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Autore: Eato    19/09/2020    0 recensioni
In una immaginaria Atene tra il VI e V secolo l'amore tra un matematico e il suo giovane allievo, la determinazione di una ragazza che sogna di imparare i segreti della scienza contro ogni legge umana e divina, il coraggio di un maestro anticonformista che riunisce attorno a sé un gruppo di giovani pieni d'entusiasmo. Amori, amicizie, scoperte e ardori nell'indagare i segreti del mondo.
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
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Mi sento confuso, mi pare di avere tra le mani un fiore…
Eurimaco mi guarda, come sempre comprende. Hai paura di calpestarlo, per sbaglio, sembra dire.
Sì, è così, Eurimaco, penso, e se solo potessi sapere quanto.
Mi sorride pizzicandosi la barba – Ma non devi temere – Mi rassicura con un guizzo divertito – Proprio tu! Proprio tu che sei sempre capace di delicatezza con tutti, che pensi dieci volte prima di ferire. Come potresti essere maldestro con questo ragazzo? –
Eppure so quanto io significhi per Teseo, quanto potere abbiano su di lui un mio sguardo o un mio silenzio, quale gioia possa procurargli un mio riconoscimento o, al contrario, il dolore che è in grado di causargli la mia disapprovazione. Devo essere attento.  E mai vorrei che si fosse offerto a me per desiderio di compiacermi o per avere il mio affetto e la mia attenzione, cose che già sono sue e che avrebbe comunque da me, sempre.
 
“Ti prego non fermarti”  lo sento  ancora mormorare, come ieri, di fronte alla mia esitazione e mi pare che tanto abbandono, il consegnarsi a me in modo così totale, non possano che essere una scelta. So bene cosa significhi quando un ragazzo si da’ ad un uomo.
 
Vederlo nudo di fronte a me, l’altra notte.  Lui, il mio allievo. Il ragazzino che insieme al suo amico Aristandro marinava la scuola per venire ad ascoltarmi. Che arrivava con dubbi e questioni che solo io avrei potuto sciogliere e che inventava sfacciatamente teorie che sapeva avrei confutato.
 Il ragazzo pensoso e sensibile che in tre anni ho imparato a conoscere a fondo, tanto da saperne quasi leggere lo sguardo, coraggioso, intelligente.
 
Non avevo mai pensato a lui in questo modo. Ma alcune settimane fa, un pomeriggio, è passato da me, per riportarmi dei libri. Era diverso dal solito, inquieto, sembrava appesantito da qualche pensiero. In casa mia c’era Eurimaco che era venuto a trovarmi. Insieme lo abbiamo fatto sedere sedere e gli abbiamo chiesto cosa lo preoccupasse. All’inizio ha lasciato cadere il discorso, ha detto che non era importante. Poi di fronte alla nostra insistenza ha ceduto. Si trattava di un corteggiatore, ha spiegato con una punta di pudore. Melagro, uno degli uomini più ricchi della città si era invaghito di lui. Proprio quel giorno gli aveva mandato un cesto di fichi. Non era la prima volta che gli mostrava delle attenzioni ma in quell’occasione gli aveva inviato un dono a casa, di fronte a tutta la famiglia. Faceva sul serio. Doveva rifiutarlo ma non sapeva come. Era un uomo potente e gli metteva soggezione. Aveva paura di offenderlo e di creare problemi alla sua famiglia. In più temeva di deludere i suoi parenti che certamente reputavano la migliore delle possibilità che un uomo come Melagro –che in tutta la città aveva fama di essere retto e nobile- gli facesse da guida. Aveva visto lo sguardo compiaciuto di suo padre quando quattro servi avevano portato il cesto.
- Ogni volta che mi parla mi sento a disagio.-
Mentre raccontava ho provato a ricordarmi come dovevo essermi sentito alla sua età, in quelle situazioni. Non che fossi pieno di corteggiatori, all’epoca. Era Eurimaco quello che faceva strage di cuori. Nessuno resisteva di fronte ai suoi riccioli biondi e al viso gentile, ancora così glabro. Ma lui sapeva tenere testa a tutti con grande eleganza. E riusciva sempre a farsi ricoprire di regali. Quanto avevamo riso di questo suo talento.
Io no. Ero timido. E le abitudini di quella città in cui abitavo da qualche anno ancora dovevo conoscerle meglio.
E poi l’unico uomo che avrei desiderato lo avevo lasciato sulla mia isola. Uno stravagante, diverso da tutti. E lo avrei ritrovato solo diversi anni dopo.
Sia io che Eurimaco abbiamo detto a Teseo che non doveva preoccuparsi. Che aveva tutto il diritto di fare ciò che sentiva. Anche se avesse dato disappunto alla sua famiglia, certamente poi avrebbero capito.
E se avesse avuto bisogno di aiuto, ho assicurato, glielo avrei dato. Poi per alleggerire ho preso in giro Eurimaco per il suo passato da rubacuori impenitente. E lui subito si è prestato a fornire consigli su come dare un due di picche con grazia e ironia ai corteggiatori sgraditi, senza rovinare i rapporti.
 
Abbiamo riso. Ho visto il volto di Teseo distendersi. Mi dispiaceva che si fosse sentito così. Per un attimo i nostri sguardi si sono incrociati e ho colto nei suoi occhi l’ombra di un pensiero. Perché quell’immaginario amoroso di uomini e ragazzi che era entrato nei nostri discorsi, non poteva in fondo avere a che fare anche con me e lui. Sarebbe stato così naturale. Eppure, io non ci avevo mai pensato. Non ci pensavo mai, con i miei allievi. Nemmeno con le allieve ci avrei pensato, se non fosse stato per i pettegolezzi.
 
E lui invece?
 
Ma poi ha distolto lo sguardo. O forse sono stato io.
 
E tutti e tre, abbiamo parlato d’altro.
   
 
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