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Autore: Nolowende    20/09/2020    0 recensioni
La Quinta Battaglia sta per iniziare, e neanche il signore dei Noldor può ignorare i propri sentimenti.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fingon, Maedhros, Turgon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I run towards the end
Trying not to give in
(Lost, Within Temptation)

Quando Findekáno[1] guarda il cielo, lo trova più buio di quanto avesse creduto possibile. Quasi quanto l'oscurità improvvisa calata su Valinor a segnare la loro condanna, quanto le notti di gelo e morte nello Helcaraxë. 
Forse quello che lo aspetta sarà anche peggiore.
Forse questa è la battaglia che lo ucciderà. O che distruggerà quel poco che resta della sua famiglia. Forse questa sarà la loro sconfitta definitiva, il grande trionfo dell'ombra.
Russandol[2] sta arrivando. Sarà al suo fianco. Anche lui combatterà, anche lui...
Anche lui potrebbe diventare uno di coloro che non sopravvivranno alla battaglia.
Non vuole perderlo. Non di nuovo, non dopo che è riuscito a salvarlo. O almeno crede di esserci riuscito. A volta ha l'impressione che lo spirito di Russandol sia rimasto nelle tenebre di Angamando[3].
Lo ha già visto soffrire, implorare la morte di raggiungerlo. Lo ha sentito gridare nei suoi incubi. Non potrebbe sopportare di vederlo sparire definitivamente.

L'oscurità di Angmando è anche più spaventosa di quanto avesse potuto credere, e per un istante il suo stesso spirito trema. Ma Findekáno scaccia in fretta quell'istante di incertezza, quasi con rabbia. Non deve fermarsi.
Lui è lì. Lo sa, e il solo pensiero di averlo lasciato in trappola per tutto quel tempo lo fa sentire un assassino. Ma ora può rimediare. Può salvarlo. Deve.
Già da troppo tempo Russandol è perso nel buio. Ora è compito suo riportarlo alla luce. Alla vita.
Continua a suonare, immerso nelle tenebre, e canta, sperando che Russandol capisca che lui ora è lì a salvarlo.
Sono necessari solo pochi secondi,prima che il canto venga ripreso da un'altra voce, debole e spezzata, una richiesta d'aiuto celata in ogni nota. La riconosce, e per un attimo il suo cuore pare esplodere.
L'ha trovato.
Per anni non ha avuto il coraggio di arrivare fin lì, nonostante i ricordi sempre pronto a tormentarlo fin quasi alla pazzia, il pensiero della sua sofferenza che ogni volta distruggeva la sua anima in una lenta e costante tortura. Ma ora può renderlo nuovamente libero, e chiedergli perdono.
Ma quando lo vede, sente ogni forza defluire all'improvviso dal suo corpo. Sapeva a cosa stava andando incontro, ma non avrebbe mai immaginato tanto orrore.
Non è la vista del corpo forte e fiero che ha sfiorato tante volte infranto e sanguinante a tramortirlo. Sono le sue parole.
"Uccidimi."

Non potrebbe mai sopravvivere, se sentisse di nuovo quelle parole provenire dalla sua bocca.
E morirebbe se dovesse cadere anche Turukáno[4]. Suo fratello, l'unica persona di tutta la sua famiglia che gli sia ancora accanto, dopo che Nolofinwë ha dato la vita per sconfiggere il Nemico - dopo che li ha abbandonati.

La corona del Re supremo è fin troppo pesante. Findekáno inspira profondamente, a disagio. Non è lui quello che dovrebbe portarla.
"Non ho mai desiderato nulla di tutto questo." sussurra, distogliendo lo sguardo dagli occhi comprensivi di Turukáno.
Dovrebbe essere suo padre a portare quella corona.
Ma lui è morto.
È passato così poco tempo, troppo poco per abituarsi alla perdita.
Il primo a morire è stato Arakáno[5]. Poi è stata Irissë[6] a lasciarli. E ora anche questo.
Suo fratello gli rimane accanto, in silenzio. "Lo so." si limita a rispondere.
È stato lui a far seppellire il corpo del loro padre, e ricorda bene il dolore la sensazione di vuoto nel vedere il loro ultimo pilastro cadere. Può ancora scorgerlo dentro di sé, e negli occhi del fratello.
Findekáno vorrebbe odiare il padre. Ha deciso di combattere una battaglia che sapeva di non poter vincere. Lo ha lasciato solo. Solo con la sua paura.
Paura che lui o chiunque tra le persone che ama possano morire come è successo a lui.
Vorrebbe solo essere in grado di impedirlo.
Li deve proteggere.
Potrebbe ancora salvare suo figlio. Mandarlo in un luogo sicuro.
Ma per Turukáno non può fare niente, se non pregare Námo[7] di non punire anche lui.

Suo padre è morto.
Forse, lui lo incontrerà presto. Forse questa battaglia sarà solo una strage inutile.
Ma è troppo tardi per tornare indietro, ed è il suono lontano della tromba a confermarglielo. Ma quel suono è trionfante. Un grido di speranza.
Turukáno!
Sta arrivando.
Forse potranno vincere, ora che sono insieme.
La notte sta per finire.
"Utúlie'n aurë! Aiya Eldaliëar Atanatári, utúlie'n aurë![8]"
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note:
Il titolo è una citazione diretta al libro.
[1]: Fingon
[2]: Maedhros
[3]: Angband
[4]: Turgon
[5]: Argon
[6]: Aredhel
[7]: Mandos
[8]: citazione diretta al libro
   
 
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