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Autore: K ANTHOS    25/09/2020    0 recensioni
Come poteva Sara essere a conoscenza addirittura di due omicidi?
Un fremito di terrore lo colse: ora sarebbe toccato a lui?
Rimase esangue al solo pensiero, era quasi in stato di choc, i suoni della campagna gli giungevano ora ovattati e lontani.
Perché non lo aveva ancora denunciato? Cosa la tratteneva?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Il lavoro puntuale e meticoloso del tecnico specializzato permise l’acquisizione di un nuovo e fondamentale indizio: l’agente isolò, ingrandì e aumentò la definizione dell’immagine in poco tempo.

-Sembra un’aquila… sarà più facile trovarlo con una cosa del genere addosso…- osservò Salieri.

-Questo tatuaggio ha qualcosa di familiare…- fece Riccardo osservandolo.

Gli ritornò alla mente istintivamente il ritratto di Sara: l’aquila era parzialmente coperta dalla maglietta nel disegno, non ci avrebbe messo la mano sul fuoco ma la reputò molto somigliante.

Prese il cellulare e confrontò la foto con l’immagine ingrandita.

-E’ un disegno di Sara… l’aquila che ha disegnato lei, per lo meno quella parte che si vede, sembra coincidere… lo conosceva… ne è la prova… e quello che ho per le mani è l’identikit di quell’uomo, del suo rapitore- osservò Riccardo.

-Dobbiamo far vedere l’immagine ai familiari, agli amici e ai colleghi di lavoro… Uniamo anche una ricerca sui tatuaggi di tutti quelli schedati… sbrighiamoci…- aggiunse poi.

 

Fecero rientrare i familiari di Sara nell’ufficio di Riccardo.

Quando Filippo vide l’immagine ingrandita dell’aquila scoppiò inaspettatamente in un pianto disperato.

Tutti lo guardarono meravigliati, sembrava ora averlo riconosciuto e forse si trovavano di fronte ad una svolta importante per il ritrovamento della ragazza.

-No… no… non può essere lui, non è possibile…- disse Filippo sgomento. La disperazione ebbe il sopravvento e lo fece quasi svenire, si dovette mettere seduto sorretto dal padre.

-Filippo… sai chi è quell’uomo? Lo hai riconosciuto?- chiese atterrito Agostino.

-Sì papà… è un assassino… l’assassino delle prostitute… ha preso Sara papà…- disse lui piangendo accorato.

-Ma cosa stai dicendo Filippo? Sara ha avuto una visione di quell’uomo?-

-Sì… per tre volte l’ha visto uccidere…- ammise disperato.

-E mi avete tenuto all’oscuro di tutto? Ma come ha fatto a trovarla? Non capisco Filippo…- fece lui spaventato.

-Non lo so nemmeno io come sia potuto accadere…- il ragazzo era quasi stordito dal pensiero della sorella nelle mani di quell’uomo.

A questo punto intervenne Riccardo, era rimasto in silenzio ad ascoltare il loro dialogo e ora aveva necessità di capire come potesse Sara conoscere l’assassino di quelle donne.

-Ma di cosa state parlando?- chiese.

Filippo divenne un fiume in piena.

-Mia sorella è speciale… da quando era piccola ha strane visioni… assiste ad omicidi. Non ha mai voluto esporsi per non rischiare ritorsioni… ed invece è evidente che qualcosa l’ha fatta scoprire, io non so come sia successo ma quell’uomo è riuscito a scoprire chi è, sa che lo ha visto uccidere…- Filippo piangeva, aveva paura di quello che poteva averle già fatto, non gli importava nulla delle conseguenze, agiva d’istinto, voleva solo riaverla lì con lui.

-Mi state dicendo che gli incubi di cui soffre Sara sono visioni di un fatto reale che accade nel quel momento stesso in cui lo sogna?- riassunse Riccardo.

-Sì… mia figlia è una sorta di sensitiva… soffre terribilmente per questi incubi ai quali non riesce a sfuggire…- ammise disperato Agostino.

I presenti si guardarono gli uni verso gli altri: lessero reciprocamente sui loro volti lo stupore ed il disappunto nell’avere conferma delle folli intuizioni di Riccardo.

Stavano realmente valutando in un commissariato di polizia di prendere in considerazione una capacità del genere per delle indagini? Rimasero per un attimo tutti ammutoliti.

Riccardo si era casualmente ritrovato al mare a consolare Sara in una di quelle occasioni e si era già a suo tempo meravigliato della strana coincidenza di quell’avvenimento con il ritrovamento della prostituta nigeriana.

-Filippo, Sara ha fatto dei disegni su quell’uomo, vero?- gli chiese Riccardo.

-Sì… ma come lo sa?-

-Poi ti spiego… dobbiamo andare a prenderli, dobbiamo creare un identikit il più verosimile possibile… subito, non c’è tempo da perdere- gli disse.

-L’accompagno, abitiamo non molto lontano da qui…- fece Filippo.

-Facciamo prima se prendo la mia moto…- valutò lui.

Riccardo raggiunse la casa in pochi minuti e parcheggiò di fronte al portone d’ingresso, salirono le scale velocemente ed entrarono nell’appartamento.

Filippo si diresse spedito nella camera della sorella, Riccardo lo seguì e quando entrò rimase senza parole: l’impressione che ebbe fu quella di trovarsi in una galleria d’arte, le pareti erano tappezzate di ritratti fin quasi al soffitto.

Con il suo stile inconfondibile Sara aveva raffigurato le persone che amava: Filippo, i genitori e Nicola in una infinità di pose, e rimase sconcertato nel riconoscersi in un disegno che doveva avergli fatto al mare mentre prendeva il sole.

Filippo prese la cartellina, l’aprì, estrasse i tre ritratti di quell’uomo e li consegnò a Riccardo.

-Eccoli… sono i ritratti delle tre visioni di Sara… come vede è sempre lo stesso uomo…-

Riccardo riconobbe il disegno che aveva visto in casa di Nicola ed osservò attentamente gli altri due: era palesemente la stessa persona con la stessa espressione di violenza cieca e brutale.

Sotto ogni ritratto Sara aveva annotato la data in cui lo aveva eseguito ed il nome della persona assassinata: Riccardo faceva fatica a credere a quanto vedeva, per un uomo razionale e logico come lui quella situazione aveva dell’incredibile.

Si chiese costernato come avesse fatto Sara ad assistere a tutti quegli omicidi e a tenerli nascosti dentro di sé senza rimanerne segnata: fu in quel preciso istante che comprese l’origine della costante presenza nei suoi occhi di quel velo di tristezza e di disagio generato, ora lo sapeva, da una realtà per lei ineluttabile.

Ripensò al suo sguardo limpido e al suo sorriso dolcissimo e si sentì profondamente in colpa per averla trattata in modo distaccato e scostante l’ultima volta che si erano salutati.

Filippo lo ridestò dai suoi pensieri.

-Commissario… riuscirà a riportare a casa sana e salva mia sorella vero?- Filippo aveva ancora gli occhi lucidi per il pianto ma sentiva forte in lui la speranza di poterla ritrovare ancora in vita, soprattutto ora che sapevano che faccia avesse quell’uomo.

-Lo spero con tutto il cuore…-

-Se le succedesse qualcosa io…- Filippo non riuscì a finire la frase, il nodo alla gola glielo impedì.

-Torniamo in commissariato Filippo… vedrai che la ritroveremo- Riccardo appoggiò la mano sulla sua spalla per confortarlo ma si rese conto che quel contatto servì più a rassicurare se stesso che il ragazzo.

   
 
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