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Autore: Camila Serpents    19/09/2020    0 recensioni
Mia Castillo e Derek Adams: due tasselli diversi dello stesso puzzle da mille pezzi. Sembrano tutti uguali, apparentemente si incastrano con tutti, ma solo uno è quello che combacia alla perfezione con l'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Nuovo anno, nuove avventure, nuovi casini da combinare.
Era questo che frullava nella testa di Mia mentre stringeva fra indice e medio la sua cento's appoggiata con la schiena sulla portiera della sua auto.
In lontananza vedeva i Jo-Jo sbaciucchiarsi su uno dei muretti che formavano il perimetro della scuola, lei seduta con le gambe arpionate al bacino di lui, mentre ci davano dentro.
Jolene Morgan e Joshua Harris formavano da due anni quelli che tutti definivano i Jo-Jo: erano decisamente la coppia più invidiata dell'intero liceo. 
Si diceva che fossero indistruttibili, che nessuno potesse dividerli o provare a mettersi tra di loro, anche perché, Jolene, non era proprio mansueta e non si sarebbe fatta mai sfuggire l'opportunità di mettere le mani addosso a qualche puttanella che ci provava in modo scanzonato con il proprio uomo. I suoi lunghi capelli neri, il suo stile gotico e i suoi grandi occhi marroni tendenti al verde, facevano temere di lei quando si arrabbiava. Starle il più lontano possibile era la regola per salvare la pelle. 
La sua dolce controparte aveva due belle spalle larghe, piazzato e con una chioma che cambiava all'incirca ogni due mesi. Joshua amava tingersi i capelli ma adorava ancora di più abbinare un accessorio a questi ultimi: non importava se fosse il foulard o una cintura. Era il pupillo del professore di teatro, aveva preso parte a tutti i musical dal primo anno e veniva descritto come una stella nascente con un talento innato per le arti teatrali. 
Come è semplice immaginare, moltissime ragazze gli lasciavano infilate nel suo armadietto lettere dove gli esprimevano la loro ammirazione e il loro trasporto amoroso. Ma Joshua non aveva che occhi solo per la sua Jolene.
- Che si prendessero una camera quei due no? - la voce di Avril risuonò alle sue spalle.
- Sempre puntuale tu eh? Sono venti minuti che ti aspetto stronza. - Mia guardò la sua migliore amica e allargò le braccia per abbracciarla.
- Sai come sono fatti Jolene e Joshua. - disse sapiente. - Lui fuoco e lei benzina, pronti a dare fuoco ad ogni posto in cui si fermano per limonare. - Avril chiuse la macchina, prese l'amica sottobraccio e si avviarono ridendo verso il loro ultimo anno di liceo.

La Mastricht High era sempre la stessa: ordinata e pulita in modo maniacale. Era un istituto per ragazzi di famiglie borghesi, di un certo grado di ricchezza. Indubbio era che ogni studente avesse almeno qualcosa che costasse un occhio della testa.
Mia Castillo e Avril Bennett erano due di quelle; la prima, figlia di un architetto che aveva lavorato per i migliori progetti dell'intera città e di una chef che aveva incominciato come lavapiatti fino ad arrivare dove era ora: a possedere un ristorante gourmet di successo.
La seconda non era da meno: papà giudice del tribunale per i minorenni e mamma avvocato. Si erano conosciuti proprio nel loro ambiente, classica famiglia consolidata da una vita senza apparenti problemi, se non fosse per le innumerevoli corna che contava la signora Bennett, più di un cervo in primavera, per intenderci.
I bagni della scuola erano ampi e spaziosi: sulla sinistra un fila di lavandini dorati e poco sopra, attaccato al muro, uno specchio con un imponente cornice barocca che richiamava il colore dei rubinetti impegnava poco più della metà della parete. Sul lato opposto, c'erano le porte dei sanitari di colore rosso che davano un tocco pop all'ambiente lussuoso in cui erano immersi.
Jolene aprì una di quelle porte spazientita. - Queste calze mi faranno impazzire, ogni volta per tirarle su è un dramma. - sbuffò infastidita.
- Magari è venuto il momento che la tua estetista smettesse di assecondare la tua idea di farti le unghie a stiletto, rompi due paia di calze al giorno, sta diventando imbarazzante. - Brianna, guardò l'amica con fare ironico.
- Come se due spicci per le calze la rendessero povera, potrebbe comprare tutte le industrie tessili con tutti i soldi che ha il padre, quindi per favore. - disse Norah a mezza bocca, mentre era impegnata a girare a bandiera una canna. - Et voilà! - proferì mentre la stringeva sul lato della bocca e sistemava tutto l'occorrente nel borsello che le scendeva sul fianco legato alla cintura della sua gonna. 
- Andiamo a cercare quelle due trucide di Mia e Avril, ci staranno già aspettando al solito posto. - Jolene fu la prima ad uscire, seguita dalle altre due. 
Attraversarono il corridoio principale della scuola pieno di armadietti e di persone che si affollavano davanti alle aule dei propri corsi. Arrivarono ad uno slargo noto a tutti come la bocca del drago in quanto sul pavimento erano rappresentate le fauci spalancate di un dragone rosso e dorato, dove all'interno c'era scritto, in stile gotico, Mastricht High.
Quel punto della scuola portava in tre posti differenti: proseguendo ai due lati si usciva in due parti opposte del giardino che circondava l'intera scuola. Andando dritto invece, c'erano gli spogliatoi della squadra di football. 
Svoltarono a destra, scesero le scale bianche che portavano ai parcheggi accanto al campo dove si tenevano le partite dei Red Dragons. Dietro di loro l'edificio della scuola si mostrava imponente, mentre continuavano a camminare verso il luogo dell'incontro.
- Eccovi finalmente cucciole. - Norah aprì la porta di un vecchio scantinato ormai arrugginita. 
- Alla buon'ora! Siete state capaci di essere più ritardatarie della sottoscritta e voglio dire, ce ne vuole. - Avril rise di gusto, mentre salutava le amiche appena arrivate.
- Blaterate un po' troppo per i miei gusti, accendetela e poche chiacchiere. - Mia rise porgendo l'accendino all'amica che deteneva la canna. - Ah, ti busso Amò. - con le nocche la toccò su una spalla con fare giocoso, come se stesse chiedendo il permesso per entrare.
Una nuvola di fumo bianco e denso si sollevò nell'aria, Brianna mise una canzone di sottofondo, mentre tutte prendevano posto in quello scantinato che era diventata la loro tana. 
- Devo dire che dopo averlo ripulito non è così male. - Jolene si guardò attorno e si accomodò su quella che in passato era stata sicuramente la gabbia di una centralina elettrica ormai in disuso.
- Ci siamo impegnate tanto per sistemarla, sono felice del risultato! - disse entusiasta Avril. 
Tutto cominciò un anno fa, quando Norah andò in ricognizione per trovare un angolo della Mastricht che fosse non solo poco affollato da altri studenti ficcanaso, ma dove soprattutto, non ci fossero professori in costante passaggio. Era una scuola altolocata e il preside Brown era stato molto chiaro: il primo che fosse stato trovato a fare bravate illegali sarebbe stato punito severamente. 
Era da poco iniziato l'anno scolastico e tutti sapevano dell'apertura del piano superiore e della chiusura di quello inferiore per motivi che non erano stati ben spiegati: probabilmente per le poche finestre e la poca luce. D'inverno si gelava e d'estate di bolliva, nonostante i climatizzatori, ma si sapeva che sarebbe stata una situazione momentanea. Fatto sta che i genitori pagavano e volevano sempre che i loro soldi fossero ben impiegati ed anche in fretta. Così quell'anno ci fu una grande inaugurazione della biblioteca ai piani alti: Si godeva di una vista su tutta la città, le pareti che davano verso l'esterno erano completamente vetrate. C'erano computer, macchinette per il caffè e snack oltre che, ovviamente, scaffali pieni di libri di qualsiasi genere.
Dopo qualche giorno, Norah diede la buona notizia alle ragazze: era riuscita ad aprire la porta dello sgabuzzino della vecchia aula studio dove gli inservienti tenevano tutto l'occorrente per le pulizie. Era abbastanza grande, sebbene pieno di polvere. Quel lato della scuola era ormai poco frequentato e nessuno avrebbe mai pensato che un gruppo di ragazze benestanti e all'apparenza con la puzza sotto al naso, potesse infilarsi in un buco simile. 

- Non fare la stronza e passala dai. - Brianna guardò Jolene sbatterle davanti al naso la canna in modo provocatorio. - Tieni Bibi. - risero amichevolmente, lasciandole gli ultimi tiri.
- Togliete un secondo la musica. - Mia sventolò la mano a mezz'aria. - Sento un vociare. - proferì sospettosa.
Erano chiaramente dei ragazzi e avevano necessità di sapere chi erano. Avril prese uno sgabello, una volta salitaci sopra, si sporse dalla finestra in alto. Si girò verso le amiche muovendo le labbra, senza pronunciare alcun suono. Dal labiale intuirono che lì fuori c'era Derek Adams e i suoi tre compagni inseparabili: Ian Peterson, Noah Allen e Luke Torres.
- Ehi che ci fai lì Avril?!- la voce di Ian precedette il suono sordo di una caduta. 
- Ma che cazzo. - la faccia della bionda era assolutamente esplicativa, un misto fra dolore e incazzatura.
Brianna spense la cicca nel posacenere sopra una piccola mensola, e seguì Mia fuori alla porta.
Non aveva idea di quale balla avrebbe inventato, avrebbe improvvisato come al solito. Prima di uscire si soffermò davanti allo specchio che aveva portato Jolene. Indossava un cardigan over-size nero morbido, una canotta glitterata nera dentro ad un gonna leopardata a tubino. Ai piedi, degli stivaletti borchiati dorati. Spostò i capelli castani su un lato, facendo finta di non notare gli occhi leggermente rossi.
- Ciao Adams! - cercò di essere il più naturale possibile. Sorrise dolcemente senza sembrare in ansia.
- Ehi Mia, che combinate lì dentro? - disse curioso. 
Derek era alto almeno venti centimetri in più di lei, capelli lunghi castani con dei ricci meravigliosi, gli occhi erano dello stesso colore e gli conferivano un aspetto dolce assieme alle guance piene e sode. I baffi scuri e folti, assieme alla barba gli incorniciavano il viso, conferendogli un aspetto più maturo della sua età. Indossava un chiodo di pelle con la stampa di una gabbia toracica sul davanti, una maglietta di una band che lei non conosceva e dei pantaloni attillati neri da cui scendeva una cintura con dei proiettili. Per concludere, degli anfibi alti fino a metà tibia con la punta in metallo. 
- Noi stavamo...- appena cercò di spiegare, venne interrotta sul nascere.
- Fumando erba, chiaramente. - Luke si fece avanti con un sorriso sornione. - Non è carino farlo senza condividere! - il tono era quello fra un rimprovero e una presa in giro.
- E voi in cambio cosa ci date? - intervenne da lontano Norah mentre si avvicinava. - Io ho l'erba buona visto che la coltivo personalmente, ci vuole qualcosa che vale tanto quanto quello che abbiamo per avere uno scambio equo. - sorrise maliziosa. - Allora? - 
Mia e Derek si guardarono interrogativi. Infondo non capivano perché la discussione stesse andando a finire in quel modo.
- Mio padre ha il più grande birrificio della città. - disse calmo Luke. - Direi che abbiamo tutto il materiale per organizzare una serata come Dio comanda. Non credi? - con fare disinvolto si spostò i riccioli biondi, lasciando intravedere i suoi occhi azzurri come il cielo.
- Benissimo allora, domani è il mio compleanno, aspetto voi e la birra a casa mia per le sette e mezza. La festa è alle nove ma dovete come minimo aiutarci a preparare tutto. - Norah guardò i quattro ragazzi davanti a lei per qualche secondo poi si voltò verso Mia facendole l'occhiolino, la prese per un polso e la trascinò verso la porta.
Derek rimase a guardarla mentre si allontanava, mezzo imbambolato. 
- Fratello ci sei? Abbiamo le prove. - disse Ian passandogli una mano davanti agli occhi. - Sembra che tu abbia visto la Madonna. - rise beffardo.
- Sì, ci sono, stavo solo...- prese il basso che aveva appoggiato al muretto e lo mise in spalla. - Niente ragazzi, andiamo che è tardi. - terminò in modo netto allontanandosi verso la scalinata con passi più svelti rispetto a quelli degli altri componenti della sua band.


𝒞𝒶𝓂𝒾𝓁𝒶'𝓈 𝓅𝒾𝑒𝒸𝑒 𝑜𝒻 𝒸𝒶𝓀𝑒: ehi, se sei arrivat* fin qui, grazie per avermi letto. Spero ti sia piaciuto questo primo capitolo, se sì, fammelo capire votandolo e lasciando un commento. In cambio, ti lascio un pezzo di torta. Muah ♥


   
 
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