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Autore: Ree    24/09/2020    0 recensioni
Morte e Sonno.
Arroganza e Malignità.
Bene e Male.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era appena arrivat al campo. Jace era sempre stato un ragazzo schivo e normale finché il giorno del suo sedicesimo compleanno la sua ragazza si era rivelata un empusa e a salvarlo ci aveva pensato un satiro. 
Esatto Jace era un semidio.
Grover era sulle sue tracce da mesi e quando lo aveva trovato era riuscito a salvarlo dall'empusa. Pareva strano che un chherleader volesse mettersi con lui. Appena arrivato dopo una corsa in mezzo alla natura era stato accolto con occhiate sospettose. Grover gli aveva spiegato la faccenda degli dei greci e romani ma lui non sembrava come loro. Era molto magro e il suo volto non era divino come il loro. Era diverso. Venne portato dal capo del campo. Un certo Chirono. "Questo è il ragazzo?" chiese il centauro al satiro "Si signore. Non sappiamo ancora chi sia il genitore divino però" rispose il satiro "Bene Grover. Per piacere esci un attimo".

"Lei è il Chirone dei miti?" chiese Jace stupito "Esatto. Allora ragazzo hai qualche domanda?" "si. Ehm. Dovrò addestrarmi? Non sono bravo o forte. Avete una biblioteca? In che casa dovrò andare? Mio padre o mia madre si faranno vedere? Grover dice che ci riconoscono a tredici anni. Io sono un po più grande eppure" e concluso il discorso Jace crollò sul divano della stanza di Chirone. Era esausto, aveva buttato sedici anni di vita solamente per finire in un campo militare. Addio studi di psicologia. "Si dovrai addestrarti se non vuoi che i mostri ti mangino. Si abbiamo una biblioteca. Per ora in quella di Ermes e riguardo all'ultima... bhe non lo so" disse il centauro con tono pensieroso. Dopo poco tempo entrarono due ragazzi sui diciotto. Grover li aveva descritti bene: Annabeth e Percy. Il ragazzo si avvicinò e gli porse la mano "Jace. Grover mi ha parlato di te. Io sono Percy" "Mi ha parlato di voi. Annabeth e Percy vero?" rispose Jace accettando la mano e forzando un sorriso sulle labbra. "Io e Percy ti faremo vedere il campo e vedremo in cosa sei bravo" disse la ragazza sorridendo. 

Passarono 4 ore. Dopo un tour lo avevano fatto allenare in ogni cosa nel campo. Aveva fallito ovunque. Solo la bliblioteca lo aveva interessato ma Percy lo aveva appena portato nell'arena dper gli scontri. Era stato mandato a terra un centinaio di volte ma Percy voleva continuare. Improvvisamente notò un arma in un angolo. Un enorme lancia nera con la punta dorata. La prese  affascinato mentre notava che intorno a lui si era formato un piccolo pubblico. "Ti piace quella? Credo sia ferro dello stige e oro imperiale. Non credo di averla mai vista" disse Percy in tono calmo. Poi iniziò il centunesimo round. Prima con la spada doveva avvicinarsi ma ora con l'allungo della lancia riusciva a evitare i colpi e a rispondere bene. Prese in pieno Percy una volta facendogli un minuscolo graffio sul fianco. Mentre lottava tra il pubblico notò un ragazzo vestito in modo dark e con una spada nera come la sua lancia. Davanti a lui sentì uno strano legame. Mentre lo guardavo Percy lo colpì e lo buttò a terra. "Bravo. Quella lancia è adatta a te. Puoi prenderla" disse percy aiutandolo a rialzarsi. Jace rise me poco dopo il sonno prese Percy che cadde a terra addormentato. Tutti si allarmarono e lo spinsero via. Annabeth in poco tempo svegliò il ragazzo ma prima che Jace riuscisse a capire qualcosa tutti lo guardarono. "Signore del Sonno. Mastro dei Sogni. Padre di Morfeo. Luogotenente di Ade. Fratello di Morte e dio pari agli Olimpi" disse Annabeth con un sorriso abbozzato sulle labbra "Hypnos".

(CAMPO GIOVE)Mark aveva saputo subito di chi era figlio, La Lupa lo aveva cresciuto come figlio di Mors. Suo padre gli aveva lasciato solo una falce e una grande abilità da combattente. Era arrivato al campo un mese prima ma oramai era già a capo di una sua coorte. Aveva riequipaggiato i suoi uomini. Ora erano vestiti di nero e brandivano falci e balestre. Reyna aveva protestato ma Mark l'aveva ignorata. Era bello il figlio di Mors. La pelle era abbronzata, il fisico tonico per un sedicenne e una coda di capelli bianchi. 
Anche quel giorno arrivò tardi alla riunione. Reyna gli mandò un occhiata che avrebbe ucciso chiunque ma Merk si sedette. Quel giorno anche le cacciatrici erano al campo e la semidea greca nota come Talia lo guardava come Reyna. "Cosa vuoi Grace? Un nuovo ragazzo oltre al figlio di Mercurio?" lo prese in giro Mark. Talia lo guardò come si guarda un bambino dispettoso "Stai zitto" e Mark sorprendentemente obbedì. Prese la falce e si mise ad affilarla. Reyna notò che lo faceva per ore e ore senza notare ciò che accadeva. La falce era così affilata che nessuna lama reggeva in confronto.

Mentre tutti discutevano lui continuava. A fine riunione aveva la fronte sudata. Mentre tutti se ne andavano Reyna lo prese da parte. "Stai avendo troppo consenso" disse il pretore "Problemi?" "Avere una tua unità e una fetta di gente che ti seguirebbe ovunque è contro le regole" "Paura di essere spodestata?" chiese Mark  avvicinandosi alla bocca di Reyna. In meno di un secondo Mark cadde a terra dolorante alle palle mentre Reyna usciva dalla stanza soddisfatta.
   
 
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