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Autore: Sia_    26/09/2020    11 recensioni
La storia nasce dall'iniziativa "Scrivimi" del gruppo "Caffé e calderotti" di Rosmary (❤)
“Ho la sensazione che un giorno finirai per farti crescere un paio d’ali.” Charlie soppesa le parole con indecisione, le labbra tremano e sono ancora arrossate dal loro ultimo bacio.
Ninfadora sorride e illumina l’intero autunno, “Per farci cosa?”
“Volare via.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Nimphadora Tonks | Coppie: Charlie/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Cromatiche atmosfere'
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La storia nasce grazie all'iniziativa "Scrivimi" del gruppo "Caffè e Calderotti", ideato da Rosmary (❤).
Il pacchetto che ho sviluppato l'ha proposto Lisbeth Salander (
❤): 

Prompt (obbligatorio): Quando ci lasciavamo non ci pareva di salutarci ma di andare ad attenderci altrove. (C. Pavese)
Coppia: Charlie/Tonks (per colpa di  Maqry ormai ho il pallino ma sentiti liberissima❤️)
Genere: Introspettivo


Io qui, tu là



“Ho la sensazione che un giorno finirai per farti crescere un paio d’ali.” Charlie soppesa le parole con indecisione, le labbra tremano e sono ancora arrossate dal loro ultimo bacio. 

Ninfadora sorride e illumina l’intero autunno, “Per farci cosa?” 

Volare via.” 

 

A volte il mondo sembra essere ovattato, è come se ci fosse un velo a separarlo dalla realtà: trasparente, quasi impercettibile, è per lui una barriera invalicabile; sono pochi gli attimi in cui è in grado di romperla: si sente vivo quando ad accompagnarlo è l’odore di manico di scopa e dagli spalti ascolta l’eco del proprio nome, si sente vivo quando nella Foresta Proibita percepisce per un secondo il rumore di un ramo rotto a metà e pensa finalmente di poter vedere un drago, si sente vivo quando riceve la posta da casa e con una scrittura divertente i gemelli gli dicono che la Tana senza di lui è vuota. 

Si sente un po’ più vivo quando alza gli occhi e ci vede mille colori, mille facce, mille volti. Si sente un po’ più vivo quando dietro a quei mille colori, facce e volti sa che può trovare sempre la solita anima: sta parlando con Ninfadora, anche se magari d’aspetto Ninfadora proprio non è – spacca il velo con i suoi capelli rosa cicca e i suoi occhi profondi come il buio del bosco, per quanto molte volte i capelli siano di forme inaspettate e gli occhi nascosti dietro una lunghissima frangia. 

Charlie si chiede ancora come Ninfadora sia in grado di calpestare una foglia e nell’esatto momento rovesciargli la vita, ma ha smesso di domandarsi come, mentre la sente ridere, sia sempre in grado di riconoscerla nei travestimenti dietro cui si nasconde. A suo modo, spacca il velo che la giovane strega si è cucita addosso: la riconosce sempre, così che il gioco per camuffarsi diventa più difficile, così che quando si trovano davvero, c’è una consapevolezza in più. 

 

“Non lo farò.” Ninfadora muove il capo e si porta dietro il caschetto di capelli rosa, “In effetti, ci sono più probabilità che a spiccare il volo sia tu.”

Charlie lascia che quell’attimo si riempia di un silenzio pesante.

“E se accadesse? Se me ne andassi?”

 “Parli come se fosse un addio.”

“Non lo è?” chiede, la domanda si perde ed entra nei mattoni e forse a rispondere sarà qualcun altro, tra una ventina d’anni.

 

A volte il mondo sembra essere troppo semplice, ma nascondersi dietro mille facce non è vivere. 

Vivere per Ninfadora è correre per il castello in piena notte con la paura di essere trovata e farlo con i capelli rosa cicca che brillano sotto la luce della luna, vivere per Ninfadora è cercare di portare un sorriso nello sguardo di chi la guarda e cerca serenità, mentre lei tinge il volto con il muso di un animale.

Vivere davvero per Ninfadora è essere riconosciuta, in qualsiasi circostanza, da Charlie: gli basta un secondo per capire che dietro ad un nuovo taglio di capelli, dietro a un paio di centimetri in più, c’è sempre Tonks. E può essere brava quanto vuole, ma non è mai in grado di fregarlo – non è mai in grado di dirgli che quella volta non l’ha trovata, perché lui la trova sempre

Charlie la vede alla perfezione, penetra dietro il velo e rompe l’incantesimo per trasformarlo in magia: viene a dirle che è carina in qualsiasi forma, ma che quando è al naturale e spicca per il suo colore intenso di capelli è di una bellezza straordinaria e per un attimo le sembra di essere più importante dei draghi. Viene a dirle che la sua diversità è un mondo da scoprire e allora non importa se un velo li separa dalla realtà e non sempre è tranciato via, perché non è la loro realtà – non lo sarà mai.

 

“Non lo è.”

“Se decidessi di andare in Romania… ” Charlie prova a parlare, incastra le mani davanti al petto e stringe le nocche fino a farle diventare bianche.

“Non sarebbe un addio.” Ninfadora si appoggia al suo braccio, dato che alla spalla non ci arriva proprio, “È un aspettarci, io qui e tu là.”

“Un aspettarci?”

Io qui, tu là.” conferma in un sussurro, nascondendo il volto nella divisa di Charlie.

 

Charlie e Ninfadora, crede Bill, come crede Molly, come hanno finito per credere anche i gemelli e il resto del mondo magico, sono fatti di attese e rotture, di spazi larghi quanto la distanza tra l’Inghilterra e la Romania. Ogni volta che si lasciano, vanno ad attendersi: lui là, lei qui. Vanno ad attendere il prossimo ritorno, così come la prossima partenza e il ritorno dopo ancora. Vanno a credere che in quegli spazi e nei mille silenzi che si lasciano dietro, rimanga il semplice atto di riconoscersi, di trovarsi – di amarsi

 

[“Ho la sensazione che un giorno finirai per farti crescere un paio d’ali.” Charlie soppesa le parole con indecisione, le labbra tremano e sono ancora arrossate dal loro ultimo bacio. 

Ninfadora sorride e illumina l’intero autunno, “Per farci cosa?” 

“Volare via.” 

Non lo farò.”]

 

Alcune volte il mondo sembra essere ovattato, altre volte sembra essere semplice. 

E poi ci sono le volte in cui il mondo si ferma e il tempo, che magari è sempre sembrato così lento, si cristallizza del tutto e non va, non ne vuole sapere di andare avanti. Non c’è modo, a detta di Charlie, di vivere a quel punto: nemmeno il fumo che esce dalle narici di un drago, o le squame che brillano sotto la luna, o il fuoco che brucia e illumina una grotta nella notte riescono a rompere il velo. Non c’è più nulla in grado di rompere il velo: nessun volto, nessun colore, nessuna promessa, nessun attendersi – chi deve aspettare, non aspetta più. Il qui finisce per perdere ogni significato e squarcia anche la poca forza che era rimasta al là, un là che adesso non è un là per nessuno: si è rotto il punto di partenza. 

Charlie e Ninfadora erano fatti di attese e rotture e gli spazi che li separano ora sono larghi quanto la distanza tra i vivi e i morti: è un altrove che è impossibile da raggiungere – è davvero volata via.

 



Questa storia partecipa agli Oscar della Penna 2022 indetti sul Forum Ferisce più la penna.
Angolo autrice: 
Ho promesso a me stessa che avrei scritto questa storia da qualche giorno, anche se non avevo in programma di tornare alle Charlie e Tonks così presto, ma come si fa a dire no? Sono super carini, leggerei di loro a colazione, pranzo e cena. Non so bene in ogni caso se quello che c'è qua sopra ha un senso: ho la sensazione che sia il solito blaterare senza arrivare da nessuna parte. Ho la sensazione di averli rovinati, come di aver rovinato la frase che mi è stata data: perdonatemi estimatrici di questa ship, ho tutte le migliori intenzioni! 
La smetto, va bene: vi ringrazio per la lettura, spero che la storia vi sia piaciuta. 
Sia 

 
   
 
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