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Autore: Red Drago    24/09/2020    13 recensioni
I pensieri di Oscar quando, ferita al braccio sinistro, corre nella sala del trono per impedire che André venga condannato a morte dopo l'incidente a cavallo della Delfina.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Luigi XV, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il braccio mi duole in maniera indicibile.
Per salvare Maria Antonietta, compiendo il mio dovere, sono saltata sul suo destriero e mi sono lanciata nella sterpaglia facendole da scudo col mio corpo, evitando, così, che su di lei ci fosse un solo graffio.
Sua Altezza è svenuta tra le mie braccia e io l'ho riportata incolume a Versailles.
Stavo per andare a farmi medicare, quando il tenente Girodel mi ha avvisata che André stava subendo,ingiustamente, le ire di sua maestà.
Luigi XV è molto adirato, non è più in sé.
André rischia la pena di morte, con esecuzione immediata, per essere stato negligente e aver attentato alla vita della principessa.
Ma io ho visto tutto lo svolgersi dei fatti, lui è stato perfetto, ma il cavallo era troppo focoso e Maria Antonietta troppo inesperta, così il destriero, innervosito, si è lanciato al galoppo, nel panico totale di tutti.
Io sono riuscita a mantenere il sangue freddo e a mettermi all'inseguimento della cavalcatura imbizzarrita.
Anche perché non solo la futura regina era in pericolo, ma anche André.
Non voleva lasciare i finimenti del cavallo, si è fatto trascinare per decine di metri, è stato eroico, ma inutilmente, poiché, comunque, non sarebbe riuscito a fermarlo dalla posizione in cui si trovava.
Io invece dalla mia posizione privilegiata, in sella a Cèsar, ho potuto intervenire in maniera valida.
Ma adesso che ho compiuto il mio dovere istituzionale sono chiamata ad adempiere al mio dovere amicale.

Entro decisa nella sala del Trono, tutta la corte si gira nella mia direzione, tutti tranne André che è in ginocchio di fronte al Re in mezzo a due guardie.
Il sovrano è talmente adirato che ha il viso paonazzo.
Sta tuonando tutta la sua ira contro il mio amico.
Lo sta condannando a morte senza processo, punendolo per la sua leggerezza colposa ma che lui ritiene volontaria.
A grandi falcate raggiungo la posizione di André.
Mi inginocchio e sfodero la spada, le guardie del re mi si fanno vicine ma non intervengono.
Senza abbassare lo sguardo e con la mano ferma sull 'elsa guardo sua maestà e finalmente parlo:
"Se Voi maestà volete ugualmente la morte di André, allora io ho il dovere di difenderlo.
Chiedo maestà un regolare processo, se questa mia richiesta non verrà accolta prenderò io il suo posto sul patibolo, è il mio attendente e la responsabilità di ciò che ha fatto ricade su di me..."
È calato un silenzio irreale nella sala del Trono.
Mi sembra che il re sia sul punto di esplodere per la rabbia.
Poi noto che sposta lo sguardo alla mia destra: il Conte di Fersen, in ginocchio al mio fianco, si sta offrendo di prendere il posto di André, ritenendosi responsabile quanto lui, poiché non si era accorto di nulla.
Sono profondamente colpita dalla sua dichiarazione, Luigi XV tentenna, è molto colpito anche lui.
Forse l'intervento provvidenziale di un diplomatico straniero come Fersen farà sì che il sovrano conceda almeno un processo equo.
Mentre il silenzio diventa un brusìo sempre più fastidioso, una figura esile e bionda si getta ai piedi del Re: la Delfina in persona, riavutasi dall'incidente lo sta scongiurando di avere pietà per il giovane André, che ogni colpa è da attribuire solo a lei.
Il Re si calma, ci pensa per interminabili minuti poi accorda la grazia ad André.
Tiro un sospiro di sollievo, rinfodero la spada.
La concitazione del momento mi aveva quasi fatto scordare il dolore lancinante al braccio sinistro, che adesso sta tornando prepotentemente.
Siamo tutti in piedi adesso, la corte ha ricominciato a respirare.
Mentre le guardie stanno accompagnando fuori André che è malconcio ma ha salva la vita, ci scambiamo un sorriso che vale mille parole.
La nostra amicizia è ancora più salda se possibile, perché lui non è solo il mio attendente è il mio migliore amico, è come un fratello, avrei rischiato il tutto per tutto per salvarlo.
Ricambio il suo sorriso, intanto una fitta terribile si irradia dal mio braccio fino alla testa, le orecchie ronzano tremendamente, sembra che il soffitto della sala del Trono mi debba cadere addosso.
Mi sento mancare le gambe, la vista si annebbia.
Un solo pensiero nella mia mente prima dell'oblio: qualunque cosa accada io corro da te, André.
Non ti abbandonerò mai.
La nostra amicizia non verrà mai meno.
   
 
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