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Autore: K ANTHOS    25/09/2020    0 recensioni
Viterbo, fine Ottocento.
Anna, una giovane ragazza della media borghesia cittadina, rimane improvvisamente orfana del padre, morto dopo aver perduto gran parte del proprio patrimonio in circostanze poco chiare.
Scossa dalla perdita e rimasta sola, Anna accetta l'invito per l'estate di una facoltosa zia paterna proprietaria di una vasta
tenuta nelle campagne maremmane.
L'incontro fortuito con un cavallo indomabile e con l'anziano stalliere della tenuta la metterà di fronte alle sue fragilità ma anche alla sua inconsapevole forza, coinvolgendola in un percorso di rinascita e di maturazione personale.
L'amore travolgerà Anna senza via di scampo ed avrà gli occhi di un ragazzo volitivo e tenace che non appartiene alla sua classe sociale ma che sarà pronto a lottare contro tutto e tutti pur di conquistarla.
Anna a questo punto dovrà decidere della sua vita: se seguire l'istinto del cuore o rinunciare per sempre ad esso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Aurelio aspettò che la padrona finisse la colazione con i suoi ospiti poi la raggiunse nel suo studio per verificare i registri da lui compilati negli ultimi giorni. Era teso, lo si capiva da come stringeva i registri in mano.

-Buongiorno signora Costanza- fece il fattore.

-Buongiorno signor Aurelio, è tutto a posto con i registri?-

-Sì, come sempre signora, ora ve li mostro ma, se me lo permettete, non prima di aver parlato di un argomento di cui sono venuto a conoscenza…- l’uomo cercò di controllarsi.

La donna aggrottò la fronte, non sapeva a cosa facesse riferimento il fattore.

-Sto parlando del fatto di aver raccomandato Leonardo ai signori Corelli come fattore della loro futura tenuta…- Aurelio la guardava dritta negli occhi con atteggiamento severo e la donna non riuscì a nascondere un certo imbarazzo mentre tentava di giustificarsi.

-Era solo un suggerimento… vostro nipote, che io sappia, è perfettamente in grado di gestire una tenuta… voi lo avete in questi anni istruito molto bene…- agli occhi di Aurelio la signora si stava arrampicando sugli specchi.

-Non devo rammentarvi, spero, il patto che tanti anni fa avete accettato riguardo Leonardo, se lo avete dimenticato sono qui per ricordarvelo. E’ stata una questione di coscienza e di giustizia e voi siete stata a suo tempo d’accordo…- Aurelio era irremovibile, non si sarebbe fatto spaventare dalla sua autorità, era pronto anche ad andarsene con il nipote pur di farle mantenere la parola.

-Non l’ho dimenticato, è da quel giorno che la disgrazia è entrata in questa casa…non me lo rammentate, è il mio incubo più ricorrente… E va bene, non tornerò più sull’argomento- fece la donna.

-Tentare di mandarlo via non è la soluzione: non è colpa di Leonardo se ogni singolo giorno della vostra esistenza vi ricorda quello che è successo per colpa di vostro marito…- dopo quest’ultima puntualizzazione l’uomo non volle aggiungere altro.  

 

Dopo colazione Anna raggiunse le scuderie, era riuscita a liberarsi dagli ospiti della zia e a non essere coinvolta in gite in calesse di nessuna natura.

Alla rimessa di Ercole trovò solo Leonardo intento a sistemargli la sella serrandogli bene la cinghia del sottopancia.

Leonardo notò la sua titubanza nell’accostarsi.

-Non vi preoccupate signorina Anna, Fiore sarà qui tra poco- non voleva metterla in difficoltà e senza dire altro continuò a preparare il cavallo.

Anna si avvicinò ad Ercole e cominciò ad accarezzargli il collo: il frisone gradiva le sue carezze e le dava delle spinte col muso.

-E andato bene il giro in calesse signorina? - chiese il ragazzo non senza nervosismo.

-Sì grazie, abbiamo incontrato Domenico e Cesare al pascolo- fece lei.

-Vi siete trovata bene con quel Lodovico?- la domanda era un po’ troppo personale ma Leonardo non resistette nel fargliela.

-Sì, abbastanza. La zia Costanza ha insistito perché andassi… ne avrei fatto volentieri a meno- Anna continuava a coccolare lo stallone e a fargli dei grattini sul collo.

-Mi sembra molto interessato a voi… o forse mi sbaglio…- averla sola in quel luogo gli impediva di essere prudente.

-No, non credo…- Anna cominciava ad essere nervosa, pensò per un attimo di andarsene senza dare spiegazioni, a costo di essere maleducata.

-Vi fa ancora male il braccio?- continuò lui.

-Domani tolgo la benda al collo ed il dottore vuole che cominci ad usare il braccio, ma con prudenza- rispose lei.

Leonardo non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, era un piacere per lui guardarla ed ascoltarla: non resistette ed appoggiò la mano su quella con cui carezzava lo stallone.

-Non andate via, non partite Anna…- la guardava con occhi innamorati e sinceri.

-Cosa? Come dite?- Anna era confusa, non avrebbe mai pensato che si sarebbe permesso di parlarle in quel modo, il cuore prese a batterle più veloce.

-Io devo tornare… Ho la mia casa, i miei ricordi- cercava di raccogliere i pensieri.

-Dovete o volete tornare? Potreste rimanere qui alla tenuta e… potreste farne nuovi, di ricordi…- Anna sfilò la mano da sotto la sua e questa volta in preda alla rabbia gli disse:

-Ho deciso di tornare e assistere all’addestramento di Ercole, voi volete farmi pentire della mia decisione… Ma perché, perché volete rovinare una così bella amicizia…- si sfogò Anna.

-Lo sapete meglio di me che tra noi c’è più di un’amicizia…- Leonardo la guardava come se le avesse detto la cosa più scontata e palese del mondo.

Anna era senza parole, lo fissava sgomenta mentre percepiva le guance prendere fuoco: sentirselo dire così direttamente fu un’emozione violenta per lei.

Udirono i passi di qualcuno che si avvicinava e Leonardo riprese a sistemare le briglie.

-Buongiorno signorina Anna, siamo pronti Leonardo?- chiese Fiore.

-Sempre pronti…- gettò un’occhiata ad Anna che si era ricomposta e si diresse al campo grande.

Anna assistette all’addestramento senza dire una parola, era pietrificata, cosciente di essere proprio nei guai e non riusciva a vedere una via d’uscita se non la tanto desiderata partenza.

   
 
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