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Autore: Little Firestar84    25/09/2020    0 recensioni
Eliot si vanta di essere imbattibile.
Hardison la pensa diversamente.
Flash-fic partecipante alla just stop for a minute and smile challenge.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Altra flash-fic dell'universo Leverage basata sui prompt della challenge just stop for  a minute and smile di Soul_Shine. Stavolta mi sono cimenntata col #2, "Non riucirai mai a battermi!"

“Io dico che non sei imbattibile.” Hardison aveva parlato con voce soffusa, quasi stesse pensando ad alta voce, scocciato da Eliot che si vantava di essere un campione imbattuto di braccio di ferro con una bella ragazza che stavano aiutando per un caso.

Bella, giovane e un po’ ingenua, se poteva dirlo.

“Cos’è, una scommessa?” Eliot lo prese in giro, ridacchiando sornione, con le braccia incrociate sul petto che facevano risaltare avambracci degni di un campione di lotta libera, o di un gladiatore.

“Sì!” Hardison lasciò la sua posizione e saltò in piedi, e si avvicinò ad Eliot. Eliot era più basso di lui – non di molto- eppure, Hardison era leggermente…. Terrorizzato. Si sentiva come se il compagno di disavventure lo guardasse dall’alto in basso, come se si ergesse dinanzi a lui come un torrione inespugnabile.

Col cavolo. Era ora che qualcuno insegnasse le buone maniera a quell’omone, e quel qualcuno era lui, il nerd di cui l’ex quarterback si prendeva sempre gioco. “Sì, è una sfida! Scommetto che non sei così imbattibile come vuoi far credere!”

“Hardison, lo dico per il tuo bene…. Non riuscirai mai a battermi…” gli disse in tono accondiscendente, neanche stesse parlando con un bimbo di tre anni.

Hardison non parlò, digrignò i denti, gli puntò contro un dito con fare accusatorio, e se ne uscì dalla stanza, camminando a grosse falcate e sbattendo i piedi, senza badare a chi andava addosso. Eliot era convinto che quello fosse il suo modo di battere in ritirata, ma dieci minuti dopo, lui se ne tornò lì, a interrompere i tentativi di seduzione verso la cara creatura, e sbattè uno dei suoi dannati robottini sul tavolo.

“Mai detto che sarei stato io a batterti.” Il nerd incrociò le braccia, sbruffone, convinto di avercela fatta, mentre l’arnese infernale muoveva un braccio bionico a destra e manca, freneticamente, con le sue due dita a pinza che si aprivano e chiudevano di continuo come nella scena di un film horror da quattro soldi.. “Allora? Tu contro il Parker 2020. Ci stai?”

Eliot non se lo fece dire due volte; si sedette davanti alla macchina infernale, strinse il pugno intorno alle pinze, col gomito appoggiato al tavolo di formica, e attese il segnale della bella e disinibita cliente….

… e sbattè il Parker 2020 sul pavimento. Così. Come nulla fosse. Facendolo andare in mille pezzi. Sembrava di essere in un cartone: il robottino fumava, sembrava in agonia dai versi che faceva, continuava a ripetere errore, errore, errore… sembrava uno dei Dalek dopo che erano stati annientati e sconfitti per l’ennesima volta dal Dottore.

Eliot diede un calcetto con la punta dello stivale al “coso”, come era amichevolmente chiamato da lui e dalla vera Parker, e prese per la vita la bellezza del sud.

“Te lo avevo detto, Hardison, io sono imbattibile a braccio di ferro.”

   
 
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