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Autore: Dioni    19/09/2020    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lui con i piedi per terra mentre lei si librava in aria,armato solo della sua spada e della sua spavalderia mentre Nevia era equipaggiata in tutto e per tutto con due gladi e poteva usufruire di un armatura magica,ma dal punto di vista di Milziade la cosa peggiore era il vantaggio che le offrivano le ali,il solo fatto di poter permettere a quella donna di volare gli faceva notare il notevole vantaggio che lei aveva sul mercenario,il controllo del campo di battaglia. Lui era limitato allo spazio del terreno e il suo attaccamento fisico alla terra gli avrebbe reso impossibile raggiungere il comandante sia con la spada che con la lancia,che era rimasta nella sua custodia sulla sella di Briseide. Tutt'altra storia invece era per la noviana, che poteva spostarsi liberamente in cielo e godere così non solo di uno spazio maggiore ma anche di un ottimo posizione di vantaggio,il che rendeva ancora più sbilanciate le forze in campo. Ma per quanto potesse essere sfavorita la sorte con lui,il mercenario si mise in posizione mentre compiva qualche saltello sul posto,come se trattasse la cosa come un semplice allenamento. L'inizio fu rapido e brutale,una discesa in picchiata veloce come una folata di vento fu impercettibile ai più quando subito si mosse verso terra con il rombo improvviso del boato che si era creato per la spinta improvvisa. Ali distese come quelli di un feroce rapace e due lame non meno pericolose degli artigli del medesimo predatore scendevano a velocità impressionante su quello che sarebbe stata una preda facile come Milziade,che appariva indifeso come un agnello preda di aquila,ma invece schivò il colpo rotolando di lato e appena riprese la posizione stabile cercò di colpire a sua volta,mantenendo la posizione bassa e girando alle sue spalle per metà del suo asse. Ma non ci fu nulla da fare,per quanto il contrattacco fosse stato veloce Nevia gli volò via ancor più velocemente e con altrettanta prontezza tornò in aria elemento che sembrava favorire la sua strategia d'attacco. Non si era nemmeno fermata per eseguire il colpo,era volata giù fin quasi a toccare il suo lasciando che le spade giungessero al bersaglio non muovendo le braccia,ma lasciando che il movimento aereo facesse tutto il lavoro,esattamente come un aquila che scende in picchiata sulla preda,quella donna era una vera predatrice,sia nei modi di fare che nel suo approccio al combattimento. Una volta risalita in aria la vide fare il giro dell'intero campo attorno a lui,si spostava lentamente,sbattendo le grandi ali metalliche di tanto in tanto,allo stesso di modo che fanno le aquile quando girano sopra la loro preda. Volava e continua a fissarlo,la sua preda,il suo provocatore,il suo beffeggiatore,era arrivato all'interno del suo campo apparendo ai lei come qualcuno che chiedeva la resa oppure un qualche traditore di bassa lega,feccia della peggior specie senza onore e senza dignità, o almeno aveva creduto lei all'inizio. Invece si era rivelato la più infida delle serpi e il più lurido dei randagi,all'inizio si era fatto beffe di lei e naturalmente la cosa la mandò su tutte le furie ma quando capì che lui sapeva già l'esito di quell'assedio,mostrandogli prima la copia della missiva e poi lesse la missiva che era giunta direttamente dall'alto comando,dimostrando così non solo il suo vantaggio su di lei,ma lo aveva fatto di fronte ai suoi più stretti e intimi collaboratori,compreso il suo servo che era rimasto dentro gli alloggi di Nevia,che sicuramente aveva visto la scena per intero. La rabbia in lei era grande quanto la sua legione,ma ancora più della rabbia fu la vergogna,perché non solo aveva ricevuto il danno della ritirata obbligatoria,dandola vinta alla città-stato di Aegis,ma anche la beffa di non poter recuperare la nobile traditrice,ma anche di essere stata insultata di fronte al suo esercito da una nullità come quella e per giunta lasciarlo andare via come se nulla fosse era troppo,pensare che aveva superato ogni genere di difficoltà per giungere alla posizione che si era meritata in anni spesi in addestramento,comprensione dei principi di base della guerra,il costante allenamento fisico alla quale si era sottoposta ma sopratutto il tempo che aveva impiegato per guadagnarsi il diritto di essere chiamata comandante ed essere la prima donna della storia della sua nazione a meritarsi un titolo prestigioso come quello,solo per poter essere presa in giro da quella sottospecie di brigante armato era la cosa più inconcepibile che gli fosse mai capitata in tutta la sua vita. Era un trattamento inaccettabile e per questo lo avrebbe decapitato seduta stante,poi avrebbe spedito la testa alla sua signora e il resto del corpo gettato nelle latrine,un luogo fin troppo degno per una bestia simile. Presa com'era dall'emozione accelerò il volo con un altro poderoso colpo d'ali e si preparò ad un altra carica a testa bassa,questa volta gli avrebbe portato via almeno una gamba,quale arte migliore da prendere come bersaglio se non quello che gli avrebbe permesso di andarsene via dalla sua collera? Milziade stava osservando il giro che la sua avversaria stava compiendo per tutto il campo d'allenamento,aveva già compreso che quella ragazza possedeva un temperamento focoso e se provocata si dimostrava aggressiva,tanto da farsi venire il sangue alla testa e ciò sembrava influire sul suo metodo di combattimento,la sua capacità di volare gli concedeva affondi rapidi e cariche devastanti con quale fare a pezzi gli avversari e nel caso il colpo andasse a vuoto poteva sempre ritirarsi e tentare un nuovo approccio e ciò non gli permetteva di contrattaccare abbastanza rapidamente da colpirla abbastanza velocemente. Cosa poteva fare? Avrebbe potuto chiedere aiuto all'elfo? Infondo era un arciere e giocando sulla distanza avrebbe potuto colpirla,il problema che non sarebbe stato visto come una scorrettezza e i soldati li attorno avrebbero potuto intervenire e bloccarlo per tempo. Cosa poteva fare? Continuava a chiederselo ma non trovava una soluzione al suo problema e intanto lei stava tornando indietro a tentare un altro assalto,non gli restava altro da fare se non riflettere e trovare una soluzione. Rallentò la respirazione e come sempre gli capitava nei momenti di peggior pericolo abbassò l'arma,prese un lungo respiro e tornò alla mente ad un vecchio ricordo,un frammento di un passato che ormai e un pallido riflesso di un esperienza importante. Fu per un solo istante ma ricordò a malapena l'immagine sbiadita di un vecchio soldato dall'armatura arrugginita,una zazzera di capelli bianchi e una barbetta bianca,il tutto condito da una benda sull'occhio sinistro,con uno sguardo fiero e accattivante.

Sai perché hai perso? E perché non ci ha ragionato abbastanza. La chiave della vittoria sta nel sapersi adattare a qualunque situazione.”

Gli venne da sorridere a quelle parole, “Dannato vecchio.”,si disse Milziade pensando alla figura dell'anziano monocolo,anche da morto continuava a ricordagli le sue lezioni,che sempre gli si sono rivelate utili,anche in quel accampamento la valenza di quelle parole si erano rivelate più preziose dell'oro. Il problema comunque persisteva,cosa poteva fare per compensare lo svantaggio? Doveva spremere le meningi e in fretta,la figura alata di quella donna si stava avvicinando a grande velocità e senza poter far nulla di diverso se non schivare l'ennesimo colpo. Lei tornò a lanciarsi contro il mercenario ad altissima velocità mentre si teneva pronta per il nuovo e rapido attacco che precedente le era mancato,le spade erano di nuovo pronte mentre si preparava a sferrare il nuovo assalto. Lui rimase fermo in attesa di schivare anche questo attacco,ed eccolo arrivare esattamente come prima,rapido come una folata di vento e lui ancora che rotolava di lato per evitare il colpo,ormai si era preparato a gestire quel tipo di approccio. Peccato per lui che aveva cantato vittoria troppo presto,perché lei non era disposta ad un secondo fallimento. Per la seconda volta aveva mancato il bersaglio anche se sapeva benissimo che ormai aveva capito come funzionava la sua mossa d'entrata. Di solito quella mossa era sufficiente ad iniziare e finire un uccisione,sul campo di battaglia si era rivelata utile per penetrare nelle formazioni nemiche più vulnerabili e penetrare duramente,portando scompiglio e generando decine di vittime anche solo un battito di ali e negli scontri singoli si era rilevata utile,si per sfuggire ad avversari più forti di lei,uomini o bestie che fossero e colpire con la forza d'impatto di quel singolo attacco volante. Quelli che in pochi sapevano e che il suo vero stile di combattimento era ben più articolato e mobile di quello che dava a vedere. All'improvviso la ragazza si appallottolò su se stessa a mezz'aria bloccando così anche il movimento delle ali,poi nello slancio del movimento piantò i piedi per terra,si girò di spalle verso Milziade e con un ennesimo battito d'ali si lanciò di nuovo verso di lui,ma questa volta restando a livello del suolo approfittando così della temporanea distrazione del suo avversario,che fece a malapena in tempo a capire cosa stesse facendo la ragazza. Neanche il tempo di focalizzare la nuova situazione che subito sentì con il suo corpo l'enorme forza sprigionata da quella armatura,sentendo chiaramente una fortissima spallata in pieno petto che gli mozzò il respiro e sentendo le ossa del torace comprimersi come se fosse stato colpito da un macigno,tale fu la forza del colpo che lo spinse indietro e dovette impiegare tutta la forza che possedeva negli arti inferiori per non cadere a terra. Ma nemmeno il tempo di riprendersi che subito Nevia ripartì all'attacco lanciandosi a testa bassa in un furioso impeto di collera e muovendo i primi fendenti di spada che non si limitavano agli attacchi singoli come aveva fatto le prime due volte optando per il combattimento ravvicinato.

MUORI.”

urlò lei prima di muovere tre colpi,i primi due vennero da destra e il terzo da sinistra,mostrando la sua abilità con entrambi i gladi,per risposta Milziade li parò tutti e tre parando con la parte piatta delle sua spada ricurva mostrando che era si dolorante ma non indifeso,nel corso della sua vita aveva subito ogni tipo di colpo immaginabile,una spallata in pieno petto non lo averebbe di certo ucciso,ma doveva constatare che anche se indossava la sua corazza di bronzo il colpo non era stato leggero,senza di essa si sarebbe ritrovato con il petto sbriciolato allo stesso modo di una porta cittadina che veniva sfondata da un ariete d'assedio,una grossa crepa nel centro del suo corpo era l'ultima cosa che desiderava in quel momento. Lo scontro si stava dimostrando più difficile di quello che si era immaginato,meglio che trovasse una soluzione per vincere il duello o presto la sua testa sarebbe stata veramente separata dal resto del suo corpo e di certo non era una cosa che desiderava accadesse.




Nel frattempo,sopra le mura di Aegis.


La ragazza dalla pelle d'ebano continuava ad osservare l'andamento dello scontro tra il mercenario e il comandante,si leccò la punta delle dita quando finì di assaporare il dolce sapore dell'ennesimo dattero che aveva appena addentato mentre con occhi attenti e maliziosi controllava che Milziade non ci lasciasse la pelle. Aveva appena assistito alla scena della spallata che aveva appena incassato e che ora era costretto a stare sulla difensiva,se non altro non era morto,pensò lei con un pizzico di dispiacere misto ad interesse.

Povero soldatino e pensare che era andato solo per convincerla a ritirarsi,ma da come ha reagito lei vuol dire che ha esagerato con le parole e adesso giustamente vuole pestarlo come un tamburo,certo che a volte Milziade ha il tatto di un elefante in un laboratorio di ceramiche.”

Disse lei parlando tra se e se, lo conosceva da tempo e per la sua professione poteva dire di essere ben informata sul suo conto:era burbero,incivile e poco incline ai rapporti personali, era provocatorio e offensivo cosa che molto spesso lo faceva cacciare nei guai,ma che per un motivo o per un altro sapeva togliersene di torno e scampare alla morte per pochissimo,tanto da credere che i suoi dei lo amassero,sempre ne aveva ovviamente dato il suo cinismo. Ma era anche vero che se veniva assunto per un lavoro lo portava a termine,sempre e comunque,da questo punto di vista poteva essere considerato un professionista nel suo campo e oltretutto tendeva alla lealtà e non colpire mai alle spalle i suoi colleghi,anche se non era stati pochi quelli che non lo erano stati con lui solo per ritrovarsi con uno squarcio nel petto oppure con qualche osso rotto,nel caso non avesse le sue armi con se. Se fosse morto sarebbe stato un problema per lei,dopotutto lei era ad Aegis anche per lui, oltre che ad un altra faccenda in sospeso,ma per quello aveva ancora tempo e dal suo che proveniva molto al di sotto di lei non le fu difficile intuire che l'esercito di Aegis si stava preparando allo scontro e che la mancata organizzazione alla battaglia da parte della legione era una chiara conseguenza dello scontro che si stava svolgendo di fronte a tutti quei legionari,chiara conseguenza delle azioni di Milziade. Forse era giunto il momento di partecipare a quella baraonda e di fare la sua parte,per tanto allontanò la lente dall'occhio e la ripose nel sacchetto,si alzò e scese dal tetto della torre con una grazia pari a quella di un felino,tanto pareva che il suo corpo era leggero che non aveva fatto alcun rumore,o quasi,quando i suoi piedi toccarono terra. La sua attenzione fu presto attratta dal rumore di passi di una guardia che risaliva una rampa di scale li vicino,le sue orecchie gli permettevano percepire anche i suoni più accentuati alla stessa intensità di due persone che conversano con un tono di voce normale,anche se il suono dei pesanti calzari avrebbero potuto essere uditi anche da una persona normale. Non poteva farsi assolutamente vedere in quel punto della città o la sua presenza ad Aegis sarebbe stata notata e questa era una cosa che non doveva accadere e lei sapeva esattamente cosa fare. Si passò la mano destra sopra l'avambraccio sinistro e pronunciò poche parole sottovoce.

Per la furtività di Bastet.”

Una formula magica,una cosa molto utile per situazioni come quella,cosa che nel suo lavoro accadeva più di quello che si pensava,il soldato arrivò sopra le mura per il consueto giro di ronda e vide che non c'era nessuno sulle mura, neanche il tempo di iniziare il suo turno di pattuglia che sentì qualcosa che strusciava vicino ad un piede e di conseguenza abbassò lo sguardo e quel vide lo lasciò sorpreso. Era un gatto,dal corto pelo nero e due grandi occhi azzurri. Il soldato restò imbambolato per un attimo alla vista di quel piccolo felino non riuscendo a capire come fosse giunto li,in cima alla cinta muraria. In ogni caso non poteva restare e con un qualche gesto di minaccia allontanò il gatto,che scese subito le scale e scomparve alla vista della guardia che poté iniziare il controllo della zona a lui indicato. Fortuna che la trasformazione era una delle grandi doti che possedevano le ragazze come lei,la quale un pizzico di magia di tanto in tanto non faceva mai male. Scese le scale fino a giungere a livello del suolo,passando di tanto vicino ad alcune guardie che erano intente a svolgere il loro compito di sorveglianza,passando quasi inosservata e suscitando una leggera perplessità in chi la incrociava mentre passava di fronte a loro in quella piccola forma felina,ma del resto sembrava un gatto in tutto e per tutto e quindi non destava alcun sospetto particolare potendo così giungere di nuovo in strada come se nulla fosse. Ora che aveva la strada libera poté tornare a confondersi nella calca di cittadini che passavano incuranti della sua presenza. Presto sarebbe tornata alla sua vera forma,ma non era ancora giunto il momento e fino ad allora il mercenario se la sarebbe dovuta cavare da solo.


Colpo dopo colpo Milziade e Nevia si stavano ancora scontrando come se fossero all'inizio del combattimento,nessuna pausa e nessun riposo,solo il clangore del metallo che batteva duro e forte su altro metallo. I fili delle tre lame si incrociavano ancora accompagnati dai movimenti esperti di entrambi gli sfidanti. Ma nonostante la notevole esperienza di entrambi Nevia continuava a sfruttare il suo vantaggio sugli spostamenti aerei e la sua abilità con il maneggiare due gladi contemporaneamente la rendeva un avversario veramente difficile,forse anche senza quell'armatura si sarebbe dimostrata comunque letale,l'unica cosa certa e che gli serviva una scappatoia per sfuggire a quei rapidi assalti mordi e fuggi e improvvisare un contrattacco che gli permettesse di rispondere efficacemente contro Nevia,ma non poteva chiedere aiuto dato il fatto che fosse comunque un duello,sbilanciato,ma comunque era uno scontro uno contro uno e seppur senza supporti magici come quelli della noviana e perciò non poteva far altro se non sfruttare le risorse a sua disposizione. Aveva bisogno di cambiare tattica e riportare dalla sua parte il vantaggio tattico,ma come fare? Prima di tutto avrebbe dovuto trovare un modo per contrastare la velocità e rapidi movimenti che l'armatura alata concedeva alla sua proprietaria,una volta riuscito a compensare lo svantaggio sarebbero stati alla pari, se solo fosse stato più veloce avrebbe potuto anche farcela contro di lei,veloce quanto una folata di vento,almeno quanto Briseide quando correva al massimo della sua potenza,di certo gli avrebbero fatto comodo un paio di gambe per....ci pensò un attimo e subito gli si accese una scintilla che tornò a incendiare la sua astuzia,come aveva fatto a non pensarci prima? Era così logico e per di più non avrebbe chiesto aiuto a nessuno,senza contare che contava come una sua proprietà e quindi non era necessariamente imbrogliare,cosa che di certo non avrebbe fatto indignare i legionari presenti allo scontro. Ma prima però doveva convincere Nevia a fare il suo gioco,sapeva di poterla provocare e sapeva benissimo come riuscirci,bastava solo che la fortuna,l'audacia e un pizzico di fortuna fossero dalla sua parte,era tempo di fare la sua mossa. Schivò l'ennesimo colpo della donna scartando di lato la lama in arrivo e subito le saltellò di lato,puntandole la punta della spada verso il fianco.

Accidenti che colpi,davvero niente male però te lo devo dire,il fatto che ti serva un armatura del genere per uno come me la dice lunga sulle tue abilità personali.”

La donna non sopportò la provocazione e come previsto cercò di colpirlo con un colpo d'ala,ma lui si abbassò per tempo e schivò senza troppa fatica per poi indietreggiare verso Briseide.

Guarda che lo dico solo per il tuo bene non pensare male,personalmente credo che tu sia insicura,non fa bene alla tua autostima usare trucchi simili,poi detto tra noi il fatto che tu sia una donna in mezzo a tanti uomini non è bello mostrarti così emotivamente sensibile,se combattessimo ad armi pari secondo me ti rispetterebbero di più.”

Altri due colpi portati da entrambi i lati con le spade e lui saltò indietro avvicinandosi ancor di più alla sua fedele alleata,ormai poteva sentire la rabbia di Nevia aumentare ancor di più,lo percepiva da come portava i colpi e dal fatto che fossero si più potenti ma meno precisi,rendendo prevedibili le sue azioni.

Visto che stai combattendo male? Prima eri più concentrata ma adesso devo dire che stai peggiorando sempre più e questo non è una bella cosa da far vedere ai tuoi uomini,devi cercare di essere più rilassata,come me,respira ed espira,respira ed espira,piano piano,senza fretta.”

STA ZITTO”

La voce di lei uscì furiosa dall'elmo come il grido di una bestia inferocita,odiava la voce di quell'uomo,odiava l'aspetto di quell'uomo,ma soprattutto odiava il suo modo di fare,proprio come prima. Mai come in quel giorno Nevia aveva provato così tanto disprezzo per una persona e per lo più una persona che aveva saputo rovinare completamente le sue prospettive di fama,onore e gloria. Era giunto nel suo accampamento accompagnato da un nano,un elfo e le sue poche possibilità di successo,eppure,con qualche frase spregiudicata,un atteggiamento provocatorio come non aveva mai visto e la copia di una lettera ufficiale del comando militare noviano era riuscito non solo a scacciare via una intera legione con così pochi elementi,ma in più era riuscito a farla apparire debole di fronte ai suoi soldati,una donna a capo di un intero esercito,scacciata e umiliata da un solo uomo,questo voleva forse dire che una donna,per quanto potente e con una posizione di prestigio,restava comunque inferiore ad uno straccione trasandato ma pur sempre uomo? No,non poteva accettarlo,non lei, non Nevia Placidia Sannita e lo avrebbe dimostrato a tutti quanto valeva veramente,doveva solo mozzare la testa di quel lurido saltimbanco che non faceva altro che schivare i suoi colpi. Anni e anni di faticoso lavoro per giungere dov'era arrivata e meno di un ora per sentirsi derisa e umiliata di fronte ai suoi uomini,era una condizione intollerabile per lei,avrebbe lavato quell'onta con il sangue di quell'insulso essere,goccia dopo goccia,dopo che lo avrebbe decapitato e appeso a testa in giù come un maiale al macello. Presa dalla furia cominciò ad attaccare a testa bassa dando più ragione al fuoco che sentiva dentro piuttosto che all'esperienza acquisita sui numerosi campi di battaglia che aveva attraversato con fatica e sudore, eseguiva attacchi alti,attacchi bassi e laterali,aveva persino spiccato nuovamente il volo un paio di volte solo per poter attaccare immediatamente e ridiscendere in maniera pesante su Milziade,ogni attacco era veloce e potente ma prevedibile e privo di complesse strategie d'attacco,ormai la cosa per lei era diventata talmente personale che non riusciva a vedere come stesse cadendo nella trappola nella quale il mercenario la stava trascinando. Nym e Gordlack assistevano allo scontro con due umori molti diversi,il nano aveva uno sguardo vispo ed energico,agitandosi ogni volta che veniva mosso un colpo o veniva effettuato un movimento particolare si emozionava come un bambino,ignorando il mondo circostante preso com'era dal combattimento non riusciva a concentrarsi ad altro se non al combattimento in se di per se, Nym invece manteneva una calma e una concentrazione uniche nel loro genere,non stava solo seguendo il combattimento ma restava attento anche alla situazione generale, i legionari che stavano assistendo allo scontro non erano pochi e fin tanto che loro due continuavano a tirar di scherma l'attenzione su Gordlack e su di lui sarebbe stato l'ultimo dei loro pensieri,presto l'esercito di Aegis avrebbe occupato il campo di fronte alle mura cittadine e presto i noviani sarebbero stati costretti alla ritirata e avrebbero smontato il campo,odiava ammetterlo ma il piano di quel mercenario aveva sorpreso persino lui,che solitamente restava indifferente a questo genere di tattiche disperate,ma ora il problema che sussisteva era un altro. Anche nel caso di una vittoria di Milziade,cosa che per lui era alquanto improbabile,era difficile che li avrebbero lasciati andare come se nulla fosse. Se per un motivo o un altro ne fosse uscito vittorioso dubitava che sarebbero stati liberi di andarsene,certamente lui,il nano e quell'odioso di un umano rappresentavano Lucilla in sua vece presso l'accampamento della legione,ma non potevano certo dichiararsi una potenza politica di spicco,erano comunque le guardie di una nobile fuggiasca e una sacerdotessa che ufficialmente aveva rotto i voti sacri che aveva preso presso il tempio nella quale risiedeva. Quindi il loro peso come emissari era nullo e loro tre valevano solo come guardie personali di Lucilla e ciò non garantiva loro alcun salvacondotto per tornare in città. La loro era situazione non brutta,peggio. Un altro attacco spinto dalla rabbia,un altro passo indietro verso la vittoria,Nevia continuava a colpire spinta dalle proprie emozioni,nessun tattica,nessuna strategia,solo una furia aggressiva riempiva i suoi pensieri,un fendente dopo l'altro,un colpo d'ala e poi un altro ancora,continuava a colpire senza accorgersi di essere giunta al limite del campo, dove gli altri due compagni e centinaia di soldati continuavano ad osservare lo scontro con grande stupore. Anche per i veterani della superba era raro vedere il comandante esibirsi in duelli così lunghi e quello era decisamente uno dei più impegnativi nella quale Nevia si era mai cimentata,l'attenzione era tale che solo i soldati più vicini alle mura del castrum poterono notare i movimenti dell'esercito nemico e non potendo far niente se non aspettare che il comandante desse un qualsiasi ordine per poter affrontare l'armata in arrivo. Il mercenario era pronto a fare la sua mossa,ma prima diede un ultimo sguardo con la coda dell'occhio alle sue spalle,ancora un passo e sarebbe stato nella posizione più adatta per il suo contrattacco,doveva schiarire la mente e controllare il respiro,il tempismo sarebbe stato di vitale importanza. Milziade era ormai giunto di fronte a Briseide che nitrì leggermente in presenza del suo cavaliere,che a sua volta si limitò ancora una volta a parare e deviare le spade del comandante noviano. Lei continuava a colpire con forza mostruosa nonostante il peso dell'armatura e i brevi attacchi in volo che ogni volta che lo faceva gli portava via sempre più energia,ragionava a fatica e l'unica cosa che riusciva a fare era attaccare tanto era grande la sua smania di uccidere quell'individuo che aveva osata deriderla di fronte a tutti. Era indietreggiato abbastanza verso la sua giumenta,il tempo di fare la sua mossa era giunto, vide l'ennesima fendente tentare di colpirlo in pieno e lui appena lo vide scartò di lato con tutto il corpo facendo andare a vuoto l'ennesimo tentativo di Nevia di colpirlo mortalmente,ma questa volta Milziade non si sarebbe limitato a restare sulla difensiva e avrebbe risposto con tempestività a quel furente approccio della noviana.

Tocca a te bella.”

Urlò Milziade alla giumenta mentre con la mano libera diede una forte botta con la mano aperta sulla schiena di Briseide,che appena ricevuto il colpo emise un forte nitrito per poi alzarsi sulle zampe posteriori,cogliendo di sorpresa la ragazza.

Ma cosa.....”

L'animale si ergeva per tutta la sua stazza mentre con il peso del suo corpo cadde in avanti puntando le zampe anteriori verso Nevia,che presa alla sprovvista non poté far altro che sbattere le grandi ali metalliche lanciandosi indietro per non subire il peso dell'equino che rischiava di travolgerla e fargli seriamente male. Rialzò subito la testa e vide Mialziade in groppa alla bestia che l'aveva aggredita,notando che stavolta il guerriero non impugnava più la spada,ma bensì una lunga lancia.

Oh,sei salito a cavallo pensando che la cosa possa darti un vantaggio? Sei solo un povero stolto che temporeggia nel tentativo di ritardare la morte. La tua fine è già segnata.”

Come la prendi sul personale,avevo sentito dire che le ragazze noviane si scaldano velocemente ma tu ragazza mia prendi subito fuoco,attenta ad uscire nei giorni di pioggia ho rischi di spegnerti.” Disse Milziade puntando la lancia verso la donna e guardandola in maniera provocatoria,mostrandole chiaramente un ghigno di soddisfazione. Nevia colse la battuta sarcastica sul suo carattere come un ulteriore presa in gira di fronte ai suoi uomini alimentando ancor di più le fiamme della rabbia che le montava dentro come un incendio e senza pensarci due volte decise di attaccare ancora una volta di passare all'offensiva,balzando in avanti ed attaccando con l'intento di attaccare il cavaliere con un pesante affondo portato con entrambe le spade,ma Milziade si accorse della manovra e tirando con le redini fece cambiare direzione a Briseide che subito scartò di lato impuntandosi con entrambe le zampe posteriori,mettendo distanza con le zampe anteriori tra Nevia e Milziade,per poi cominciare a correre percorrendo tutto il perimetro dell'area di allenamento. Milziade aveva fatto la scelta giusta nel voler utilizzare la giumenta per combattere il comandante noviano. Se lei dalla sua parte disponeva del vantaggio areo e di una maggiore protezione ora lui poteva contare sulla velocità e la potenza d'affondo che la sua lancia poteva infliggere in carica,senza contare del vantaggio dovuta alla posizione rialzata della cavalcatura e la lunghezza dell'arma in asta che teneva in pugno,resistere a quell'offensiva spietata aveva dato i suoi frutti ed ora potevano giocare ad armi pari,più o meno. Nevia rispose a quella ritirata strategica del suo avversario muovendosi di nuovo in aria e posizionandosi a diversi metri sopra il centro campo,per ottenere il vantaggio della posizione centrale che gli permetteva di osservare il percorso che Milziade compiva col cavallo,per contro Milziade girava tutt'attorno tenendo sott'occhio la ragazza,che mantenendo la sua posizione in volo restava ferma,mentre le ali d'acciaio continuavano a sbattere ritmicamente per mantenersi in aria senza spostarsi,ora lo scontro si era portato su tutto un altro livello di maestria. I soldati restavano immobili,mentre l'aria di montagna riempiva i loro polmoni e il sole del pomeriggio li faceva sudare sotto le loro loriche segmentate. Era tempo di porre fine a quel duello una volta per tutte,si guardarono un attimo mentre ognuno manteneva la propria strategia di approccio,comprendendo entrambi che le ultime energie a loro disposizione stavano per lasciarli definitivamente. Da una parte c'era Milziade,che a forza di arretrare e difendersi aveva consumato troppe energie per evitare che la sua avversaria lo facesse a pezzi con l'ausilio della sua armatura magica, il che aveva del notevole tenuto conto che combattere un avversario ben equipaggiato come quello senza alcuna difesa appropriata era qualcosa di più unico che raro, dall'altro Nevia,che nei continui tentativi di portare a termine al più presto lo scontro e optando per un approccio tanto aggressivo quanto stancante in termini di fatica fisica l'aveva portata di nuovo al suo limite sopportabile ed ora era costretta ad una tattica evasiva,anche se in volo e ciò le portava via altre energie,in sostanza entrambi non se la passavano troppo bene e ciò li metteva sulla stesso piano e ciò li costringeva entrambi ad un unica soluzione definitiva. Terminare lo scontro con un ultimo colpo,non c'era altra scelta. Si guardarono un attimo mentre entrambi si preparavano per l'atto finale di quello scontro e con le ultime forze si mossero entrambi a fare la propria mossa. Lei fiera e violenta come un aquila si lanciò verso il mercenario,planando verso terra con entrambe le braccia che puntavano rigide verso l'esterno e le lame dei gladi che tagliavano l'aria,così da poter rendere più aerodinamico il corpo e diminuire così l'attrito con l'aria e rendere meno stancante la manovra e lui che facendo girare la giumenta per tutto il tutto il campo l'aveva tenuta in movimento così da non farle perdere la sua forza d'impatto dovuta alla velocità,di vitale importanza per i cavalli dato che il movimento in situazione di pericolo era la loro arma migliore e quando la fece girare per correre incontro alla noviana non perse la sua velocità ma anzi lo scatto finale fu quanto meno più energico ed esplosivo,consentendo così a Milziade la possibilità di poter effettuare con la lancia un colpo potente e inarrestabile. Difficile a dirsi chi dei due avrebbe vinto. Entrambi caricarono al massimo della loro velocità intenzionati ad usare tutta l'energia rimanente in loro pur di vincere lo scontro,poco importava se dopo non avessero avuto la forza di rialzarsi,la morte del nemico era l'unica cosa che contava in quel momento,tutto il resto sembrava superfluo,non contava nient'altro. L'assedio fallito,il ritiro delle truppe,la missione della principessa fuggiasca,nulla contava,c'era solo la violenza nei loro pensieri e presto quella sete di sangue e morte si sarebbe placata in un solo ed unico colpo. L'aria che sferzava il viso,il vento che passava sopra le lucidi ali di metallo,la velocità era padrona dell'atto finale. Lei mosse una sola delle sue spade contro la figura del mercenario quando si accorse che la giumenta spiccò un balzo dal suolo mentre Milziade cercò di affondare il colpo contro la ragazza in volo,evitò all'ultimo il fendente poiché non era mai stata sua l'intenzione di attaccare al primo colpo ed una volta oltrepassato cavallo e cavaliere si girò su se stessa eseguendo per la seconda volta quella bizzarra manovra,girando su se stessa a mezz'aria per poi caricare una seconda volta alle spalle del nemico e finirlo in un azione rapida da un punto ceco nella difesa avversaria.


MUORI COME IL DANNATO PEZZENTE CHE SEI”


Pregustava il sapore della vittoria misto alla sete di morte e di rivalsa che sentiva di dover soddisfare nei suoi confronti e dimostrare ancora una volta che Nevia Placidia Sannita era la donna giusta per comandare la ventiduesima Legio Superba e lo avrebbe dimostrato con una violenza feroce ed immediata. Le sue armi erano pronte a ghermire la preda e il suo corpo a schiacciarlo con tutta la forza che gli era rimasta,non c'era più bisogno di manovre,nessuna necessità di una tecnica sopraffina perché così combatteva un vero comandante di Nova, con forza,vigore e audacia,era così che faceva lei le cose e ancora una volta aveva funzionato e ancora una volta avrebbe vinto. Milziade aveva mancato il bersaglio e la sua schiena era ormai vulnerabile,troppo piegato in avanti perché potesse girarsi e troppo esposto affinché potesse mettersi sulla difensiva,la situazione era disperata e le possibilità di vincere erano quasi nulle. Tuttavia la cosa strana in tutto ciò e che nonostante il fallito attacco e la sconfitta ormai imminente il suo volto era calmo e nei suoi occhi non c'era più scherno,ma una serietà e una lucidità di pensiero che in pochi avevano visto nei suoi occhi e buona parte di loro era morta nel constatare l'esistenza di un suo atteggiamento così caricò di forza e allo stesso tempo concentrato e pieno di determinazione. Il suo colpo sarà andato anche a vuoto,ma questo non voleva dire che non aveva altri assi nella manica, o per meglio dire....nello zoccolo. Con l'affondo della lancia andato a male sapeva, o per meglio dire,sperava che la sua avversaria reagisse di conseguenza e compisse un attacco alle spalle,sicura di avere la vittoria in pugno,senza tenere conto però che anche Briseide era presente nello scontro e che a differenza dell'armatura magica,ragionava con una mente tutta sua ma in totale connubio con il suo padrone.


ORA BELLA.”


La giumenta non se lo fece dire due volte e piantando con forza le zampe anteriore nel suolo si slanciò in maniera completamente inaspettata,muovendo entrambe le zampe posteriori verso il retro del corpo,come a voler tirare due potenti calci in maniera difensiva,nella stessa direzione in cui stava arrivando Nevia,il tutto accadde in una manciata di secondi. Lei sicura della sua finta si era già lanciata alla carica non accorgendosi per tempo di quel colpo improvviso tirato da un equino che non dava l'impressione di essere poi così sveglio e reattivo. Era troppo tardi per virare in un altra direzione e parare il colpo era impossibile data l'imprevidibilità dell'animale e la posizione delle braccia non le consentivano di parere il colpo con gli arti superiori. Con lei che si era spinta in avanti e il cavallo che aveva calciato con la forza di un muro di lancia l'impatto fu inevitabile, Gli zoccoli presero in pieno la testa del comandante noviano che subì un colpo tanto forte da sentire la botta che andava ben oltre le difese fisiche dell'armatura,facendo sbattere la testa così forte da sembrare una mazzata dritta in volto,cadendo rovinosamente al suolo,con la testa ciondolante in preda al dolore e allo stordimento appena subiti. Milziade scese subito da cavallo e si avvicinò al comandante sconfitto e poi si inginocchio, per poi togliergli l'elmo con la parte infondo della lancia e puntargli alla gola la punta che tanto l'aveva ingannata. Il volto di Nevia e sporco del sangue che le usciva dalla bocca,cosa ampiamente dimostrata dal fatto che stesse digrignando i denti rossi in maniera arrabbiata,ma intontita com'era non era chiaro se fosse consapevole di quello che era appena accaduto oppure fosse ancora incosciente per il colpo che aveva incassato male. Negli occhi di lui non c'era alcuna pietà ne alcuna esitazione,avrebbe potuto finirla se avesse voluto,sarebbe stato facile e la cosa non gli avrebbe fatto perdere il sonno,ma poi come ne sarebbe uscito vivo con tutti quei soldati presenti durante il combattimento? Erano ancora immobili per lo stupore della scena appena vista e nessuno seppe che cosa fare. In anni e anni di carriera nell'esercito imperiale nessuno dei veterani della ventiduesima aveva mai osato immaginare un evento simile,Nevia Placidia Sannita,la prima donna ad essere riuscita a salire i ranghi dell'esercito e divenire comandante,che si era fatta un nome durante la guerra civile e le due guerre di espansione venute quasi subito dopo,era stata sconfitta da un uomo dall'armatura squarciata e una giumenta pezzata. Non esisteva sogno che avevano fatto in vita loro che potesse lontanamente avvicinarsi a quell'eventualità, a dimostrazione che a volte la realtà vinceva sull'immaginazione,ma quel giorno aveva trionfato alla grande e senza risparmiare nessuno degli spettatori presenti.


Allora,immagino che oggi non manderai la mia testa come monito alla ragazza,o sbaglio? Detto tra noi,hai combattuto veramente male,ci vediamo dolcezza,forse la prossima volta ci penserai due volte prima di dare di matto.”


E con queste ultime parole si allontanò dalla ragazza tornando in groppa a Briseide,diede un ultimo sguardo a Nevia,che si stava riprendendo dal colpo subito,la sua soddisfazione non era stata pienamente appagata e per questo non poteva ritenersi soddisfatto,sentire di essere ad un passo dal potere eliminare un altra figura di spicco dell'impero gli avrebbe dato un certo grado di godimento personale,ma prima delle questioni personali veniva il lavoro e lui in una maniera o nell'altra rispettava sempre i propri incarichi,per cui si sarebbe limitato ad infliggere un cocente umiliazione all'immagine di un militare noviano, anche se donna,cosa che non lo toccava minimamente,come molte altre del resto.


Fer-matelo.”


Una voce dolorante,indebolita,ma carica di rabbia tornò a farsi sentire alla orecchie del mercenario e la cosa non gli piacque per niente. Si girò preoccupato e poi la vide li,in piedi,confusa,lo sguardo vacuo di chi aveva ricevuto un forte colpo alla testa. Riusciva faticosamente a stare in piedi e dovette far uso di tutte le forze rimaste,contando anche quelle che aveva consumato per tenere indosso l'armatura e usarne le capacità magiche era incredibile che non fosse crollata come un sasso nonostante la pesante botta ricevuta in testa. Il suo sguardo era simile a quello degli ubriachi e la testa ciondolava ancora in preda a quella sensazione di vuoto mista a nausea che gli vorticava nella scatola cranica mentre puntava una spada verso l'uomo.


Fermatelo...lui e quel suo schifoso ronzino, vi ho dato un ordine soldati, eseguitelo.....SUBITO.”


Presi alla sprovvista i primi ad aver sentito con chiarezza l'ordine estrassero il proprio gladio e chi poteva imbracciava anche anche lo scutum mostrando chiaramente la loro intenzione ad eseguire l'ordine nel più preso possibile. Milziade maledisse mentalmente quella donna incapace di accettare la sconfitta e cominciò a guardarsi attorno come a cercare una via di uscita in quella situazione. Cercò con lo sguardo Nym e Gordlack,ma anche loro sembravano straniti e non seppero che cosa fare, allora cercò una via libera in mezzo ai soldati,ma anche se avesse superato i primi cento che stavano assistendo allo spettacolo si sarebbe dovuto confrontare con un intera legione per poter fuggire e difficilmente l'esercito cittadino sarebbe corso in suo aiuto per salvarlo.


Adesso si che siamo nei guai.”


Disse Milziade mentre girava Briseide in tutte le direzioni,nel disperato tentativo di uscire da quella pessima situazione. Ma proprio quando la situazione sembrava disperata un leggero profumo lo distrasse dalla catastrofe imminente. Lo aveva già sentito in qualche incarico precedente e tutte le volte era legato ad una sfilza di tante ricompense quanti erano i guai che le seguivano.


Loto azzurro...forse era meglio che mi facevo catturare”


E non ebbe nemmeno il tempo di parlare che il vento si fece più forte che i soldati che si stavano avvicinando a lui cominciarono a comportarsi in maniera strana,all'inizio cominciarono a barcollare come ubriachi in preda al vino,poi cominciarono a far cadere le armi a terra ed infine crollarono direttamente al suolo. Era l'occasione che stava aspettando e senza indugiare cominciò a galoppare verso l'uscita,se la fortuna era la sua presto l'intero accampamento si sarebbe ridotto in quello stato. Ancora una volta c'è l'aveva fatta,ma sapeva che era ancora presto per cantare vittoria,perché se aveva indovinato chi era l'artefice di quella scappatoia allora aveva di che preoccuparsi,perché se mai anche lei era li in città allora la cosa non poteva che rivelarsi problematica,ogni volta che c'erano lei erano guai,guai molto grossi. Poteva solo sperare di uscirne vivo anche questa volta.

  
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