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Autore: Benny Bromuro    22/09/2020    0 recensioni
Sono settimane che ormai la piccola cittadina di Varcaturo, nel napoletano, è vessata dalla presenza di giovani killer senza scrupoli, pronti a tutto pur di versare sangue innocente nelle strade.
Tuttavia, nella paura crescente, uomini coraggiosi, speciali, decidono di cercare di uscire dal buio in cui qualcuno li ha immersi. Per salvare il proprio domani e tenere in alto la testa, come gli eroi che sono.
(LA STORIA È STATA RISCRITTA DA MANNY MERCURIO E SUPERVISIONATA DALL'AUTORE ORIGINALE)
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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CHRONICLES OF A BROKEN LAND(vol. 1)
 
- GLI INCONSISTENTI -
 
 


 
 Prologo

 


- Varcaturo -
Laboratorio segreto non identificato
 

Le dita scivolavano veloci sulla tastiera e producevano l’unico rumore che imperava sovrano in quella stanza, quasi del tutto buia; un monitor gettava luce sul volto di un uomo, così tanto concentrato sul suo lavoro da non accorgersi del costante brontolio dei macchinari che erano in funzione, tutt’intorno a lui.
- Ci siamo quasi, lo sento. Manca poco.
Subito dopo l’adrenalina lo investì e, preso da un’improvvisa frenesia, iniziò a battere più veloce sulla sua tastiera. I respiratori e le pompe che aveva attorno crepitarono, come a protestare per la sua troppa fretta, ma ovviamente lui non se ne accorse: aveva occhi solo per il codice che stava completando.
Quello che avrebbe finalmente dato vita alla sua creazione.
Lo avrebbe nutrito e reso forte. Sì, sarebbe andata bene, quella volta. Alzò gli occhi, una bolla solitaria risalì il liquido bluastro nella vasca che aveva davanti, attirando la sua attenzione. Guardò per un attimo in avanti, abbagliato dalla luce. La vasca di coltura, piena di quella soluzione proteica e luminescente, proiettava le ombre delle apparecchiature tutt’intorno, creando mostri orrendi nella mente di chiunque si trovasse a osservarle.
L’uomo non distolse lo sguardo, stropicciò gli occhi stanchi e arrossati e poi si concentrò nuovamente sulla creatura che galleggiava in quell’acqua blu e luminosa. Quella era immobile nella sua posizione, continuando a crescere, giorno dopo giorno.
Diventando ogni minuto sempre più forte.
Lo scienziato riprese il suo lavoro, colto di nuovo dall’euforia. Dormiva a tratti, non mangiava da giorni e dormiva a tratti, ma aveva dato tutto se stesso sul suo progetto e ne stava rispettando il cronoprogramma.
La cosa lo appagava. Il battere delle sue dita sulla tastiera divenne ancora più frenetico.
- Finalmente tutti gli anni di sacrifici e lavoro daranno i suoi frutti. Insieme, io e te, creeremo un mondo migliore. Più pulito, più giusto. Libero dal male della società – disse, rivolto alla sua creatura.
Aveva passato gli ultimi anni della sua vita concentrato sulla sua creazione. E nonostante fosse il mezzo per la sua purificazione, nient’altro che un utensile ai suoi occhi, in un certo senso aveva finito con l’innamorarsi di lei. Così come un padre si innamora del proprio figlio.
 
Non gli parve vero, quando, poche ore dopo, l’ultima stringa di codice era stata inserita.
Finalmente, il suo lavoro preparatorio era terminato. Conclusa finalmente la turbinosa danza sulla tastiera, si concesse un attimo per osservare il suo creato.
Ci era riuscito, il tutto aveva iniziato a funzionare alla perfezione. I suoi macchinari risposero alla sua richiesta, avviandosi uno dopo l’altro. La vasca fu completamente satura di bolle d’ossigeno per qualche secondo, assestandosi subito dopo. La luminescenza del liquido aumentò d’intensità, gettando più lontano la penombra di qualche metro. Ma oltre questo, nulla aveva mutato quell’equilibrio tanto precario quanto magnifico e perfetto.
L’uomo, l’umile lavoratore, alzò in aria le mani, con i palmi rivolti al soffitto, per poi richiuderli lentamente e con forza nei pugni, come a voler sfidare il divino. Si lasciò andare a un urlo di gioia, simile all’ululato di una bestia alla luna piena in una notte senza stelle e senza nuvole. Rise, e i demoni abitanti delle ombre tutt’intorno risero con lui.
Ora tremava. Sentiva le sue articolazioni scricchiolare e gli arti fremere per l’eccitazione. S’alzò in piedi, improvvisamente troppo ebbro d’estasi per restare fermo e calmo. Rivolse la sua attenzione alla creazione.
Camminò lentamente verso la vasca, coprendo teatralmente i pochi metri che li separavano.
Si era preparato per quel momento, aveva studiato nei minimi dettagli ciò che avrebbe voluto dirgli la prima volta che i loro occhi si fossero incrociati. L’uomo era sicuro che quella volta, quando quello avesse sentito la sua voce, avrebbe reagito come un figlio reagisce al richiamo del padre.
Scostò i lunghi capelli, che nell’eccitazione gli erano cascati davanti agli occhi e li fermò, distrattamente, con una delle bandane bianche che aveva lì vicino, annodandola rapidamente.
Erano finalmente giunti lì, faccia a faccia.
Fece scivolare una mano sul vetro della vasca di coltura, sfiorando, in basso su di un lato, la sigla lì posta. I ricordi emergevano secondo dopo secondo, e per questo si obbligò ad allontanarsi.
Alzò il palmo della mano all’altezza di quella della sua creazione, facendolo aderire una seconda volta alla vasca.
Raccolse il respiro, raccolse i pensieri.
- Mai… mai avrei pensato di commuovermi tanto il giorno della tua nascita. Certo, hai ancora una lunga strada davanti prima di essere completo… - la voce gli tremava, carica d’emozioni. - Ma sono certo che l’attesa varrà tutte le notti insonni e le volte in cui ho dovuto dire no a me stesso. Già ora sei bellissimo. Quando sarai pronto a emergere in questo mondo, sarai l’essere perfetto.
L’essere abitante della vasca, che poteva ricordare solo vagamente un essere umano, con ancora un accenno di naso, pochi capelli e un corpo nettamente ancora sottosviluppato, reagì al suono di quelle parole facendo tremare leggermente le palpebre.
- Sapevo che potessi sentirmi! Ne ero sicuro!
L’uomo si prese qualche attimo ancora per osservare la sua creazione, prima di continuare. La voce tremula sussultò, prima che le parole attraversassero la bocca.
- Insieme, tu e io, saremo in grado di ripulire finalmente queste terre venefiche, marce di corruzione e crudeltà.
Si allontanò per un attimo, continuando a lanciare occhiate colme d’ammirazione alla vasca. Tornò correndo, reggendo fra le mani una carta geografica della zona.
- Inizieremo con poco, lo so. Sì, anche io sono impaziente come te ma abbiamo bisogno di stabilire l’ordine intorno a noi, come prima cosa. Tu sei il mio capolavoro, non dovrai preoccuparti di tali piccolezze. Ho i miei servi per fare ciò... Vedi tutta questa zona evidenziata? È Varcaturo. Insieme ai suoi dintorni, verrà isolata dal resto del mondo per far sì che l’epurazione possa avere luogo.
Ci vorrà ancora un po’ di pazienza e poi saremo finalmente liberi. Senza più nessuno a nuocere al popolo. Nessun politico corrotto, nessuna iniquità, nessun disprezzo raziale, nessun favoritismo. La nostra società sarà libera da tutti i mali che accompagnano da sempre l’essere umano. Raggiungeremo la reale libertà.
Appoggiò la fronte alla vasca, chiudendo gli occhi.
- Figlio mio, tu sarai il vero messia. L’apostata che porterà via la piaga che attanaglia l’umanità. Con la mia guida, puliremo finalmente questo mondo.
Si allontanò, trattenendo a stento le lacrime. Fu in quel preciso istante che la stanchezza delle ultime settimane gli piombò addosso, ricordandogli quanto il fragile corpo che faceva da contenitore alla sua mente geniale fosse debole.
- Adesso devo riposare, e anche tu. Ma non preoccuparti, sarò con te tutto il tempo. Non sarai mai solo.
Con passo incerto, l’uomo si diresse verso il suo letto. Si fece scivolare lentamente sotto le calde e confortevoli coperte, addormentandosi quasi all’istante col sorriso sulle labbra.
Fu in quel momento che l’essere nella vasca mosse l’accenno di una mano, diretto verso il disegno raffigurante un dito che galleggiava nel liquido insieme a lui. Lo portò al petto e lì lo strinse, amandolo con tutto sé stesso.
E i demoni nelle ombre l’amarono con lui.

 
   
 
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