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Autore: Nolowende    24/09/2020    0 recensioni
Allan è disposto a tutto per amore, anche a rinunciare alla vita perfetta che i suoi genitori gli hanno promesso.
Lilith è disposta a perdere molto di più.
Genere: Dark, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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"Portala indietro."

"Ti ho già dato un'anima. Non puoi avere anche questo. Anche se sapessi come pagarmi, andrebbe al di là dei miei poteri."

"L'hanno uccisa per colpa mia. Erichto, portala indietro. Ti darò tutto ciò che desideri. La mia voce, le mie gambe. Qualunque cosa."

"Forse conosco una soluzione. Ma dovrai pagare un prezzo più alto di quanto immagini."

"Qualunque cosa sia, hai la mia parola che pagherò. Te lo giuro."

"Cosa saresti disposta a fare per amore?"

                                                                                          ...

L'ululato di un lupo risuonò da qualche parte nella foresta. Laura si strinse nello scialle e si avvicinò al fuoco. Rimase a osservare le fiamme che danzavano, come fanciulle gioiose coronate di luce. Se avesse allungato una mano, le avrebbe toccate e si sarebbe bruciata.

Eppure aveva la sensazione di congelare. Il suo viso delicato si era fatto diafano, i suoi occhi lucidi, e lei tremava e respirava a malapena. 

Si sentiva come morta, e sapeva che sarebbe tornata alla vita nell'istante in cui il suo sposo fosse tornato. 

Ma era notte, la luna scivolava sulla sua pelle rendendola ancora più simile a uno spettro, e lui era ancora lontano.

Un altro ululato la fece sussultare. Era troppo vicino. Nessun lupo sarebbe entrato nella sua casa, ma una di quelle bestie in quel momento poteva avere gli artigli sporchi di sangue umano.

E quello non era certo l'unico pericolo. C'erano altre creature maligne là fuori. Uomini erano stati ritrovati morti ed esangui, e i viaggiatori parlavano dello spettro di una donna che si aggirava tra gli alberi della foresta.

Allan, dove sei?

Aveva sempre più freddo, e sentiva che non ci fosse ormai più niente da fare. Mentre tossiva e sangue rosso e scuro le macchiava le labbra, maledisse il proprio corpo debole e malato. I suoi genitori avevano sperato che potesse almeno arrivare al matrimonio. Lo aveva desiderato anche lei.

Aveva tentato di resistere al morbo che la stava consumando solo per potersi unire a lui, per avere la possibilità di sentire un pastore pronunciare le parole che li avrebbero resi sposi e per il loro primo bacio. Non avrebbe avuto nemmeno quel privilegio.

Forse sarebbe morta quella stessa notte e il suo fidanzato non era nemmeno al suo fianco.

Voleva rivederlo. Anche se non lo aveva scelto, era stata felice insieme a lui. Avevano passato lunghe ore a passeggiare fianco a fianco, e lui le aveva promesso una lunga vita felice insieme, uno o due figli e giorni illuminati dal sole.

E invece era di nuovo uscito al buio, in mezzo a pericoli di ogni genere, e lei non poteva fare altro che aspettarlo.

Sperando di restare sveglia abbastanza a lungo da riuscire a pregare, implorò Dio di salvarlo da qualunque belva si trovasse là fuori e riportarlo a lei.

Torna. Ti prego, torna...

                                                                                                   ...

Allan scostò un ramo spoglio che gli intralciava la strada e proseguì verso il profondo della foresta. La pioggia gli attaccava i capelli al viso e i suoi piedi affondavano nel fango rendendogli difficoltoso camminare, ma non poteva fermarsi. 

Doveva rivederla.

Non poteva vivere senza di lei. Da quando l'aveva vista per la prima volta, il desiderio di lei era cresciuto di giorno in giorno, fino a diventare insopportabile. 

All'inizio aveva cercato di ignorarlo. Aveva cercato di concentrarsi su Laura e sul loro matrimonio imminente. I suoi pensieri non avrebbero dovuto correre dietro a una donna che aveva visto solo una volta e di cui non conosceva l'identità.

Ma più aveva provato a dimenticarlo, più il sorriso di Lilith era tornato a tormentarlo.

L'aveva incontrata di nuovo e quando aveva visto i suoi dolci occhi, blu e profondi come gli abissi dell'oceano, aveva avuto la sensazione di averla sempre conosciuta. E ora non poteva più starle lontano.

Ogni giorno sentiva la sua voce, come un canto costante nella sua testa, che lo ipnotizzava attirandolo e guidandolo. Anche se sapeva che era solo la sua immaginazione, doveva seguirlo. Quelle note angeliche lo avrebbero condotto a lei.

Doveva solo arrivare al mare, e per farlo doveva attraversare quella foresta. Ma nonostante attorno a lui non ci fosse che il buio, illuminato debolmente da una luna velata,  e in quel mare nero potesse sentire solo l'ululato dei lupi, lo scroscio della pioggia e il gracchiare dei corvi, non aveva alcuna paura.

Poteva correre qualunque rischio pur di raggiungere lei e tenerla tra le sue braccia.

E quella notte lo voleva ancora di più. Ormai avevano preso una decisione. Quella notte sarebbero fuggiti insieme. I suoi genitori lo avrebbero diseredato e i familiari di Laura gli avrebbero dato la caccia. Non avrebbero avuto alcun posto in cui andare.

Ma sarebbero stati insieme, e sarebbero stati felici. Lilith glielo aveva promesso sorridendo, accarezzandogli il viso e baciandolo sulle labbra, e la sua voce era sincera. Le credeva. L'avrebbe seguita ovunque.

Doveva essere quasi arrivato ormai.

Gli alberi si aprirono per lasciare spazio a una radura che conosceva bene. Smise di camminare e si appoggiò a un albero per riprendere fiato. Chiuse gli occhi e rimase ad ascoltare il rumore della pioggia. Sapeva che non avrebbe dovuto fermarsi lì. 

Quel luogo era maledetto. Anni prima una donna era stata impiccata a uno degli alberi di quella radura. A quanto si raccontava, il popolino aveva creduto che fosse una strega e che avesse evocato un demone per avervi una relazione innaturale, e l'aveva uccisa. Non si sapeva se fosse vero oppure no, ma i viandanti che avevano osato sostare lì di notte dicevano di avere visto un fantasma femminile.

Allan si era sempre vantato della propria razionalità, ma avrebbe preferito restare in quel posto il meno possibile. Il buio sembrava farsi più fitto lì dentro, e l'aria più pesante. Ma era stanco, e aveva bisogno di riprendere le forze per qualche minuto prima di rimettersi in cammino.

Una voce lo riscosse dai suoi pensieri. Una voce maschile, aspra e sibilante, ma umana. "Dove state andando?"

Riaprì gli occhi con un sussulto e si voltò di scatto. Un uomo era apparso dietro di lui.

Allan si maledisse per non essersi accorto della sua comparsa e ancora di più per avere reagito come un bambino spaventato. "Devo... raggiungere il mare." rispose senza pensarci troppo. Era improbabile che, chiunque fosse, quell'uomo fosse pericoloso. Era vestito troppo elegantemente per essere un malintenzionato e con quel buio non poteva riconoscerlo e parlare con i suoi genitori.

Lo straniero sorrise, mettendo in mostra una fila di denti bianchi e appuntiti. Forse era la debole luce lunare a far sembrare il suo viso così pallido e spigoloso. "Non è la notte giusta. Ci sono... creature pericolose da queste parti." Proseguì oltre la radura, sollevando il cilindro nero dalla testa calva. "Buon cammino, signore."

Allan lo osservò allontanarsi, immobile. Poi scosse la testa. 

Non doveva dare ascolto a passanti superstiziosi. Il massimo pericolo che potesse incontrare era un branco di lupi.

Il canto nella sua testa parve farsi più forte. L'immagine di Lilith apparve ancora più forte nella sua mente. 

Il desiderio tornò, così ardente da togliergli il respiro. Doveva raggiungerla al più presto.

                                                                                             ...

"Sarà lungo e doloroso, bambina. Per te e per tutti gli altri."

"Non mi importa. Non se è per lei."

                                                                                             ...

E lei era lì, sulla riva del mare, candida e luminosa come sempre. Quando lo vide arrivare, sollevò gli occhi dalle acque limpide e gli sorrise con gioia. 

"Allan!" lo chiamò, correndo leggiadra verso di lui, e la sua voce era così melodiosa che lui sentì la sua stessa anima tremare. La accolse tra le proprie braccia e la baciò con frenesia, pensando che sarebbe morto nell'istante in cui l'avesse lasciata andare.

Quando smise di baciarla, non riuscì a distogliere lo sguardo dal suo volto. La sua bellezza era tale da farlo piangere, ma lei continuò a sorridergli. "Sono pronta, amore mio." gli sussurrò. "Tra poco potremo andarcene. E allora staremo insieme per sempre." La sua mano andò a scostare una spallina del vestito. "Dimostrami che mi ami veramente. Che le tue intenzioni sono serie."

Allan non riusciva a smettere di guardarla. Una parte di lui si vergognò. Non poteva permettere al proprio sguardo di profanare tanta perfezione. 

"Fallo." mormorò lei.

E lui obbedì.

                                                                                           ...

 "Hai fatto la tua scelta. Ma sappi che te ne pentirai presto..."

                                                                                           ...

Allan ricadde ansante sulla sabbia. Sapeva di avere conosciuto la vera beatitudine.

Lilith era accanto a lui, completamente nuda fuorché per la collana di perle bianche e rosse che non si era mai tolta, e il suo splendore lo accecò. Si chinò nuovamente su di lui, come per baciarlo di nuovo. Sentì le sue labbra sfiorargli il collo.

Poi lei parlò di nuovo, ma la sua voce ora era molto più fredda. "Ora sei mio."

Due zanne affilate penetrarono nella sua pelle. Allen spalancò gli occhi, ma era troppo tardi. Percepì vividamente il sangue che lo lasciava e il suo corpo che cominciava a raffreddarsi mentre il suo cuore batteva ancora.

Morì senza sapere perché.

Lilith si staccò dal cadavere, le labbra sporche di sangue, giocando con la sua collana. Un'altra perla della sua collana era diventata rossa.

Ancora poco e il suo debito con Erichto sarebbe stato ripagato.

Sospirò, rialzandosi e immergendosi tra le onde gelide. Le sue gambe si fusero, ricoprendosi di scaglie rosse mentre pinne nere emergevano dalla schiena e dai fianchi. Dalla sua fronte bianca spuntò un tentacolo scarlatto e luminoso, che la guidò negli abissi.

Poteva riposare. Presto sarebbe tornata sulla spiaggia e avrebbe atteso un altro uomo o un'altra donna. Avrebbe avuto altro sangue da offrire come tributo.

Sorrise sinceramente, questa volta, osservando la luna, mentre la sua mente ricordava una ragazza vestita di bianco, una ragazza che l'aveva stretta e amata come se fosse stata umana. 

Presto Christabel sarebbe tornata. Non sarebbe stata del tutto viva. Sarebbe diventata come lei era ora. Ma non sarebbe stata più imprigionata dalla morte.

Allora la sua anima sarebbe diventata schiuma e si sarebbe dispersa sulle onde, ma non importava. Avrebbe rimediato all'errore che aveva commesso lasciando che Christabel fosse uccisa.

"Ti salverò, amore mio."

                                                                                              ...

"Non potrei mai pentirmene, Erichto."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:

Il titolo viene da una canzone dei Cradle of Filth. I nomi dei personaggi, invece (tranne Lilith che è ovvio) sono riferimenti a varie opere.

   
 
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