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Autore: Sion26    25/09/2020    2 recensioni
Una stanza. Nezumi e Sion e il freddo dell'inverno alle porte.
Dal testo:
“Ohi, Sion.”
“Mmm?” il ragazzo si voltò appena nella sua direzione, nonostante il buio Nezumi riusciva a scrutare i suoi movimenti con gli occhi di un felino.
“Vieni.” Accompagnò le parole scostando con un braccio la coperta che lo avvolgeva.
[...]
Sentì i passi di Sion che si alzava dal divano, la sua mantella stretta sul petto. Ogni volta che al mattino se la metteva sulle spalle, poteva sentirne ancora l’odore di Sion. In qualche modo rendeva la giornata un po’ più sopportabile.
Il materasso si abbassò leggermente mentre Sion si accucciava al suo fianco e sprofondava la testa all’altezza del suo petto. Nezumi sistemò con cura la coperta sopra alle sue esili spalle, coperte ancora dalla mantella, e gli circondò le spalle con il braccio di modo che stesse più vicino e riuscisse a prendere più calore possibile.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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By Your Side 
Erano passati solo poche settimane da quando Nezumi aveva aiutato Sion a fuggire da No. 6, e avevano iniziato quella strana ma piacevole convivenza. In così poco tempo, si era abituato ad averlo accanto, quasi la stanza che aveva condiviso per anni solo con se stesso gli sembrasse vuota e troppo silenziosa quando Sion non c’era.
Il freddo stava già iniziando a farsi sentire. Non aveva molto se non l’unica coperta che usava per scaldarsi. Non ne aveva una per Sion, che diceva non avere problemi a dormire sul divano, così gli lasciava usare la sua mantella anche se dubitava fosse particolarmente calda, soprattutto nel pieno della notte dove le temperature diventavano davvero molto rigide.
Quella sera Sion era stato stranamente silenzioso e schivo, il che non rispecchiava per niente il ragazzo a cui si era abituato in quelle due settimane.
“Buona notte, Sion.” Esclamò Nezumi mettendosi a letto. L’albino gli rivolse un cenno del capo e un gemito prima di sdraiarsi. Nezumi rimase un attimo ad osservarlo prima di sdraiarsi anche lui. Non era certo il suo baby-sitter, se era così delicato per il freddo avrebbe dovuto trovare un rimedio da solo. Non era più un bambino.
Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, ma qualcosa lo teneva dannatamente sveglio, sfasando ancora di più i suoi già pessimi cicli del sonno. Sion non era per niente abituato a quelle temperature, dato che aveva vissuto i sedici anni della sua vita nella città di No. 6. Poteva rinfacciarglielo quanto voleva che non avrebbe avuto la forza di sopravvivere da solo nel West Block, essendo cresciuto nella bambagia, ma questo non serviva a cambiare le cose. Se si fosse ammalato a causa del clima poco favorevole per il suo corpicino gracile e debole avrebbe dovuto essere lui a prendersene cura e non aveva tempo e voglia di fare da baby-sitter.
Cercò di allontanare questi pensieri e quando fu quasi sul punto di addormentarsi, sentì dei gemiti provenire dal divano. Si voltò leggermente verso la fonte dei rumori. Sion non si era lamentato una sola volta del freddo, eppure in quel momento stava tremando, riusciva quasi a sentirlo sbattere i denti.
“Ohi, Sion.”
“Mmm?” il ragazzo si voltò appena nella sua direzione, nonostante il buio Nezumi riusciva a scrutare i suoi movimenti con gli occhi di un felino.
“Vieni.” Accompagnò le parole scostando con un braccio la coperta che lo avvolgeva.
“Sto bene, non preoccuparti.” Rispose debolmente Sion, incurante del fatto che il tremito nella sua voce diceva esattamente l’opposto.
“Non farmelo ripetere due volte.” Sbottò Nezumi ancora più scocciato.
Sentì i passi di Sion che si alzava dal divano, la sua mantella stretta sul petto. Ogni volta che al mattino se la metteva sulle spalle, poteva sentirne ancora l’odore di Sion. In qualche modo rendeva la giornata un po’ più sopportabile.
Il materasso si abbassò leggermente mentre Sion si accucciava al suo fianco e sprofondava la testa all’altezza del suo petto. Nezumi sistemò con cura la coperta sopra alle sue esili spalle, coperte ancora dalla mantella, e gli circondò le spalle con il braccio di modo che stesse più vicino e riuscisse a prendere più calore possibile.
“Meglio?”
Sion annuì chiudendo gli occhi. “Come fai a sopportare questo freddo?” sbottò improvvisamente. Lo sentì serrare le mascelle, forse per essersi pentito di avergli fatto quella domanda.
“Ci sono abituato. Non sono mica cresciuto con un sistema che manteneva la mia stanza a una temperatura ottimale per tutto il giorno.” Esclamò ridacchiando.
Sion non gli rispose. Si fece invece ancora più vicino e Nezumi si accorse che la fronte, a contatto con la pelle scoperta del suo petto alla base del collo, era bollente.
“Scotti.” Sentenziò Nezumi. Ora si spiegava come mai Sion si era comportato stranamente per tutta la giornata.
“Ho freddo…” pigolò Sion, la voce poco più di un sussurro. Il suo respiro gli solleticava la pelle e lo strinse più vicino a lui sfregandogli le mani sulle braccia per tenerlo più al caldo.
“Grazie… Nezumi…”
“Non sprecare le energie parlando e dormi.” Borbottò Nezumi in risposta, cercando lui stesso di addormentarsi, nonostante fosse fin troppo preoccupato. Gli venne in mente una situazione molto simile accaduta quattro anni prima, tranne per il fatto che era lui quello febbricitante.
Dopo qualche minuto, sentì il respiro di Sion farsi più pesante e regolare. Doveva essersi addormentato. Si assicurò che fosse ben coperto e poi chiuse gli occhi cercando anche lui di addormentarsi, anche se non ci sarebbe riuscito finché Sion non fosse tornato a una temperatura normale. Sembrava di dormire vicino a una stufa.
 
La mattina dopo Sion si svegliò in un bagno di sudore. Con gli occhi ancora impiastrati dal sonno, si guardò attorno constatando che era da solo sul letto di Nezumi. Il ricordo della sera precedente ritornò gradualmente nella sua mente. Nezumi lo aveva invitato a dormire con lui perché aveva freddo e qualche linea di febbre. Si sentiva molto meglio e quando sentì il profumino della colazione si svegliò completamente, notando Nezumi vicino alla stufa, un libro in mano mentre sistemava due piatti sul tavolino davanti al divano.
Sion si mise seduto e lo guardò. “Buongiorno.” Sussurrò.
“Oh, sua Maestà si è svegliato. Avevi intenzione di dormire tutto il giorno?”
Sion non rispose mentre sbadigliava a portava entrambe le gambe fuori dal letto. In quel momento si rese conto che non solo il letto, ma anche la coperta era umida di sudore.
“Mi dispiace… devo aver sudato parecchio stanotte…” mormorò dispiaciuto. “Laverò le lenzuola e la coperta.”
“Non importa. Vieni a mangiare.” Rispose Nezumi passandogli una tazza di caffè che Sion accettò di buon grado, portandosela alle labbra. Non appena il liquido caldo gli deliziò la bocca si sentì piacevolmente meglio. Cravat gli salì sulla spalla e Sion prese a fargli le coccole, suscitando versetti felici dal topolino. “Ma stanotte dormi sul divano! Non sono riuscito a chiudere occhio.” borbottò mentre mangiucchiava la sua colazione. Non sapeva neppure che ore fossero esattamente, gli sembrava un po’ strano che Nezumi fosse ancora a casa e non a lavoro. Di solito iniziava sempre presto e a giudicare dal tono canzonatorio di poco prima, doveva essersi svegliato più tardi del solito.  
Sion si sedette sul divano e iniziò a mangiare, lo stomaco reclamava che lo riempisse con un po’ di cibo, dato che la sera prima non aveva praticamente toccato cibo. Finalmente sentiva appetito ed era anche di buon umore.
“Grazie per stanotte, Nezumi. Ma non dovresti essere già a lavoro? Che ore sono?” domandò Sion.
Nezumi non rispose mentre finiva rapidamente la colazione. “Sono quasi le 10, avrei dovuto essere in teatro già da un po’.” Borbottò il moro infilandosi gli scarponi. Sion rimase un attimo incuriosito. “Che cosa?”
“Hai aspettato che mi svegliassi? Perché non sei uscito prima? Sei in ritardo.”
“Stai sicuramente fin troppo bene se hai ripreso a fare domande stupide.” Borbottò il moro dirigendosi verso la porta. “Se sei abbastanza intelligente troverai da solo le risposte.” Concluse.
“Aspetta, Nezumi! La tua mantella.” Sion si accorse troppo tardi che era praticamente inutilizzabile a causa del sudore. “Oh…”
“Non importa.” Ripeté di nuovo Nezumi, ma Sion lo bloccò di nuovo e gli mise la sua giacca sulle spalle.
“Così non prenderai freddo.” Esclamò sorridendo. Nezumi lo guardò con quella solita espressione sorpresa, poi abbassò lo sguardo e ridacchiò, mettendo prima un braccio e poi l’altro nella giacca di Sion.
“Quante volte devo ripeterti di pensare di più a te stesso e meno agli altri?” borbottò, mettendogli una mano sulla testa e uscendo dalla porta.
Iterashai!” esclamò Sion con un sorriso. Nezumi lo guardò ancora più sorpreso, distolse lo sguardo e borbottò “Itekimasu.” Prima di chiudere del tutto la porta.
Sion sorrise. Nonostante tutto non gli aveva ridato la giacca.
 
Nezumi stava tornando a casa dal lavoro. Era indolenzito, stanco, affamato e avrebbe dato qualsiasi cosa per mettersi a letto e dormire. La giacca di Sion gli teneva particolarmente caldo e il suo odore era ancora più intenso di quello che poteva sentire sulla sua mantella ogni mattina.
Sorrise.
Non aveva dormito bene quella notte. Sion aveva avuto il sonno agitato quasi per tutta la notte e la sua temperatura aveva continuato a salire e scendere come un termometro impazzito. Nezumi aveva continuato a stringerlo nel tentativo di calmarlo e solo verso le cinque di mattina aveva finalmente ripreso a dormire tranquillo. Aveva sudato talmente tanto che la mantella, le lenzuola e lui stesse era zuppo dalla testa ai piedi, ma la fronte imperlata di sudore era finalmente diventata più fresca. Solo a quel punto Nezumi si era concesso un po’ di meritato riposo prima di doversi alzare.
Quella mattina Sion lo aveva salutato prima di andare a lavoro. Gli sembrava così strano e inusuale dato che non aveva mai, neppure una volta, dovuto salutare qualcuno prima di uscire. Non c’era mai nessuno che lo aspettava a casa e non era neppure mai successo che avesse fatto tardi a lavoro perché voleva aspettare il risveglio di qualcuno per assicurarsi che stesse bene.
Sapeva che non doveva abituarsi troppo alla presenza di Sion. Non sarebbe rimasto per sempre, a un certo punto anche lui se ne sarebbe andato e a quel punto sarebbe tornato alla sua solita solitudine.
Sospirò, la testa piena di quei pensieri, mentre apriva la porta. “Tadaima.” Borbottò un po’ imbarazzato. “Scusa il ritardo, Sion, le prove si sono protratte più del solito.” Si tolse le scarpe e non ottenendo nessuna risposta alzò lo sguardo incuriosito. Scosse il caso con uno sguardo sorpreso sulla faccia, il terzo della giornata, alla scena che gli si presentò davanti agli occhi.
La cena era pronta sul tavolo e Sion dormiva a pancia in giù con un libro aperto sotto il capo.
Nezumi scosse il capo e sorrise. Quel ragazzo era davvero pieno di soprese. Se voleva mangiare assieme a lui, che almeno avesse avuto la decenza di non addormentarsi nell’attesa. E poi sarebbe dovuto essere lui quello addormentato, dopo la nottata e la giornataccia che aveva appena passato.
Sorrise. Era la prima volta che trovava la cena pronta quando tornava a casa dal lavoro.
Mangiò velocemente la porzione di riso che gli aveva conservato Sion, e si guardò attorno, notando che la stanza era in perfetto ordine, persino più pulita di come l’aveva lasciata. La sua mantella era stesa accanto alla stufa, gli aveva persino lavato i vestiti che usava per dormire e la coperta con cui si copriva la notte. La prese dalla stufa e la stese sul corpo di Sion, avendo cura di coprilo interamente, tolse il libro da sotto la sua testa e l’albino aprì piano gli occhi.
“Nezumi… okaeri…” esclamò stropicciandosi gli occhi e facendo per alzarsi, ma Nezumi lo bloccò subito.
“Fammi spazio.”
“Come? Ma…?”
Nezumi gli scoccò un’occhiataccia e Sion non se lo fece ripetere due volte, spostandosi quel tanto che bastava per permettere a Nezumi di sdraiarsi vicino a lui.
“Stanotte fa freddo, no?” sussurrò il moro e Sion sorrise mentre si adagiava con la testa sul suo petto e Nezumi gli circondava la vita con il braccio.
“E’ andata bene a lavoro?” chiese Sion sorridendo.
E voleva anche chiacchierare? In più che aveva da sorridere così?
“Dormi.” Sentenziò. L’albino non se lo fece ripetere due volte. In poco tempo il respiro di Sion si fece pesante e regolare, sprofondando in un sonno tranquillo e pacifico.
“Buona notte, Sion.” Sussurrò piano, accarezzandogli i capelli.
Nezumi non si ricordava neppure quando era stata l’ultima volta che si era addormentato così facilmente.
 
***
 
Nezumi varcò la soglia della stanza nel quale dormiva da poco più di una settimana. Aveva trovato alloggio in una locanda vicino al villaggio dove si era stanziato. La sua stanza consisteva solo di un lurido letto e un cuscino. Non aveva neppure una coperta con cui scaldarsi in quelle rigide notti invernali.
Tadaima…” sussurrò senza ricevere risposta.
Mangiò velocemente, si mise a letto e si coprì con la sua mantella. Faceva davvero freddo e non era più abituato a dormire da solo. Sospirò.
“Buona notte, Sion.” Mosse le dita, immaginando la sensazione dei capelli di Sion sotto di esse e inebriandosi dell’odore di cui la mantella, non sapeva come, continuava ad essere impregnata.
E anche quella notte, si addormentò, scaldato dal ricordo del corpo di Sion vicino al suo.

***
Note dell'autore: 
Salve a tutti, eccomi debuttare anche su questo fandom. 
Ho scritto questa FF un po' di tempo fa, me ne sono ricordata solo oggi e dopo averla riletta avevo gli occhi a cuoricino per la dolcezza ahahaha xD non ha un vero proprio senso, mi sono solo chiesta com'è che a un certo punto Nezumi e Sion sono finiti a dormire assieme nello stesso letto e ho immaginato che fosse una cosa del tutto naturale. Spero di essere riuscita a mantenere i loro caratteri, è passato un po' di tempo da quando ho letto il manga. 
Premetto che ho letto solo il manga e ho visto l'anime, non ho ancora letto la novel, anche se avevo iniziato i primi capitoli, ma poi per mancanza di tempo non sono riuscita ad andare avanti. 
Spero che questa piccola storia vi piaccia. 
A presto, 

Sion 
 

 
   
 
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