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Autore: benedetta_02    25/09/2020    0 recensioni
"Al mondo esistono 8 miliardi di persone, ma talvolta siamo presi così tanto da noi stessi, che noi ragazzi non siamo capaci di renderci conto di chi soffre, ride, ama e piange intorno a noi."
I problemi, gli amori, le amicizie, la vergogna, i dubbi degli adolescenti raccontate da diversi punti di vista e da diverse angolazioni.
NUOVO CAPITOLO OGNI VENERDI'.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Geolier- Moncler
Un’altra giornata esattamente identica alle altre. Vestiamo e prepariamo Mattia per la scuola, aiuto Emma a scegliere cosa mettere la mattina e le preparo la borsa, nel frattempo aiuto Andrea, che finalmente ha deciso di darmi un mano al mattino, a fare le faccende più grandi come la spesa, pagare le bollette e quant’altro.
Mamma ha perso il lavoro al ristorante e adesso ha più tempo per stare con noi, ma non riesce a vivere tranquillamente come prima, cerca continuamente un lavoro e Andre, fa altrettanto.
Mi guardo in uno specchio prima di uscire di casa e onestamente sono soddisfatta della persona che sono diventata. Sono diventata responsabile e più matura, anche questa è una vittoria personale, o almeno penso. Mi rendo conto che alla mia età può essere difficile accettarsi e anche per me non è stata una passeggiata, ma credo siano fasi scorrevoli che arrivano anche prima che tu te ne possa accorgere. Quando capisci di stare quasi bene con te stessa, vuol dire che si è cresciuti, e non ci si guarda più solo con criticismo. Ho detto addio al passato e sono felice così.
Io e mia sorella saliamo velocemente sull’autobus, linea 75. Ricordo la prima volta che la presi, ero già classificata tra le ragazze della Roma fallita. Mi ricordo che una ragazza mi sfotteva con le amiche perché mio padre aveva fatto quel casino in azienda, raccontando ovviamente bugie su bugie sul mio conto ed Emma, che non riusciva a reggere il tracollo economico della nostra famiglia e successivamente la latitanza di mio padre, la prese dai capelli e le sbatté la testa contro il finestrino dell’autobus ed io, Aurora, una croata squilibrata e un ragazzo mezzo addormentato cercammo di staccarle. Ero spaventata ma allo stesso tempo, ero fiera di mia sorella.
“A che pensi?” Mi dice mia sorella toccandomi una gamba.
MI giro verso di lei e la sorrido. “A quando hai mezzo ucciso una tipa sull’autobus.”
Si mise a ridere e io dietro di lei. Poi la abbraccio. Con Emma è così, sebbene siamo diverse sotto molti punti di vista, siamo comunque sorelle, sarà sempre un pezzo di me ed io un pezzo di lei. Rimarrà sempre e comunque la mia sorellina minore e il mio dovere è farla stare bene e difenderla dalle ingiustizie del mondo.
“Ma con Tommaso?” Tira fuori quell’argomento come se stesse parlando della colazione.
“Niente Emma, cosa vuoi sapere?”
“Avete chiarito?”
“Non mi va.”
“Non lo ami più?”
La guardo e le faccio cenno di no con il capo. E lei mi abbraccia, come se quella che ci stesse male per questa storia fossi io. A me dispiace un sacco di Tommaso, ma non posso farlo soffrire e non devo soffrire nemmeno io.
Scendiamo dall’autobus come due gazzelle e io vado direttamente dalle mie amiche che erano sedute al muretto fuori dai cancelli di scuola.
“Buongiorno.” Arrivo con una felicità inattesa. Abbraccio forte Aurora, do un bacio sulla guancia a Giulia e altri due ad Alice, che era stranamente triste.
“Ti abbiamo preso il caffè ‘All’angolo’. “ Mi dice Aurora dandomi un bicchierino di plastica. Lo afferro come se mi avesse dato l’elisir dell’eterna giovinezza. Lo bevo tutto ad un sorso, rigorosamente amaro. E poi mi accendo una sigaretta. Giulia mi imita.
“Ma che c’ha quella?” Dico a Giulia riferendomi ad Alice.
“Fattelo dire da lei.” Mi dice Giulia ridendo.
“Alice.” Mi avvicino a lei e le tocco i capelli. Lei alza lo sguardo. Stava piangendo. “Che hai? Che è successo?” Mi guardo intorno cercando la collaborazione delle mie amiche che però ridevano sotto i baffi.
“Carla non puoi capire.” E mi abbraccia, quasi facendomi cadere la sigaretta.
“Eh ma se tu non spieghi.”
“Lorenzo si è fidanzato.”
Mi allontano dalla sua presa, guardo lei. Poi guardo Aurora e poi guardo Giulia. Poi poso di nuovo lo sguardo su Alice.
“Tesoro. Chi è Lorenzo?” Le dico, provocando le risate, che non vedevano l’ora di uscire, delle mie amiche.
“Ma come chi è Lorenzo?” Dice Giulia con fare sorpreso ed ironico.
“Dai Cà, è il ragazzo più bello della Via Lattea.” Continua Aurora imitando la voce di Alice.
Alice scende dal muretto e fa per andarsene, perché infastidita da noi, ma faccio in tempo ad afferrarla dal cardigan color cammello che indossava quella mattina e la abbraccio forte. Spiegandole, ridendo, che la stavamo solo prendendo in giro. E anche Giulia ed Aurora fanno lo stesso, così da farla tranquillizzare. E si risiede sul muretto.
“Dai raccontami come hai fatto a saperlo e chi è questa donna impura che dobbiamo distruggere.” Dico ad Alice continuando a ridere.
“Ancora una volta è colpa vostra. Lei è Anna Lati, una delle più fighe della scuola. E sapete come l’ha conosciuta?”
“Perché è amica di Beatrice.” Mi dice Aurora.
“Esattamente. Ma ti rendi conto? È una tragedia.”
“Ma scusate.” Dico io che stavo iniziando a capirci poco. “Non vedo il nesso tra Beatrice, Anna e Lorenzo.”
“Ma come no?” Mi dice Alice. “Lorenzo e Leonardo sono come il gatto e la volpe, esattamente come lo sono Beatrice ed Anna.”
“Sarebbe comico se Alessandro, l’altro loro amico, e Martina, l’altra loro amica, si mettessero insieme.” Dice Aurora divertita.
“Ma perché dovrebbero?” Esclama Giulia tutto ad un tratto.
“Sto ipotizzando.” Le risponde Aurora.
Milky Chance-Stolen Dance
Nel frattempo, suona la campanella e noi ci incamminiamo verso il cancello colmo di ragazzi di tutto il Liceo Classico “G.Leopardi”. Mi piaceva la mia scuola, sebbene fosse abbastanza popolare a Roma, la sentivo comunque tranquilla. Entriamo in classe e ci posizioniamo ai nostri banchi. Fila sinistra lato finestra. Io ed Aurora banco centrale, Giulia ed Alice ultimo banco. La nostra posizione era ovviamente tattica: Aurora genio della scienza, un asso nella manica durante le verifiche di fisica e matematica; Giulia la dea della traduzione, le versioni di latino e greco non erano più un problema; Alice il top in inglese, non avevamo più di che preoccuparci; e poi c’ero io, memoria di ferro e ottimi spunti di riflessione durante i compiti in classe di italiano.
Iniziamo, prima ora lezione di latino. Seconda ora, lezione di storia, Terza ora, chimica. Ricreazione, barretta al cioccolato gentilmente offerta dalla macchinetta, caffè e sigaretta nel sottoscala.
“Ciao.” Leonardo Spata mi si avvicina con la sua gang. Il magico Lorenzo Belli, effettivamente bello. E Alessandro Corsi, anche lui molto carino. E loro dovrebbero essere i miei rappresentanti? Mentre mi saluta e si avvicina, vedo Aurora che li sorride in maniera educata, Giulia che li guarda stranita e Alice che era diventata tutta rossa e aveva gli occhi sbarrati.
“Ciao.”
“Come stai?” Continuava a fissarmi con un blocchetto di fogli in mano.
“Bene. Ti serve l’accendino?”
“No, oggi ce l’ho.”
Gli guardo i piedi istintivamente. “Ah hai tolto le Birkenstock.”
“Ti dispiace?”
“No in realtà mi facevano cacare.” Vedo gli amici ridere sotto i baffi e sento le mie amiche dietro di me ridere di gusto, ma non percepisco la risata di Alice. Anche lui sorrideva. “Anzi, sai cosa?”
“Cosa?”
“Mi domandavo: ma se le mette perché gli piacciono o è una penitenza?”
“Simpatica.”
“Grazie.”
“Devo chiederti un favore.”
“No.”
“Ma non sai nemmeno cosa devo dirti.”
“Sarà sicuramente una stronzata e non mi va, perché io sono stra impegnata e non c’ho voglia di stare dietro a te.”
“Ma prima fammi parlare.”
Getto la sigaretta e mi piazzo davanti a lui.
“Senti. Io non lo so a che tipo di ragazze tu sia abituato. Ma ti posso assicurare che a me non me ne frega niente, ma di niente. Non me ne frega niente chi sia Leonardo Spata e non me ne frega niente chi sono i tuoi amici, la tua famiglia, la tua ragazza.”
“Io non ho la ragazza.”
“L’opinione pubblica dice il contrario, rivediti il pubblico Spata. E ricordati che Carla Gargano non sta alla tua mercé. ”
E me ne vado, seguita dalle mie amiche. Non mi sono mai sentita più forte e cazzuta prima di quel momento. Rientriamo in classe. Ci aspettavano due ore intensissime di filosofia , con una vecchia strabica che avrebbe spiegato Kant per due ore intere. Voglio spararmi insomma. L’unica nota positiva è che avrei preso le mie cuffiette ed avrei ascoltato musica fin quando Aurora non mi avrebbe toccata per farmi capire che dovevamo andare via. Parte “Stereo Hearts” di Adam Levine. Poggio la testa sul banco e aspetto la fine delle due ore. Questa canzone mi rilassava un sacco, mi faceva tenere la mente offline per un momento, ma in generale tutta la musica. Io e le mie amiche saremmo dovute andare al concerto di Gazzelle prima di Natale, ma ancora non avevamo prenotato nulla.
Improvvisamente mi arriva una notifica. Stacco la musica e chiamo sottovoce Aurora per farle vedere. Giuseppe Spata mi aveva inviato la richiesta di amicizia su Instagram.
“Tu devi raccontarmi.” Mi dice Aurora sottovoce. “Vai su Whatsapp.”
Aurora a Carla: Che cosa è successo?
Carla a Aurora: Ma tra chi?
Aurora a Carla: Tra te e Spata.
Carla a Aurora: Ma niente, sei pazza. Semplicemente ieri è uscito fuori sulle scale d’emergenza quando c’ero anche io e non abbiamo nemmeno chiacchierato, ci siamo soltanto presentati. Non so che film si sia fatto, ma l’ho stroncato in partenza.
Aurora a Carla:Bah, potevi dirlo ad Alice che lo conoscevi, ora sicuramente è incazzata.
Mi giro per guardare Alice ed effettivamente non stava ascoltando la lezione, guardava soltanto fuori dalla finestra, alla ricerca di qualcosa di più interessante da fare. Le tocco una mano, ma lei infastidita mi da uno sguardo di ghiaccio e torna a guardare il nulla.
Aurora a Carla: Visto?
Carla a Aurora : Ma io non lo so. Nemmeno lo calcolo, poi le voglio bene ma non penso che Lorenzo la abbia notata.
Aurora a Carla: Si ma ci sta che reagisca così.
Carla a AuroraVabbe si, ma...
Mi arriva una notifica, Leonardo Spata vuole inviarti un messaggio. Così inizio a seguirlo anche io e apro il direct che mi ha inviato, mi ha risposto ad una storia. Era una mia foto di stamattina con Aurora mentre beviamo il caffè.
Leonardo a Carla: Se fossi più gentile potremmo berlo anche noi un caffè così:)
Ma questo è pazzo. Evito di dirlo subito ad Aurora, vorrei che la situazione venga gestita tranquillamente, senza troppi scandali. Decido di rispondergli. Ma non per dargli adito o fargli credere che possa provarci con me come fa con tutte le altre. Semplicemente perchè si vede che come lo ho trattato a ricreazione non gli è bastato.
Carla a Leonardo: Nemmeno fra un milione di anni.
Leonardo a Carla: Sei ingiusta.
Carla a Leonardo: E tu sei pesante.
Leonardo a Carla: Forse un pochino ahaha
Carla a Leonardo: Ma cosa ti ridi?
Leonardo a Carla: Mi aiuti?
Carla a Leonardo: No.
Leonardo a Carla: Sicura?
Leonardo a Carla: Oi?
Leonardo a Carla: Va bene, l’hai voluto tu.
Mahmood-Barrio
‘Va bene, l’hai voluto tu.’ Ma chi si crede di essere? Anzi per quanto mi riguarda, vale meno di zero. Ma cosa deve fare? Non parla, provoca e basta. Io non ho pregiudizi cattivi su di lui però non posso sopportarlo se fa così. Improvvisamente bussano alla porta, la prof smette di parlare e un coro urla ‘avanti’.è lui. Non ci credo.
“Buongiorno prof, posso dire una cosa alla classe?” Leonardo con un sorriso da bravo ragazzo, si poggia alla porta e quando la prof gli fanno cenno di sì con la testa, entra definitivamente in classe seguito dai suoi amici. “Grazie. Allora regà, visto che è appena il secondo giorno di scuola, stiamo organizzando la festa più figa del mondo. L’ultima prima festa del Leopardi. Come da tradizione, organizziamo la festa al Byte, e anche quest’anno il locale ha dato la sua disponibilità, ma visto che il comitato studentesco si è sciolto, ne abbiamo formato uno nuovo e tra queste persone c’è anche la vostra compagna Carla.”
Volevo sprofondare. Lo guardavo impietrita. Mentre le mie amiche mi fissavano incredule che non gli avessi detto nulla. Lui fa partire l’applauso e i suoi amici lo seguono a ruota e così anche il resto della mia classe. Ma come è potuto succedere?
“Quindi Carla vi dirà tutto prima ancora che venga pubblicato sulla pagina instagram della scuola. State tranquilli che la festa sarà un successo come tutti gli anni e ovviamente se Carla riuscirà a vendere tot biglietti, qualcuno di voi potrebbe entrare gratis.”
I miei compagni iniziano a bisbigliare tra di loro e a ridere felici ed emozionati della festa di merda a cui mi avevano costretta a partecipare.
“Prof posso uscire un attimo?” Dico io ormai imbarazzata e frustrata da quella scena patetica. La prof per fortuna acconsente, e mentre lo scanso brutalmente, esco fuori dalla porta e vado sulle scale di emergenza. Ovviamente Spata mi segue.
“Ti è piaciuta la sorpresa?” Lo sento arrivare alle mie spalle e la sua voce non lo tradisce.
“Tu sei pazzo.”
“Un po’.”
“Ma cosa ti dice il cervello? Come puoi mettermi in mezzo a cose che non voglio fare?”
“Ok, ritirati.”
“Si ma va a cacare. Lo sai meglio di me che se non partecipo a queste attività una volta iscritta perdo il credito.”
“Appunto, hai le mani legate.”
“Sei uno stronzo e sei pazzo.”
“Devi aiutarmi per forza ad allestire tutto. Facciamo venerdì alle 9?”
“Scordatelo che ci vediamo di venerdì sera per organizzare una festa di merda alla quale nemmeno verrò.”
“Esci con me Carla.”
“Come?”
“Usciamo insieme, ti prego.”
Tutto questo bordello per chiedermi di uscire? Ma questo è davvero pazzo.
“Perché dovrei?”
“Perché te lo sto chiedendo io.”
“Spata.”
“Sì?”
“Ma vaffanculo.”
Apro la porta della scala di emergenza e torno dalle mie compagne ormai più allibite di me da quello che era appena successo. 

 
   
 
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