Altra flash-fic dell'universo Leverage basata sui prompt della challenge just stop for a minute and smile di Soul_Shine. Stavolta mi sono cimenntata col #2, "Non riucirai mai a battermi!"
“Io dico che non sei
imbattibile.” Hardison aveva parlato con voce soffusa,
quasi stesse pensando ad alta voce, scocciato da Eliot che si vantava
di essere
un campione imbattuto di braccio di ferro con una bella ragazza che
stavano
aiutando per un caso.
Bella, giovane e un po’
ingenua, se poteva dirlo.
“Cos’è,
una scommessa?” Eliot lo prese in giro, ridacchiando
sornione, con
le braccia incrociate sul petto che facevano risaltare avambracci degni
di un
campione di lotta libera, o di un gladiatore.
“Sì!”
Hardison lasciò la sua posizione e saltò in
piedi, e si avvicinò ad
Eliot. Eliot era più basso di lui – non di molto-
eppure, Hardison era
leggermente…. Terrorizzato. Si sentiva come se il compagno
di disavventure lo
guardasse dall’alto in basso, come se si ergesse dinanzi a
lui come un torrione
inespugnabile.
Col cavolo. Era ora che qualcuno
insegnasse le
buone maniera a quell’omone, e quel qualcuno era lui, il nerd
di cui l’ex quarterback
si prendeva sempre gioco. “Sì, è una
sfida! Scommetto che non sei così
imbattibile come vuoi far credere!”
“Hardison, lo dico per
il tuo bene…. Non
riuscirai mai a battermi…” gli disse in
tono accondiscendente, neanche
stesse parlando con un bimbo di tre anni.
Hardison non parlò,
digrignò i denti, gli puntò contro un dito con
fare
accusatorio, e se ne uscì dalla stanza, camminando a grosse
falcate e sbattendo
i piedi, senza badare a chi andava addosso. Eliot era convinto che
quello fosse
il suo modo di battere in ritirata, ma dieci minuti dopo, lui se ne
tornò lì, a
interrompere i tentativi di seduzione verso la cara creatura, e
sbattè uno dei
suoi dannati robottini sul tavolo.
“Mai detto che sarei
stato io a batterti.” Il nerd incrociò le braccia,
sbruffone,
convinto di avercela fatta, mentre l’arnese infernale muoveva
un braccio
bionico a destra e manca, freneticamente, con le sue due dita a pinza
che si aprivano
e chiudevano di continuo come nella scena di un film horror da quattro
soldi.. “Allora?
Tu contro il Parker 2020. Ci stai?”
Eliot non se lo fece dire due
volte; si sedette davanti alla macchina
infernale, strinse il pugno intorno alle pinze, col gomito appoggiato
al tavolo
di formica, e attese il segnale della bella e disinibita
cliente….
… e sbattè
il Parker 2020 sul pavimento. Così. Come nulla fosse.
Facendolo andare
in mille pezzi. Sembrava di essere in un cartone: il robottino fumava,
sembrava
in agonia dai versi che faceva, continuava a ripetere errore,
errore, errore… sembrava uno dei Dalek dopo che
erano stati
annientati e sconfitti per l’ennesima volta dal Dottore.
Eliot diede un calcetto con la
punta dello stivale al “coso”, come era
amichevolmente chiamato da lui e dalla vera Parker, e prese per la vita
la
bellezza del sud.
“Te lo avevo detto,
Hardison, io sono imbattibile a braccio di ferro.”