Pioggia. Normale, quanto noiosa in quella che sembrava essere un'ordinaria giornata di inizio Ottobre, o almeno questo è quello che pensavano tutti, benché meno Alicia.
La giovane, di origini latine era capitata in quel bar quando ancora le giornate erano afose per accettare uno dei tanti lavori che aveva trovato sul giornale.Noioso quanto necessario se voleva continuare il college e avere un futuro. Benché non amasse quel lavoro, ben presto, aveva cominciato ad abituarsi ai ritmi frenetici: versava il caffè nelle tazze vuote dei clienti annoiati e faceva lo slalom tra i numerosi tavolini sorridendo e,quando riusciva, scambiava anche due chiacchiere sull'argomento del giorno. Quello che però, di certo, non si aspettava è che una delle tante giornate lavorative si trasformasse in qualcosa di sorprendente, almeno per lei. Era del tutto incredula quando tra i tavoli scorse un profilo piuttosto familiare.  Sapeva che lavorando in una città come Los Angeles avrebbe potuto incontrare qualcuno di famoso ma di certo non si aspettava di trovarlo in anonimo bar di periferia, d'altronde chi si sarebbe aspettato che quel giorno avrebbe cambiato tutto per sempre. Forse era capitato in quel bar per sbaglio?
Alicia era rimasta per diversi secondi immobile a fissare quella figura con la caraffa in equilibrio in una mano e tutto sembrava essere diventato silenzioso intorno a lei. Solo dopo diversi secondi si era finalmente convinta ad avvicinarsi e chiedergli se avesse bisogno di qualcosa.
«  Buongiorno, benvenuto al ... »
La  voce di Alicia si interruppe improvvisamente quando lo sguardo dell'uomo incontrò il suo. Gli occhi nocciola, che sembravano penetrarla, le fecero perdere qualche battito. La giovane  sentiva il cuore batterle in gola e le mani tremare. Seppur fosse una sua grande fan, Alicia cercò di riprendersi prima che la situazione degenerasse. Doveva essere professionale, doveva farlo. Alicia sentì gli occhi severi del suo titolare su di lei e diverse sue colleghe guardarla con sdegno; sentiva i loro risolini nervosi e i loro sguardi carichi d'attesa. 
« gradisce del caffé?  » tagliò corto.
«  una tazza per favore. »  Nonostante il sorriso Alicia notò immediatamente che qualcosa in lui non andava: sembrava essere triste, abbattuto come se qualcosa non andasse. Alicia si morse il labbro per desistere nel chiedergli cosa lo rattristasse ma, alla fine, preferì farsi i fatti suoi e  andare via continuando a svolgere le sue mansioni come se niente fosse. In fondo non erano affari suoi e non tutti gradiscono i pareri di una giovane studentessa/cameriera seppur all'ultimo anno di psicologia. 
« Ma è davvero lui? cioè Robert Downey Jr, quello di Iron man? »
La voce petulante di Ashley la distrasse dai suoi pensieri. Alicia strinse le spalle come se non sapesse di chi stesse parlando e continuò a pulire il bancone lanciando un timido sguardo di tanto in tanto verso il tavolo nel quale si trovava l'attore. Sapeva chi era, lo aveva capito dal primo istante in cui lo aveva visto ma non voleva sembrare una petulante ragazzina che sclerava nel vedere il suo attore preferito nel bar in cui lavora, non lo trovava opportuno.
Era scocciata dalle risatine eccitate delle sue colleghe e dai loro commenti sotto voce anche se perfettamente percettibili e chiari nelle loro intenzioni. Perfino Robert lo sembrò visto che non ci volle molto perché lasciasse una banconota sul tavolo si alzasse e uscisse dal bar in silenzio.
Alicia sentì la tristezza invaderla. Avrebbe voluta fare di più, avrebbe voluto proteggerlo dagli sguardi maligni della gente e dalle loro chiacchiere ma era rimasta immobile a fissare la porta che si chiudeva mentre il suono del campanello fissato su di essa segnava la fine di una scena surreale.