentii un gemito sommesso alle mie spalle. Voltai la testa con uno scatto così violento da frustarmi una guancia con la punta della treccia. Osservavo la strada secondaria doveva avevamo fermato la macchina. Era una stradina piccola e stretta, circondata da fitti boschi su entrambi i lati. E non c’era nessuno.
«Che succede?» mi domandò Liam. La sua voce era tesa.
«Non…» Sentii di nuovo quel gemito sofferente e mi interruppi. «Credo che di aver sentito qualcosa.»
«Un demone?»
Non risposi.
Una ragazza era sbucata da dietro un albero e, nel vedere il suo aspetto, trattenni il fiato.
Non poteva avere molti più anni di me, con quel viso dalle guance tonde e piene e con gli occhi grandi come quelli di un cerbiatto spaventato. Si passava si continuo la mano sui capelli neri e cortissimi, mentre si guardava intorno con aria spaurita e persa. Indossava una lunga camicia da notte bianca ed era scalza. E se non fossero stati tutti quei indizi a farmi credere che la ragazza di fronte a me fosse morta, i tagli profondi che aveva sulla gola e sui polsi erano una prova decisamente impossibile da ignorare.
Avvolsi le dita nella mano di Liam. «C’è un fantasma. E ha le stesse ferite di Daniel.»

 

   
 
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