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Autore: JennyPotter99    27/09/2020    0 recensioni
CONTINUO STORIA "TO HELL AND BACK"
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La vita di Wendy McCall non poteva che procedere meglio: lavorava come poliziotto insieme a suo marito che era lo sceriffo e avevano una splendida figlia.
La loro felicità era raffigurata in una foto fatta il giorno di Natale.
-Finalmente l’hai riparata, come aveva fatto a rompersi?- le domandò Lydia, passandogliela con la cornice nuova.
-Non ne ho idea…E credo che ieri ci sia stato anche un cortocircuito, dato che sono esplose due lampadine del lampadario.- rispose Wendy, appendendola al muro.
Fu riguardandola di nuovo che notò qualcosa di strano, un vuoto, tra lei e Stiles, come se mancasse qualcuno.
-Che c’è?-
Wendy assottigliò gli occhi, confusa.- Hai mai avuto la sensazione di esserti dimenticata di qualcosa, ma non sai che cosa?-
Lydia ci pensò su e poi sgranò gli occhi.- I biscotti nel forno!- esclamò, correndo in cucina.
Wendy ridacchiò e la raggiunse.- Da quand’è che non facevamo un pigiama party?-
-Probabilmente dalla nascita di Angelica.- affermò Lydia, con un sorriso malinconico.- Prima della morte di Allison.-
-Già, manca solo lei…-
Ci un attimo di silenzio in cui entrambe abbassarono lo sguardo, tristemente.
-Non avete mai pensato di fare un altro bambino?-
Wendy arricciò il naso.- Nah, è stato già difficile crescere questa.-
Wendy e Lydia erano rimaste da sole a casa, dato che Angelica era a scuola e Stiles al lavoro.
Dopo aver visto un film e finito i biscotti, Wendy si addormentò nel lettone matrimoniale.
Ma, ad un certo punto della notte, Lydia sobbalzò nel sonno, coprendosi le orecchie: la terra tremava e c’erano delle potenti luci fuori, mischiate allo straziante rumore di un treno che le sfrecciava molto vicino.
Wendy la sentì muoversi e accese la luce.- Lydia, stai bene?- balbettò, vedendola sudata e col fiatone.
-Non hai sentito il treno?-
L’altra scosse la testa, guardandosi intorno.- No, magari è stato solo un sogno…-
-Ma non stavo dormendo….-
 
A scuola, alcuni alunni, tra cui Angelica, Liam, Mason e Cory stavano seguendo la lezione extra del nuovo professore di fisica, Douglas, per ottenere crediti nella sua materia.
Angelica andava molto bene in fisica, in realtà lo faceva solo perché il professore era un uomo molto affascinante, sulla trentina, capelli dorati e occhi azzurri.
In verità, la maggior parte degli studenti che era in quell’aula stava lì per lui.
-Il gatto di Schrödinger: secondo questa legge, qualcosa non c’è fin che non la vedi.- esordì il professore.- Vado a spiegare: chi di voi ha mai fatto uno di quei giochini sui social in cui, in un determinato luogo strano, bisognava trovare il gatto?-
Angelica e Cory alzarono la mano subito.
Liam e Mason erano piuttosto gelosi che gli dessero così tanta attenzione.
-Molto bene, inizialmente, mentre lo cercate, non lo vedete, ma quando lo trovate, non fate altro che visualizzarlo, dico bene? Questa legge si basa proprio su questo.- spiegò il professore.-
A quel punto, un alunno alzò la mano.- Mi scusi prof, come si chiama la legge per obbligare qualcuno a farsi una bella doccia?- domandò Jake, fulminando lo sguardo di Theo Raeken in fondo all’aula.
In seguito ad aver sconfitto la Bestia, nessuno aveva più visto Theo: si diceva che abitasse nel vecchio laboratorio dei dottori e lo si vedeva solo a scuola.
Per tutto il resto, si era lasciato andare: indossava sempre gli stessi vestiti e la sua barba era quasi incolta.
-Che ne dici di: ti spacco la faccia?!- ringhiò Theo, facendo per alzarsi.
-Diamoci tutti una calmata!- esclamò Douglas, guardando l’orologio.- Andiamo tutti a casa, è tardi.-
-Qualsiasi posto è meglio di qui.- bofonchiò Theo, prendendo lo zaino e uscendo per primo.
Mentre camminava per il corridoio, si soffermò a guardare un armadietto in particolare.
Aveva uno strano odore familiare, ma non poteva di certo forzarlo per vedere cosa ci fosse dentro.
-Qualcuno sa che cosa gli è successo?- si chiese Angelica, sotto voce, ma Theo riuscì comunque a sentire la conversazione.
-Non lo so e non mi interessa, non mi sono mai fidato di lui.- rispose Liam.
Angelica alzò le spalle.- Magari dovrei andare a parlargli.-
-Non sprecare il fiato.- intervenne Theo, dandole le spalle.
-E’ diverso da quando eravamo in branco insieme.- commentò Cory.- Ha lo sguardo…Incompleto.-
Quando si avviò al parcheggio, Theo vide qualcosa di piccolo e nero per terra: era un uccellino che non riusciva a volare per via di un’ala spezzata.
-Ti sei fatto male anche tu, piccoletto?-
Theo non volle lasciarlo lì, così lo afferrò delicatamente e lo portò via con se.
Anche gli altri 4 si avviarono alla Jeep.
-Oh, il telefono, credo di averlo dimenticato in aula.- sbuffò Angelica.
-Vengo con te, devo andare in bagno.- disse anche Cory, seguendola dentro.
Il guardiano stava spegnendo tutte le luci, così i due si ritrovarono al buio.
Ad un certo punto, le porte vennero spalancate da un forte vento.
Si udirono dei nitriti di cavallo e, istintivamente, Cory afferrò la mano di Angelica, mimetizzando entrambi col muro grazie al suo potere da camaleonte.
Subito dopo, Angelica vide entrare 3 uomini a cavallo che trascinavano dietro di se Jake, con una corda alla gola.
Sapevano bene di cosa si trattasse: la Caccia Selvaggia.
 
Intanto, alla centrale di polizia, Stiles stava firmando le ultime scartoffie provenienti dalle altre contee.
Non appena lesse con la speranza di ricevere una risposta, ebbe una strana sensazione.
La parola speranza gli ricordava qualcosa, ma non seppe che cosa.
Chiuse tutti i fogli e la ripose dentro il cassetto.
Quando lo aprì però, al suo interno trovò un grande pezzo di vetro di uno strano colore blu luccicante.
Non lo aveva mai visto primo, né sapeva perché si trovasse lì.
-Sceriffo, abbiamo 4 cadaveri nel ripostiglio di un bar e un furgone lasciato in mezzo alla strada con le ricariche di elio rubate la settimana scorsa dall’ospedale.- esordì Parrish, notando il frammento.- Che cos’è?-
-Non lo so…Hai idea del perché fosse nella mia scrivania?-
Jordan si grattò la guancia, imbarazzato.- No sceriffo: lei ha detto che quello che succede nel suo ufficio, rimane nel suo ufficio.-
Anche Stiles arrossì.- Giusto…Beh, sta arrivando Wendy, perciò pensateci voi due.- sospirò, passandosi le mani sugli occhi.- Io sono stanco.-
Wendy era negli spogliatoi che si metteva la divisa, quando ebbe un’improvvisa fitta al ventre.
Si piegò in due dal dolore, reggendosi la pancia e vide che sulle dita c’era anche del sangue, come se stesse avendo una perdita.
Stiles le passò vicino.- Ehi, tutto bene?-
Wendy guardò lui e poi di nuovo le dita, ma il sangue non c’era più.
-Sì, sto bene.- balbettò, prendendo un bel respiro.
-Non sarai mica incinta, vero?- continuò lui, sarcasticamente.
Wendy lo guardò stranita, pensando anche alle domande che le aveva fatto Lydia.
Che ci fosse qualcosa che le sfuggiva?
   
 
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