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Autore: Magica Emy    23/09/2020    1 recensioni
-Lasciami andare.
Si ritrovò a dire con scarsa convinzione, sentendo le sue mani calde sfiorarle i fianchi in una dolce carezza che la fece rabbrividire. Il viso di Ranma si avvicinò pericolosamente al suo, solo per sussurrarle all'orecchio: -Non prima di aver ricevuto la mia ricompensa.
E fece per baciarla ma lei si tirò indietro, tentando faticosamente di sfuggire a quell'irresistibile sguardo magnetico che le faceva perdere il controllo. Farabutto. Ben consapevole di avere un certo ascendente su di lei, ne approfittava per ottenere tutto ciò che voleva. Era sempre così tra loro. Un sottile gioco di seduzione di cui Ranma, ormai lontano dal ragazzino timido e impacciato che era stato prima di confessarle i suoi sentimenti, si divertiva a muovere le pedine con grande maestria, abbattendo così in un colpo solo tutte le sue barriere.
Sequel de "L'ora della verità"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte 6

Akane attraversò il pontile dietro di lui, tenendosi a debita distanza mentre accarezzava con lo sguardo quelle spalle ampie e muscolose a cui tante volte si era aggrappata, sfiorando piano la sua pelle calda con le dita. Dopo tutti quei giorni trascorsi lontano da lui aveva una voglia matta di abbracciarlo, anche se sapeva di non potersi spingere tanto oltre vista la spiacevole situazione venutasi a creare. Lui non sapeva chi fosse, non ricordava di amarla. Si accontento' così di ammirarne da lontano la figura alta e slanciata ancora per un po', finché la sua voce non la fece sussultare, strappandola a quei pensieri che le giravano in testa divertendosi a gettare nubi nel suo cuore. 

-Posso sapere perché continui a seguirmi? 

Disse senza voltarsi. 

-Perché non voglio perderti di vista, non ora che ho scoperto la verità. E poi è tempo che torni a casa con me. 

Rispose con semplicità. Lo vide fermarsi di colpo e voltarsi stavolta verso di lei, incontrando i suoi occhi inquieti. Quegli occhi color del cielo che tanto amava e che adesso la fissavano come se fosse una perfetta estranea. 

-Di che stai parlando? La mia casa è in Cina, ed è lì che sto andando adesso. Devo trovare il modo per liberarmi di questa orribile maledizione che non mi permette di vivere come una persona normale. 

La ragazza sospirò con forza, cercando in fretta di raccogliere le idee. A quanto pare ricordava perfettamente la sua condizione, ma non tutto ciò che era successo da quando era arrivato in Giappone. Ecco cosa intendeva Obaba parlando di memoria emotiva. Ranma aveva praticamente perso tutti i ricordi legati agli ultimi due anni della sua vita. Vide i raggi del sole riflettersi sull'acqua del fiume, facendola risplendere. 

-Ah, sì? E come pensi di andarci in Cina, a nuoto? 

Lo canzono' scherzosa, cercando di sciogliere quella fastidiosa tensione che le opprimeva il petto. 

-Questi non sono affari tuoi. Ma guarda un po'! Per quale motivo, poi, dovrei voler seguire una che ha il sex appeal di un cetriolo andato a male? 

Sorrise tra sé. In fondo era sempre il suo Ranma. 

-Certo che sei proprio strana. Cosa avrai da sorridere tanto, adesso? 

Le chiese a bruciapelo. 

-Sono sicura che non lo pensi sul serio. 

Mormorò. 

-E questo chi lo dice? Guarda che non sai proprio niente! 

-Invece so molte più cose di quanto tu creda. Ti conosco bene, Ranma. Vivi a casa mia da due anni e noi siamo fidanzati. Stavamo per sposarci prima che Shampoo si mettesse in mezzo, davvero non riesci a ricordarlo? 

Lo vide scuotere energicamente la testa, l'aria, se possibile, ancor più infastidita. 

-Smettila di inventarti storie, io non ho nessuna fidanzata. Non me ne serve una, né tantomeno l'ho mai chiesta. E poi figuriamoci se avrei mai potuto innamorarmi di una come te, non sei nemmeno il mio tipo. 

Le sue ultime, sprezzanti parole furono coperte dall'arrivo improvviso di Kuno che con la spada ben puntata su di lui correva ora a perdifiato, preparandosi a sferrare il suo attacco. 

Perfetto, ci mancava solo questa! 

-Ranma Saotome, ho saputo che hai lasciato Akane Tendo per sposare un'altra, ma allora perché adesso voi due siete insieme? Io, Tatewaki Kuno non permetterò mai che il vostro matrimonio venga celebrato! 

Akane si precipitò verso Ranma, mettendosi in mezzo e parandolo col proprio corpo per proteggerlo da quella furia scatenata. 

-Kuno, fermati subito! 

Gridò, prima di essere violentemente scaraventata dall'altra parte del pontile per errore, finendo per cadere in acqua. Fu proprio in quella frazione di secondo che Ranma si sentì all'improvviso molto strano, sviluppando velocemente un'insolita sensazione di perdita che lo confuse, lasciandolo perplesso. E poi, come un'onda di marea, tutto gli tornò in mente. Il primo incontro con Akane a casa sua, i loro continui battibecchi che la rendevano così dolcemente fastidiosa ai suoi occhi…

E il suo sorriso. Quel bellissimo sorriso che mai avrebbe voluto spegnere e che d'un tratto scoprì una calda impronta nel suo cuore, in fondo mai davvero cancellata. 

-Oh no, lei non sa nuotare! 

Esclamò con apprensione cercandola con lo sguardo, senza più vederla riemergere. Il suo nome gli sboccio' prepotente dentro al petto, sfociando presto in un grido disperato che non provo' neppure a placare. 

-Akaneeeeee! 

Poi si tuffò' nel fiume alla sua disperata ricerca. 

 

I capelli rossi e scompigliati gocciolavano copiosamente sul suo viso umido e stanco, scivolando in rivoli sottili lungo il suo corpo ma, preoccupato com'era, non se ne curò neppure. Sapeva che se le fosse accaduto qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Ancora bagnato fradicio e con Akane priva di sensi tra le braccia era corso dal dottor Tofu, scongiurandolo di salvarla. Era rimasta sott'acqua per troppo tempo prima che riuscisse a trovarla e adesso, al pensiero di saperla in pericolo, si sentiva morire. Il suo seno generoso si alzava e si abbassava a ogni sospiro, mentre provava con tutte le sue forze a rimanere lucido. Farsi prendere dal panico in quella situazione sarebbe solo servito a peggiorare le cose. In quell'attimo la porta di fronte a lui si aprì, rivelando la figura del buon dottore. Ranma si precipitò a raggiungerlo col cuore in gola. 

-La prego, mi dica che sta bene. 

Supplico' con un filo di voce e lui annuì lentamente, sorridendo. 

-Se la caverà, ma solo grazie a te. Se non fossi stato lì ad aiutarla… Ehi, non fare quella faccia. È una buona notizia. Inoltre, non appena ha ripreso conoscenza ha chiesto subito di vederti, contento? Voi due piccioncini dovreste proprio fare la pace. 

Si interruppe, studiando attraverso gli spessi occhiali la ragazza dalle forme avvenenti che gli stava davanti. 

-Magari però fatti un bagno caldo, prima - aggiunse infine - così potrai tornare te stesso. Non farla piangere mai più, mi raccomando. È un tesoro di ragazza e ti ama sinceramente. 

-Anch'io la amo. 

Ammise Ranma, abbassando lo sguardo. 

-Allora cosa aspetti? Rimettiti in sesto e corri subito da lei. 

Lo sentì rispondere dandogli una pacca affettuosa sulla spalla. 

 

Quando Ranma entrò nella piccola camera d'ospedale la trovò già sveglia. Notò con sollievo che le sue guance avevano ripreso colore e le rivolse un timido sorriso che la giovane non perse tempo a ricambiare. 

-Come ti senti? 

Chiese cauto, avvicinandosi di qualche passo. 

-Come una che è caduta nel fiume e stava stupidamente per annegare. 

Disse lei, facendo spallucce. 

-Poteva finire molto peggio, lo sai? Perché ti sei messa in mezzo? 

Gli occhi di Akane si velarono di malinconia. 

-Per salvarti - spiegò, giocherellando distrattamente con le sue dita - perché è questo che facciamo sempre noi due, ci salviamo a vicenda. Anche se non lo ricordi. 

Il ragazzo annullo' la breve distanza che ancora li separava per sederle vicino, stringendo le sue mani tra le proprie in un tenero gesto che la stupì, facendole di colpo sollevare lo sguardo verso di lui. 

-Certo che me lo ricordo, Akane. Ricordo perfettamente. 

-Vuoi… Vuoi dire che ti è tornata la memoria? 

Le labbra di Ranma si aprirono in un largo sorriso e lei non ebbe bisogno di altre conferme. 

-Probabilmente è stata la paura di perderti a far riemergere tutto, e… 

-Oh, Ranma - lo interruppe, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime di gioia - sono così felice. Mi sei mancato da morire. 

Si strinsero in un lungo abbraccio, intrecciando le dita e lasciando che le loro labbra si incontrassero in un bacio che entrambi avevano tanto desiderato. 

-Perdonami. 

Le sussurrò lui, nascondendo il viso nell'incavo della sua spalla e respirando piano il dolce profumo della donna che, una volta di più, senti di amare con tutto se stesso. Akane accarezzò dolcemente la sua guancia solo per invitarlo a tornare a specchiarsi nei suoi occhi lucidi, che adesso lo guardavano con infinita tenerezza. 

-Non ho niente da perdonarti. Non eri in te. 

Disse. 

-Sei l'amore della mia vita. 

-E tu della mia, e lo sarai per sempre. 

La baciò di nuovo, come a voler zittire il senso di colpa che ancora gli attanagliava il cuore, assaporando piano quelle labbra che le lacrime avevano reso più morbide e invitanti. La porta si spalancò all'improvviso, facendoli sussultare e costringendoli a separarsi di colpo per accogliere la famiglia che, allertata dal medico, era subito corsa in ospedale. 

-Akane, piccola mia, non morire! Ti prego! 

Esclamò Soun, disperato, sciogliendosi nelle sue stesse lacrime mentre Nabiki lo fissava spazientita. 

-Non ti sembra di esagerare un po', adesso? Guardala, a me pare che stia più che bene. 

Disse e Akane annuì con convinzione, rivolgendogli un sorriso che sperò riuscisse a calmarlo. 

-E' tutto a posto, papà, stai tranquillo. Non c'è mica bisogno di essere così drastico. 

Bastò questo a convincere il genitore, che solo allora si accorse della presenza di Ranma. Gli lanciò un'occhiata sinistra che lo gelo' fino al midollo, poi urlò, afferrandolo per il bavero: Giusto tu, ragazzo, ci sono un paio di cosette che muoio dalla voglia di dirti. Come ti sei permesso di piantare in asso mia figlia per andare a spassartela con un'altra donna, eh? Rispondi! 

-Lascialo andare, papà - lo ammonì lei - Non ha nessuna colpa di quello che è successo. 

 

Akane fu dimessa dall'ospedale quella sera stessa e ci vollero ore per raccontare alla famiglia l'assurda storia della bambolina incantata, che alla fine li convinse del tutto dell'innocenza di Ranma. Quella notte i due ragazzi dormirono abbracciati stretti, cercandosi a lungo le labbra mentre i loro corpi si univano in un dolce e appassionato incontro d'anime che leni' pian piano ogni possibile angoscia, cancellando finalmente tutto il dolore di quei lunghi giorni trascorsi così lontani l'uno dall'altra. 

 

-Ecco fatto, adesso sei perfetta. 

Sussurrò Kasumi, visibilmente commossa mentre posava sul capo della sorella minore una splendida tiara, intarsiata da finissime foglie argento e deliziosi fiorellini bianchi di madreperla. L'ultimo ricordo rimastole della madre, dopo che l'abito da sposa era andato distrutto. Perfettamente conscia di aver rovinato per sempre la bellissima veste che con tanta pazienza Kasumi si era impegnata a modificare per lei, Akane riuscì a darsi un po' di pace solo dopo aver visto quel prezioso gioiello risplendere tra i suoi capelli. Fece una piroetta davanti allo specchio e il suo candido vestito ondeggio' lentamente sotto i suoi occhi ammirati, avviluppandola ben presto nel lungo ed elegante strascico. Un regalo nuovo di zecca da parte delle due sorelle, per il quale Nabiki non smise di rimproverarla per tutti i soldi che, grazie al suo gesto avventato l'aveva costretta a sborsare, prosciugando quasi del tutto il piccolo gruzzoletto di cui andava tanto fiera. 

-Ma per la mia sorellina posso anche fare questo sacrificio. 

Aveva aggiunto un poi sorridendo, prima che Akane la stringesse in un lungo e grato abbraccio. 

-Sei bella come una principessa, ma non azzardarti a piangere o ti rovinerai il trucco. 

Le raccomandò Kasumi. Cosa piuttosto difficile da fare, visto quanto la futura sposa fosse emozionata per il grande passo che, dopo tutte quelle vicissitudini, lei e Ranma si accingevano finalmente a compiere. Fra pochi minuti sarebbe diventata la signora Saotome, e non c'era niente che la rendesse più felice. Il ricevimento, così come la cerimonia iniziale si svolsero come da piano nel giardino di casa Tendo, appositamente riaddobbato per l'occasione da una miriade di palloncini e fiori colorati, che in un attimo avevano cancellato l'amaro ricordo dei primi preparativi. I festeggiamenti durarono fino a notte inoltrata e, subito dopo il taglio della torta nuziale, quando tutti erano già troppo ubriachi per accorgersene, Ranma prese Akane per mano e la trascinò nell'unico angolo appartato del giardino. 

-Cos'è questo, un tentativo di rapimento? 

Scherzo' la ragazza, accarezzandogli il viso illuminato solo in parte dalla luce argentea della luna. 

-Volevo rimanere un po' da solo con mia moglie, per poter approfittare di lei indisturbato. 

Rispose, sfiorandole con studiata lentezza le spalle che l'abito lasciava scoperte, facendola rabbrividire di piacere. 

-Tua moglie… sì, suona proprio bene. 

Disse, facendolo sorridere. Gli gettò le braccia al collo e Ranma la strinse forte a sé. Avrebbe voluto dirle che era bella da togliere il fiato, ma l'emozione di quella serata speciale gli aveva tolto le parole, facendolo per un attimo assomigliare di nuovo al ragazzino timido e imbranato che era stato, quello che non riusciva mai a confessarle i suoi sentimenti. A quel punto la baciò con slancio, dimostrandole così tutto ciò che non era in grado di dirle a parole, mentre la sentiva rilassarsi  tra le sue braccia. Era un bacio carico di promesse, dal sapore di un nuovo inizio. 

 

Fine. 

   
 
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