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Autore: Musical    20/09/2020    2 recensioni
Un demone millenario con così tante domande in testa, così curioso, così desideroso di soddisfare la sua sete di conoscenza, ma senza qualcuno che possa rispondere ai suoi mille quesiti, perché un demone non può chiedersi come sia fatto Dio, o perché il mondo sia così, o come ci si senta ad essere amato... Un demone non può ribellarsi.
Un prete con così tanti desideri, così tanta voglia di ribellarsi ad un mondo che gli è stretto, dover sottostare agli ordini delle schiere celesti, eppure non può far nulla... Imprigionato in quella gabbia di vetro, Aziraphale deve stare in silenzio e sopportare, perché è questo che un umano fa, è questo quello che Gabriel e gli altri s'aspettano da lui, e lui non può ribellarsi.
~
Inferno e Paradiso sono in guerra da millenni, ma è proprio nei momenti peggiori che può nascere l'inaspettato. E tu, per cosa sei disposto a combattere?
[demon/priest AU, Crowley cambierà sesso di tanto in tanto]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Calore... Il demone s'è svegliato con un tepore che si propaga per tutto il corpo, dalla punta dei piedi fino agli zigomi. Se dipendesse da lui, Crowley dormirebbe lì per secoli, come aveva fatto durante il quattordicesimo secolo, lunga storia...
Controvoglia, apre gli occhi, in un primo momento la sua vista è offuscata, ma dopo qualche secondo riesce a mettere a fuoco: è una stanza illuminata solo dal fuoco di un camino, c'è un vecchio tappeto persiano, il divano su cui ha riposato (chi ce l'ha portato?) è uno di quelli che non sembrano comodi ad una prima occhiata, ma i muscoli del suo corpo umano possono confermare che è una delle cose più confortevoli su cui si sia adagiato, tutta la stanza profuma di polvere, incenso, cioccolata calda e libri... L'ambiente attorno a lui sembra accogliente, e ciò gli fa provare una sensazione di disagio, che costringe il demone a mettersi seduto sul divano per cercare i suoi fidati occhiali da sole (dove sono finiti?), ma è quando nota una coperta di candida lana, che scivola via dalla sua spalla, che Crowley inizia davvero a domandarsi chi è quell'ingenuo ad averlo accolto in casa propria!
"Oh," esclama una voce maschile dietro di lui, Crowley istintivamente irrigidisce le spalle, pronto ad essere cacciato una volta che quell'uomo avrebbe visto i suoi occhi, "Ti sei svegliato, grazie al cielo."
Il demone sente dei passi farsi sempre più vicini, e quando vede un uomo sulla cinquantina, vestito con completi chiari, molto simili a quelli indossati dagli angeli, con i chiari capelli che sembrano un'aureola illuminati dal fuoco, s'allontana il più possibile, sibilando minaccioso e con le fiamme negli occhi; la sua reazione pare sorprendere colui che Crowley ha catalogato come uno dell'altra fazione.
"Stai bene?," gli domanda infatti allungando una mano per sfiorargli il volto, ora cosparso di scaglie.
Tale gesto non fa altro che allarmare ancora di più il demone, che scatta in piedi ed inizia ad urlare minaccioso.
"Prova sssolo ad avvicinarti ancora un altro po', angelo, e la mia ira sssarà l'ultima cosssa che vedrai!"
Teoricamente, a queste parole, un vero angelo sguainerebbe la sua spada, o qualsiasi altra arma di cui dispone, per intraprendere col demone una battaglia che sarebbe terminata solo quando uno dei due, o entrambi, sarebbe scomparso definitivamente, eppure quell'essere angelico rimane fermo, il viso ha assunto un'espressione di paura mista all'imbarazzo, i suoi occhi hanno preso a vagare a destra e sinistra, e le sue mani stringono forte una fumante tazza bianca.
"Devi perdonarmi, caro," comincia a rispondergli, mantenendo lo sguardo basso, "Non credo di sapere quello che stai dicendo."
"Stai mentendo," sibila orgoglioso il demone, pronto a farlo irritare prendendolo un po' in giro, "Prima lo scherzo del tuo collega, adesso la tua menzogna! Non credevo che Lassù accettassero un simile comportamento, sono davvero caduti in basso."
L'altro uomo si morde il labbro inferiore, distogliendo lo sguardo, "Non sono un vero angelo," confessa, mentre le sue dita tamburellano sulla tazza, "Solo un semplice prete."
Questa volta, Crowley non avverte l'odore di bugia, anche se l'istinto gli sussurra che quell'essere umano gli stia nascondendo qualcosa, ma per il momento il demone decide di sorvolare e passare ad un tema ben più importante.
"E si può sapere come mai un prete," sottolinea la parola con tutto l'odio che può provare, "Ha deciso di aiutare un demone."
L'uomo si siede sulla poltrona, ignorando del tutto l'aspetto minaccioso del demone, continua a guardare verso il basso e solo un paio di minuti più tardi si passa la mano sul volto e decide d'alzare lo sguardo, per puntarlo dritto negli occhi di Crowley, per nulla turbato di vederli così inumani.
"Mi hai chiesto di salvarti," pronuncia asciutto, riprendendo un po' di verve nel ricordare la scena, "E in qualità di prete non posso tirarmi indietro, neanche quand'è il diavolo in persona a chiedermi aiuto!"
Quella verità ha il potere di destabilizzare Crowley, in parte stupito di vedere tale grinta in un essere mortale, in parte impaurito di sapere che è stato lui stesso a domandare aiuto, un demone non dovrebbe mai farlo, non dovrebbe mai mostrare le proprie debolezze, perché chiunque potrebbe approfittarsene, in particolar modo gli altri demoni, loro non avrebbero perso l'occasione.
"Tu sssai che non bisogna mai fidarsssi di un demone?," non deve mostrarsi debole, non deve mostrarsi debole, è questo quello che Crowley si ripete mentalmente mentre comincia a camminare attorno a quell'uomo che ha l'aspetto di un angelo, "Non siamo così misssericordiossssi, ansssi, direi tutt'altro," una grave risata gli scuote le spalle, mentre la lingua biforcuta inizia ad annusare l'aria per captare qualsiasi sfumatura di paura.
Nonostante la velata minaccia, l'uomo non dimostra alcun segno di paura per quanto riguarda la propria situazione, "Lo so perfettamente," afferma convinto, "Ma non me lo sarei perdonato comunque."
Il demone non può credere alle proprie orecchie, con chi diavolo sta parlando, il nuovo Messia 2.0 ultima generazione? Non riesce a trattenere una risata derisoria.
"La cosa ti fa onore, giovane uomo, e dimmi, cosa vorresti da me?"
Questa volta è l'uomo a concedergli uno sguardo sbigottito, non aspettandosi una tale domanda, "Come prego?"
Per quanto possa approfittare della situazione, e la cosa potrebbe essere divertente, Crowley non si ritiene un demone così subdolo... Cattivo, malefico, caotico, combinaguai, impossibile da amare, spietato, quelli certo, è nella sua natura demoniaca dopotutto... Ma ingrato no, non lo sente come qualcosa che gli appartiene, e rimanere in debito con un essere umano non è ben visto all'Inferno, almeno così crede, non è mai capitato che un essere demoniaco venga salvato da un umano.
"Sì, insomma, uno scambio di favori," volteggia la mano come se l'argomento fosse cosa da nulla, e tale deve rimanere, "Io ho chiesto a te il favore d'essere salvato, insomma... Richiedere un nuovo corpo è una rottura di palle là sotto, la burocrazia non è stata inventata da voi esseri umani, te l'assicuro," perché gli sta dicendo queste cose? Meglio tornare agli affari, "In cambio potrei fare qualunque cosa tu voglia, e ti faccio uno sconto particolare, non chiederò la tua anima in cambio."
A giudicare dall'espressione sconvolta dell'uomo, la sua proposta non è piaciuta tanto, "Non capita tutti i giorni avere una simile fortuna, approfitta finché sei in tempo."
"Buon cielo, no!"
L'uomo s'alza dalla poltrona, appoggia la tazza su una mensola, insieme ad altre tazze bianche, ed inizia a guardare attentamente le due porte della stanza, ogni finestra, come se qualcuno fosse pronto a sbucare da un momento all'altro, "A pensarci bene, non credo d'aver fatto la cosa giusta ad aiutarti l'altra notte."
"Ma no, è una cosa naturale aiutare un dannato, capita tutti i giorni," gli risponde sarcastico Crowley, osservando quel fascio di nervi umani che sta girando vorticosamente intorno alla stanza, farfugliando riguardo a richiami, ai progetti di Dio, alla sua povera anima, a cosa potrebbero dire (a Crowley non è dato sapere chi), per poi voltarsi nella sua direzione, e solo adesso il demone si rende conto di quanto siano cangianti gli occhi di quell'umano. Prima di pronunciare qualsiasi altra frase per tentarlo, e saldare così il debito, Crowley viene preso per le spalle e spinto via, a nulla valgono le sue proteste, inoltre è talmente impreparato ad una simile reazione che non gli viene neanche in mente di miracolarsi esattamente dove vorrebbe essere, semplicemente attraversa il piccolo salottino e un corridoio inerme, fino ad arrivare di fronte a quella che dovrebbe essere la porta d'ingresso per esser poi buttato fuori.
"Ti pregherei di non tornare," gli viene detto dall'altra parte della porta.
Crowley si porta le braccia sui fianchi ed osserva per qualche minuto la porta di legno ben rifinito, poi fa schioccare la lingua in segno di disapprovazione e se ne va... Tsk!, come se volesse tornare, lui, con tutto quello che ha da fare, con tutti i contratti che deve portare a termine, e tutti i nuovi incarichi che l'Inferno gli darà in futuro... Non ha proprio tempo da perdere con un umano, per giunta un prete!, che cosa se ne deve fare, condurlo in tentazione? Quelle cose si facevano nel Medioevo, una cosa del genere potrebbero farla ancora gli altri demoni che non si sono modernizzati, come Hastur, o Ligur, mica lui che si è modernizzato, per Satana!

Gli ha chiesto di essere salvato...
Mentre passeggia per tornare a casa, il demone ripensa alle risposte che quell'umano gli ha dato... Come possono essere uscite dalle sue labbra certe parole? Perché? Che benedetta cosa gli è venuta in mente?! Un dannato non può essere salvato, un demone non può chiedere aiuto, un prete non può soccorrere un essere come lui!
Istintivamente, Crowley porta una mano nella tasca interna della giacca di pelle, è troppo esposto, ma non sente il solito rigonfio formato dai suoi occhiali, dove li ha lasciati?!


Le lenti, scure e frantumate, di un paio di occhiali riflettono l'uomo che si sta sedendo nuovamente sulla poltrona, sospira pesantemente mentre si sfrega gli occhi con una mano per far passare la stanchezza. Non avrebbe dovuto aiutare un demone, eppure è stato più forte di lui, il suo è stato un istinto che non è riuscito ad assopire, ma come può sopprimerlo? Quando quel diavolo ha schiuso gli occhi per chiedergli aiuto, Aziraphale avrebbe dovuto provare timore, eppure era rimasto fermo, immobile, catturato da quelle iridi serpentine che non sono risultate spaventose, piuttosto sono sembrate spaventate, non sono state minacciose, hanno trasmesso invece un timore antico quasi quanto l'universo...
Per far passare la punta d'ansia che sta cominciando ad attanagliargli lo stomaco, il prete strofina i palmi delle mani sulla stoffa dei pantaloni, lasciandosi un attimo cullare dalla dolce sensazione che gli provoca... Se lo scoprissero, userebbero i propri poteri per reguardirlo, di nuovo, l'uomo deve solo sperare che qualsiasi angelo stava combattendo quel demone non ha fatto rapporto a Gabriel.
"Aziraphale, che bella sorpresa vederti qui," una voce tuona alle sue spalle, esibendosi poi in una risata tutt'altro che vera, e il prete riapre gli occhi al cielo per chiedere pietà e misericordia al buon Dio che veglia su di lui.
Si può rivolgere un 'parli del diavolo' ad un Arcangelo?

   
 
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