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Autore: royal_donkey    26/09/2020    3 recensioni
Il cuore di entrambi si ruppe nel momento in cui realizzarono che non potevano più salvarsi. Si erano feriti, si erano buttati in quella situazione senza pensarci – senza volerlo sul serio.
Cadde a terra; le gambe non reggevano tutto quel peso.
Si odiava.
“Io… io non sono così, Ginevra. Non sono un mostro, non lo voglio essere.”
“Non pensarci nemmeno! Non sei un mostro Artù.”
Il ragazzo si alzò furioso, con se stesso, con il destino, con il cuore.
Le sue labbra tremavano, era più fragile di quanto lasciasse credere.
Era un vaso rotto e incollato in modo superficiale – bastava un tocco per distruggerlo definitivamente.
Le sue mani finirono tra i capelli biondi, tirandoli dietro con violenza.
Si odiava.
“Ti sto spezzando il cuore cazzo!”
“Guarirò. Forse è destino, forse deve andare così. Forse è per capirci meglio, per conoscerci meglio.”
“Io ti amo! Non mi serve di capire – ti amo e non voglio che cambi qualcosa!”
Ginevra sentì una morsa allo stomaco, i polmoni non riuscivano ad immagazzinare aria correttamente.
Cercava di autoconvincersi che sì, sarebbe andata avanti.
Tutto si sarebbe sistemato.
E poi vedeva Artù, distrutto, e comprese che lei non era stata la sua salvezza.
Si odiava anche lei.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gwen, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Capitolo 4
“Jogging con i jeans”


 
Ah sì?” domandò Lancillotto, guardando dritto negli occhi di Artù – suo grande amico ma al contempo suo grande rivale in amore.
Sentiva il cuore battere all’impazzata, cosa avrebbe dovuto fare?
Confessare i suoi sentimenti sarebbe stata la cosa più giusta, ma cosa ci avrebbe guadagnato?
Il comportamento dei suoi amici sarebbe cambiato, avrebbe confuso Ginevra – e poverina, non se lo meritava affatto – e avrebbe ricevuto vari sguardi a cui preferiva non pensare.

Ma soprattutto, Artù come l’avrebbe presa?
Lo avrebbe odiato?
Evitato?
Ignorato?
Lo avrebbe picchiato?
Per Ginevra il ragazzo aveva iniziato risse e inimicizie, Lancillotto non voleva certamente essere il prossimo.

“È palese amico!”

Oh merda.

“Sei innamorato di…”
“E dillo cretino!”
“Ti vuoi stare zitta deficiente?”
Morgana alzò gli occhi al cielo e Galvano si avvicinò per poterla stuzzicare, come suo solito.
“Sefa.”

Quando disse il suo nome, il ragazzo sospirò sentendosi molto più leggero.
Anche se non sapeva di chi diamine stesse parlando Artù.

 
***
 
“Allora Merl, vieni da me stasera? Partitina di calcetto –”
“– Sai che non gioco a calcetto, genio”
“Finalmente qualcuno che comprende la mia intelligenza!”

Merlino spintonò Artù mentre attraversavano il grande prato curato della loro scuola, ridacchiando per quanto imbecille fosse.
Non era una casualità che lo avesse salvato come imbecille sul telefono.

“Comunque stasera non posso, devo uscire con Will” dichiarò, rovinando i piani dell’amico.
“Ah… e, e dove andate?”
“In un pub al centro, aveva voglia di birra e di patatine”
“E di fig –”
“– Artù!”

Il corvino diede uno schiaffo sul braccio all’amico ridendo.
Con lui stava bene, si sentiva leggero e sapeva che, a qualsiasi ora della giornata – presto o tardi che fosse, Artù ci sarebbe sempre stato.
Tra lui e Will il rapporto era diverso: uscivano, stavano uno in compagnia dell’altro molto volentieri, si dicevano tante cose… ma non era Artù e questo lo sapevano bene tutti e tre.

Non c’era altra persona che potesse sostituire o l’uno o l’altro.
Erano, come li descriveva Hunith, due facce della stessa medaglia.
Lo sapevano tutti.
E chiunque si provasse a mettere in mezzo avrebbe appreso in fretta che dividerli era impossibile.

Sì, magari non vivevano attaccati l’uno all’altro; ma avrebbero dato la vita per salvare la metà che li rendeva un intero.

“Va be’, ti posso prenotare per domani, allora?”
“Aspetta che controllo l’agenda” scherzò e fece finta di dare un'occhiata al calendario sul cellulare, prima di riprendere a parlare.
“Certo che puoi, testa di fagiolo”
“Grazie, idiota – a domani”
“A domani” sorrise Merlino, andando verso casa sua.

 
***

Artù quella sera restò da solo: in programma non c’era nessuna partita di calcetto e, comunque, i suoi amici gli avevano dato buca.
Merlino era con Will; Lancillotto e Parsifal stavano studiando – lo avevano anche invitato, ma quando mai Artù Pendragon avrebbe aperto libro seriamente? – mentre Leon era andato all’open – day di un college; Galvano aveva detto che stasera c’erano ospiti da lui e Morgana era uscita per fare jogging – con i jeans, ma dettagli; suo padre Uther era ad una cena di lavoro mentre sua sorella maggiore Morgause era a casa di Cenred a darsi alla pazza gioia e lui era lì, solo, a guardare il giardino della sua casa.

Il primo pensiero, per un ragazzo della sua età, sarebbe stato svagarsi: da solo o con qualcuno.

Il suo, infatti, fu proprio quello.

Così chiamò Ginevra, perché voleva vederla, voleva toccarla, voleva amarla.
Voleva finalmente farla sua.
E lei, nonostante il suo carattere timido – la ragazza era anche abbastanza intraprendente, ma la timidezza aveva spesso la meglio, aveva intuito la natura dell’invito di Artù e non si fece indietro.
D’altro canto, quando si riceve un messaggio che recita casa è libera il significato è uno solo.

Ecco quindi il motivo per il quale Artù girava per casa, felice ma comunque un fascio di nervi, cantando, saltando e mettendo a posto.
Stava per fare – finalmente, aggiunse con la sua vocina interiore – sesso per la prima volta.

Si chiese come fosse possibile che la sorella Morgana si fosse sverginata prima di lui, però poi si ricordò che lei era molto più aperta nei confronti di tutto.
Le relazioni non erano il suo forte, non a caso ci aveva messo molto prima di ammettere i suoi sentimenti per l’attuale fidanzata.

Per Ginevra la situazione era abbastanza simile, stava per fare l’amore con il suo ragazzo, stava per donarsi completamente alla persona che amava con tutta se stessa e quella sera glielo avrebbe finalmente mostrato – e probabilmente si sarebbe levata dalla testa tutta la storia del tradimento.

Una volta davanti casa Pendragon, la ragazza suonò il campanello tremante.
Era seriamente pronta per quel grande passo?

 
***
 
“Con Freya è sempre uguale la storia?” domandò l’amico addentando una patatina fritta.
L’argomento sarebbe stato meglio evitarlo, ma chiunque parlasse con Merlino trovava sempre il modo per tirarlo fuori. E Merlino odiava questa cosa.

La faccenda era tra lui e Freya, più o meno.
La potevano lasciare così?
Tanto non sarebbe successo nulla come al solito, quindi non c’era neanche il bisogno di preoccuparsi.
Avrebbe superato pure quella.

“Che vuoi che succeda?” ribatté quindi, mordendo anche lui una patatina.
Merlino amava le patitine e anche Will. Era questione di momenti prima che i due potessero diventare amici.
Anche perché, chi non amava le patatine fritte?

“Be’, potrebbe succedere di tutto se solo tu ti decidessi a parlarle! Non è tanto difficile!”
“Per te non lo sarà, per me sì. Io la vedo e mi blocco, il cervello va a farsi una passeggiatina in una testa che non è la mia e non connetto. La guardo e…”
“E?” lo interruppe Will, cercando nello sguardo del corvino una risposta – una risposta che non sapeva neanche Merlino, quindi era alquanto inutile.
“E non lo so. Mi leva il fiato. Capisci? È come quando guardi una persona e pensi diamine come è bella – ti è mai capitato?”

Merlino attese con ansia la risposta dell’amico seduto di fronte, che lo guardava intensamente senza esprimere nulla – come faceva?

“No.” disse fermo prima di mangiarsi un’altra chips.
“Sempre molto d’aiuto tu.”

 
***

“Tuo fratello ci è cascato di nuovo?”
“A quanto pare jogging si fa con i jeans” ridacchiò Morgana, entrando nella casa – la conosceva come se ci vivesse, tante erano le volte che ci andava.
Galvano rise in risposta e si incamminarono verso la sua camera da letto, situata al piano superiore.

Una volta raggiunta la stanza i due si legarono in un abbraccio passionale, baciandosi come non ci fosse un domani e accarezzandosi come se non conoscessero i loro corpi.
La ragazza gemette quando, dopo averla intrappolata tra lui e il muro, il bacino del moro si scontrò con il suo.

Era una droga.

La bocca di Galvano scese veloce sul collo di Morgana, la quale non riusciva più a trattenersi.
Senza pensarci due volte riprese a baciarlo con foga, prima di levargli la maglietta e lanciarla sul pavimento.

Era una calamita.

Sussurrò il suo nome mentre veniva stesa sul letto.
Il ragazzo sorrise.
Amava come pronunciava il suo nome.
Ne andava pazzo.

Più in fretta del solito, i vestiti finirono tutti a terra e i due si coprirono solo con le lenzuola.
Galvano prese il preservativo e lo infilò prima di entrare in quello che chiamava paradiso.
Un paradiso, stranamente, riservato solo a lui.

 
***
 
“Be’, io vado Lance” sorrise Parsifal, dando una stretta di mano all’amico e dirigendosi verso casa sua. Avevano appena studiato tutte le pagine che Gatekeeper gli aveva assegnato e, esausti, decisero di comune e d’accordo di riposarsi.

Parsifal aveva quindi lasciato la casa e si era messo in cammino accompagnato dai suoi pensieri, troppi per un ragazzo così debole come lui.

Chiunque lo scambiava per un tipo forte, emotivamente e fisicamente, ma non era poi così vero: sulla sua forza fisica non vi erano dubbi, ma quando si parlava di emozioni?
Diventava un bambino e i bambini, si sa, ciò che provano lo provano al cento per cento.
Probabilmente Parsifal era condannato ad essere un bambino in eterno, magari non sarebbe maturato – non molto presto, quantomeno.

Di sicuro la sua penitenza, per non si sa quale peccato commesso, era quella di innamorarsi di persone da lui irraggiungibili.

Camminò finché non aveva raggiunto la chiesa ed entrò all’interno, facendo il segno della croce appena varcata la soglia.
Scelse la solita panca, quella nascosta, forse anche allo sguardo del prete stesso, e prese posto.
Chiuse gli occhi e incominciò a pregare, scongiurando di venire salvato da questo brutto destino che Dio aveva scelto per lui: non chiedeva di diventare etero, non gli sarebbe cambiato molto, voleva solo essere ricambiato e sapere cosa si provava ad essere amato a sua volta.
Nonostante il suo desiderio non riguardante la sua preferenza sessuale, non voleva essere escluso, né a scuola né in comunità, per chi gli piaceva. I suoi genitori, per quanto fossero cristiani praticanti, avevano una mente aperta e amavano gli umani senza distinzioni; lui, come loro, non aveva pregiudizi e aiutava quando era possibile.
Commetteva peccati anche lui ma si pentiva e confessava.
Andava a messa.
Perdonava, e forse anche fin troppo facilmente.

Delle lacrime cominciarono a rigargli le guance mentre pregava in silenzio nella chiesa deserta.

Si sentiva perso, si sentiva come la pecora smarrita; confidava in Dio, sapeva che lo avrebbe soccorso prima o poi, ma lui ne aveva bisogno in quel momento.

***
 
“Riuscirai mai a trovare il coraggio?”
“Lo sto cercando, sai? Il problema è che adesso o sono tutte troppo esigenti o sono incomprensibili, forse anche perché non sanno darsi una risposta. Una normale no, eh?”

Will sospirò, facendo appello a tutta la santa pazienza che gli era rimasta da quando aveva conosciuto Merlino e aveva dovuto fare i conti con la sua indole nell’essere troppo drammatico o nel generalizzare troppo spesso. Soprattutto lui, che aveva espresso apertamente e platealmente il suo fastidio nei confronti delle persone fatte così. Li avrebbe impiccati uno ad uno se avesse potuto.
Will non era affatto un tipo violento – altrimenti non sarebbe rientrato nella cerchia di amici di Merlino – però nutriva un odio che andava oltre l’immaginabile nei confronti di chi doveva esagerare ogni cosa e fare di tutta l’erba un fascio.
Spesso si chiedeva per quale assurdo motivo continuasse ad uscire con Merlino, poi però ricordava le innumerevoli qualità dell’amico e la risposta era chiara: Merlino era un ragazzo d’oro.

“Il giorno in cui ne incontrerai una neanche te ne accorgerai, scommetti? O magari non ti piacciono neanche tanto le ragazze, non credi?” l’altro girò il capo verso di lui con lo sguardo di chi aveva scoperto che la loro intera vita si era basata su una bugia colossale.
“E magari ne ho anche incontrate a decine” osservò, ricevendo un verso da parte di Will che segnalava l’ovvietà della sua affermazione, mentre Merlino cercava di ricomporsi perché evitare l’ipotesi di Will gli faceva comodo.
Poi però analizzò la situazione e perse un battito.
“Non è che ci stai provando con me, Will? Perché saresti veramente l’ultima spia –”
“– Merlino, continuano a piacermi le donne. Non mi pare che tu sia diventato una di loro”
“Potrei! Magari riuscirei a parlarle!” esclamò illuminato da un’idea assurda che fece sbattere il palmo del migliore amico contro la propria fronte, chiedendosi se ci fosse o ci facesse. Merlino sparava tante cavolate al giorno, ma questa era una delle peggiori che avesse mai sentito.

“Merlino, no; ti prego. Saresti orrenda come donna”
“Vuoi scommettere?”
“Ma anche no!”

Will si lasciò scappare un’espressione inorridita al pensiero di un Merlino malamente truccato e con vestiti viola e rosa pieni di strass, per non parlare dei tacchi!
No, decisamente no. Merlino era meglio così come era nato, assolutamente.
Il volto corrucciato si rilassò al suono della risata dell’altro e il pensiero che attraversò la sua mente fu solo uno: Merlino era dannatamente prezioso e meritava solo il meglio del meglio.


Hello!
Almeno questa l'aggiorno in tempo :)
Eccoci qui e, finalmente, scopriamo un po' più della vita di Parsifal!
So che non è l'idea tipica che potrebbe venire, spesso il nostro grande orso coccoloso viene descritto in modi diversi, però spero che proprio per questo cambiare un po' vi piacerà - lo spero davvero con tutta me stessa (anche perché penso che in tutta la storia Parsifal è una mia raffigurazione lol)
Comunque!
Torniamo a noi!
Qualcuno - non vale cercare su internet eheh - si ricorda chi è Sefa? Ho cercato di mettere più personaggi possibili della serie, anche se solo nominati o nettamente secondari (se non terziari XD).
Scopriamo anche di chi è la quarta Porche nella casa, eh sì, Morgause è la sorella maggiore di Artù e Morgana, ma tranquilli, non avrà molto spazio XD
Ah, chiariamo, Morgause e Cenred stanno insieme (anche perché dubito nella serie non ci fosse stato un minimo di flirt tra quei due), quindi la pazza gioia lascio immaginarla a voi! XD *la sto usando troppo ugh*
E FINALMENTE UNA MODERN AU DOVE WILL NON È IL FIDANZATO DI MERLINO E NON LO DIVENTERÀ MAI, OLTRE AD AVERE UNA BELLA AMICIZIA (ovviamente, senza nulla togliere alle ff con queste caratteristiche).
E niente, non so più che scrivere :)
Ringrazio elfin emrys therealbloodymary01 Felpie per aver recensito lo scorso capitolo *^*
Ringrazio voi lettori silenziosi, coloro che aggiungono la storia tra le preferite/seguite/ricordate; occupate un posticino tutto vostro nel mio cuore *^*
Bacioni, 
royal_donkey

 

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