Mac, seduto
su una scomoda panchina appena fuori dalla sala operatoria, non
riusciva a smettere di ripensare alla missione che era quasi costata
la vita al suo partner. La paura di perderlo lo stava divorando da un
tempo indefinito insieme a un senso di colpa crescente, visto che era
stato lui a non valutare a dovere il pericolo di una trappola. Con il
panico che gli serrava la gola, ricordava tristemente Jack che
provava invano a metterlo in guardia, ma fino all'ultimo era stato
troppo sicuro di sé e delle informazioni in loro possesso
per dargli
retta.
«Andrà
tutto bene, vedrai. Jack è forte» disse piano
Riley a un certo
punto, posandogli una mano sulla spalla e interrompendo così
il filo
dei suoi oscuri pensieri.
Mac si girò
a guardarla, scoprendo che l'amica era in piedi al suo fianco, con la
schiena appoggiata al muro e gli occhi lucidi. Dal tono aveva
l'impressione che cercasse di convincere soprattutto se stessa, ma
annuì comunque prima di fissare di nuovo lo sguardo su un
punto
indefinito davanti a sé.
Bozer
sospirò e lo sentì pronunciare vagamente qualcosa
che non ascoltò
neppure. Non voleva sentirsi ripetere per l'ennesima volta che non
era colpa di nessuno di loro e non avrebbe osato credere nella
salvezza di Jack finché non fosse stato un medico a
dirglielo. Aveva
visto abbastanza ferite di proiettili in vita sua per non
riconoscerne una potenzialmente letale e il fatto che il suo partner
se la fosse procurata per proteggerlo non gli era d'aiuto. Quante
volte gli aveva detto di non mettere così a rischio la sua
vita? Se
gli fosse accaduto l'irreparabile per colpa sua, non se lo sarebbe
mai perdonato...
Gli sembrò
che fossero passate ore quando un medico uscì finalmente
dalla sala
operatoria, facendolo scattare in piedi con il cuore in gola.
«Come
sta?» domandò con un leggero tremito nella voce
mentre cercava
invano di decifrare la sua espressione.
«L'intervento
è andato bene ma ha bisogno di una trasfusione urgente e non
abbiamo
più sacche del suo gruppo sanguigno»
comunicò in un tono che non
gli piacque per niente. Non era un buon segno quell'atteggiamento
così cupo e serio...
«Glielo
darò io» disse subito Mac. «Abbiamo lo
stesso gruppo.»
«Ne è
sicuro?»
«Sì.»
«Venga da
questa parte allora.»
Il giovane
lo seguì, e dopo i controlli di routine, si
sdraiò sul lettino per
iniziare il lungo prelievo, cercando invano di smettere di farsi del
male con quei ricordi dolorosi che non volevano saperne di lasciarlo
in pace, ma una parte di lui, probabilmente, nemmeno la voleva una
tregua. Avrebbe dovuto capire subito, infatti, che qualcosa non
tornava in quella missione, e quando si era reso conto di essere
caduto in una trappola, era già troppo tardi.
Preoccupatissimo
per la salvezza dei suoi compagni, non aveva fatto in tempo a dire
nulla prima di essere spinto via in malo modo da Jack, che un attimo
dopo giaceva a terra ferito, con il sangue che sgorgava a fiotti,
mentre lui urlava terrorizzato il suo nome in una maniera
rischiosissima per entrambi.
Fortunatamente,
però, i rudimentali esplosivi che aveva costruito poco prima
per
attirare l'attenzione delle forze dell'ordine erano scattati in quel
momento, sbarrando la strada al gruppo di terroristi che già
correva
verso di loro per terminare il lavoro, ma anche così Mac non
aveva
potuto fare molto per l'amico se non cercare di bloccare l'emorragia
con quel poco che aveva a disposizione.
Mentre la
polizia arrestava i superstiti, il ragazzo premeva un pezzo di stoffa
dopo l'altro sulla ferita, supplicandolo intanto di non mollare, per
poi salire con lui sull'ambulanza e tenergli stretta la mano fino
all'arrivo in ospedale.
A quel
punto era stato costretto a lasciarlo andare, dando inizio
all'estenuante attesa che si era protratta fino a poco prima.
Purtroppo non era stato ripagato con la buona notizia che avrebbe
voluto sentire, ma per una volta ringraziò che avessero
almeno lo
stesso gruppo sanguigno. Era già successo in passato che
Jack gli
donasse il sangue e solo ora capiva come doveva essersi sentito in
quegli orribili momenti, totalmente inutile in una stanza ad
aspettare impotente l'esito della sua lotta tra la vita e la morte.
Non poteva neanche immaginare di perderlo e sarebbe sicuramente
impazzito se non avesse avuto la possibilità di aiutarlo.
«Rimanga
sdraiato per qualche minuto prima di alzarsi e mi chiami se ha
bisogno di qualcosa» disse a un certo punto l'infermiera che
si era
occupata del prelievo e Mac tornò lentamente alla
realtà,
accorgendosi solo in quel momento che gli girava la testa.
Assentì e
la ringraziò debolmente prima di chiudere gli occhi e
concentrarsi
sul respiro nella speranza di riprendersi più in fretta.
Avrebbe
voluto correre subito da Jack, ma dubitava che gli avrebbero permesso
di vederlo e svenire nel corridoio non avrebbe certo velocizzato le
cose.
Uscendo
poco dopo dalla stanza, ancora un po' malfermo sulle gambe ma
incapace di stare sdraiato a non far niente un minuto di
più,
incontrò Bozer, che si affrettò a sorreggerlo,
porgendogli intanto
un succo di frutta e una merendina.
Insieme
raggiunsero Riley, seduta sulla panchina a mordersi le labbra mentre
digitava rapidamente qualcosa sul telefono. La ragazza sorrise quando
li vide arrivare e si spostò di poco per fargli spazio,
complimentandosi intanto per la sua decisione, resa ancora
più
generosa dal fatto che nemmeno lui, in fondo, era uscito illeso dalla
missione.
Mac, che da
parte sua si era quasi dimenticato delle lievi ferite sul suo corpo,
minimizzò come al solito, quasi infastidito
dall'osservazione
dell'amica, e in breve tempo quel blando tentativo di conversazione
cadde nel vuoto, lasciando di nuovo posto a un silenzio teso,
interrotto solo di tanto in tanto dai lievi movimenti di uno dei tre
e dal passaggio frettoloso del personale ospedaliero.
Dovette
passare ancora fin troppo tempo prima che un medico permettesse
finalmente a Mac di
andare a trovare l'amico per qualche minuto.
Il giovane
non aspettava altro, ma questo non gli impedì di varcare la
soglia
con un misto di speranza e timore, a cui si aggiunse subito
l'ennesima ondata di tristezza e senso di colpa nel vederlo immobile
su quel lettino, collegato a delle macchine e con addosso
un'infinità
di tubi e tubicini. Non era però quello il momento
più adatto per
cedere alle emozioni, per cui si sedette sulla sedia un po'
traballante posta lì di fianco e gli prese di nuovo la mano,
facendo
del suo meglio per ignorare tutto il resto e rimproverandolo
teneramente a bassa voce per quel gesto sconsiderato. Non che lui
fosse nella posizione giusta per farlo, in realtà, visto che
ormai
non si contavano le volte in cui Jack era stato al suo capezzale per
lo stesso motivo, ma in fondo anche questo faceva parte del loro
rapporto ormai da anni.
Sorrise
triste a quel pensiero, e alzando gli occhi un po' lucidi,
incontrò
lo sguardo vacuo e affaticato del compagno.
Sollevato,
rafforzò appena la stretta sulla sua mano e gli
spiegò la
situazione parlando lentamente. Non gli disse cosa aveva fatto per
aiutarlo e per il momento tenne per sé anche i rimproveri.
Con un
po' di fortuna, ci sarebbe stato tempo in abbondanza per quelli...
Jack,
impossibilitato a parlare per il tubo che gli permetteva di
respirare, lo ascoltava tranquillo, godendosi la sua presenza e
ringraziandolo intanto con lo sguardo per essere lì al suo
fianco,
ma ben presto gli effetti degli antidolorifici e dell'anestesia non
ancora smaltita del tutto si fecero sentire, riportandolo in poco
tempo nel mondo dei sogni.
Mac lo
guardò dormire per qualche minuto, finché il
medico che l'aveva
fatto entrare non gli ordinò di andarsene e lasciarlo
riposare.
Il ragazzo
avrebbe voluto rimanere ancora un po' a vegliare sul suo sonno, come
l'amico aveva fatto spesso con lui, ma dovette a malincuore alzarsi
dalla sedia, lasciandogli comunque, non visto, un'ultima carezza
sulla mano. Una volta arrivato alla porta, si girò di nuovo
a
osservarlo per un attimo, promettendogli in silenzio di tornare
appena possibile, prima di avviarsi nel corridoio, dove il resto
della squadra attendeva notizie con il fiato sospeso.
Prompt: Jack è rimasto gravemente ferito dopo una missione andata male. Ha subito un'operazione ma ha bisogno di una trasfusione. Mac vorrebbe poter fare qualcosa per Jack...
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non essendo molto
esperta in materia ho preferito restare molto sul generico e
purtroppo mi sono accorta dopo un po' che in realtà Mac, nel
canon,
non potrebbe mai donare il sangue a Jack, ma ormai avevo iniziato
così e non mi andava di riscrivere tutto con altri
personaggi. Spero
vi sia piaciuta lo stesso e che mi farete sapere che ne pensate, se
vi va. Grazie intanto per avermi dedicato un po' del vostro tempo
anche solo leggendo! <3
Come
ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa alla challenge
“Now
it's your turn”
indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort
Italia - Fanfiction & Fanart.
Mi raccomando, ringraziate anche l'admin e i membri del gruppo se
questa one-shot vi è piaciuta, perché senza di
loro non sarebbe
probabilmente mai nata. ;)
Se a
qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime
opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto
augurandovi una buona notte e buona giornata per domani.
Bacioni
e alla prossima!
Ellygattina