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Autore: _LiSambuco_    23/09/2020    4 recensioni
"Dall’inizio del quinto anno c’era una strana tensione tra di loro. Piton era cambiato, o forse, era cambiato solo il modo in cui Harry lo vedeva."
-storia partecipante al contest “Double, double, toil and [drabble]- Contest” indetto da CatherineC94 sul forum di Efp-
VINCITRICE del premio: Best Atmosphere.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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”Storia partecipante al contest “Double, double, toil and [drabble]- Contest”indetto da CatherineC94 sul forum di Efp”
 

Elettricità

Harry era inquieto. Seduto su una rigida sedia di legno muoveva il piede convulsivamente facendo tremare la gamba, cercava di scaricare la tensione con scarsi risultati. Era tutto l’anno che gli succedeva: ogni volta che lo vedeva, che gli era vicino, o che come in quel momento sapeva del suo imminente arrivo, si agitava. 
Dall’inizio del quinto anno c’era una strana tensione tra di loro. Piton era cambiato, o forse, era cambiato solo il modo in cui Harry lo vedeva. Si era creata un’elettricità tra i due, uno strano contatto, una strana e malata attrazione. 
Harry sapeva cosa fosse, e il desiderio irrefrenabile di mettere fine a quella tortura lo divorava sempre di più. Ma non poteva parlargliene; e se si fosse sbagliato? E se Severus Piton non si fosse accorto di niente? Se lui quell’attrazione nei suoi confronti non la ricambiava? Sarebbe successo il finimondo; doveva tacere, non aveva altra scelta. 

Piton entrò pochi minuti dopo, furioso. Sbatté la porta dell’ufficio alle sue spalle e senza degnare Harry di uno sguardo si diresse verso la scrivania. Si sedette e cercò di calmarsi, e solo quando ebbe riacquistato la sua tipica pacatezza guardò il ragazzo.
“Sai già perché sei qui, Potter” disse solamente.
“Si” Harry si chiese cosa lo tormentasse. 
“Questa non è una lezione normale, ma rimango un tuo insegnante perciò mi aspetto che ti rivolgerai a me chiamandomi ‘signore’ o ‘professore’” disse con tono alterato.
“Si, signore” si corresse Harry del tutto intenzionato a fare bella figura. 
“In piedi, prendi la bacchetta Potter”.
I due si ritrovarono uno di fonte all’altro, gli occhi di Harry sprofondarono in quelli piccoli e neri del professore e sentì lo stomaco fare una capriola su sé stesso.
“Concentrati” lo riprese “sei distratto”. 
Se solo Harry avesse potuto, gli avrebbe urlato che non poteva concentrarsi. Come diavolo poteva farlo? Con lui così vicino, con lui che lo guardava in quel modo?
“Potter!” lo richiamò Piton alzando il tono della voce.
“Io ci provo professore, ma…” Severus fece un passo verso di lui con aria minacciosa.
“Ma?” chiese a pochi centimetri dal suo volto, aveva il disprezzo stampato in ogni ruga del viso.
“Ma non ci riesco, professore” Harry abbassò la bacchetta ma tenne lo sguardo ben in alto, deciso a non distoglierlo per primo.
“E come mai, se si può sapere?” chiese sarcastico Piton con tono viscido.
Harry non rispose, dopo qualche secondo cedette e abbassò gli occhi al pavimento. Un piccolo sorriso di soddisfazione nacque sulle labbra di Severus che si allontanò per puntare la bacchetta contro il ragazzo, lo colse impreparato.
Legilimens!

L’ufficiò sparì dagli occhi di entrambi: si ritrovarono nei ricordi più profondi e nascosti di Harry. Rivissero tutti i momenti in cui aveva lanciato sguardi fugaci a Piton, tutti i momenti in cui Severus l’aveva umiliato, tutti i momenti in cui gli aveva parlato o l’aveva semplicemente guardato.

Un forte dolore alle ginocchia fece svegliare Harry. Quando riaprì gli occhi si ritrovò a terra; Piton era ancora in piedi davanti a lui.
“Ha visto tutto quello che ho visto io?” chiese conoscendo già la risposta.
Sentì una forte presa afferrargli il braccio, con fare brusco Severus lo rimise in piedi e lo spinse contro la parete più vicina alle spalle del ragazzo. Harry sbatté forte la schiena e picchiò la testa, il naso adunco di Piton era a pochi millimetri dal suo.
“Cos’ho-appena-visto? Potter” scandì bene le parole e pronunciò il suo cognome schifato, come fosse la persona più ripugnante sulla faccia della terra.
“Niente, niente sono solo ricordi” cercò di giustificarsi Harry divincolandosi dalla presa ancora molto salda sul suo braccio. Sentiva le dita del professore stringersi, quasi non gli circolava il sangue.
“Mi lasci” protestò, ma Severus lo strattonò e i loro occhi si incrociarono.
Non erano mai stati così vicini, Harry sentiva il cuore battere velocemente e i palmi delle mani sudare.
In un’altra situazione sarebbe stato più tranquillo ma l’imbarazzo che provava in quel momento -per la consapevolezza che i suoi sentimenti non erano ricambiati- lo uccideva.
“Guardami, Potter” con l’altra mano gli prese il volto, gli strinse il mento tanto da deformargli la bocca socchiusa. 
Harry sentì tutto il calore scendere e concentrarsi in un unico punto ben preciso, pregò che Piton non se ne accorgesse.
Severus avvicinò il suo corpo, e lo sentì appoggiarsi a lui. Quando vide un maligno sorriso storto sul suo viso capì che aveva percepito quanto Harry era eccitato.
“La prego professore, mi lasci” la sua protesta non convinse nessuno, nemmeno sé stesso, talmente era debole la sua recitazione.
Piton si mosse appena ma bastò per far capire ad Harry che anche a lui, in quel momento, i pantaloni stavano stretti.
“Mi dispiace Potter, ma non mi trovo nella posizione adatta per acconsentire a fare ciò a cui stai pensando” Harry sbiancò tutto d’un colpo.
“Lei…lei ha visto?” Piton sogghignò, non aveva letto tra i suoi pensieri con la magia. Aveva solo supposto ciò che passava per la mente del ragazzo, e la sua reazione spaventata ne fu la conferma. 
Harry sentiva che avrebbe fatto tutto ciò che Piton gli avrebbe chiesto, si sarebbe sottomesso ad ogni sua volontà pur di stare almeno una notte con lui; ma l’orgoglio gli impedì di parlare.  Le parole avrebbero reso tutto reale, tutto sbagliato.
Conversavano con piccoli, impercettibili gesti. Harry spinse il bacino verso di lui e per un secondo vide un scintillio attraversare i freddi occhi di Piton.

“Basta così” Severus si allontanò lasciando la presa, Harry si massaggiò il viso e il braccio guardandosi il cavallo dei pantaloni.
Severus seguì il suo sguardo e non appena vide il rigonfiamento si voltò, consapevole di apparire nello stesso identico modo.
“Esci, la lezione è finita”.
“Ma professore” Harry cercò di protestare, per quanto volesse sparire quel contatto gli aveva dato una speranza.
“Vattene” il suo tono non ammetteva repliche.
Harry prese la borsa, la mise sulla spalla e lo guardò. Ammirò la sua schiena rigida, il portamento fiero e cedette. 
“Professore, farò tutto quello che vuole…io…” Piton si voltò e lo fulminò con lo sguardo.
Lo raggiunse in pochi istanti.
“Stasera non è successo niente Potter, ma qualsiasi cosa sia stata non deve più ricapitare. È chiaro?” Harry annuì, deluso.
“Ma professore…”
“Niente ma”
“Farò tutto ciò che vuole” fece cadere la borsa a terra “glielo giuro, se lei…”
“Se io?” Chiese minaccioso.
“Se lei…” Harry si morse la lingua. Dove voleva arrivare? Non lo sapeva nemmeno lui.
Allungò una mano verso Piton, in basso, ma lui la bloccò all’istante.

“Cosa cerchi di fare?” La voce era bassa e severa.
Lo spinse contro la porta ancora chiusa, torcendogli il polso e facendogli male.
“Mi scusi” disse stringendo il pugno dal dolore.
Harry sapeva che Piton non aveva la sicurezza che voleva dimostrare, il suo rigido no era un’apparenza. In caso contrario non si sarebbero ritrovati di nuovo così vicini.
Piton lo schiacciò contro il legno, il suo corpo completamente appoggiato a quello del ragazzo. Avvicinò la bocca al suo orecchio e sussurrò: “La prossima lezione è venerdì prossimo alla stessa ora. Adesso va via” il corpo di Harry si riempì di brividi e scosse. 
Piton si allontanò così all’improvviso che Harry quasi cadde perdendo l’equilibrio.
Aveva la mente completamente annebbiata, non desiderava altro che sentire le sue mani sul suo corpo, il suo calore, la sua pelle contro la sua. Ma sapeva che per quel giorno doveva accontentarsi di quel breve contatto. 

Prese la borsa, senza dire nulla e senza guardarlo, aprì la porta e uscì.




 

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Inanzittuto voglio ringraziare CatherineC94 per il contest :D è stato bello partecipare e conoscerti!!!
Poi volevo specificare che avendo catalogato questa storia nel genere 'erotico' (non sapevo che altro genere scegliere) non potevo scendere sotto l'arancione, anche se io la considero più sul giallo. 

Questo era il prompt:
-Come vi piace: [Amare] È esser tutto fantasia, passione, e tutto desiderio, adorazione, esser dovere, rispetto, umiltà, esser pazienza ed impazienza insieme, castità, sofferenza, obbedienza-

Grazie a chi ha letto queste righe impulsive, se volete lasciare una recensione io ne sono felice :) 

 








 

 

   
 
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