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Autore: Teo5Astor    23/09/2020    10 recensioni
Nessuno poteva immaginare che una vecchia lampada apparentemente senza valore avrebbe potuto cambiare il destino di così di tante persone, perché nessuno sapeva che conteneva sette sfere magiche in grado di evocare un Genio-Drago capace di realizzare qualunque desiderio, a patto che non fossero più di tre.
Non lo immaginava Aladdin Goku, un giovane ladro dal cuore d’oro, e nemmeno la principessa Chichi, la futura regina del regno di Agraba che sognava il vero amore e rifiutava qualsiasi matrimonio politico nonostante le pressioni del padre, il sultano.
Non potevano immaginarlo nemmeno un’ancella, un principe e una principessa venuti da lontano e una tigre molto speciale.
Non lo immaginava neppure il Genio in persona che il destino potesse cambiare anche per un essere immutabile come lui.
Lo immaginava solo il malvagio Gran Visir di quel regno, perché aveva in mente un perfido piano da tanto tempo e aspettava solo l’occasione giusta per concretizzarlo. E, allo stesso modo, lo sperava anche il suo astuto pappagallo, che aveva un sogno segreto nel cuore.
Rielaborazione a tema Dragon Ball di Aladdin.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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29 – Il prezzo del potere
 
 
«Voglio diventare un genio più potente di te!» ripeté Freezer con occhi sgranati e faccia stralunata.
«Agli ordini, padrone!» sorrise sghembo Radish, scrocchiandosi le dita per poi allungare le braccia verso il cobra gigante, che si ritrovò subito avvolto da una luce nera all’interno della quale saettavano scariche vermiglie.
Si creò una nube violacea intorno al suo immenso corpo, mentre la terra non faceva che tremare e altre macerie continuavano a cadere da ciò che restava della volta del palazzo.
Quando il fumo si dissolse, il cobra era diventato un enorme e possente genio albino con delle scaglie viola sulle spalle e sopra la testa priva di capelli, inoltre aveva un’inquietante coda che sferzava l’aria alle sue spalle. I suoi occhi erano grandi e allungati, scarlatti e privi di iridi.
«Sento… sento il potereee!» urlò Freezer con una voce solenne e gutturale che non gli apparteneva.
Era imponente, molto più di Radish quando aumentava le proprie dimensioni nella sua forma di genio. Così grosso da sfondare il soffitto semidistrutto e innalzarsi nel cielo angosciato di Agraba, che non era mai stato così oscuro come in quei momenti interminabili.
«Il mio potere è immensooo!» esultò il nuovo genio, sollevando le sue braccia enormi e muscolose verso l’alto.
Goku, finalmente libero dalle spire del cobra che ormai non esisteva più, corse verso Chichi e la abbracciò, facendole da scudo col proprio corpo per proteggerla dal tifone che si era generato a causa della quantità di energia sprigionata dalla trasformazione di Freezer.  Volavano macerie e calcinacci dappertutto.
«Ma… perché l’hai fatto?!» gli domandò la principessa, allibita.
«Fidati di me!» sorrise Goku, mentre anche Vegeta, al loro fianco, ignorando il dolore, faceva da scudo a sua volta a Bulma.
«L’intero universo è nelle mie mani! Ormai ce l’ho in pugnooo!» sbraitò Freezer, lanciando verso l’alto delle sfere infuocate e dei fulmini.
Radish, intanto, si scambiò fugacemente un sorriso furbo con Lazuli e poi fece lo stesso con Lapis, accanto a lei. La principessa venuta dal nord annuì, e così Radish si voltò in direzione di Freezer puntando verso di lui il suo dito indice.
Improvvisamente, sul pavimento comparve una lampada nera, identica in tutto e per tutto a quella dorata in cui viveva Radish, a parte per il colore. Da essa fuoriusciva un denso fiumo violaceo, la stessa sostanza che componeva il corpo di Freezer dalla cintola in giù. Attorno ai polsi del nuovo genio si generarono dal nulla due grossi e pesanti bracciali neri lucenti, ma lui era troppo preso a bearsi della sua onnipotenza per rendersi conto di quello che stava succedendo.
«È più stupido di voi scimmioni, quello lì!» commentò Lapis, rivolto a Radish, riferendosi a Freezer. «E adesso siete in tre scimmioni, c’è anche quello nuovo, ho notato» sorrise beffardo, indicando con un cenno del capo Vegeta.
«Già, è un vero coglione quello lì!» rise il genio dalla carnagione blu, che si perse poi per un lungo istante negli occhi di ghiaccio di Lazuli che lo guardavano e sembravano sorridere anche loro.
«Ce l’abbiamo fatta» le disse.
«Sì, siamo stati bravi» confermò lei, prima che tutti si voltassero verso Goku, che aveva lasciato Chichi e si era diretto verso il centro della stanza.
«Ehi, Freezer! Non pensi di esserti dimenticato qualcosa di importante?!» gridò con tutto il fiato che aveva.
«Che cosa?!» tuonò l’inquietante genio albino, fissandolo dall’alto, irritato.
«Volevi diventare un genio, no?! Beh, ora lo sei! Con tutti i pro e i contro!» scoppiò a ridere Goku, sollevando verso l’alto la lampada nera che aveva appena raccolto da terra.
Freezer si rese conto solo in quel momento di quello che stava succedendo, come un’illuminazione che lo lasciò folgorato. Sgranò gli occhi, notando il denso fumo violaceo che dalla lampada si congiungeva direttamente al suo corpo. Guardò con orrore i bracciali neri che gli erano comparsi ai polsi e sentì il vuoto dentro di sé. Un vuoto così forte e intenso che sembrava risucchiarlo. Già, risucchiarlo… proprio come aveva appena iniziato a fare la lampada stretta tra le mani di Goku, che lo attirava verso di sé con forza sempre crescente.
«Nooo!» ululò Freezer, mentre cercava inutilmente di lottare contro quella forza immensa che non poteva controbattere per sua stessa natura.
«Noo!» ripeté, disperato e sconvolto, sempre più vicino al beccuccio del magico oggetto che continuava a risucchiarne il corpo e l’essenza al suo interno.
«Com’è che dicevi, Rad?» chiese Goku con sarcasmo, chiamando in causa il suo amico genio. «”Fenomenali poteri cosmici…”».
«”… in un minuscolo spazio vitale”!» concluse la frase Radish in falsetto, dopo essersi materializzato accanto a colui che era diventato il suo fratello minore.
Gli cingeva la spalla con un braccio e sorrideva beffardo, mentre entrambi guardavano gli occhi spiritati di Freezer sparire all’interno della lampada insieme alle sue urla strazianti.
Il fumo violaceo sparì insieme ad ogni rumore, sigillato nel magico oggetto ben saldo tra le mani di Goku.
 
«V-vaffanculo, s-stronzo… a-abbiamo vinto…» sorrise Vegeta, che aveva raggiunto a fatica Goku e Radish grazie a Bulma, che lo aiutava a camminare e lo sosteneva.
Accanto a loro c’era Chichi, che scoppiò in lacrime e abbracciò Goku.
«Cattivo… cattivo!» sibilò la principessa, riempiendo di piccoli pugni il petto del giovane ladro. «Ho avuto… ho avuto paura che ti avrebbe ucciso!» aggiunse, mentre lui si grattava la nuca con una mano, ridacchiando, e le accarezzava i capelli con l’altra.
Bubbles recuperò magicamente le sue fattezze di scimmia e corse berciando verso Goku e Chichi.
«Bubbles! Amico mio!» lo abbracciò il giovane ladro.
«Uh, uh, uh!» rispose la scimmia, ebbra di felicità.
Dal nulla si ricompose anche la nuvola Speedy, che cominciò a volare a tutta velocità attraverso la stanza per poi dare il cinque a Radish e Goku, che la riempirono a loro volta d’affetto, come del resto Bubbles.
Anche Lazuli e Lapis raggiunsero il gruppo, camminando senza scomporsi dopo aver scalato le macerie e perfettamente in ordine nonostante tutto quello che era successo. Avrebbero potuto attraversare un uragano e poi fare un tuffo in un fiume di lava e probabilmente ne sarebbero usciti freschi come rose anche in quel caso. Fu questo, più o meno, quello che pensarono tutti gli altri, sporchi, sudati e imbrattati di sangue com’erano.
La nuvola Speedy si fiondò anche da loro per fargli le feste, gli voleva bene e la cosa era reciproca.
«Lo so… lo so, cosa state pensando» allargò le braccia Lapis, toccandosi i capelli in modo teatrale con la mano. «Lo stile non è qualcosa che si può comprare o imparare. Con lo stile si nasce».
«Vuoi tacere un po’?!» lo apostrofò malamente la sorella, pestandogli un piede.
«Dai, sorellina, perché non vai dal tuo gorillone?!» la provocò, spingendola tra le braccia di Radish, che la strinse a sé.
Lazuli arrossì visibilmente perché si sentiva addosso tutti gli sguardi e fucilò con un’occhiata il fratello, tuttavia il calore del corpo di Radish, tornato umano, e la sua vicinanza la tranquillizzarono e la fecero sentire bene. Decise di fregarsene di tutto, si voltò e lo baciò con passione.
«E vaiii!» esultò Lapis, fischiando e roteando un pugno verso l’alto.
«La vuoi piantare, cretino?!» sibilò la sorella, staccandosi dal genio e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
In tutta risposta, il principe di Asgard si scambiò un cinque con un compiaciuto Radish, che si guadagnò a sua volta un’occhiataccia da parte della sua ragazza.
«Scemo e più scemo…» sbuffò la bionda, afferrandoli entrambi per le orecchie e tirando con forza. «Mi chiedo cosa ho fatto di male per ritrovarmi due come voi…».
«E dai, Là, cerca di essere più elastica!» scoppiò a ridere il genio. «Sciogliti un po’!» aggiunse, dandole una pacca sul sedere a mano aperta.
Lo sguardo di Lazuli fece calare il gelo e le sue gote arrossate per l’imbarazzo e la rabbia che stava covando dentro di sé rendevano ardenti i suoi occhi di ghiaccio. Calò il silenzio nella stanza, silenzio che fu rotto solo dal rumore sordo generato dal ceffone che rifilò a Radish.
«Te la sai cercata, fratello! Sei sempre così dozzinale…» rise Lapis, mentre il genio rideva e abbracciava da dietro la sua Lazuli, prendendola per i fianchi e tirandola verso di sé.
«Non è dozzinale… è un coglione, tsk!» commentò Vegeta, sprezzante, attirando su di sé gli occhi attenti di Lapis, che si soffermarono su di lui e Bulma, prima che un sorriso beffardo gli si dipingesse sul volto.
«Devo farti i complimenti per come hai umanizzato quei due, Rad» disse con nonchalance. «Lei l’hai resa fiera ed elegante come la tigre che era, per lui invece vedo che hai deciso di lasciarlo alto come un pappagallo».
«T-tu! G-guarda che… che ti ammazzo!» sbottò Vegeta, agitando un pugno chiuso verso Lapis.
«Dai, stavo solo scherzando, amico! Non mi permetterei mai di prenderti in giro, ho visto che diventi pericoloso quando ti arrabbi» continuò a sorridere il ragazzo dagli occhi di ghiaccio. «Com’è che era?! “La mia Bulmaaa”!» lo imitò, ricordando quanto successo poco prima.
«Adesso giuro che ti riempio di botte! Lo faccio! Guarda che lo faccio!» sbottò Vegeta, avvicinandosi minaccioso, seppur con passo malfermo.
«Suvvia, non fare così, Vagina! Il nostro amico Lapis stava solo scherzando!» rise Goku bonariamente, appoggiando una mano sulla spalla di Vegeta, che cominciò a tremare per la rabbia.
«C-come… come cazzo mi hai chiamato?!» sibilò, livido in faccia più per la feroce irritazione che stava provando che per le botte prese in precedenza.
«Sto male! Sei troppo divertente!» scoppiò a ridere Lapis.
«Non ce la posso fare, Gò!» aggiunse Radish, piegato in due dalle risate.
«Cioè, fammi capire: lui diventerà davvero il sultano? Guiderà un regno?» chiese Lazuli, disgustata dalla stupidità di Goku.
«Si chiama Vegeta, razza di scimmione senza cervello! Possibile che tu non azzecchi mai un nome?!» urlò isterica Bulma, che cercava di calmare l’ex pappagallo, sul punto di esplodere.
«Ah, urcaaa! Scusami Vegeta, spero che saremo buoni amici da adesso in poi! Senza di te non ce l’avrei mai fatta contro Freezer!» sorrise Goku, grattandosi la nuca imbarazzato e tendendo la mano verso l’ex pappagallo.
«Io non sono tuo amico, stupido Kakaroth! Tsk!» sbottò Vegeta, burbero, colpendo col rovescio della mano quella del giovane ladro e facendo scoppiare tutti a ridere.
«Lapis! Chichi!»
La voce di Lunch riecheggiò nel salone semidistrutto, con l’ancella dai capelli blu che fece capolino correndo tra la macerie, abbracciando prima la principessa e poi saltando addosso al principe di Asgard. Lo baciò con foga e lui ricambiò più che volentieri.
«Come sei focosa, dolcezza. Sbaglio, o vuoi forse tornare nella tana del lupo cattivo?» la provocò, facendola diventare paonazza.
Anche Sedici entrò lentamente nella stanza, sorreggendosi a Yamcha e Crilin che lo aiutavano a camminare. Si scambiò uno sguardo che non aveva bisogno di parole con i suoi Lazuli e Lapis, mentre Radish fece partire un applauso che coinvolse tutti i presenti verso il generale e tutti i soldati che erano rimasti fedeli al sultano e avevano lottato valorosamente.
Già, il sultano… che fine aveva fatto?!
«Papà… papà, rispondi?! Stai bene?!» gridò Chichi, all’improvviso.
In tutto quel trambusto si era resa conto solo in quel momento che Giuma non si era ancora fatto vedere e lo ritrovò a terra, in mezzo alle macerie, privo di sensi. Respirava a fatica.
«G-goku… sta male! Ti prego, fa’ qualcosa… fate qualcosa!» aggiunse, con tutti i presenti che si avvicinarono a lei, inginocchiata a terra accanto al sultano.
Era ferito gravemente, la situazione sembrava disperata. Accanto a lui, oltre ai calcinacci, c’erano i biscotti che Vegeta gli aveva ficcato in bocca poco prima. Anche Lunch piangeva e si era inginocchiata a terra, seguita da Bulma. La barba di Giuma era piena di briciole, così come la sua bocca, e Vegeta si sentì in parte responsabile per quello che era successo, nonostante la sua mente fosse in quel momento controllata da Freezer. Si allontanò dal gruppo e andò a raccogliere la lampada, quella dorata, che giaceva abbandonata nei pressi di ciò che restava del trono del sultano. La strinse tra le mani e guardò la desolazione che lo circondava, per poi soffermarsi sulla città devastata, i morti e i feriti. Si voltò verso Bulma, che stringeva la giacca di Giuma e piangeva, e poi osservò di nuovo la lampada, accennando un sorriso e scuotendo la testa. Improvvisamente tutti i sogni per cui aveva combattuto fino a quel momento gli sembrarono poco importanti, addirittura sciocchi. Era riuscito a diventare un uomo e aveva reso Bulma una donna, si rese conto che in realtà non aveva mai desiderato altro nella propria vita. Diventare sultano oppure immortale, in quel momento, non era più una priorità.
Camminò verso il gruppo e sfregò la lampada, attirando a sé Radish e le attenzioni di tutti.
«Se non sbaglio ho ancora un desiderio a disposizione, vero Rad?» disse in tono sprezzante.
«Già… e ti consiglio di pensare bene a quello che vuoi chiedermi. Guardati intorno…» ribatté il genio, serio, mentre Bulma e Lazuli si avvicinavano a loro, seguite da tutti gli altri.
«Mi hai preso per uno stupido?! Tsk!» sbottò l’ex pappagallo, che ritrovò la calma nel momento in cui i suoi occhi incrociarono quelli azzurri come il cielo di Bulma.
Respirò profondamente. Si sentiva bene. Non gli era mai capitato in vita sua di sentirsi così in pace con sé stesso.
«Fai tornare tutto com’era prima, a parte me, Bulma e Freezer, ovviamente» disse tutto d’un fiato. «Ricostruisci il palazzo e la città, guarisci i feriti e fai tornare in vita chi è morto a causa di questa battaglia» aggiunse, cercando di essere preciso visto che la sua richiesta era piuttosto impegnativa e articolata. «Questo è il mio terzo e ultimo desiderio».
«Posso esaudirlo tranquillamente, ma non sono in grado di riportare in vita la gente…» sorrise con amarezza Radish. «Mi spiace per chi non ce l’ha fatta oggi, non dovevano andare così le cose…».
«No, Rad! Tutta quella gente è morta… è morta per colpa mia! Devi… devi farcela!» intervenne Goku.
«Lo sai che non posso» abbassò la testa il genio. «E comunque non è colpa tua, ma di Freezer».
«Tsk! Allora esaudisci la prima parte del desiderio e facciamola finita… è inutile piangere sul latte versato, Kakaroth!» sibilò Vegeta.
«Aspetta» si intromise Lazuli, intrecciando le sue dita intorno a quelle di Radish. «Io credo che tu possa farcela a riportarli in vita. Avevi detto che non potevi esaudire certi desideri perché la vita e la morte, così come l’amore, andavano al di là della tua comprensione perché non sei un essere umano» aggiunse, incatenando i suoi meravigliosi occhi di ghiaccio colmi di determinazione in quelli malinconici di lui.
«Ma…» provò a ribattere il genio.
«Ma tu ci hai dimostrato di essere più umano di tutti noi. Di me, sicuramente» lo interruppe di nuovo la principessa di Asgard. «Sei riuscito a far innamorare qualcuno, no?» continuò, alludendo a sé stessa e arrossendo leggermente. «Io ho un corpo da essere umano, ma è la tua anima ad essere davvero umana. Se provi a riportarli in vita tenendo stretta la mia mano, sono sicura che potrai farcela. E poi sono morti da pochi minuti, questo dovrebbe aiutare».
«E va bene… proviamoci…» concesse Radish.
Sorrise, senza smettere di guardare gli occhi incantevoli della ragazza che amava. Si soffermò sulla collana di lapislazzuli che lui le aveva donato e che lei indossava ancora, e si sforzò di non pensare al fatto che tra poco si sarebbe dovuto separare da lei, che quella magia sarebbe finita e che avrebbe dovuto fare ritorno per sempre nella lampada. Sarebbe stato inevitabile nel momento in cui anche Goku avrebbe esaudito il suo ultimo desiderio.
Ma aveva un compito da portare a termine, era un genio e il suo padrone in quel momento era Vegeta. Ci teneva a fare le cose per bene perché in quel regno si era sentito amato per la prima volta nella sua vita. Aveva trovato degli amici, un fratello minore, persino l’amore. E quindi voleva lasciare un bel ricordo di sé a tutti loro.
Strinse più forte la mano di Lazuli e sentì tutta l’umanità di lei fluire dentro di lui e mitigarsi ai suoi enormi poteri. Chiuse gli occhi e si concentrò profondamente, isolandosi da tutto ciò che lo circondava che non fosse Lazuli. Era come se una specie di potere stesse emergendo anche dal corpo di lei, per trasferirsi in lui. Si domandò se era dovuto al fatto che era la sua anima gemella. Che lui la amava più di sé stesso e anche lei era innamorata di lui. Se parte del suo potere di genio era finito nel corpo di lei e la sua umanità l’aveva riplasmato e ora glielo stava riconsegnando, diverso e più completo.
Non lo sapeva, Radish, ma in fondo non era importante. Sorrise, perché si rese conto in quel preciso istante che ne era capace, stava riuscendo a far tornare in vita tutte le persone che erano appena morte, che fossero soldati, nemici o civili. Aprì gli occhi e sprigionò attorno a sé una poderosa ventata di energia insieme a una luce abbagliante che costrinse tutti a chiudere gli occhi e a ripararsi con le mani. Si sentì un boato simile a quello di un tuono. La terrà tremò per qualche secondo e poi il mondo sembrò fermarsi, immerso in un silenzio irreale.
Radish guardò Lazuli, che era l’unica a non essersi scomposta. Sorrideva, era fiera di lui.
«Grazie, Là» sussurrò, per poi darle un bacio a fior di labbra che gli scaldò il cuore.
Era tutto finito, il terzo desiderio di Vegeta era stato esaudito.
 
«Ce l’hai… ce l’hai fatta, Rad!» esclamò Goku, quando riaprì gli occhi e cominciò a guardarsi intorno con uno sguardo che sprizzava gioia e con un sorriso felice stampato sul volto.
Il sole era tornato a splendere sulla città di Agraba ricostruita esattamente com’era prima. Il cielo era terso e non era mai apparso così bello agli occhi del popolo che si era riversato nelle strade e gridava al miracolo. I morti erano tornati in vita, i feriti si erano ripresi e si sentivano al massimo della forma.
Anche Vegeta e Sedici si erano ristabiliti, e con loro tutti i soldati, sia quelli fedeli al sultano che i traditori, che vennero prontamente incatenati e ammanettati.
Il palazzo era tornato a ergersi in tutta la sua maestosità, la giustizia aveva trionfato.
«Papà! Stai bene?!» urlò Chichi, commossa, abbracciando il sultano, che si era rialzato e si guardava intorno perplesso. Aveva l’aria di una persona appena sveglia dopo un lungo incubo.
«Io… Chichi, tesoro!» la abbracciò a sua volta, incredulo. «Ma… cos’è successo?! Non ricordo nulla!»
«È una storia lunga!» rise Lunch, abbracciandolo a sua volta.
«Ma è finita!» gli sorrise Bulma.
«E tu chi sei? Non ti riconosco… o forse ho battuto la testa troppo forte» scoppiò a ridere il sultano.
«Sono Bulma, ora non sono più una tigre! E lui è Vegeta, guarda com’è cambiato?!» spiegò la ragazza dai capelli turchini, facendogli l’occhiolino.
«Tsk!» sbuffò Vegeta, stizzito e in disparte, incrociando le braccia al petto e distogliendo lo sguardo.
«Eh?!» sgranò gli occhi Giuma, con la bocca spalancata.
«Te l’abbiamo detto, papà! È una storia lunga, ma quello che conta è che Freezer non ci darà più fastidio!» intervenne Chichi.
«Sei stato tu a salvarci, Goku?» domandò Giuma, avvicinandosi al giovane e stringendogli entrambe le mani. «Hai salvato il mio regno, non potrò mai ringraziarti abbastanza!»
«Ecco… forse dovresti ringraziare soprattutto Rad e Vegeta, senza di loro non sarebbe tornato tutto come prima!» ridacchiò Goku.
«Tsk, non azzardatevi a considerarmi un eroe. Mi dà il voltastomaco questa atmosfera…» ribatté irritato Vegeta.
«Io sono un genio, sono nato per stupire… consideratelo un altro dei miei spettacoli, maestà» si inchinò leggermente Radish.
«E poi è merito di Lazuli se sono tornati tutti in vita, anche se non so di preciso cos’ha fatto…» aggiunse Goku, pensieroso.
«Meno male che ti sei ricordato di me… alla buon’ora…» sibilò la principessa venuta dal nord, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Per essere precisi, è stato un perfetto lavoro di squadra» si intromise Sedici. «Tutti hanno fatto la loro parte, a partire dai soldati che si sono battuti con onore per arrivare fino a Chichi e Lunch, che hanno lottato come delle leonesse. Goku, però, è stato fondamentale nel dare il colpo di grazia al nemico, senza la sua idea non ce l’avremmo mai fatta».
Il giovane ladro si grattò la nuca, imbarazzato, mentre Chichi lo abbracciava forte.
«E non dimentichiamoci la ciliegina sulla torta, cioè il sottoscritto principe Lapis di Asgard» intervenne con fare ampolloso e beffardo Lapis. «Se io e la mia sorellina non fossimo andati a recuperare quello scimmione fino ad Asgard insieme alla nuvola Speedy, adesso si sarebbe trasformato in un pupazzo di neve. Altro che eroe».
«Hai ragione, grazie di cuore a tutti e due!» esclamò Goku.
«Ah, non fraintendere: l’ho fatto solo per salvare la tua scimmietta» lo derise Lapis, battendosi il cinque con Bubbles.
«Se fosse stato per me ti avrei lasciato almeno qualche ora al gelo, te lo saresti meritato» rincarò la dose Lazuli con nonchalance, senza nemmeno guardarlo. «Ti ho riportato qui solo per Chichi».
«È sempre adorabile la mia Là, vero?!» esclamò Radish, abbracciandola da dietro e tirandola verso di sé.
Lei arrossì e gli diede una gomitata tra le costole.
Tutti scoppiarono a ridere, a partire dal genio. E anche Lazuli accennò un sorriso.
Nessuno dei due voleva pensare al fatto che quelli potevano essere i loro ultimi istanti insieme.
 
«Eh?! Goku?! Ma… cosa ci fai qui?!»
«G-Goku… stai… stai bene?!»
Due voci sconosciute attirarono l’attenzione di tutti i presenti, che si voltarono verso l’ingresso del salone del trono.
Gli occhi di Goku si riempirono di lacrime, Bubbles rimase a bocca aperta e Radish sorrise. Erano gli unici a sapere chi fossero.
Chichi guardò perplessa il giovane ladro e poi si soffermò in particolare su uno dei nuovi arrivati, prima di volgersi di nuovo verso Goku.
«Non dirmi che sono…» sussurrò, coprendosi la mano con la bocca per lo stupore e non riuscendo nemmeno a completare la frase.
Radish strinse a sé Lazuli e le soffiò in un orecchio parlando a bassa voce, facendole provare un brivido caldo.
«Io lo sapevo che sarebbero arrivati».
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: allora, chi sarà mai arrivato alla fine di questo capitolo in cui ci siamo finalmente levati dalle scatole Freezer?
Il piano di Goku è andato a buon fine e la guerra è finita, per di più Vegeta tira fuori il jolly col suo ultimo desiderio e Rad riesce a esaudirlo grazie all’aiuto di Là. Vi aspettavate un simile desiderio e un simile modo per esaudirlo?
Credo che quello di Vegeta sia l’ultimo nome che sbaglierà a pronunciare Goku, del resto ormai siamo quasi ai saluti finali! ;-)
 
Grazie come sempre a chi mi lascia il suo parere, a chi mi sostiene, a chi legge in silenzio e a chi è ancora qui dopo 29 capitoli. Spero vi sia piaciuta la conclusione della battaglia, fatemi sapere! Ormai manca un capitolo per sistemare le ultime cose che mancano e un altro che si ricollega al primo, dove abbiamo conosciuto i figli di Rad e Là. Grazie davvero per esserci sempre!
 
Benissimo, oltre a scoprire chi è arrivato a palazzo, resta ancora una questione decisamente importante da risolvere: quale sarà il terzo desiderio di Goku?
Sì, ok, il capitolo 1 e la storia originale Disney fanno molto da spoiler, ma posso promettervi che non ci sarà nulla di banale nel prossimo capitolo. Anzi, posso già anticiparvi che Rad e Freezer forse non saranno gli unici due geni della lampada ad aver animato le pagine virtuali di questa storia… altro non posso anticiparvi, se non che spero di riuscire a emozionarvi almeno un po’.
Il titolo sarà “Il destino in un desiderio”, ci vediamo mercoledì prossimo come sempre!
 
Teo
   
 
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