Arras: Ora
Zero
Il
silenzio intorno a loro è surreale.
L’artiglieria che
li ha accompagnati in ogni ora di veglia e di sonno negli ultimi cinque
giorni ora tace.
La
neve cade fitta su Arras, come fosse dicembre: sotto quel manto
silente, anche il loro
respiro congela e li zittisce.
Tom
sta tremando: Will non sa se per il freddo, la tensione o la paura.
Si
stringe impercettibilmente a lui, spalla contro spalla, per dargli
calore e
coraggio.
Si
guardano, e lui cerca di trasmettergli tutta la forza e la fortuna che
ha: tra
i due, è Tom quello che merita di sopravvivere.
Arriva l’ordine, e tutto precipita: è
l’Ora Zero, l’ora di uccidere e vincere o morire.
10 aprile
Tilloy
è presa, e i ruderi fiammeggianti illuminano la notte oscura.
Sono
stati fortunati, più che bravi: i Fritz non li hanno
sentiti arrivare e ora sono
loro a congelare bluastri sotto il manto bianco della neve.
Tom
ha avuto il suo battesimo del fuoco, come Jonathan, Harry e Jack:
ragazzini che
sorridono di quello stupido coraggio da adolescenti, perché
sono ancora vivi e
si sentono tutti invincibili.
Will
osserva l’adrenalina nei loro occhi e il sapore del sangue
che li tiene vivi.
Anche
lui era così, un tempo.
Poi
ha visto la morte, e quella luce interiore lo ha abbandonato.
Prega
il Dio in cui non crede: Risparmiali! Ma se devi, non lui, me.
11 aprile
Non
hanno preso Monchy, ed ora i Fritz rischiano di
massacrarli.
Will
trema, le mani faticano a tenere fermo il fucile.
I
ragazzi invece vogliono uscire e partire all’assalto, ma non
può
permetterglielo.
«È
solo, lassù. Stanotte lo prendiamo di sorpresa»
spiega Jack.
Will nega il
consenso, ma non lo ascoltano: hanno
deciso di partire comunque, anche senza di lui.
«È
l’ora. Copriteci» sussurra Tom, poi raggiunge gli
altri.
Si
lanciano fuori dalla copertura, al buio; lui e Jonathan sono pronti a
coprirli,
i colpi in canna e i fucili pronti.
Ma
sono troppo lenti, e lui aveva ragione.
C’è
un mitra lassù.
Il
suono è infernale, e lui non può nemmeno gridare.
È
inutile.
12 aprile
Tom
è rannicchiato, le braccia attorno le ginocchia, gli occhi
sbarrati che fissano
il vuoto.
È
vivo per miracolo, ma ha perso due fratelli.
Will
lo raggiunge: deve salvarlo da quelle mani ossute che lo stanno
portando via da
lui.
Non
gli parla, perché le parole sono superflue e indecorose
davanti ai morti; si
toglie però la celata e gliela posa sulle spalle, prima di
sedersi di fianco a
lui.
Tom
si stringe in essa, e finalmente alza lo sguardo rosso e secco su di
lui: non
ha nemmeno più lacrime.
Will
lo accarezza sulla testa, poi gli lascia poggiarla sulla sua spalla.
Anche
stanotte non dormiranno, ma almeno sono ancora vicini. E soprattutto
vivi.
13 aprile
«Devi
calmarti, nipper».
Sono
soli nella casa abbandonata, e il giovane si aggira per la piccola
stanza
scaraventando qua e là i pochi oggetti che trova, ferito e
inconsolabile.
«Come
cazzo fai a essere sempre così freddo,
eh?»
Tom
è furente: le emozioni intrappolate stanno finalmente
uscendo allo scoperto, e
lo fulmina con occhi iniettati di sangue e dolore.
«Ti
ho detto di calmarti. Non li porterai indietro
così».
Tom
gli corre incontro, il pugno alzato pronto a colpirlo in volto.
Gli
blocca il braccio torcendoglielo, poi immobilizza il ragazzo contro il
suo
petto.
«Vaffanculo
Will!» urla, strattonandolo per liberarsi invano.
Poi
si lascia andare a un pianto liberatorio, il viso nascosto dalle sue
braccia.
14 aprile
Monchyriegel
alla fine è caduta con l’arrivo della
Cinquantaseiesima e del Terzo Cavalleria.
«Abbiamo
vinto» mormora Tom, da quel giorno sempre
attaccato a lui.
«Per
ora. Dubito sia finita qui».
Vorrebbe
dirgli diversamente, ma non può mentirgli; tanto Tom
già lo sa: quello è
solo l’inizio.
«Fa
freddo» si lamenta il giovane, stringendosi ancora di
più a lui, fregandosene
degli occhi puntati addosso.
Will
gli passa di nuovo la sua giacca e zittisce subito la polemica:
«Tienila, io
sto bene».
Tom
annuisce, poi pigola: «Avevi ragione. Hai sempre avuto
ragione, Will, su
tutto».
Will
tace: non può aggiungere nulla a quella verità.
Possono
solo godersi quegli attimi insieme, prima del prossimo attacco, prima
della
prossima morte.
[lunghezza di ogni drabble: 115 w.]
Note Esplicative:
I titoli di ogni drabble si riferiscono ad ognuna delle sei giornate della Prima Battaglia della Scarpe, iniziata il 9 aprile 1917 e terminata il 14 aprile seguente; tale battaglia fa parte della più grande Battaglia di Arras, una delle più importanti battaglie della Prima Guerra Mondiale combattuta nel nord della Francia.
Con "Ora Zero" (in inglese, Zero Hour, o H-hour, su modello di D-day) si intende l'orario di inizio delle operazioni di combattimento: per la Battaglia di Arras, il D-day e la H-hour furono fissate alle ore 5:30 del mattino del 9 aprile.
"Tilloy" e "Monchy" sono le abbreviazioni per le due piccole cittadine di Tilloys-lès-Mofflaines e Monchy-le-Preux, due degli obiettivi da conquistare per i britannici durante questa battaglia. La "Monchyriegel" è l'intricata rete delle trincee vicino a Monchy-le-Preux, conosciuta col nome tedesco, ed era la meta finale da conquistare durante battaglia.
"Fritz" è un nominoglio dispregiativo utilizzato dagli inglesi per riferirsi ai tedeschi (come l'italiano "crucchi"), mentre nipper è uno slang dell'isola di Wight per riferirsi a un giovane ragazzo.
La 56esima (divisione) e il Terzo (Corpo d'armata di) Cavalleria furono, insieme alla 37esima divisione di cui fanno parte Tom e Will, le protagoniste di questa sanguinosa battaglia, conclusasi in un nulla di fatto.
Note
dell'Autore:
Era
un po' di tempo, o meglio, un bel po' di anni che non mi cimentavo con
le drabble. Questa tipologia di storie è molto particolare,
la
adoro ma trovo anche molto difficile riuscire ad utilizzarla per
scrivere qualcosa di significativo: tendo spesso a dilungarmi quando
scrivo, per cui questa ricerca della sintesi è sempre un po'
una
sfida per me.
Per questo ho voluto cogliere al balzo il Profumo
d'autunno [drabble contest]
di LuNe_EFP, che ringrazio infinitamente per avermi permesso di
cimentarmi di nuovo con questa tipologia di storia, affidando a lei il
compito importantissimo di descrivere il battesimo del fuoco di Tom
Owen, uno dei miei personaggi originali creato proprio per un altro
contest. Sto iniziando ad amare questa improbabile coppia di
combattenti, e se volete sapere di più su di loro queste
sono le
altre due storie con loro protagonisti (prima o poi le
inserirò
in una serie, lo so!): L'isola
d'erba e L'Inseguitore.
Come spero abbiate intuito anche grazie alle note, Will e Tom sono due
fanti del Corpo di Spedizione Britannico durante la Prima Guerra
Mondiale; tutti i luoghi e gli avvenimenti menzionati sono reali, ma il
resto della vicenda è frutto della mia immaginazione; i
personaggi di Jack e Harry sono però estratti indirettamente
alla poesia di Siegfried Sassoon "The
General", che parla esattamente della Battaglia di Arras
del 1917.
Spero che questa raccolta di drabble vi sia piaciuta e vi ringrazio per
averle dedicato un po' del vostro tempo; se volete farmi sapere che ne
pensate lasciando una recensione siete stra benvenuti!
Un grossissimo in bocca al lupo agli altri concorrenti del contest, a
presto!
Storia
partecipante al contest "Profumo d'autunno" [drabble contest] indetto
da Asia Dreamcatcher sul forum di EFP. Pacchetto scelto: 3. Erica
Tema/Citazione: «Anche
nel dolore v'è un certo decoro, e lo deve serbare chi
è saggio» - Seneca
Obbligo: Hurt/Comfort
Prompt: Coprire le
spalle di qualcuno con la propria giacca