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Autore: z0mbie    19/09/2020    2 recensioni
[Drake/Law - SPOILER CAPITOLI 954&990]
"Sei più stato nel North Blue?" chiese improvvisamente l'uomo, intenzionato a smorzare la paura che provava con una domanda apparentemente innocua, a tratti persino confidenziale.
No, Law non era più stato nel North Blue. Quei luoghi erano stati teatri di dolori, paure, sbagli, rimpianti, lutti. Conservava ricordi di fuoco e neve insanguinata. Forse un giorno sarebbe tornato a Flevance, che altro non era che un regno ormai morto. "La Città Bianca" veniva ormai chiamata "La Città Fantasma" e nelle terre del Nord si raccontava che i più impavidi tornassero da quell'isola urlando, piangendo e coprendosi le orecchie. Si diceva che i lamenti disperati dei poveri abitanti echeggiassero tra i vicoli della città e Trafalgar, spesso, si era ritrovato a pensare che sarebbe sceso a questo compromesso, pur di poter sentire la voce della sua Lamy un'ultima volta.
"E tu?" chiese a sua volta il chirurgo senza sarcasmo, evitando deliberatamente di rispondere a quella domanda.
Drake non aveva più messo piede in quei luoghi. E probabilmente non lo avrebbe più fatto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Basil Hawkins, Diez Drake, Trafalgar Law
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ehm, salve. Dunque, in tutta sincerità non so cosa aspettarmi. Questa è una ff nata abbastanza di getto e per di più su un rare pair che probabilmente shippiamo solo io e altre tre persone. Però nulla, eccoci qui insomma. L'ho fatto. Sì, mi piace la DrakeLaw, sì è la mia seconda ship preferita con Law, sì penso che abbiano molto potenziale. Inoltre penso che questi due personaggi siano legati da un qualcosa di strano, forse in virtù del fatto che condividono praticamente lo stesso passato, altrimenti che motivo avrebbe avuto Drake di liberare Law? Ci ha praticamente quasi rimesso la vita per lui, in un certo senso. Comunque sia, so di aver già utilizzato il prompt della prigione (e con Hawkins come partecipante attivo), in vista dell'ultimo capitolo uscito, ho voluto rielaborarlo diversamente e spero di aver fatto un buon lavoro. Non so esattamente cosa aspettarmi, ma ci tengo, ancora una volta, a ringraziare la mia cara amica Giulia perché in fin dei conti questa è una storia che è nata anche grazie a lei. A presto!

 


Disclaimer: One Piece © Eiichiro Oda

Don't play with the devil.

 


"Non informate Mugiwara-ya del mio arresto".
Era stato categorico, perentorio, austero nel suo ordine. Luffy e la sua idiozia avrebbero rovinato tutto quanto. Di nuovo.
D'altro canto Penguin, Bepo e Shachi non accolsero quella richiesta con la prontezza che un sottoposto avrebbe dovuto riservare al proprio leader, in qualsiasi contesto egli si trovasse. L'orso aveva iniziato a tremare e i ragazzi ribatterono animatamente. Penguin strinse i denti e distolse lo sguardo dal suo capitano, Shachi si morse il labbro a sangue, strinse i pugni, sudava freddo. Basil Hawkins osservò la scena con la sua solita ed impercettibile espressione e mentalmente Trafalgar pensò che lo odiava. Lo odiava a morte.
Law era un osservatore attento e meticoloso e, se c'era una cosa che odiava più della perdita del controllo, era l'idea di non poter leggere le persone.
Certo, a sue spese aveva scoperto che non sempre era possibile leggere il prossimo, Cappello di Paglia e la sua ciurma di strampalati ne erano la dimostrazione più che lampante, ma ciò che lo legava a quella banda di totali idioti era un qualcosa di molto più profondo di quanto lui stesso volesse mai ammettere.
Basil Hawkins non contava nulla e un nemico impossibile da decifrare era più pericoloso di un intero esercito armato fino ai denti.
"Forza, Trafalgar. Andiamo." parlò il Mago con il suo tono tipicamente atono, sapendo perfettamente che l'altra supernova lo avrebbe seguito senza battere ciglio. Il chirurgo non lo avrebbe attaccato. Almeno non quella volta, non dopo aver visto uno dei suoi compagni perdere sangue a causa dei poteri del biondo.
Law lanciò ai suoi amici più cari uno sguardo duro e al contempo colmo del più grande degli affetti. Li amava davvero e intensamente e mai avrebbe permesso che un capello sarebbe stato loro torto. Erano la sua famiglia, le persone più importanti dopo una vita passata a perdere chi aveva profondamente amato, erano il simbolo della sua rinascita. Per loro era pronto a discutere persino un'alleanza e non si sarebbe voltato indietro per nessuna ragione al mondo.
Basil Hawkins aveva giocato maledettamente bene le sue carte e Trafalgar, come uno stupido, aveva utilizzato il mazzo sbagliato senza prevedere le mosse avversarie.
Lo aveva fregato, quell'uomo. Odioso, misterioso, impercettibile, forse persino troppo sicuro di sé. Sicuro di avere il coltello dalla parte del manico e di giocare con la sua vita come se avesse tra le mani una delle sue bamboline di paglia.
Forse, però, non tutto era perduto. Arrendersi non era nello stile dell'ex Shichibukai.
Law camminava nei corridoi della prigione della Capitale dei Fiori con sguardo alto, freddo e fiero al tempo stesso. Osservava con disincantato interesse le pareti spesse e definite dei corridoi e poté udire delle urla. La stessa Capitale era in subbuglio a causa di un'esecuzione e i secondini delle 100 Bestie non sembravano risparmiarsi con le torture da applicare nei confronti dei prigionieri, e certo questo non lo spaventava.
In quel momento Trafalgar aveva cose ben più importanti a cui pensare: Eustass Kidd era a Wano e, nell'esatto momento in cui lesse la notizia della sua fuga nel giornale, meccanicamente pensò che un uomo come lui ed i suoi sarebbero stati dei validi alleati per quell'impresa suicida contro Kaido.
Law aveva conosciuto abbastanza l'altro pirata da sapere che era un uomo testardo e violento, sì, ma anche incredibilmente orgoglioso e a modo suo onorevole. Erano stati a letto assieme, alle Sabaody. Erano solo due novellini arroganti, carichi di adrenalina e voglia di divertirsi dopo aver corso il rischio di incrociare un ammiraglio della Marina. Kidd non era esattamente il tipo più razionale con cui poter intraprendere un discorso sensato, e questo Trafalgar lo sapeva perfettamente, ma per fortuna l'altra supernova aveva al suo fianco il Massacratore, probabilmente l'uomo più riflessivo e razionale di quella ciurma di esaltati. Sarebbe stato un ottimo partito e assieme avrebbero trovato un accordo, l'altro pirata era molto più simile a lui di quanto potesse mai immaginare.
Law, inoltre, aveva il sospetto che tra le fila alleate ci fosse una spia, un traditore.
La donna ninja? No, la escludeva. L'ex Shichibukai e quella donna certo non erano in buoni rapporti, ma non aveva motivo di credere che Shinobu stesse passando informazioni ad Orochi e Kaido. Law aveva accumulato abbastanza esperienza nella sua vita da capire se certe lacrime fossero di coccodrillo o meno, e la ninja sembrava dannatamente sincera. Talmente sincera, schietta e diretta da mandare al macello gli amici di un alleato in nome di quella sofferenza che il Paese di Wano pativa da ormai venti lunghi anni.
E in fondo non era la stessa cosa che Law aveva inizialmente avuto intenzione di fare con i Mugiwara, quando li aveva incontrati a Punk Hazard dopo due anni?
"Siamo arrivati. Entra." parlò il Mago, meccanicamente, interrompendo il flusso di pensieri che scorrevano nella mente del Chirurgo della Morte.
Trafalgar incontrò lo sguardo impercettibile del rookie e poi entrò in quella che doveva essere la stanza delle perquisizioni.
Era piccola, illuminata a sufficienza, faceva caldo ed era colma degli effetti personali dei prigionieri, tra i quali svettava con fierezza la sua nodachi, Lamento Spettrale.
"Drake." pronunciò Hawkins, richiamando l'attenzione dell'uomo che, in silenzio, era poggiato alla parete e aveva visto Trafalgar entrare.
Law osservò l'ex contrammiraglio di sottecchi e constatò che in quei due anni non sembrava affatto cambiato. Era un pirata complesso ed interessante, Drake, questo il medico lo aveva sempre pensato.
Curiosamente si chiedeva quali fossero state le motivazioni che avevano spinto l'uomo, ad un passo dalla carica di vice-ammiraglio, ad abbandonare le forze della Marina e darsi alla macchia.
Il sistema doveva essere più corrotto di quanto potesse mai immaginare e ciò che Law aveva scoperto in quei sei mesi passati al servizio del Governo erano forse la punta dell'iceberg.
"Ho liberato i pirati Hearts in cambio del loro capitano." aggiunse senza sembrare così ovvio. Quel tono di voce spento sarebbe stato capace di smorzare ogni sensazione persino nelle cose più banali o informali.
Drake indirizzò i suoi occhi azzurri verso la smilza sagoma del Chirurgo della Morte e non aggiunse altro.
L'ex contrammiraglio aveva conosciuto l'altro pirata molto tempo prima, alle isole Sabaody, e nei suoi occhi di ghiaccio aveva riscontrato arroganza e spavalderia. In quel momento, invece, sembrava avere davanti a sé un uomo totalmente diverso. Forse più maturo, più consapevole che quelle non erano più piccole scaramucce tra criminali di bassa lega e soldati appena arruolati, ma vere e proprie guerre. Che il conflitto di Marineford lo avesse cambiato a tal punto? Dopotutto, tra i restanti super novellini, Law era stato l'unico a scendere a viso aperto sul campo di battaglia per salvare la pelle di Cappello di Paglia per ragioni a chiunque sconosciute.
Un comportamento maturo da parte sua. E piacevole da sapere.
"Perquisisci Trafalgar." Hawkins parlava con fermezza ed austerità in quel momento e poi, indirizzando i suoi occhi spenti verso la figura esile del Chirurgo, continuò "spoglialo".
Il biondo aveva tutta l'aria di essere un uomo incredibilmente rispettato tra i piccoli ranghi di Kaido, e forse era proprio quell'aria di indifferenza e impassibilità a renderlo spaventoso agli occhi dei più deboli. E Law per un istante pensò che, tra le due ex supernove, quello che apparentemente sembrava ricoprire la carica del Tobi Roppo fosse proprio il Mago.
A quell'affermazione, Law vide l'ex contrammiraglio irrigidirsi come una corda di violino, la sua espressione seria era diventata dura, ma tesa. Le mani dell'uomo tremavano.
Hawkins sembrava averlo notato.
"Vuoi per caso replicare la ridicola scenetta dei bagni pubblici?" il tono di Basil in quel momento sembrava lievemente alterato e questo non passò inosservato alle orecchie di Law, né mancò di notare l'espressione contrariata e a tratti imbarazzata di Drake. Non aveva idea di cosa fosse accaduto nei bagni pubblici, e poco gli interessava, ma Trafalgar non avrebbe certo avuto problemi a spogliarsi. Era un dottore in fondo, e meglio di chiunque altro conosceva l'anatomia umana e ogni angolatura di muscoli e fasci di nervi. Che il pirata dai capelli rossi provasse imbarazzo per una cosa tanto naturale? Non importava, era lì per una motivazione dopotutto: Law avrebbe approfittato del suo arresto per trarre una posizione di vantaggio e scoprire qualcosa di cui non era all'occorrenza, ad esempio cosa fosse successo all'alleanza che vedeva coinvolti il Mago, Kidd ed i pirati On-Air.
Drake d'altra parte continuò ad osservare Trafalgar e trattenne il respiro. Non aveva mai amato le perquisizioni, fin dai tempi in cui ancora operava al quartier generale, e a sé stesso dovette faticosamente ammettere che, oltre ad essere diventato estremamente più riflessivo e ragguardevole, Law aveva acquisito una carica di sensualità che immobilizzava il Tobi Roppo come se fosse immerso nelle sabbie mobili.
Il corpo umano, per lui, era sempre stato fonte di ansie ed imbarazzi. Specialmente i corpi formosi delle donne e di bei ragazzi.
Dio, non avrebbe mai dovuto sentirsi così. Non davanti a Basil Hawkins, non davanti a Trafalgar Law. Era pur sempre il capitano di un corpo speciale della Marina e un esperto di spionaggio, quel tipo di disagio era solo una stupida frivolezza.
"D'accordo." l'uomo si schiarì la voce, la gola era secca "ma faremo a modo mio, da soli." concluse, mentre l'headliner lo osservò senza aggiungere altro.
Hawkins si sarebbe occupato di preparare la sala delle torture mentre il partner di lavoro avrebbe perquisito il chirurgo.
Nel momento in cui il Mago abbandonò la stanza delle perquisizioni, l'aria cambiò.
Il dottore era in piedi, con le mani alzate in segno di apparente resa, e aspettava che l'altro facesse il proprio dovere.
Il marine deglutì, ma non avrebbe permesso che quella piccola debolezza venisse alla luce sotto gli occhi di Trafalgar Law. Ma più l'uomo osservava quegli occhi grigi, più si sentiva messo in soggezione. Soggiogato da essi, dalla profondità, la freddezza e la sensualità che al tempo stesso volevano trasmettere.
Era un diavolo.
Drake sospirò e decise di cominciare con calma, avvicinandosi abbastanza all'altro pirata senza però invadere i loro spazi personali, e infilò una mano dentro il kimono nero.
Law trattenne con successo il respiro. L'uomo gli aveva appena sfiorato un capezzolo.
"È passato molto tempo, Drake-ya..." il tono di voce del chirurgo era basso, roco, serio, sarcastico. Il capitano della SWORD divenne, se possibile, ancora più rigido.
Law aveva parlato nella lingua del North Blue e il marine aveva riconosciuto quello che doveva essere l'accento di Flevance.
Aveva sentito tristi storie legate a quell'isola, talmente agghiaccianti da far raggelare il sangue persino ad un uomo spento come Hawkins, e sentire quell'accento uscire fuori da quella bocca era stata forse la sorpresa più grande.
"Già." aggiunse Drake, cercando di reprimere l'ansia e l'imbarazzo che crescevano man mano che sfiorava ogni centimetro di quella pelle giovane e bollente. Aveva il terrore di spogliarlo, e al tempo stesso non aspettava altro.
Si sentiva un uomo viscido, sporco, immorale come quegli orribili pirati che si appartavano pubblicamente con le prostitute nelle tante taverne che aveva visitato nei suoi anni di copertura.
Law notò con precisione ed attenzione ogni movimento flemmatico e a tratti indeciso dell'altro e, per un istante, il desiderio di essere toccato più intensamente lo assalì.
Non era né il tempo né il luogo per pensare a cose simili. Per fortuna il chirurgo sapeva perfettamente controllare i suoi istinti più carnali e naturali.
Le mani di Drake scesero ancora, con lentezza e indecisione, sfiorando il punto vita stretto di Trafalgar e, più continuava ad ispezionare quel corpo, più si sentiva in imbarazzo e ridicolmente terrorizzato.
"Sei più stato nel North Blue?" chiese improvvisamente l'uomo, intenzionato a smorzare la paura che provava con una domanda apparentemente innocua, a tratti persino confidenziale.
No, Law non era più stato nel North Blue. Quei luoghi erano stati teatri di dolori, paure, sbagli, rimpianti, lutti. Conservava ricordi di fuoco e neve insanguinata. Forse un giorno sarebbe tornato a Flevance, che altro non era che un regno ormai morto. "La Città Bianca" veniva ormai chiamata "La Città Fantasma" e nelle terre del Nord si raccontava che i più impavidi tornassero da quell'isola urlando, piangendo e coprendosi le orecchie. Si diceva che i lamenti disperati dei poveri abitanti echeggiassero tra i vicoli della città e Trafalgar, spesso, si era ritrovato a pensare che sarebbe sceso a questo compromesso, pur di poter sentire la voce della sua Lamy un'ultima volta.
"E tu?" chiese a sua volta il chirurgo senza sarcasmo, evitando deliberatamente di rispondere a quella domanda.
Drake non aveva più messo piede in quei luoghi. E probabilmente non lo avrebbe più fatto. L'orribile presenza di suo padre, un uomo violento ed abusivo, continuava a tormentarlo ovunque andasse e, se fosse tornato in quelle acque, probabilmente sarebbe stata più intensa e insopportabile che mai.
Chiudendo gli occhi il marine sfilò la fascia arancione che circondava il kimono dell'altro e questa scivolò a terra assieme all'abito, e Trafalgar restò al centro di quella piccola stanza calda con solo l'intimo addosso.
Law avvertì a primo impatto una folata di aria gelida nell'esatto momento in cui il kimono scivolò via, ma fu un istante talmente impercettibile e insignificante che quasi lo dimenticò subito.
Il chirurgo aveva i suoi occhi di ghiaccio fissi contro la figura alta del Tobi Roppo che, guardando ovunque men che il suo corpo e il viso, scelse di ignorare la domanda che gli era stata posta.
"Anche l'intimo." aggiunse Drake seriamente, quasi tremando, lasciando però che fosse lo stesso Trafalgar ad occuparsi di denudarsi completamente.
Law fece quanto l'altro gli aveva chiesto e posò i boxer sopra il kimono, le sue nudità completamente esposte all'altro che, al contrario, cercava di guardare altrove.
Quello in imbarazzo sarebbe dovuto essere il medico, a parti invertite. Dunque Drake provava davvero apprensione alla vista di un corpo nudo?
"Appoggia le mani contro la parete, divarica le gambe e sporgiti appena." sussurrò il rosso con la gola secca, ma evitare il contatto con quel corpo era difficile.
Non voleva toccarlo. Non voleva guardarlo. Non voleva pensare così viscidamente a quanto quel fisico fosse bello, esile, elegante come un felino e sinuoso come una serpe.
Drake aveva decisamente troppo caldo, il cavallo dei pantaloni stava cominciando a stringere e con una fretta dovuta all'impaccio del momento si sfilò il guanto in pelle per infilarsi quello di lattice.
Trafalgar, che aveva poggiato le mani contro il muro ruvido, ne riconobbe il suono. Usava quei guanti per esperimenti ed operazioni, ma sapeva che sarebbero stati sfruttati per motivazioni diverse.
Era ovvio che fosse pulito, che domande. Non era certamente così stupido da avventurarsi negli interni di una prigione di un Paese chiuso con chissà cosa dentro di lui, ma ogni luogo di detenzione aveva i suoi protocolli e persino un criminale, a volte, era obbligato a rispettare le leggi.
Il marine si avvicinò e sospirò, mordendosi con frustrazione il labbro. Non vorrebbe scorrere il suo sguardo, non vorrebbe farlo vagare sulle gambe, la schiena, la vita nuda di Law. Doveva sbrigarsi e completare quel lavoro, e al più presto.
"Fa' un bel respiro." disse l'altro e Law non fece troppa fatica. Sapeva perfettamente come funzionavano queste cose.
Drake aveva paura di muoversi, non riusciva ad attuare il protocollo di perquisizione a dovere: l'odore di Trafalgar stava diventando sempre più fastidiosamente piacevole. Era dolce, ma non eccessivamente forte. Era delicato. Gli ricordava la menta, il gelsomino, il mare. Il marine non riusciva a concentrarsi a dovere e, più continuava a muovere quel dito dentro il corpo dell'altro e più sentiva che avrebbe dovuto allontanarsi da quell'uomo al più presto.
Law, d'altro canto, riuscì a restare faticosamente composto. Era sempre stato bravo a controllare i suoi istinti e, nonostante non facesse sesso da diversi mesi, era riuscito a separare distintamente le situazioni. Tranne per un piccolissimo e quasi insignificante dettaglio: un sospiro, lento e profondo, che altri non racchiudeva dentro che il piacere del momento. Il Topi Roppo aveva toccato un punto sensibile del suo corpo e questi doveva essersene accorto.
Quasi con poca delicatezza Drake estrasse il dito dall'apertura di Law e si allontanò velocemente da lui, sfilandosi il guanto in lattice con l'intento di gettarlo nella spazzatura al più presto.
"Sei pulito. Puoi rivestirti." parlò l'uomo, di spalle a Trafalgar, cercando di mantenere il tono della sua voce fermo ed inflessibile. Il cavallo dei suoi pantaloni stava stringendo sempre di più, quello era un grosso problema.
Law roteò non troppo teatralmente gli occhi, ricomiciando a vestirsi con fare seccato. L'ex contrammiraglio pensava davvero che nascondesse qualcosa dentro il suo retto come un ladruncolo qualsiasi o una prostituta? Non era così sciocco e non avrebbe avuto alcun senso, ma se voleva stare al gioco doveva fare la sua parte. E nel modo più magistrale possibile.
Trafalgar si rivestì senza troppa fretta e quando riallacciò la fascia arancione attorno la vita sentì improvvisamente qualcosa posarsi delicatamente sulle sue spalle. Inarcò un sopracciglio, con confusione, e vide l'ex contrammiraglio allontanarsi dandogli le spalle, teso e austero come sempre, fin dal primo momento in cui aveva messo piede in quella stanza. L'uomo gli aveva rimesso il mantello e questo portò Law a farsi non poche domande.
"Dammi i polsi." parlò nuovamente Bandiera Rossa, avvicinandosi poi a Trafalgar com le manette di pietra marina. L'altro, con gli occhi di ghiaccio fissi sull'espressione dell'ex contrammiraglio, non batté ciglio e glieli porse, sussultando appena quando il gelido metallo delle manette entrò a contatto con il calore della sua pelle. Sarebbe stato quasi afrodisiaco, se solo l'algamatolite non avessero intorpidito immediatamente i suoi sensi e annullato istantaneamente i suoi poteri.
"Adesso vai. Hawkins ti sta aspettando fuori." concluse seccamente il Tobi Roppo, sperando che l'altro uscisse da quella stanza al più presto.
Quando Drake richiamò l'altro pirata con la den den mushi e questi rientrò con la sua espressione tipicamente annoiata e odiosa, Law ebbe tempo a sufficienza di notare che X-Drake, un ex ufficiale della Marina, un uomo d'onore, era colto da un principio di erezione proprio per colpa sua.
E se il piano A non fosse andato a buon fine, Trafalgar avrebbe fatto leva sul piano B.
Dopotutto era pur sempre un pirata.


Hawkins ci era andato giù pesante: lo aveva picchiato, gli aveva strattonato i capelli, aveva utilizzato strumenti che mai prima d'ora aveva visto.
Law, però, aveva sorriso boriosamente e senza paura alcuna. Il pirata delle 100 Bestie gli aveva chiesto cosa stessero confabulando lui e la ciurma di Cappello di Paglia, ma Trafalgar non aveva parlato. Né mai lo avrebbe fatto.
Law non era certo un uomo dalle intenzioni più pure. Aveva fatto molte cose orribili in passato e senza mai pentirsene davvero, ma non avrebbe mai tradito la ciurma degli Straw Hats, per nessuna ragione al mondo.
Per quanto fuori di testa fossero quei ragazzi, provava profondamente stima e forse persino affetto nei loro confronti. Non li avrebbe mai pugnalati alle spalle.
Law sospirò e stancamente si accasciò contro la parete. Sangue incrostato gli decorava ogni lembo di pelle, gocce di sudore scivolavano sul suo corpo, si insinuavano in piccoli angoli e sparivano, come se non fossero mai esistite. Si era ormai abituato agli effetti dell'algamatolite.
Trafalgar però alzo lo sguardo, improvvisamente cominciò a sentire dei passi lenti, cadenzati, ma autorevoli.
Il corridoio era buoio e le celle adiacenti alle sue vuote, chiunque fosse stava cercando proprio lui.
Beh, Law avrebbe accolto le richieste dello sconosciuto, ma non sarebbe certo rimasto con le mani in mano. Se necessario avrebbe anche combattuto, a discapito delle manette che, nonostante tutto, lo avrebbero portato in netto svantaggio.
"Ti ho portato la cena." parlò infine una voce seria a lui conosciuta, e dall'oscurità emerse l'imponente figura di Drake. Sempre composto, sempre ligio, sempre serio.
Lo stesso X-Drake che solo poche ore prima aveva portato ad avere un'erezione.
Law notò le razioni che l'uomo gli aveva portato: acqua abbondante, una mela, un po' di pane. E l'espressione di Trafalgar, da seria e indifferente, si tramutò in puro disgusto.
Il chirurgo odiava il pane, gli ricordava dolori che mai avrebbe più voluto subire.
"Cerca di riposare. Quella di domani sarà una lunga giornata." parlò Drake senza mancare della suo tipico decoro, ma ancora una volta evitò di guardare negli occhi Trafalgar. E lo aveva fatto anche poco prima, alla sala delle torture. Hawkins gli aveva chiesto che cosa avesse, l'uomo aveva fatto finta di niente.
Trafalgar Law aveva uno strano, inebriante e piacevole effetto su di lui.
Il chirurgo aveva tra le mani l'occasione per mettere in atto il suo piano. In passato lo aveva già fatto, persino quando raccolse 100 di quei cuori da consegnare alla Marina per entrare nella Flotta dei 7, e per i propri scopi sarebbe ricorso ad ogni mezzo.
Questo aveva fatto sì che le voci sul suo conto prendessero una piega diversa; in piccoli borghi abbandonati, taverne e discariche umane si raccontava che il Chirurgo della Morte, colui che camminava di pari passo con la Vecchia Signora, fosse un uomo facile e disposto ad aprire le gambe con chiunque.
Mai nessuna voce fu più falsa. Law apriva le gambe, ma era un piacere che riservava a pochi eletti, e lo faceva solo per sé stesso. Seduceva qualcuno per i propri scopi e poi, però, lo lasciava andare senza averlo soddisfatto.
Quei coraggiosi che invece avevano allungato le mani senza il suo consenso si erano improvvisamente ritrovati con un braccio al posto della gamba, per poi chiedere perdono subito dopo, in lacrime di dolore e disperazione.
Law non permetteva a nessuno di mancargli così di rispetto e X-Drake, invece, sembrava covarne fin troppo per lui.
Sarebbe stata una questione di attimi, pochi istanti.
"Drake-ya..." sussurrò a voce bassa, calda. Nessuna traccia di noia o impassibilità nella sua voce.
Law si alzò da terra e ghignò, slacciandosi la fascia arancione che, con un fluido movimento, cadde sul pavimento logorato dal tempo.
Drake deglutì alla vista di quella pelle bronzea. Trafalgar non portava più l'intimo.
"In Marina vi insegnano a perquisire i prigionieri con un'erezione tra le gambe?" sussurrò provocatorio e sarcastico il chirurgo, stringendo con le mani ammanettate le sbarre della cella. Il kimono era scivolato abbastanza da far intravedere mezza spalla, il busto scolpito e tatuato, una delle cosce toniche, magre e perfette in bella mostra.
Drake chiuse gli occhi e deglutì. Lo stava provocando, lo stava seducendo.
Il diavolo in persona stava giocando con lui. E non sapeva quanto avrebbe resistito.
"Drake-ya, ho come la sensazione che tu non sia così fedele a Kaido..." Law si era avvicinato abbastanza da poter mettere fuori appena metà viso dalla cella, ispirando l'odore virile dell'ex contrammiraglio e facendo vagare una mano, nonostante l'impedimento delle manette, lungo il petto scolpito dell'altro. Lo accarezzò con calma, quasi con curiosità, fino a scendere all'altezza del cavallo dei pantaloni.
Law strinse l'asta eretta dell'altro, Drake trattenne il fiato.
Se il contrammiraglio lo avesse baciato, anche solo una volta, forse avrebbe smesso di sentirsi così soggiogato, inebriato, ammaliato.
"Sei un prigioniero, Trafalgar." si premurò di ricordargli, come se il chirurgo avesse improvvisamente scordato di essere in una cella e non in uno squallido bordello. Il marine conosceva bene le voci che circolavano sul conto dell'altro pirata, e una piccola parte di sé gli suggeriva di non crederci, perché Trafalgar non sembrava affatto quel tipo di persona.
Eppure era lo stesso pirata che, in quel momento, stava trafficando con il cavallo dei suoi pantaloni e sospirava dolcemente, caldo, contro la sua spalla.
"E tu l'uomo che mi ha perquisito con un'erezione. Siamo pari, Drake-ya." ammise con tono sempre più caldo, ma il maggiore riuscì coraggiosamente a distaccarsi dalle dolci attenzioni dell'altro uomo e gli afferrò uno dei polsi, riuscendo, finalmente, a guardarlo negli occhi con la sua tipica rispettabilità.
Il marine avrebbe voluto baciare quelle spalle, le labbra, stringere quella vita stretta e accarezzare le cosce del chirurgo con calma, con la stessa sensualità che contraddistingueva l'altro.
Ma non avrebbe ceduto. Non a quelle lusinghe. Non così.
"Mangia la tua cena e riposa. Come ti ho detto, domani la giornata sarà lunga." riuscì a dire col fiato corto e il cuore che batteva all'impazzata.
Drake si allontanò velocemente dalla cella del dottore e ad ogni passo che faceva sentiva il suo cuore scoppiare, talmente forte stava battendo. Se avesse ceduto cosa sarebbe successo? Si sentiva un completo idiota, un ragazzino alle prime armi. La Marina lo aveva addestrato a dovere, ma c'erano situazioni che non riusciva a gestire con diligenza. E questa era una di quelle.
Law si ricompose e con non poca fatica allacciò la fascia attorno alla vita per sorreggere il kimono.
"Dannazione!" concluse seccamente il medico, irritato per il piano che non era andato a buon fine come da programma.
Forse avrebbe mangiato quella mela, il suo stomaco gli stava chiedendo a gran voce di mettere qualcosa sotto i denti, e poi si sarebbe messo a dormire riflettendo sul da farsi.
Se X-Drake provava davvero attrazione nei suoi confronti, allora avrebbe dovuto cedere in qualche modo.
La prossima volta non avrebbe sbagliato.


"Alzati, ti faccio uscire."
Una voce echeggiò improvvisamente e Law si alzò confusamente dalla brandina. Aveva dormito poco e male quella notte, come sempre in fondo. Il chirurgo aveva pensato, studiato ed elaborato continui piani. Scorciatoie, possibili cambi di programma, qualsiasi cosa, ma ciò che gli si era presentato in quel momento, però, era stato inaspettato.
Credeva che avrebbe dovuto affrontare Hawkins e Drake a muso duro, perdendo anche energie preziose nel tentativo di sconfiggerli, eppure l'ex contrammiraglio era lì, in piedi, con il cappello e Lamento Spettrale tra le mani. La cella era aperta, un paio di chiavi svettavano appese sulla cinta dell'altro.
"Cosa significa tutto questo?" chiese freddamente Trafalgar, alzandosi in piedi. Il marine stentava a credere che quell'uomo, così serio e a tratti annoiato, fosse lo stesso che solo ieri sera aveva cercato di portarlo tra le lenzuola.
Drake non aveva tempo però per le spiegazioni, non sapeva perché lo stesse facendo. Sentiva che qualcosa lo legava al chirurgo, o forse riponeva speranza nell'alleanza che l'altro aveva stretto con Cappello di Paglia.
Liberando Trafalgar avrebbe rischiato di far saltare la sua copertura e di affrontare in solitaria Kaido e il suo esercito, ma trattenere ancora quell'uomo sarebbe stato inutile. Sapeva che in qualche modo se lo sarebbero ritrovato contro.
"Significa che devi occuparti di Hawkins." disse il rosso, aprendo le manette di algamatolite e sfilandole dai polsi del medico.
Per Law fu come tornare a respirare dopo lunghi e interminabili attimi sott'acqua e finalmente sentì le energie tornare a suo favore, presto avrebbe potuto riutilizzare i suoi poteri.
Trafalgar guardò dal basso verso l'alto l'ex-contrammiraglio e il suo sguardo perentorio, accarezzò i polsi un po' indolenziti e rossi per la stretta dei ferri e, in fine, riprese la fidata Lamento Spettrale e si infilò il cappello in testa, abbassandolo tanto quanto bastava.
"Non dovevi certo dirmelo tu." concluse ironicamente il dottore, ormai di spalle al suo "salvatore" e pronto ad incamminarsi verso la sala delle torture.
Drake vedeva la schiena del più piccolo allontanarsi, ma più gli attimi passavano più credeva che Trafalgar fosse ancora fermo. Immobile. Irremovibile.
Law stava aspettando, sapeva che l'uomo avrebbe presto parlato.
"Conoscevi un certo Donquixiote Rocinante?" e il cuore del medico balzò automaticamente. Il ragazzo si morse il labbro e chiuse gli occhi.
Non aveva più udito quel nome dopo l'ultima conversazione avvenuta con il Buddha e sentirlo, a voce alta, faceva sempre un certo effetto su di lui.
Come faceva a conoscere Cora-san? Drake era forse un ragazzino quando il suo benefattore morì, e quella domanda era stata più che sufficiente per suggerire a Law che avrebbe dovuto indagare ulteriormente sull'ex contrammiraglio e il ruolo che ricopriva all'interno della Marina.
Trafalgar, però, non rispose. E Drake restò lì, alle sue spalle, in silenzio. Pieno di dubbi e domande a cui nemmeno la vecchia Tsuru e Sengoku erano riusciti a trovare una degna risposta.
Law avrebbe rimandato qualsiasi quesito alla fine della guerra, era arrivato il momento di scoprire cosa era accaduto a Kidd e la sua alleanza.

 

   
 
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