Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: TheMemesQueen    24/09/2020    0 recensioni
Julie e Orlando, nonostante il divario caratteriale, hanno qualcosa in comune che li rende uguali.
La scienza dice che due poli uguali non possono essere attratti fra di loro, ma l'algebra c'insegna che il risultato di due numeri negativi è un numero positivo.
Sarà lo stesso anche per loro?
Nel frattempo, che tipo di spettacolo teatrale faranno alla fine dell'anno? Chissà...
(Questa storia può contenere argomenti sensibili. Leggete con cautela.)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Matteo e Orlando non parlarono di quello che era successo quel giorno.

In parte, il biondo aveva capito il motivo di quel silenzio, ma al tempo stesso non gli piaceva il fatto che glielo aveva nascosto.

Yuki aveva notato il silenzio fra i due, e aveva pensato che avevano litigato o cose del genere.

A ricreazione, Yuki si era seduta vicino ad Anna e a Julie. "Yo."

"Mino." fece Julie.

Anna la guardò con l'omonimo succo in mano. "Lo stavo per bere."

Invece, Ammar era in cortile a giocare al telefono. Mentre era distratto, Rebecca lo aveva visto e voleva sorprenderlo da dietro.

Peccato che il ragazzo si era voltato prima. "Ehi, ciao."

Rebecca aveva le braccia a mo' di tigre e lo guardava normalmente. "Cia'." si sedette vicino a lui "Come va, compare diversamente alto?"

"Bene, e a te?"

"Tutto apposto, ma mi lamento del fatto che fa caldo." rispose lei.

"Capisco, come va con la recita?" domandò Ammar.

"Ormai abbiamo quasi finito, a giugno vedrai tutto." rispose la ragazza.

"Che tipo di spettacolo teatrale sarà?" chiese lui. Rebecca sorrise. "Chissà..."

Guardando tra la folla di ragazzi in cortile, notò Matteo e Orlando che si stavano dirigendo verso il corridoio che portava verso la palestra.

"Ehi, ma sono Matteo e Orlando." fece lei "Vado a fargli yolo."

"Non lo so, è da qualche giorno che sono strani." disse Ammar.

Rebecca li guardò con fare sospettoso. 'Il mio senso di bisessuale avverte qualcosa.' si voltò verso Ammar "Vado a vedere cosa nascondono quei due."

Detto ciò, li seguì senza farsi vedere.

***

Matteo e Orlando avevano deciso di parlare in privato di quella faccenda. Il biondo aveva portato il suo amico nel corridoio vicino alla palestra.

"Ascolta, ti ricordi quando ti ho detto che potevi contare su di me per qualsiasi cosa?" domandò Matteo.

Orlando annuì. "Bene." fece Matteo "Io in un certo senso capisco perché non me lo hai voluto dire, ma-"

"Il fatto è che" lo interruppe Orlando "...avevo paura."

"Ma paura di cosa?" domandò confuso Matteo.

"Che tu venissi coinvolto." rispose lui "Non voglio che ti succeda qualcos'altro. Già hai avuto problemi con mio padre, poi questo..." guardò in basso "Io non voglio coinvolgerti nella mia stupida vita."

Matteo lo guardò sconsolato. "Il fatto è che Valerio è un problema che abbiamo in comune, purtroppo. Ti rendi conto che poteva farti chissà cosa?" gli vennero i brividi "Non voglio neanche pensarci."

Orlando si toccò il collo. "Io...non lo so." tremò "È come se tutti i mesi di terapia che ho fatto stessero andando a puttane. Non riesco più a ragionare."

Il biondo non aveva idea di ciò che Orlando aveva e stesse passando. A volte si chiedeva se avrebbe fatto la stessa cosa al posto suo.

Orlando provò a trattenere le lacrime. "Mi dispiace...mi dispiace." si stropicciò gli occhi "Non voglio che tu mi veda così."

Matteo gli mise una mano sulla spalla. "Fregatene." disse "Fregatene e piangi."

Orlando si ricordò di quelle parole, erano le stesse che Julie gli aveva detto quella volta all'ospedale. Lui abbracciò Matteo e sfogò le sue lacrime.

"Scusami, io n-non voglio essere uno stupido bambino." fece lui. Matteo lo abbracciò. "Non devi scusarti."

Rebecca, che nel frattempo aveva origliato la conversazione, rimase attonita a sentire quelle parole.

Nonostante lei avesse avvertito al professore Kraus di Valerio, quest'ultimo era riuscito a farla franca. Probabilmente era uno di quei soggetti idolatrato da tutti perché bravo a scuola e coi genitori che lo difendevano a spada tratta.

Quando tornò da Ammar, lei aveva uno sguardo avvilito. Il ragazzo notò questo suo cambiamento di umore. "Che succede?"

Lei scosse la testa. "Niente, lascia stare." Ammar non ne fu convinto, ma decise di non chiedere altro.

Quella sera Orlando volle andare a letto presto. Carla aveva notato che era da qualche giorno che era strano, ma ogni volta che voleva parlarne con lui, il ragazzo evitava la conversazione.

Mentre era a letto, Orlando stava guardando il soffitto nella speranza di addormentarsi. Quando successe, la mente gli fece riaffiorare, tramite un sogno, un ricordo che preferiva dimenticare.
-----

Era successo quando lui aveva dodici anni. A quel tempo, i bulli lo prendevano poco di mira perché Matteo lo difendeva.

Il ragazzino era nello spogliatoio della palestra e si stava cambiando per tornare in classe. Si era messo in fondo per evitare di essere preso di mira.

Quando si sedette, notò che a terra c'era un orologio con il vetro rotto. Lo raccolse, notando che la lancetta dei secondi si muoveva ancora. Non aveva idea a chi appartenesse, ma lo mise sulla panca in modo che nessuno lo pestasse.

Dopo qualche secondo, arrivò un ragazzino dai capelli corti marroni e gli occhi del medesimo colore. Si guardò intorno come se stesse cercando qualcosa.

E fu proprio in quel momento che lui vide Orlando seduto vicino al suo orologio rotto. "Tu...me lo hai schiacciato?"

Il corvino lo guardò attonito. "No, i-io l'ho trovato p-per terra e-"

Valerio lo afferrò per il collo e lo guardò. "Non dire cazzate. Me lo hai rotto tu."

Orlando scosse la testa. "No, no, no. Non sono stato io. L'avevo già trovato per terra ed era rotto."

"Non ti credo." lo lasciò. Orlando si mise le mani sul collo e iniziò a lacrimare. "Non sono stato io, lo giuro. Io non ho fatto niente."

"E allora perché era vicino a te?" domandò Valerio.

Lui iniziò a piangere. "Te l'ho detto, io l'ho solo trovato."

L'altro era stranamente calmo. "Guarda che lo dico ai tuoi genitori. "

Orlando impallidì. Se suo padre l'avrebbe saputo, non sarebbe andata a finire bene. "No, ti prego. Non dirgli nulla."

"Non gli dirò nulla se tu mi pagherai l'orologio." fece lui.

Orlando lo guardò spaventato. "Non dirgli niente, ti prego. Farò tutto quello che vuoi, ma non dirgli niente."

-----

Orlando non si svegliò dopo aver rivissuto quel ricordo nel suo sogno. Molti sogni si dimenticano dopo un po', ma è impossibile farlo se quel sogno riguarda un evento della propria vita.







   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: TheMemesQueen