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Autore: Dreamer In Love    20/09/2020    1 recensioni
Dopo una ventina di minuti, gli alberi si aprirono per lasciare la vista al mare. Le onde schiumavano placide e scure sulla sabbia e la luna, quasi sulla linea dell'orizzonte, brillava intensa prima di lasciare il posto al sole di un nuovo giorno.
Nami sospirò. Si erano persi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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In paradiso
 
Una musica ritmica e incalzante proveniva a basso volume dalle casse. Uno sbadiglio e la mano lasciò il volante per cambiare la marcia. Gli occhi nocciola guardavano attenti il fascio di strada illuminato dai fari. Il buio, comunque, stava cedendo all'arrivo del giorno tingendo il cielo di un viola pastello. L'aria entrava in un sibilo rumoroso dal finestrino leggermente abbassato e le scompigliava i capelli ramati. Spostò le dita dal pomello per obbligare una ciocca fastidiosa dietro l’orecchio. In quel movimento, le iridi chiare sbirciarono anche la figura che era stravaccata sul sedile del passeggero: camicia chiara, shorts di jeans e il cappello di paglia a coprire il viso addormentato accasciato all'indietro contro la portiera. Un'altra sagoma, nell'ombra dei posti dietro, era visibile grazie allo specchietto retrovisore; si librava nell'abitacolo un leggero russare.
Tornò a concentrarsi sulla guida. Aveva appena imboccato un bivio e non era certa che fosse la direzione giusta. La strada provinciale lasciò presto il posto a un asfalto segnato dal tempo e a un paesaggio boschivo. I lampioni divennero sempre più radi finché a un tratto non scomparirono. Dopo una ventina di minuti, gli alberi si aprirono per lasciare la vista al mare. La strada costeggiava sulla destra una collina, che scendeva sulla sinistra in una lunga spiaggia. Le onde schiumavano placide e scure sulla sabbia e la luna, quasi sulla linea dell'orizzonte, brillava intensa prima di lasciare il posto al sole di un nuovo giorno.
Nami sospirò. Si erano persi.
Maledì i due cretini che dormivano beatamente. Avrebbero dovuto darle indicazioni e, invece, erano crollati dopo nemmeno dieci minuti dalla partenza.
Perché i suoi sabato sera finivano sempre così? Mai una volta che quei babbei riuscissero a mantenere la promessa. "Non preoccuparti.", le diceva Rufy con il suo sorriso accattivante, "Ci pensiamo noi a portarti a casa. Tu divertiti". Ma poi, puntualmente, quelli ubriachi marci erano lui e Zoro e a lei toccava, rassegnata, fare loro da balia.
Guardò il display sul cruscotto che segnava le cinque del mattino. Sbadigliò di nuovo. La festa, dopotutto, era stata molto movimentata. Si sentiva davvero stanca. Decise di fare una pausa e controllare la strada.
Poco più avanti trovò un parcheggio e spense il motore. Accese la luce e aprì il porta-oggetti per estrarre la cartina. Lo richiuse con un tonfo sordo.
Rufy trasalì e si drizzò sul sedile, confuso e assonnato.
- Che succede? Siamo arrivati? -
Mentre studiava l'intricato disegno di linee colorate, Nami sorrise sotto i baffi.
- Scusa, non volevo svegliarti. -, gli rispose cantilenante. - Ci siamo persi. -, aggiunse.
Si aspettava di vedere sconcerto e senso di colpa sul viso del ragazzo ma si sbagliò di grosso. Lui, infatti, sgranò gli occhi scuri e si aprì in un sorriso abbagliante.
Dio se era bello.
- Il mare! -, sbraitò eccitato, aprendo trafelato la portiera.
Nami venne investita dal vento freddo che risaliva dalla spiaggia. Un brivido la colse impreparata.
- Dove vai? -, tentò di fermarlo prima che scendesse.
Troppo tardi: Rufy si stava dirigendo spedito verso la riva camminando a grandi passi nella sabbia e alzando sbuffi di polvere.
La ragazza prese la felpa che era attaccata al poggiatesta e la indossò sulla canottiera. Con un’occhiata sbirciò il viso addormentato di Zoro: riposava placido.
Scese anche lei dalla macchina e gli andò dietro.
- Rufy aspetta! -
Lo trovò con i piedi già in acqua e le infradito abbandonate sulla battigia; le braccia erano alzate verso il cielo a godere dell'aria che sferzava verso la collina e che faceva aderire i vestiti al suo corpo.
- Rufy. -, lo chiamò la ragazza stringendosi nelle spalle, cercando di sovrastare il rumore del vento e del mare.
Schivò abilmente un'onda e si strinse nella felpa, cercando in un qualche modo di sistemare i capelli che venivano scompigliati e spostati di qua e di là.
- Rufy! -, sbraitò stavolta più forte e il ragazzo si voltò a guardarla.
- Ah! Sei venuta anche tu! -
- Torniamo in macchina. Ti prenderai un raffreddore. -
- Macché! Non ci si ammala in estate. -
Nami alzi gli occhi al cielo, seccata dalle sue convinzioni che Rufy spacciava come leggi assolute. Avrebbe voluto spiegargli che non era proprio così ma sapeva anche di avere a che fare con un testone di prima categoria.
- È tardi. Torniamo a casa. -, cercò di nuovo di convincerlo.
Lui si aprì in un sorriso sghembo.
- Facciamo il bagno. -
Ritornò a riva, impiastricciando i piedi di sabbia e togliendosi frettolosamente camicia e jeans.
La ramata lo guardò basita: che fosse un idiota ora era una certezza. Anche se doveva ammettere che vederlo mezzo nudo non le dispiaceva poi troppo.
Il moro, infatti, abbandonò i vestiti insieme alle infradito e, incurante del freddo, fece per buttarsi in acqua. Esitò appena.
- Che aspetti? -, chiese con ovvietà alla compagna. - L'acqua è caldissima. -
Quell'invito, detto con tono dolce e sguardo avvolgente, fece storcere lo stomaco a Nami.
Rufy non attese oltre e si buttò in mezzo alle onde. Riemerse qualche metro più in là, con un urlo eccitato trascinato subito via dal vento.
La ragazza inspirò profondamente: l'aria sapeva di salsedine e di umidità. All'orizzonte i primi raggi del sole stavano cominciando a tingere le nuvole di rosa e arancio. Venne pervasa da una sensazione di serenità.
Vedere Rufy che si muoveva nell'acqua, poi, divertito ed entusiasta, avrebbe fatto sorridere anche i pesci.
Ridacchiò quando un'onda lo travolse e fu portato verso riva a ruzzoloni. Era proprio un imbranato: il suo imbranato.
Era innamorata di Rufy da sempre ma era rimasta invischiata in un'amicizia a cui non aveva mai trovato via d'uscita. Lui era così: libero, indomito, spensierato. L'amore sembrava non fare parte della sua natura. Alla fine, aveva imparato ad accontentarsi di stargli accanto, passare il tempo con lui e a tirarlo fuori dai guai; ad assistere a quei colpi di testa che gli facevano vivere ogni momento come qualcosa di eccezionale, unico, da godere appieno. Ed era uno dei motivi per cui se ne era innamorata.
Decise di assecondarlo. L'indomani avrebbe sicuramente avuto a che fare con un malanno: ma che importava se poteva fare il bagno, all'alba, sperduta nel nulla, con Rufy?
Si spogliò, rabbrividendo della frescura che saliva dal mare, e rimase in reggiseno e mutande. Poi, si mise a correre per immergersi nell'acqua il più velocemente possibile.
Urlò nell'impatto con il bagnato. Rufy fu richiamato dal suono e la guardò divertito mentre s’immergeva.
Si avvicinò a lei.
- Stai lontano! - gli intimò Nami, schizzandolo.
Rufy rise e andò al contrattacco. La prese per la vita e la buttò agilmente a qualche metro di distanza. Quando riemerse, tossendo e annaspando, Nami cominciò a insultarlo.
- I capelli! -
Si arrampicò sulla schiena del moro e lo obbligò con la testa sotto il livello. Lui si divincolò dalla presa, s’immerse ulteriormente e le prese un piede per farla ricadere in acqua. Nami però si aggrappò a lui. Rimasero in una posizione di stallo, con i loro corpi caldi e bagnati che si scontravano e stringevano nel tentativo di far soccombere l‘altro. A un tratto, il ragazzo la lasciò.
- Va bene, hai vinto. -, si arrese rivolgendogli un ghigno divertito. - Andiamo al largo, ora. -, le disse poi prendendola per mano e trascinandola verso l'orizzonte.
Quando non toccarono più il fondale con le punte dei piedi, il moro si attaccò a lei.
- Tienimi Nami. -
- Non sei capace a nuotare? -, le domandò lei muovendo velocemente le braccia per reggere il peso di entrambi.
- No. -, ammise Rufy con un sorriso colpevole.
La ragazza sgranò gli occhi. Va bene essere idioti ma ora stava rasentando l'incoscienza.
- Ma sei cretino? Torniamo verso riva. -, gli ordinò, rivolgendosi alla spiaggia per tornare indietro.
Rufy protestò.
- Aspetta. Voglio vedere l'alba. -
- È pericoloso, Rufy. -
- Beh, però ci sei tu con me. -
- Che vorresti dire? -
- Mi tieni sempre a galla. -
Il tono era stato noncurante, affettuoso, ma Nami arrossì di colpo. Lanciò uno sguardo lusingato ma seccato al ragazzo che, aggrappato alle sue mani, galleggiava con un sorriso incontaminato dipinto sulle labbra, fiducioso in lei.
- Sei sicuro? -
Forzò le braccia verso il basso e Rufy seguì come un sasso il movimento, finendo con la testa sotto il livello.
Ritornò a respirare solo dopo qualche secondo, tra schiamazzi, schizzi e un tono agitato della voce.
- Perché lo hai fatto? -
Non ebbe nemmeno il tempo di sfregarsi gli occhi che gli bruciavano di sale, che sentì la bocca della rossa sulle sue labbra. Erano morbide, saporite, sorridenti. Fu un tocco leggero e durò una frazione di secondo, tanto che quando Rufy riuscì a riaprire gli occhi, dubito che fosse successo davvero. Nami, fingendosi noncurante, stava guardando l'orizzonte dove un'enorme palla di fuoco faceva timidamente capolino e infuocava il profilo delle onde: i lunghi capelli dondolavano sulla linea dell'acqua pervasi da un intenso rosso; la pelle liscia era rosata e appetitosa; gli occhi chiari risplendevano della bellezza del sole; quelle due mani piccole e calde che lo tenevano a galla stringevano delicate le sue.
- Quindi? Che te ne pare? -, gli chiese Nami ostinandosi a non distogliere gli occhi dal cielo; timorosa di quello che aveva osato fare, di guardarlo e scoprire di non essere ricambiata.
Rufy non riusciva invece a distogliere lo sguardo da lei.
- Mi sembra di stare in paradiso. -
 
 
Zoro aprì un occhio e sbirciò fuori dal finestrino. La luce del sole lo accecò per qualche istante, poi scorse tra le onde due sagome fin troppo appiccicate.
Ghignò.
Finalmente.
Si accomodò meglio sui sedili e tornò a dormire.




Angolo dell'autrice!
Ah, sapete bene orami che a me basta poco per scrivere una RufyXNami. Pretesto semplice, lo so, ma super romantico e fluff. Zoro che vigila e approva mi fa morire dal ridere. Spero di aver mantenuto comunque il rapporto tra Rufy e Nami il più vicino possibile all'opera originale. 
Fatemi sapere che ne pensate e grazie della lettura, 
Dreamer In Love
  
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