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Autore: L_White_S    21/09/2020    0 recensioni
" Non sempre gli angeli nascono con le ali "
Quando i nazisti portano gli ebrei nel campo di concentramento di Auschwitz, il loro scopo non è solo quello di ucciderli…
Quando il re inglese attacca la Francia per riprendersi il trono, la guerra “dei cent’anni” diverrà il pretesto per celare le vere motivazioni del conflitto. Ma cosa hanno in comune questi avvenimenti storici?
Ice – il protagonista – è un ragazzo che si sveglia in un laboratorio ultratecnologico senza memoria. Gli esperimenti condotti lo hanno privato dei ricordi e solo dopo un accurato incidente, studiato – se vogliamo – inizia finalmente a trovare nel buio della sua mente quei flashback che faranno riaffiorare la verità, oltre che la luce.
La saga inizia con la ricerca delle origini di uno “dei dieci”, con un debutto fenomenale.
Si introdurranno domande che sorgeranno spontanee al lettore, quali la nascita del conflitto delle parti, sia di esseri
sovrannaturali che non, e di quanto possa un amore condizionare la vita…
Ice, durante il viaggio dettato dai ricordi, scoprirà una visione demoniaca che lo perseguiterà per tutto il tempo, manovrandolo come un burattino. Ma perché accade questo?
L’amore potrà riportarlo sulla retta via, perché la strada del male, è solo un bivio…
Genere: Fantasy, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO      1.6
 
 
 
 
 
   In pochi secondi il profumo sobrio della chiesa fu sopraffatto da quello più pesante e vomitevole dei sotterranei; veri e propri tunnel scavati dalla resistenza sfruttando per la maggior parte il rudimentale sistema fognario della città.
   Di certo era molto meno pericoloso, giacché solamente poche persone ne erano a conoscenza, perciò potevano ritenersi al sicuro, anche se i ratti in sovrappeso non erano di buon auspicio.
   Erano gatti cavolo!
   Vabbè. Sempre meglio delle dominazioni comunque.
   Terminata la scalinata, Alexandre si fece strada nel buio. Non vi era la benché minima illuminazione eppure Ice riuscì a seguirlo senza difficoltà.
   Dopo qualche minuto passato tra gli escrementi e il lerciume del condotto, svoltarono a destra, in un tunnel che sembrava più pulito. Anche se faceva ugualmente schifo.
   Percorsero un centinaio di metri, la passeggiata parve infinita, finché non scorsero all’orizzonte un bagliore quasi impercettibile prodotto da una lampada a olio.
   In quel punto i mattoni erano più integri, quasi riflettevano la luce dell’unica fiaccola presente, presa subito da Alex.
   A quel punto iniziò un intricato percorso labirintico sotto la Parigi medievale e Ice, sorpreso ed eccitato, si scoprì prontissimo per affrontare la sua missione.
   Ben presto però delle voci in lontananza lo allertarono.
   Di chi erano?
   Sicuramente la fratellanza. Il moro lo capì quando li raggiunsero. 
   Un gruppo folto d’individui era inginocchiato formando un cerchio; confabulavano.
   « Guardate chi è venuto a trovarci! » scoppiarono in una risata i presenti mentre Alexandre manteneva il sangue freddo; « È da tanto che non ci degnate della vostra presenza Alexandre! ».
   Ice parve non comprendere; Alex era membro della resistenza sì o no?
   « Io, qui, d’innanzi a voi fratelli, giuro solennemente di proteggere la nostra patria, il nostro onore, e dare la vita per ognuno di voi, chiedo scusa; a tutti ».
   Il nuovo arrivato si sentì fuori luogo, quasi il terzo incomodo, peccato che in quella fogna vi fossero una ventina di uomini.
   « Io », disse l’uomo che alzò la voce poco prima portandosi una mano al petto e mostrandosi a tutti, « Io vi accolgo a nome mio e dei fratelli, in nome di un ritorno senza condizioni ».
   A quel punto tutti i presenti, uno alla volta, mostrarono il loro benestare portandosi anch’essi la mano destra al petto:        Alexander era stato perdonato; ma il rituale di accoglienza fu scioccamente interrotto da Leroy.
   « So che questo non è né il luogo, né il modo, ma vi chiedo una condicio sine qua non ».
   I membri della resistenza si voltarono tutti per trovare un accordo, finché, sempre lo stesso, forse il più anziano e importante, non rispose. « E quale sarebbe? ».
   « Entrerò nuovamente nella fratellanza a patto che questo ragazzo ne faccia parte con pari diritti e doveri ».
   Il silenzio più tombale che si potesse immaginare ghiacciò i respiri dei presenti.
   Persino quello di Ice.
   Non vi era un vero e proprio capo nella resistenza, i membri che ne operavano avevano tutti egual diritti e parola, quasi nessuno osava prendere decisioni per conto degli altri, se non per votazione. Anche se i più anziani avevano maggior peso nelle decisioni…
   In ogni caso il vero e proprio “leader” era quello che dimostrava maggior capacità rispetto i fratelli e purtroppo, erano quasi tutti allo stesso livello: quello di uomini comuni.  
   Alex però aveva visto qualcosa in quel ragazzo, qualcosa di semplicemente “diverso”.
   Non comune.
   Il problema di quella richiesta era elementare però: portare un estraneo a conoscere i punti deboli della setta, poter essere comandati da un ragazzo poco più che adolescente, dare la vita per un “poppante”, non era una concezione adatta.
   Quegli uomini non lo avrebbero mai accettato; chi poteva permettere una cosa del genere?
   « So per certo…», riprese la parola Alex, « …che è una decisione difficile da prendere, ma d’innanzi a voi, grandi saggi, vi tengo al corrente che durante la mia assenza mi sono tenuto in contatto con alcuni membri della fratellanza, ed oggi quegli stessi fratelli mi hanno aiutato nello scoprire le straordinarie capacità del ragazzo ».
   Ice, tremolante, fu avvicinato lentamente da un paio di uomini che iniziarono a girargli intorno come fosse una preda.  
   L’anziano invece si tenne a distanza.
   « Avete un nome? ».
   « Ice, signore ».
   Ci fu ancora silenzio. Tutti si aspettarono il casato che lo avrebbe contraddistinto… ma la risposta terminò immediatamente.
   « Capisco… E da dove provenite? ».
   Passarono un paio di secondi prima di accennare una risposta, ma quando il ragazzo tentò di parlare, Alex prese parola, salvandolo dal terzo grado che stava subendo.
   « Non importa, come membro della fratellanza vi sottopongo fiducia, la più completa, come io la nutro profondamente verso Ice. Accoglietelo. Ve lo chiedo come favore personale ».
   Una veloce consultazione allentò la tensione nel tunnel finché il portavoce non si fece avanti.
   « E sia! ».
   Non ebbero il tempo di esultare.
   « Ad una condicio sine qua non ».
   « Quale? ».
   « Dovrete battervi d’innanzi ai fratelli ».
 
 
 
 
   Alexandre sapeva che ogni nuovo membro della confraternita avrebbe dovuto svolgere una sorta di “prova”; un vero e proprio test per dimostrare la propria validità d’innanzi ai fratelli, e quale modo migliore se non quello di fronteggiare un consanguineo?
   Il suo piano però era andato a rotoli; non avrebbe mai immaginato di dover toccare proprio a lui dare il benvenuto a Ice.
   Il ragazzo era stato trascinato a forza in un mondo di cui non conosceva nemmeno l’esistenza, in una guerra secolare tra le dominazioni e la fratellanza.
   Fortunatamente la richiesta dei fratelli voleva sì, un combattimento tra il figliol prodigo e Ice, però non avevano specificato quando e dove. E l’appello era routine nella setta, anche perché quello era l’unico modo di sovvertire le decisioni prese dagli altri.
   Vi era poi un particolare di non poca importanza: Ice non sapeva nemmeno maneggiare la spada!
   Fu a quella richiesta che il giovane estraneo si avvicinò ad Alex sussurrandogli qualcosa all’orecchio:
   « Cosa vi viene in mente! Io non combatto e non lo farò di certo contro voi! ».
   « State zitto, abbiamo ancora l’appello da chiedere, potremmo fronteggiarci stanotte, domani o tra un anno, prega che non scendano a condizioni. Il resto lo decideremo noi due ».
   « Potete andar…».
   « Aspettate! ».
   Quando la decisione stava per essere pronunziata, un paio di fratelli, visibilmente contrari, cambiarono nuovamente la strategia di Alex. Era andato davvero tutto a rotoli maledizione!
   « Cosa c’è? », disse il più anziano sventolando infastidito il suo mantello scarlatto.
   « Propongo la mia condizione ».
   « Sentiamo ».
   « Sapete bene fratelli che è una campagna difficile quella iniziata non pochi mesi fa e non abbiamo né le risorse, né il tempo per sottostare alle richieste di questi due. Il nostro compito è di fronteggiare le dominazioni, ve lo siete forse dimenticato? Voi, speravate forse nell’appello Alex? ».
“Si bastardo”, infuriò la mente di Alexandre.
   « Cosa volete? », prese la parola Ice destando inevitabilmente tutti i presenti e portando i loro sguardi sui suoi freddi occhi azzurri.
   « Ho accettato pocanzi di accogliervi nuovamente con i miei fratelli, ma non di sottostare alla vostra condizione.  Combatterete stanotte. Aspetteremo giusto il tempo dei convenevoli. Siete d’accordo? ».
   In quel maledetto istante tutti i presenti portarono la mano al proprio petto accettando la richiesta del bastone che aveva perfettamente bloccato la ruota strategica di Alex.
   « Accettiamo la condicio ».
   « No! ». Sbuffò Ice.
   « È deciso, vi lasciamo ai convenevoli, sapete dove trovarci ». A detta di quelle parole, la fratellanza si dissolse nell’ombra oscura dei tunnel.
   « MALEDIZIONE! », imprecò ancora una volta il giovane ad alta voce.
   « Potrebbero sentirci » constatò sconfitto Alex.
   Quello era il bello della fratellanza, una vera unione tra fratelli sempre in lotta; era infatti quasi impossibile soddisfare con un’unica richiesta i desideri di tutti, ed Alex era un maestro nell’imporre il proprio volere, peccato che quella sera fosse stato sbeffeggiato. Capitava di tanto in tanto.
   « Ora dove sono andati? ».
   « Nell’Alfa e l’Omega. La stanza delle celebrazioni; stenterai a crederci ma ci sono stanze qua sotto ».
   La fratellanza non badava a spese. Tenere nascosta la loro identità comportava necessariamente vivere isolati dal mondo esterno; non vi erano donne, per “inutili distrazioni”, non vi erano passatempi.
   Solo la battaglia, quello era il loro motto e nella fogna vivevano proprio come i topi, coprendosi però di ogni qual genere di lusso possibile, perché alla fin fine, erano per la maggior parte uomini ricchi, costretti a dividere i loro averi per i fratelli.
   Per la sopravvivenza.
   Accadeva frequentemente però che i migliori nell’arte del combattimento fossero spesso contadini, ufficiali francesi o giovani ragazzi sotto le armi con voglia di riscattare la patria. Vi era persino una divisione di rango, come quella tra gli intellettuali, gli anziani e l’esercito; tutti con pari diritti e doveri.
   Alex era un uomo di corte, forse era quello il motivo per il quale era stato accolto nuovamente a braccia aperte; lui dava consigli, studiava i piani d’attacco, forniva armi e partecipava alla battaglia. Era uno degli uomini più completi presenti nella resistenza.
   « Sta per inizio e fine, è qui che i membri della fratellanza iniziano il loro viaggio, ed è qui che cessano di vivere ».
   « È anche una camera mortuaria quindi? ».
   « In un certo senso. I feriti, i vecchi e i malati muoiono qui, è tradizione. Ed è tradizione che lo scontro d’iniziazione porti una vittima. In questo caso io, o te ».
   A quella scoperta Ice rimase tanto stordito che l’espressione del suo viso sembrò quella di un giovane sul punto di morte. Schifato e deluso, non si aspettava certo una cerimonia di quel tipo.
   Ma c’era ancora una via d’uscita e Alex l’avrebbe senz’altro sfruttata.
   « Il duello è all’ultimo sangue, ma se lo scontro rivela le capacità dell’iniziato, in questo caso le tue, prima del colpo di grazia gli anziani lo terminano. La nostra unica occasione è di dimostrare le nostre virtù e sperare in una clemenza ».
   « C’è un particolare. Io non so duellare », lo bloccò sul nascere Ice.
   Non era un problema, Alex aveva messo in conto anche quello; infatti l’incontro si sarebbe svolto alla pari, perciò in quel caso a mani nude.
   Finito di illustrare ogni particolare, Alex, guidandolo fino l’Alfa e l’Omega, rimase muto per tutto il tempo.   
   Sapeva bene che doveva fronteggiare il giovane ragazzo con tutta la tenacia e l’esperienza di cui disponeva, qualora non l’avesse fatto, la prova sarebbe stata falsata e le capacità di Ice non si sarebbero mostrate ai fratelli; così facendo, però, lo avrebbe ridotto in fin di vita, se non ucciso.
   Doveva perciò solamente sperare in un incontro di pari livello.
   E nella clemenza finale.
   « Perché siete stato perdonato? », chiese Ice mentre si accingevano a raggiungere la stanza.
   « Perché li avevo abbandonati. Nessuno abbandona la setta ».
   
 
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