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Autore: Farkas    24/09/2020    2 recensioni
[The Goldbergs]
2013. Adam F. Goldberg ormai è cresciuto ed è diventato un produttore e scrittore televisivo e cinematografico. Purtroppo però l'ultima serie da lui creata è stata rifiutata e ora gli tocca inventarsi un nuovo progetto.
Ovviamente il numero d'idee che ha è zero... fino a che non s'imbatte casualmente in alcune vecchie videocassette.
Cliccate sul titolo e scoprirete come (secondo me), tutto il mondo è arrivato a conoscere quella famiglia e a scoprire com'era nel 1980 o giù di lì.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                       Rewind

 
The-Goldbergs
 

Adam F. Goldberg (continuava a firmarsi così dal liceo, e sempre per non essere scambiato con un altro Adam Goldberg, solo che questo era un attore non un ragazzo di due anni più grande) quella sera tornò a casa decisamente abbacchiato.
La sitcom The Silvers che aveva ideato era stata bocciata dal network a cui l’aveva proposta. Avevano detto di volere qualcosa di più creativo e gli avevano richiesto di presentargli un altro progetto.
Peccato solo che il suo cervello di solito pieno d’idee, quella sera fosse più vuoto del deserto del Sahara. In fondo creare un nuovo show dal niente non era cosa da poco.
“Potrei fare uno show in cui… in cui…” si disse Adam, cercando disperatamente un brandello d’idea, ma niente. Zero assoluto.
Fortuna che moglie e figli erano fuori città. Almeno avrebbe avuto la tranquillità necessaria per concentrarsi sul lavoro.
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Da quando era rincasato continuava ad andare su e giù come una trottola. Un contratto con la ABC sarebbe stato un grande traguardo per la sua carriera, ma per quanto si spremesse il cervello, non riusciva a pensare a niente.
Il problema non era solo che voleva davvero tanto ottenere quel contratto, era anche deluso per l’idea bocciata. Aveva lavorato tanto su The Silvers e il personaggio della figlia adolescente aveva riscosso più di un’approvazione durante le prime riunioni.
“Be’ in fondo mi sono ispirato a Erica per crearla” si disse Adam ridacchiando fra sé e sé . Se sua sorella fosse stata degli anni novanta o del duemila, sarebbe stata di certo una fanatica di social network, mentre Barry… be’ sarebbe stato sempre Barry.
“Forse è una fortuna che mi abbiano bocciato il progetto. Erica mi avrebbe ammazzato, se avesse pensato che l’ho messa in ridicolo”.
A pensarci era un po’ che non sentiva il fratello e la sorella. Avrebbe dovuto chiamarli.
“Devo provare a distrarmi. Non otterrò nulla continuando a spremermi il cervello in questo modo. Magari mi verrà qualche idea leggendo, o guardando la tv”.
E con tempistica perfetta gli si staccò la suola della scarpa.
-Ma proprio oggi? Mi toccherà andare in cantina dove tengo quelle di riserva!- sbuffò l’uomo.
Ormai buio e l’uomo scoprì con rabbia che anche la lampadina si era fulminata. “Non è proprio la mia giornata”.
Mentre cercava le scarpe a tentoni, finì per inciampare in un vecchio scatolone.
Lanciando una sorda imprecazione, l’ebreo si rialzò. L’ennesima sfiga della giornata.
-Adesso, voglio proprio vedere che diavolo c’è qua dentro- borbottò il terzogenito di Beverly, trascinandosi dietro lo scatolone dopo aver preso le scarpe.
Quando lo ebbe portato alla luce gli venne quasi da ridere. Era pieno di videocassette. Le sue videocassette. Quelle in cui da bambino aveva ripreso ossessivamente, tutto ciò che capitava a lui e alla sua famiglia.
Con tenerezza passò un dito sulle custodie, per ripulirle dalla polvere. Quanti ricordi. Suo nonno, suo padre, sua madre, Barry, Erica, Lainey, Amy, Chad, i JTP, la scuola… tutto salvato in quei vecchi nastri.
La nostalgia è una cosa strana. Ti prende nei momenti più inaspettati, e non ti molla sempre con la stessa facilità con cui ti prende.
Decine di ricordi gli si affollarono alla mente: la festa clandestina organizzata da Barry, la sua cotta per Dana, la volta in cui il nonno gli aveva fatto vivere I Goonies, la crisi di Erica dopo la rottura con Drew, la volta in cui il nonno aveva aiutato lui e Barry a marinare la scuola…
Adam non riuscì a resistere. Prese con sé lo scatolone e lo portò in casa. In soggiorno c’era il lettore DVD che comprendeva anche il videoregistratore, comprato prima che i VHS svanissero dal mercato.
-Speriamo funzioni ancora…- bofonchiò Adam infilando la cassetta nel registratore.
Pochi istanti dopo comparve sullo schermo un’immagine in bassa definizione che mostrava il talent show sul karate di Barry, ma Adam si rese conto seccato di essere alla fine della cassetta. Gli sarebbe toccato riavvolgere il nastro.
Un po’ come la canzone scritta da Erica al college… Rewind” si disse l’uomo.
Incredibile. Erano decenni, che non pensava più a quel periodo ma ora gli tornava alla mente di tutto.
Il lavoro poteva aspettare. Aveva voglia di farsi un tuffo nel 1980 o giù di lì. Perché cavolo, non aveva scritto anche l’anno esatto sulle cassette?
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“Ancora un’altra e poi basta” si disse Adam alzandosi dalla poltrona per recuperare la ventunesima videocassetta. “Quasi, quasi, mi prendo pure un bicchier d’acqua. Mi è venuta sete”.
L’orologio digitale era proprio accanto al frigo, e su di esso pulsava gentilmente la cifra 04:25.
Adam rimase a bocca aperta. Era rimasto a guardare quelle cassette per quasi cinque ore.
“Fortuna che domani non devo alzarmi presto… e non sono stanco per niente” si disse il fratellino di Barry. Era pervaso da troppi ricordi e da troppe emozioni, per avere sonno.
Ritorno in soggiorno col bicchiere in mano. Doveva comunque andare a letto, ma poteva godersi ancora un po’ della sua infanzia prima.
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Il mattino seguente uscito dal letto il suo primo pensiero furono le videocassette.
-Dai- sembravano chiamarlo le cassette, con la sua voce di bambino. -Passa un altro po’ di tempo con noi. Ci sei stato lontano per tanto tempo, e vuoi risbatterci in cantina dopo qualche ora?-.
L’orologio digitale stavolta indicava 11:21. Era troppo tardi per sperare di combinare qualcosa quella mattina. Tanto valeva navigare nel mare dei ricordi, per un altro paio d’ore prima di pranzo e pensare al lavoro nel pomeriggio.
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Adam aveva appena finito di pranzare di fronte al suo passato, quando bussarono alla porta: era il suo amico e collega Doug.
Dopo essersi scambiati i primi convenevoli Doug passò alla domanda centrale:- Allora hai già qualche idea per il nuovo progetto?-.
-No. Ho passato tutto il tempo a vedere videocassette-.
-Come?-.
-Ho trovato dei vecchi video girati quando ero bambino… e ho passato un sacco di tempo a gingillarmi coi ricordi-ammise Adam, proprio mentre Barry e Lainey urlavano dal passato: -Noi ci sposeremo!-.
-Whuu!-.
-Oh… è mio fratello che annuncia il suo fidanzamento- fece Adam notando l’espressione dell’amico.
-Fidanzamento?! Ma se lui e quella tipa avranno diciotto anni al massimo!- fece incredulo l’altro proprio mentre Beverly sullo schermo esclamava sconvolta: - Hai sentito anche tu? Ha appena detto...-.
-Lei ne aveva diciotto… lui ne aveva diciassette!-.
-Aspetta, questa devo proprio vederla- fece l’amico.
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-Carino. E pure divertente. Ma davvero tua sorella ha mollato il college?-.
-Sì, ma questa è un’altra storia. Vuoi vederne un altro?-.
-Perché no?-.
Una mezza dozzina di video dopo negli occhi di Doug si era acceso un luccichio.
-Adam, questi nastri valgono oro!- dichiarò.- Penso che potresti aver trovato il tuo nuovo show!-.
-Ispirarmi alla mia famiglia intendi? Ci ho pensato qualche volta ma…-.
-… Ma hai mai pensato a uno show basato sulla tua famiglia?-.
Adam esitò:-Forse… ma dimmi tu credi davvero che funzionerebbe?-.
-Sì. Forse bisognerebbe un po’ romanzare qualcosa, ma credo di sì-.
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Due giorni dopo Adam entrò nella sala riunioni trasportando una dozzina di nastri e il videoregistratore. Già la vista di questi causarono un bel po’ di espressioni sorprese.
“Avanti non fare l’imbranauta!“ disse una voce dalla sua memoria. Buffo ripensare a suo padre, gli aveva fatto tornare in mente la sua voce.
Si fece coraggio ed espose il progetto. Quei vecchi video, anzi la sua infanzia, potevano diventare qualcosa d’importante. Anzi, di ancora più importante.
Per il titolo era ancora indeciso. Aveva proposto “How the F *** Am I Normal” ma non aveva convinto i suoi ascoltatori… mentre l’idea invece aveva fatto decisamente colpo.
Pochi giorni dopo Adam venne convocato, il suo progetto approvato… tranne che per il nome.
Paul Lee il direttore del programma infatti disse: -Voglio che tu mostri i tuoi video dopo ogni episodio e voglio chiamarlo The Goldbergs-.
Adam rimase senza fiato per un istante, ma poi disse:- Prima devo avvertire i miei parenti. A me l’idea piace, ma senza il loro consenso non se ne fa nulla-.
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-Oh, sì tutti i miei bambini qui!- esultò Beverly Goldberg.- Il mio cuore si scalda… abbraccione, abbraccione, abbraccione…-.
-Siamo quasi alla mezza età, e ci tratta ancora da bambini-bofonchiò Erica.
-Già la nostra infanzia. Non sarebbe bello riviverla?- fece nervosamente Adam.
-Ma di che parli?- domandò perplesso Barry.
Mentre si mettevano a tavola e si raccontavano le novità, Adam continuò a prepararsi mentalmente il discorso.
-Allora Adam, com’è andato quel lavoro importante che dicevi? Scriverai un nuovo show di cui potrò vantarmi con le amiche?- domandò la bionda.
-Sì. La ABC produrrà il mio show-.
-Fantastico e di che parlerà?-.
-Ehm… credo il titolo voluto dal network spieghi tutto…-.
-Va bene te lo chiederò: come s’intitola questo show?- sbuffò Erica.
-The Goldbergs- fece rapidamente Adam.
-COSA?!- urlarono in coro i tre.
-Ma… siamo noi i Goldberg- fece Barry.
-Infatti. Lo show è su di noi-.
-Questo vuol dire che andremo in TV?!- urlò euforico Barry.
-No, aspetta… parleranno di noi nel tuo show?- chiese allibita Erica.
-Sì. Si baserà sulla mia infanzia e parlerà di tutte le cose avvenute alla nostra famiglia nel 1980 o giù di lì. E metteranno i video originali che ho girato da bambino. Alla faccia vostra che dicevate che rompevo le scatole, e perdevo tempo!-.
-Oh ma è fantastico!-cinguettò Beverly.- Finirò in tv , mi invidieranno tutti … chi interpreterà il mio ruolo? Julia Roberts? Cate Blanchett? Nicole Kidman?-.
-E io?-fece Barry.-Tom Cruise sarebbe perfetto…però anche Brad Pitt…-.
-Bradipo, se lo show è ambientato negli anni ’80 sarai un ragazzino. Ovviamente sarà un ragazzino a interpretarti e non abbiamo ancora cominciato i casting- fece Adam.
-Aspetta un momento- realizzò Erica.- Questo vuol dire che tutti i fatti nostri finiranno in tv? Tipo lo stato larvale in cui mi ero ridotta quando Geoff usciva con Evelyn, o il mio ritiro dal college?-.
-Forse-.
-Ah, no!-urlò Erica.- Cioè, Victoria Justice o Selena Gomez sarebbero delle splendide me adolescenti, ma non se ne parla!-.
-Per favore, interpreterebbero meglio che la bellezza e il fascino di Lainey… e per me forse sarebbero adatti Avan Jogia o Nathan Kress-.
-Vi ho detto che il casting deve ancora cominciare!-.
-Tu non comincerai niente! Ti proibisco di mettermi in ridicolo!-.
-Ah, voi non stroncherete il bellissimo progetto del mio Pulcino, che potrà darmi fama imperitura e far schiattare d’invidia tutte le mie amiche!-.
-Vi ricordate la storia del videogioco? Alla fine è andata benissimo- tentò Adam.- E poi io voglio trasmettere a tutto il mondo, l’amore della nostra famiglia-.
-Oh, vuole trasmettere a tutto il mondo, l’amore della nostra famiglia- ripetè estatica Beverly.
-E anche quanto fosse fantastico Big Tasty!- fece Barry.
-Ah, fidati: sarai messo adeguatamente in risalto-.
La discussione andò avanti così a botta e risposta per un po’ ma alla fine in tre contro una Erica dovette capitolare.
-Ma sia chiaro: negherò tutto e smentirò ogni vostra parola!- ruggì prima di andarsene.
Il giorno dopo tuttavia Erica richiamò e disse ad Adam che forse aveva esagerato.
-Ringrazia Geoff da parte mia. Ti fa capire sempre quando sbagli-.
Erica non cercò nemmeno di nascondere che fosse stato il marito a indurla a scendere a più miti consigli:- A proposito vuole sapere se ci sarà anche lui nella serie-.
-Per il momento no. Ma se arriviamo a fare una seconda stagione chissà-.
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Il giorno dopo Beverly si presentò nell’ufficio di Adam alle sei del pomeriggio, trasportando diversi scatoloni.
-I miei vestiti degli anni ’80, i giochi di Adam, i vestiti di Barry e Erica, un frasario in cui ho raccolto le parole che usavano più spesso all’epoca-.
-Hai conservato tutto?!*- fece incredulo Adam.
-Ma è fantastico! Così sarà tutto ancora più realistico- esultò uno dei suoi collaboratori.
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Di tanto in tanto i suoi parenti fecero qualche visita al set (nessuno degli attori da loro proposti fu preso in considerazione per il ruolo, ma alla fine si dichiararono soddisfatti del casting) e malgrado anche agli entusiasti Barry e Beverly col tempo fosse venuto qualche dubbio, tutti acconsentirono a lasciare che Adam proseguisse col progetto.
-Domani andremo in onda- svelò Adam un pomeriggio in cui aveva dato ai fratelli erano appuntamento dalla madre.- Ma ho pensato che sarebbe stato meglio che fossimo noi a vedere in anteprima la prima puntata del programma dedicato alla nostra famiglia-.
Il terzogenito di Murray estrasse un DVD e lo mise nel lettore. Tutti animati da una certa impazienza si sedettero sul divano.
Ragazzi amo gli anni ’80. Quelli erano gli anni di E.T., Mister T ed MTV. Allora il mondo era ancora piccolo, senza cellulari, internet o Twitter. Gli amici vivevano nella tua strada, e i tuoi familiari erano quelli con cui ti sedevi a tavola. Se pensate che queste persone sorridenti siano la mia famiglia, vi sbagliate. Noi ci dimostravamo affetto in modo diverso” dichiarò la voce di Adam dallo schermo.
-Sei tu il narratore?- chiese Barry.
-Certo. E’ la nostra storia dopotutto. Mica poteva raccontarla chiunque-.
-Ci hai fatti azzuffare già nella prima scena!-protestò Erica.
Adam non rispose. Ci pensò la sua voce registrata: “E’ così che io ricordo gli anni ’80. Non esistevano blog per genitori, né allergie alimentari, ma solo un branco di matti. Ohh guardate questo quattrocchi. Esatto sono io: Adam Goldberg-.
-Ti sei scelto un attore molto più bello di quanto eri tu all’epoca- borbottò Barry.
-Ha fatto lo stesso favore a te- rilevò Erica.
Fummo i primi del quartiere a comprare una telecamera a nastro, e io la usai per documentare tutta la mia infanzia. L’uomo che sta facendo lo spogliarello all’ingresso è mio padre: Murray Goldberg. Dopo l’ultimo infarto, si era proposto di fare attività fisica, mangiare meglio e gridare di meno. Non c’era verso”.
Tutti i presenti si voltarono verso Miss Poltrona. Vedere la versione televisiva di Murray lo aveva come evocato*. Era come riaverlo lì, per il tempo di un episodio televisivo. A Beverly per un attimo s’inumidirono gli occhi.
“E poi quell’amicona di mia sorella Erica. Lei adora chiacchierare… Ma non con noi”.
-In effetti le tue telefonate sono scandalosamente brevi- rilevò la bionda fissando la figlia maggiore.
“Barry Goldberg il classico adolescente dalle reazioni spropositate”.
-Ehi, io non ho reazioni spropositate!- protestò Barry.
-Una sola parola: budino- rispose Erica.
E infine la mia dispotica oppri-mamma: Beverly Goldberg. Una casalinga, rompi-meringa, che trovava il tempo di mantenersi in forma, crescere i figli e farci diventare matti”.
-Dispotica, oppri-mamma, rompi-meringa- ripetè Beverly. -Adam sono delusa e amareggiata che tu mi veda così!-.
-Secondo me, è stato molto gentile- sbuffò la mora.
-Concordo- fece il medico.
“Sì, urliamo e ci mandiamo a quel paese, ma ancora oggi ci vogliamo molto bene. Questa è la mia famiglia: I Goldberg”.
-Ohhh…- fece Beverly sentendo quella frase.-Troppo dolce… ti perdono per due baciotti e un abbracciotto!-.
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Il primo episodio raccontava del sedicesimo compleanno di Barry e del suo desiderio di avere una macchina.
“Qualcun altro voleva fare gli auguri a Barry: nostro nonno. Ottant’anni di mito puro”.
Come per Murray, fu agrodolce vedere Albert sullo schermo. Interpretato da George Segal! Chissà cosa avrebbe detto il nonno…
-Allora sei stato tu a chiamare la mamma, dopo che io avevo causato l’ingorgo- bofonchiò Barry durante l’episodio.
Poco dopo quando comparve la scena della sua chiacchierata col padre anche i suoi occhi s’inumidirono.
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-Siamo proprio noi. E’ incredibile- fece Erica al termine dell’episodio proprio mentre compariva la scritta a lettere cubitali:
       
             DEDICATO ALLA MIA VERA FAMIGLIA      
 
seguita poi dai video originali girati da Adam negli anni ’80.
-Sono contenta che tu sia andato fino in fondo. Sono certa che se avessero potuto vederlo tua padre e tuo nonno sarebbero stati molto fieri di te- mormorò dolcemente Beverly facendo una carezza al figlio.
-Ragazzi ora diventeremo famosi. Finalmente la gente mi fermerà per strada per chiedermi l’autografo- esultò Barry.
-Ora esagerate è solo una sitcom. D’accordo è carina, ma che importanza potrà mai avere, e che influsso potrà mai avere sulle nostre vite?- fece Erica in tono pragmatico.
-Useremo come sigla quella canzone che hai scritto al college Rewind*-.
-Finalmente diventerò una grande rockstar!-.
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-Ecco le sue radiografie, signor Boyce. Le serve altro?-.
- In effetti mia nipote vorrebbe farle una domanda-.
-Scusi ma lei è mica il Barry Norman Goldberg di cui parla la serie tv?- .
-Be’ sì sono io-.
-E’ meraviglioso! Possiamo fare una foto? E mi dica ha poi sposato Lainey? Vi shippo da paura! Siete una delle mie OTP!-.
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-Volete davvero fare una foto con me?- chiese perplessa Erica ai due ragazzi che avevano fermato lei e Geoff.
-Certo la cassiera del negozio di scarpe è mia cugina e ci ha detto che tu sei la vera Erica Goldberg-.
-Volete anche me nella foto? Io sono Geoff Schwartz-.
-Quello dei JTP?! Certo che ti vogliamo nella foto-.
-Dite voi JTP, vi frequentata ancora? Siete rimasti amici dopo tutto questo tempo?-.
-Certo!- assicurò Geoff.-Be’ ovviamente quello che vedo più spesso è Barry, ho sposato sua sorella-.
-Allora alla fine sei riuscito a farla capitolare! Come hai fatto?-.
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-Vogliono il mio libro di ricette! Vogliono il mio libro di ricette! Vogliono il mio libro di ricette!- urlò Beverly saltellando per tutta la cucina.
-Sì, data la richiesta dei fan della serie ci sarà una ristampa * -ammise Adam.
-E il negozio di mobili va fortissimo… un sacco di gente ora vuole comprare dai Goldberg!- soggiunse Erica.-Abbiamo fatto bene a darlo in gestione-.
-Adesso sì che papà sarebbe orgoglioso del lavoro di Adam- rise Barry.- Su venite, sta per cominciare-.
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Paradiso.
-Non ci posso credere! Ben tredici persone hanno voluto conoscermi per merito del telefilm di Adam–sbottò Murray.- E qui c’è gente famosa di tutte le epoche!-.
-Solo? Da me sono venute ventiquattro persone- fece Albert.- Comunque è davvero una gran serie tv. E gli interpreti sono ottimi! Hanno proprio colto il nostro spirito e la fisique du role è adattissima. Soprattutto quella del tuo-.
-Sì, be’… se la cava-.
-E’ quella Wendi McLendon-Covey… non avrei mai creduto che qualcuno potesse replicare, sia solo per finta la follia di Beverly!-.
-Nemmeno io. Eppure è così-.
-E’ una fortuna che anche qui si prenda la tv non trovi? Non sopporterei di perdermi lo show in cui sono fra i protagonisti… e poi sto adorando The Vampire Diares. Quella Nina Dobrev è la donna più sexy mai esistita. Anche io avrei litigato con mio fratello per secoli per lei-.
-Sì… io però rinasco dalla curiosità di capire cos’è successo a quelli di Manifest! -.
-Muoviti Albert!- urlò Irene.- Ci siete tu e Murray in tv!-.
 
 
 
  • Alcuni degli oggetti di scena visti nella serie, sono per davvero oggetti di proprietà della famiglia Goldberg. La vera Beverly li ha davvero conservati, e messi a disposizione per lo show.
  • Il vero Murray Goldberg è morto nel 2008, mentre Albert Solomon nel 1995.
  • La canzone nella realtà è degli Imagine Dragons, ma nella serie è stata creata da Erica. La si sente nell’episodio 5x21 “Balle spaziali”.
  • La vera Beverly Goldberg ha scritto davvero un ricettario come nella serie, e su richiesta dei fan ad Aprile è ritornato in vendita. Al momento però è solo in lingua inglese.
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

Ed è eccomi a scrivere di nuovo di questo fantastico telefilm. Sono davvero appassionato di questa famiglia degli anni ’80 o già di lì, e quando mi è venuta quest’idea mi sono precipitato a realizzare questa storia.
Ero indeciso se rivelare o meno della morte di Murray, ma mi sarebbe sembrato irrispettoso, lasciare viva la sua versione televisiva mentre quella reale ci ha lasciato. Certo so che nella vita vera, c’è qualche differenza fra la famiglia Goldberg reale, e quella che vediamo in tv, ma qui ho scelto d’ignorarle. Diciamo che è l’Adam della serie televisiva a creare la serie per quell’universo.
Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno letto la storia e spero che vorrete lasciarmi un commento. Accetto con piacere anche critiche, fino a quando sono costruttive.
Colgo l’occasione per ringraziare il fedelissimo fenris che ha recensito anche la mia precedente storia su the Goldbergs, e che trovo su quasi tutti i miei lavori. Grazie davvero fenris, è bello avere un lettore fedele come te!
  
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