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Autore: Afaneia    22/09/2020    6 recensioni
«Hai commesso un errore, perché adesso, grazie a te, sono un dio e più potente che mai – infido come la vite, pervasivo come il vino.»
Raccolta di drabble; storia partecipante al contest "Profumo d'autunno" [drabble contest] indetto da LuNe_EFP sul forum di EFP.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dioniso, Era
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Evoè
   Ciao a tutti!
   Come scritto nell'introduzione, questa storia partecipa al contest "Profumo d'autunno" [drabble contest] indetto da Asia Dreamcatcher sul forum di EFP: ho deciso di sfruttarlo per mettere un po' a frutto i miei studi su Dioniso, specialmente i lati forse meno noti del dio: in particolar modo mi hanno sempre affascinata la sua connessione col tema della rinascita, l'ira e la follia come forza creatrice ma anche distruttrice, nonché la sua lotta per affermarsi come dio contro tutti gli altri.
   Ho scelto di introdurre ogni drabble con brevi citazioni tratte dai più importanti testi che ci attestano il suo culto, in particolar modo le Dionisiache (traduzione di Daria Gigli Piccardi), le Baccanti (traduzione di Vincenzo di Benedetto) e l'Inno VII a Dioniso (traduzione di Filippo Càssola).
   Dopo avervi debitamente annoiati con quest'introduzione, vi lascio volentieri alla lettura!
   Mille e mille baci


   Afaneia




1. Zagreo.


...lo uccidono con un pugnale venuto dal Tartaro,
mentre guardava la sua falsa immagine riflessa nello specchio.


Nonno di Panopoli, Dionisiache 6. 172-173.


   Ci sono notti in cui ancora ti svegli gridando perché ricordi i frammenti di una vita che non ti appartiene più – o che forse non ti è mai appartenuta, chissà – e piangi. Piangi il tuo corpo fatto a pezzi, dilaniato, piangi la vendetta di Era per la tua nascita incolpevole (perché tu non sei nato colpevole: sono sempre stati gli altri a volerla), piangi le fughe dalla follia omicida che voleva la tua fine.
   Piangi quella tua prima vita in cui sei morto e non sei riuscito a rinascere, e soprattutto piangi perché ancora, quando dormi, senti il dolore del pugnale che ti squarciava la carne.


*


2. Hermes.


E il fulmine si fa levatrice, le folgori Ilizia;
nel momento in cui salta fuori dal ventre infuocato della madre,
Bacco è generato dalla fiamma celeste che lo risparmia
in mezzo alle scintille che hanno assassinato sua madre...


Nonno di Panopoli, Dionisiache 8.396-399


   «Che cosa è successo a mia madre?» domandi. È raro che tuo fratello discenda a trovarti.
   «L'ha bruciata il fulmine di nostro padre» risponde laconicamente Hermes, che sta giocherellando col guscio vuoto di una tartaruga, disteso sotto la chioma di un albero, colle gambe accavallate. Non è tanto un tipo da prestarti attenzione, tuo fratello, ma la sua indolenza ti attira. «Non è stata colpa sua, però. È stata Era. Ti ho salvato io dalle fiamme, ma tu non puoi ricordartelo.»
   È stata Era a uccidere tua madre con la folgore. Rimani per un po' a pensare a cosa voglia dire esser nato dal sangue, battezzato nel fuoco.


*


3. Mania.


Muoverò mai il mio candido piede
tutta la notte in cadenza di danza
per l'esultanza
del bacchico rito?


Euripide, Baccanti, vv. 862-864.


   Era ha fatto impazzire le ninfe che ti hanno allevato per ucciderti tramite le loro mani inferocite.
   Era ha fatto impazzire tua zia, Ino, per punirla d'averti allevato.
   In ogni luogo Era ha cercato di ucciderti e di spaventarti, ha versato la mania come veleno sulle donne che ti hanno amato per punirle di non averti odiato – ma con tuo stesso stupore a un tratto ti sei accorto di una cosa: che la mania non ti ha mai spaventato.
   Quello che hai capito è che ovunque tu sia andato la follia ti ha seguito, come un'ombra sulla tua scia e che (ma Era ancora non lo sa questo) a te la follia piace da impazzire.


*


4. Ampelo.


«Ma a me non importa affatto del fuoco celeste della saetta:
non desidero né nuvole, né tuoni rombanti.»


Nonno di Panopoli, Dionisiache 10. 298-299.


   Per Ampelo hai rinunciato al fulmine, ma Ampelo non è più con te.
   La crudeltà di Era è tale da aver disseminato di morte il tuo cammino e aver ucciso il fanciullo per il quale avresti abbandonato la tua divinità – ma nella cieca atrocità della sua vendetta, Era ha commesso due errori.
   Il primo è che per amore di Ampelo rinunciavi al fulmine, ma che dopo la sua morte non ne hai più alcun motivo.
   Il secondo è che Ampelo è morto, ma è rinato vite – e che, tramite la vite, Era ti ha reso un dio.


*


5. Evoè.


...e volevano legarlo con legami indissolubili:
ma i legami non riuscivano a tenerlo, e i vincoli cadevano lontano
dalle sue mani e dai piedi; egli se ne stava seduto, e sorrideva

con gli occhi scuri.


Inno Omerico VII, A Dioniso, vv. 14-15.




   «Sono più forte di te, vero? Più forte di te!»
   «Hai commesso un errore, perché adesso, grazie a te, sono un dio e più potente che mai – infido come la vite, pervasivo come il vino. Hai sacrificato tutto di me alla tua vendetta, ma essa mi ha fatto più forte, e ora, grazie a te, Era, ho vinto.»
   «Perché dal dolore che mi hai inflitto è nato il mio trionfo, dalle ferite la mia gloria, e forse la mia schiena ha ferito il tuo coltello del Tartaro, poiché la tua vendetta si è ritorta contro di te – Era, tu volevi uccidermi, ma grazie a te io invece ascenderò all'Olimpo.»
   
 
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