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Autore: Demy77    20/09/2020    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Demelza, Prudie ed i bambini erano arrivati a Lisbona da tre giorni ed il capitano Blamey e sua moglie stavano riservando loro un’ospitalità calda ed accogliente.
Nonostante la visita fosse arrivata con pochissimo preavviso, Verity era stata ben lieta di accogliere la cugina, nei cui confronti in fondo si sentiva da sempre debitrice: solo grazie alla sua caparbietà aveva potuto coronare il suo sogno d’amore, sposando un uomo che all’epoca era sgradito alla famiglia sulla base di un immotivato pregiudizio.
Il piccolo Andrew , che aveva due anni meno di Jeremy e uno più di Clowance, era il più contento della visita dei cuginetti.  Sebbene non si fossero mai frequentati (Andrew era nato in Cornovaglia, ma poi l’attività del padre li aveva condotti lontano), sua madre gli parlava così spesso della maestosa tenuta di Trenwith, dello zio Francis, di zia Agatha e dei suoi tarocchi, dell’amato nipote Geoffrey Charles e del  cugino Ross di Nampara  che gli sembrava di conoscere i nuovi arrivati da sempre. Trascorrevano ore a giocare in giardino; Jeremy, il più grande e riflessivo, spesso leggeva ad alta voce delle storie ai più piccoli ed annotava su un quadernetto tutte le cose nuove che aveva imparato o che lo avevano colpito, sia durante l’emozionante viaggio in nave che in Portogallo.
Lui e Clowance sembravano aver superato la malinconia dei primi giorni e non avevano mai più nominato il padre. Del resto, anche nessuno degli adulti durante quei giorni aveva mai fatto menzione di Ross.
Verity era una persona estremamente discreta e non aveva posto domande, ma era ben chiaro che tra Ross e Demelza doveva esserci tempesta. Già in passato, quando Andrew era appena nato, era accaduto qualcosa di simile. La cugina di Trenwith non aveva mai saputo quale fosse stato il motivo del litigio; Demelza era stata sul punto di accennarle qualcosa, ma il discorso era stato abbandonato e non se ne era più parlato.
Dopo essersi trasferita a Lisbona Verity non aveva avuto alcun motivo di dubitare della stabilità dell’unione del cugino e di sua moglie: avevano messo al mondo Clowance, le miniere avevano cominciato a fruttare, Ross era stato eletto parlamentare. Dalle lettere che le giungevano periodicamente dalla Cornovaglia traspariva l’immagine di una famiglia felice.
Era sposata anche lei da diversi anni e capiva che in una coppia potevano capitare momenti di incomprensione, ma era fermamente convinta che l’amore potesse superare ogni ostacolo. Non aveva dubbi che Ross e Demelza si amassero: lei era stata forse la prima persona ad accorgersi di quanto la ragazzina “con un che di selvatico” raccolta ad una fiera di paese fosse stata fondamentale per dare senso ed ordine alla vita dello scapestrato cugino minore.
Soffriva al pensiero che tra i due si fosse creata una frattura, ed in cuor suo avrebbe voluto offrire un contributo per la riappacificazione. Ma cosa poteva fare? Benchè fosse una persona aperta e solare, Demelza era anche capace di chiudersi a riccio su ciò che la riguardava. Cresciuta senza madre e con un padre che la maltrattava, fin da bambina aveva imparato a non condividere con nessuno i suoi dispiaceri ed anche da adulta aveva conservato come tratto fondamentale del suo carattere l’incapacità di piangersi addosso. La sua dignità veniva prima di tutto e lamentarsi con gli altri delle sue sventure non era contemplato.
Che qualcosa di grave fosse accaduto però Verity lo intuiva anche dall’atteggiamento di Prudie: tesa, silenziosa, eseguiva gli ordini di Demelza in maniera puntuale e senza borbottare come al solito. Si vedeva lontano un miglio che qualcosa la tormentava.  Verity avrebbe potuto provare a domandare a lei, ma la severa educazione impartita le impediva di discutere con i domestici degli affari dei padroni. Sarebbe stato indelicato, oltretutto, nei confronti della cugina.  
Un pomeriggio, mentre i bambini giocavano, Verity ricamava e Demelza rimodernava degli abitini di Clowance, la padrona di casa fece appello a tutto il suo coraggio ed azzardò una domanda.
“Credi che Ross vi raggiungerà presto, mia cara?”
Demelza, consapevole che questa domanda prima o poi sarebbe arrivata, alzò lo sguardo dal lavoro di cucito e rispose con sincerità: “Sarebbe sua intenzione, ma credo che saremo noi a non aspettare il suo arrivo. Le cose non vanno bene tra di noi e ho deciso di allontanarmi per sempre dalla Cornovaglia. Tra qualche giorno salperà una nave diretta in America. Ci trasferiremo in Honduras, dove già vivono alcune amiche, tra cui Cecily, quella ragazza di cui era innamorato Geoffrey Charles, credo che te ne abbia parlato”.
Verity rispose che il nipote le aveva accennato qualcosa. Aggiunse poi: “Avevo intuito, purtroppo, che ci fossero problemi. Ma è così lontana l’America, mia cara! Non voglio essere indiscreta, ma credi davvero che la situazione tra di voi sia irrimediabile? E soprattutto, sei sicura che allontanarsi servirà a qualcosa?”
Demelza abbassò lo sguardo. No. Non ne era affatto sicura. Sapeva solo che non intendeva soffrire di nuovo, logorarsi al pensiero che Ross le fosse infedele, che avesse dei segreti per lei, quando proprio i segreti e le bugie in passato avevano rischiato di distruggere il loro matrimonio. Se doveva assistere allo spettacolo dell’uomo che amava al fianco di una donna che reputava spregevole ed amorale, tanto valeva non rivederlo mai più, benchè si sentisse il cuore lacerato da quella decisione.
“Forse hai ragione, può anche darsi che sia stato un errore abbandonare la Cornovaglia – rispose la giovane dai capelli rossi - ma a volte bisogna allontanarsi dalle situazioni per guardarle nella giusta prospettiva. Ci sono tante cose che tu non sai, Verity… il nostro matrimonio ha attraversato momenti di crisi profonda… ci siamo fatti del male, siamo arrivati al punto di tradire le promesse scambiate davanti all’altare… ci siamo perdonati a vicenda, perché l’amore che provavamo l’uno per l’altra è sempre stato più forte di tutto… avremmo dovuto fare tesoro degli errori passati, invece… Scusami se non ti racconto i dettagli, ma non mi sento ancora pronta per parlarne”.
“Mi dispiace, io non volevo …” – farfugliò imbarazzata Verity.
Demelza la tolse d’impaccio.
“Non sentirti a disagio, Verity. Tu sai bene che tra me e Ross non è mai stato semplice, per tante ragioni. Differenze di classe, il fantasma di Elisabeth sempre incombente, il suo maledetto orgoglio, la mia insicurezza…ma proprio perché abbiamo affrontato tante battaglie, non capisco cosa sta accadendo ultimamente, mi sembra incomprensibile… Non riconosco più Ross, non ritrovo più la complicità che ci univa, e credo di avere smarrito la forza di lottare per un matrimonio che forse interessa soltanto a me salvare.”
“Capisco, e non voglio discuterne oltre per non rattristarti. Vorrei tanto poterti aiutare, cugina…” – rispose Verity mestamente, stringendole una mano nella sua.
“Mi stai aiutando molto con la tua ospitalità ed il tuo affetto – la rincuorò Demelza –non potrei desiderare di meglio. Inoltre stare con Andrew è un toccasana per i miei bambini. La città è deliziosa, il clima mite, la compagnia ottima...”
“Allora perché non resti un’altra settimana, o anche più a lungo? Vorrei solo che non prendessi decisioni affrettate, di cui potresti pentirti. A me fa un immenso piacere avervi qui, lo sai bene”– fu la risposta della padrona di casa, che in cuor suo sperava che quel lasso di tempo fosse sufficiente per dare modo a Ross di arrivare e chiarire la situazione con sua moglie. 
Un’altra settimana, pensò Demelza. Forse non era una cattiva idea.  E se Ross nel frattempo fosse arrivato a Lisbona, come aveva promesso? Temeva e desiderava allo stesso tempo quel momento. Quel bacio appassionato al molo non l’aveva lasciata indifferente; forse Ross non aveva mentito dicendo che la amava e non avrebbe mai rinunciato a lei, forse non era sbagliato concedergli un’ultima possibilità, ascoltare le sue ragioni e solo dopo decidere se tagliare i ponti con lui e con la Gran Bretagna per sempre.
Con fiducia, ricambiò la stretta di mano della cugina e le sorrise. Non vi fu bisogno di aggiungere altro, ma a Verity fu chiaro che la sua proposta era stata accettata.
  
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