Anime & Manga > Kenshiro / Hokuto no Ken
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Autore: Utariel    29/09/2020    1 recensioni
Marco Polo per intraprendere un lungo viaggio che lo porterà ad Oriente, alla scoperta del catai. Ma nel frattempo nel grande impero del dragone, un'organizzazione oscura mira a uccidere Marco e la sua famiglia, in quanto i veneziani non dovranno mai giungere nel catai. Nel frattempo l'imperatore venuto sapere di questo piano malefico, ordina al trentesimo successore della Divina scuola di Hokuto, di proteggere nell'ombra il ragazzo e di accompagnarlo sano e salvo nella capitale.
Marco quindi si Troverà in mezzo a combattimenti al limite del possibile, con tecniche incredibili e mortali. Su chi brillerà La stella della morte di Hokuto?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Threesome
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Nel mondo, esistono arti marziali che prendono il nome di Kempo. Gli uomini dedicano la loro vita, al miglioramento e alla perfezione della loro arte. Ma esiste una tecnica che è superiore a tutte, e questa prende il nome di Hokuto Shinken. l’Hokuto Shinken è la tecnica mortale ultima, che permette al suo utilizzatore di uccidere il suo avversario, soltanto premendo i suoi punti di pressione, facendo così esplodere dall’interno il nemico. Ma sebbene la tecnica sia perfetta, soltanto un abile maestro può padroneggiarla. Cina, 1270: Da qualche parte nella capitale. Lungo i corridoi di un palazzo, svariate figure corrono nel buio e inosservate. I loro abiti sono lunghi e scomodi, segno che appartengono alla classe nobiliare, grandi maschere ne coprono il volto, per celarlo a osservatori indiscreti. Un servitore vestito di cremisi appena scorge i visitatori, si inchina aprendo nel contempo la porta a scorrimento. Sei persone entrano nella stanza, illuminata soltanto da piccole candele, che gettano una luce tenue nell’ambiente. All’interno della stanza, vi sono altre quattro figure, arrivate prima delle altre ed in attesa di quest’ultime. - Bene vedo che siamo arrivati tutti, ora possiamo cominciare la seduta. - Non siamo tutti, mancano all’appello Scimmia e Cane. - Non possono venire stasera, essi sono al cospetto dell’imperatore, Topo. - E lui non sospetta nulla vero? Se sapesse delle nostre azioni, ci farebbe uccidere immediatamente. - Non lo verrà mai a sapere, ricordate che noi tutti stiamo agendo per il bene del Catai. Le dieci persone sono disposte l’una di fronte all’altra, ognuna con un Kanji che simboleggia l’animale, con cui sono abituati a chiamarsi. In genere ad ogni seduta essi cambiano locazione, in modo che le loro riunioni non vengano notate, essi si considerano la difesa ultima del Catai, le ombre che agiscono dietro l’imperatore. - Come sapete, una terribile sventura si sta per abbattersi sul nostro mondo, se non sarà debitamente contenuta e eliminata. - Certamente, l’imperatore ha avuto l’ardire di invitare nel nostro regno, dei barbari stranieri. Uomini trogloditi e privi di cultura e onore. - Esatto Toro, come te penso che noi dobbiamo proteggere l’imperatore da se stesso, se non fermiamo questa infezione, giungeranno nel nostro paradiso altri come loro, ed essi ci porteranno alla disfatta. Il gruppo di uomini prende a parlare in modo animato, ognuno mostra le sue preoccupazioni in merito al significato di tale gesto. Eppure sebbene siano d’accordo sul pericolo, essi stentano a trovare un punto di incontro su come agire. Questo fino a quando una presenza malefica e malvagia, giunge nella stanza. Essa viene preceduta da un’aria gelida e spettrale, tale da spegnere quasi tutte le candele, e permettere soltanto alla luce lunare, che entra dalle finestre, di illuminare la stanza. Gli uomini presi dal gelo della paura si agitano, alcuni si alzano di scatto e sfoderano le loro armi. Poi le candele tornano ad illuminare l’ambiente, con la presenza di un misterioso guerriero. - Tu… tu maledetto assassino, chi ti ha dato il permesso di entrare al nostro cospetto? - Chi mi ha dato il permesso? Il fatto che voi bifolchi senza spina dorsale, dobbiate ricorrere alla mia arte per eliminare i vostri problemi. Per quanto mi facciate schifo, siete oro per le mie finanze. - Hēi dúshé! Calma con le parole! Essere un maestro assassino, non ti dà diritto di insultare i membri della corte imperiale. L’uomo sfodera dalla manica una lunga lama, che va a pochi millimetri dalla gola dell’uomo. Esso non può fare altro che deglutire e sperare che l’assassino abbi pietà di loro. L'assassino può sentire la paura attraverso la maschera, sebbene essi siano dei funzionari statali, per lui rimangono dei miseri vermi, che necessitano delle sue abilità. E dato che un assassino non lavora se uccide i suoi committenti, decide per questa volta, di lasciare vivere l’uomo. Con grande sollievo di tutti, l’uomo rinfodera la sua lama e si siede al posto di uno degli assenti, con il dovuto timore di chi gli sta vicino. Tutti lo osservano, lui è il terribile Hei Dushé, capo della gilda degli assassini, grande maestro della tecnica Taizan. Lepre si avvicina all'assassino porgendogli un rotolo, l’uomo osserva l’oggetto, per poi prenderlo e aprirlo. - Quindi desiderate che uccida questo uomo? Non mi era mai capitato di uccidere uno straniero sconosciuto. - È di fondamentale importanza che tu riesca nella tua impresa, questo straniero se giungerà nel nostro regno, sarà l’inizio della fine per noi. L’assassino si alza e attraversa la piccola stanza, sotto lo sguardo attento di tutti. Poi prima di aprire la porta e uscire, si volta verso i presenti e gli impone la sua tariffa. - Per questo lavoro voglio 4000 unità di Ban Liang, in oro ovviamente. L’uomo scompare, generando un momento di sollievo tra gli uomini, sebbene è risaputo che i suoi servigi sono onerosi. I dieci tornano a sedersi, contemplando il centro della stanza, come se fissassero qualche oggetto noto solo a loro. In realtà ognuno di loro cerca di evitare il contatto con gli altri, sapendo che quello che hanno appena fatto, cambierà la storia del Catai in modo irreversibile. Nello stesso momento, nelle terre lontane e fertili del Catai, in una baia dove un giorno nascerà la città di Hong Kong, esiste un piccolo e pacifico villaggio, dove la gente porta avanti una pacifica vita. Poco lontano da questo villaggio, un uomo vive le sue giornate nella pace e dissolutezza assoluta. Un uomo dalla divisa elegante e bluastra, attraversa sotto lo sguardo attento e incuriosito della popolazione, diretto verso quella piccola e elegante residenza, situata in cima alla collina. Esso risale le lunghe scale, che lo conducono al porticato della abitazione, qua due servitori gli vengono incontro, ma come vedono il sigillo imperiale esibito nella sua mano, si fanno subito da parte, inchinandosi con dovuto rispetto. L’uomo entra nella abitazione, sapendo di dover cercare una persona dalla abilità rinomata, sebbene solo da voci raccontate. L’abitazione è graziosa e elegante, riccamente adornata da piante e dipinti vari. L’uomo prosegue osservando in giro, in cerca di segni della presenza del proprietario della casa. Poi a un certo punto, esso viene attirato da strani rumori. Deciso a compiere il suo dovere, si incammina verso la stanza da cui sente provenire i rumori. Come apre la porta, quello che si trova davanti è altamente offensivo per i suoi gusti, e per il suo alto retaggio. Un uomo sulla trentina è intento a compiere atti lascivi e volgari con svariate donne, esso non si accorge neanche della sua presenza, troppo occupato a penetrare una ragazza, che sta per giungere a orgasmo. L’uomo e la donna raggiungono in sinergia l’apex del piacere, lasciandosi poi andare, e cadendo sui molteplici cuscini disseminati nella stanza. Tutto intorno all’uomo vi sono molteplici donne nude, intente a dormire esauste da molteplici e evidenti rapporti sessuali. Il visitatore indignato da tanta depravazione, fa notare la sua presenza richiamando l’ospite di casa. - Non avrei mai creduto di trovare in atti così lascivi, il successore della divina scuola di Hokuto, Liu Fei. - Oh! Il nobile maestro Gonrei, chiamato anche Gonrei del Mare. A cosa devo una simile visita? Se mi aveste avvisato, mi sarei fatto trovare in abiti più civili. - Sono qua per ordinanza del sommo imperatore, il divino Kubilai Khan. Esso desidera che vi rechiate immediatamente nella capitale, ad adempiere ai vostri doveri di successore della divina scuola di Hokuto. - E’ forse la vita del nostro imperatore in pericolo? In tal caso mi muoverò subito. Dopo ovviamente aver adempiuto ai miei compiti di amante, sapete è da maleducati lasciare un amplesso a metà. - Cosa? Credi che fare attività promiscue sia più importante di adempiere al proprio dovere verso l’imperatore? Dove è mai caduta la divina scuola di Hokuto, per aver dato il titolo a una simile persona. - Proprio una bella domanda…. In quelle ultime parole del guerriero, vi era una malcelata tristezza e vergogna. Vergogna per quello che era, ma soprattutto per quello che non era. Liu Fei si mette a cercare una vestaglia, con cui coprire la propria nudità. Normalmente non darebbe peso a certe cose, e camminerebbe nudo per la casa, ma quell’ospite esigeva rispetto. Invitando l’ospite a seguirlo, Liu Fei lo porta in una piccola stanza del Thè affacciata sul giardino, dove un piccolo stagno è ricolmo di acqua fresca e limpida. Gonrei e Liu Fei si siedono l’uno di fronte all’altro, in attesa che gli venga servito il thè. - Orbene sommo Gonrei, posso sapere la natura dell’appello? È forse venuto a mancare la guardia ultima dell’imperatore? Sono forse caduti i sei guerrieri di Nanto? - Per nostra sventura si, il sommo maestro dell’aquila è venuto a mancare, proteggendo la mia vita. In quel momento sia Gonrei che Liu Fei, si voltano di scatto vedendo apparire il sommo imperatore in persona. I due entrambi si prostrano in adorazione, e in quel momento il ragazzo si pente di essere in abiti indecenti, mai così grande vergogna l’aveva colto. - Mio sommo imperatore, se avessi saputo del vostro arrivo, vi avrei fatto trovare un adeguato ricevimento e gli onori che vi spettano. - Ti ringrazio Liu Fei, ma la mia visita è segreta a tutti, persino al mio fidato Gonrei, a cui ho chiesto di venire qua per intercedere da parte mia. Ma in realtà la situazione è assai grave, tanto che ho voluto venire di persona. Negli occhi del ragazzo ora vi è una serietà e un'attenzione, mai immaginata dal maestro di Nanto, che con grande sorpresa osserva il cambiamento del giovine. Il sommo imperatore si siede di fronte ai due guerrieri, esso è molto calmo sebbene sappia che venti di sciagura si apprestano a colpire il suo regno. - Liu Fei, sommo 30° successore della divina scuola di Hokuto, io sono qua per ordinarti di proteggere una persona, la cui vita mi è molto cara. - Mi dica mio imperatore, devo forse proteggere un membro della vostra nobile famiglia? - No, esso non appartiene alla mia famiglia, ma è comunque importante per tutto il Catai, per il futuro di noi tutti. - Mi dica allora mio signore il suo nome, e da chi lo devo difendere. - Il suo nome è Marco, Marco della famiglia Polo. Mercanti di una lontana terra di nome Venezia. - Mar-co? Po-lo? Che nomi alquanto bizzarri. Ma perchè la vostra eccellenza è tanto preoccupata per la sorte di uno straniero? Non basterebbero le forze militari ad assicurare alla sua vita, una adeguata protezione? - No mio giovane amico, chi minaccia la sua vita è al di là delle reali capacità dei miei soldati, e soltanto voi come successore di Hokuto, avete la facoltà e la possibilità di difenderlo in modo adeguato, senza che esso sappia nulla. - Capisco, ma non mi avete ancora detto chi minaccia la sua vita. - Lo conosci bene Liu Fei, si tratta di Hei Dushé. Il capo degli assassini del monte Taizan. L’unico che è stato capace di riunire gli otto picchi sotto un unico comando, il suo. Lo sguardo del ragazzo diventa grave, Gonrei nota che nei suoi occhi si cela la paura e la vergogna. Il ragazzo si alza sotto lo sguardo stupefatto del maestro di Nanto, poi dando le spalle all’imperatore, fa un paio di passi verso il giardino. Sebbene il maestro di Nanto lo richiama alla decenza, in quanto inammissibile che un uomo osi dare le spalle all’imperatore, la mente del successore di Hokuto non è presente e vaga nei ricordi. Ricordi di vergogna e morte, ovvero di quando la sua forza venne meno e non fù in grado di proteggere i suoi amati. L’imperatore però è buono e giusto, ed è a conoscenza del trascorso del ragazzo. Esso gli si avvicina, e mettendogli una mano sulla spalla, lo richiama a se. - Maestro Liu Fei, sono a conoscenza di quello che è successo tra voi e Hei Dushé, ma non per questo dovete permettere al passato di frapporsi tra voi e il futuro. La vita ci mette davanti a dure prove, alcune che sembrano insormontabili. Ma è per questo che il futuro è tanto radioso, quando noi troviamo la forza di giungere superando le insidie della vita. - Sommo imperatore, non sono degno di parole così gentili. Ma adempirò al mio compito, proteggerò la vita di questo ragazzo, a costo di perdere la mia. - Ne sono felice, ma ricordati, non dovrai mai permettere di perdere la vita ne tua, ne quella di Marco Polo. Il Catai ha bisogno di entrambi, e altre sfide dovranno essere affrontate. Ma soltanto se rimaniamo vivi e uniti. L'imperatore rimane con il giovane per tutta la giornata, per poi congedarsi scortato dal maestro Gonrei. Lungo la strada verso l’accampamento militare, dove le altre forze di Nanto aspettano il loro signore, Gonrei del mare porge una domanda all’imperatore. - Mio signore, mi perdoni la mia impudenza. Ma perché avete deciso di affidare una missione tanto delicata, a quell’uomo? Esso è lascivo e privo di onore, passa le giornate a compiere atti promiscui con le giovani del villaggio. Perché mai la nobile scuola di Hokuto ha dato il titolo a una persona come lui? - Gonrei devi sapere che il titolo viene passato per via ereditaria, il titolo viene ceduto da padre in figlio, da fratello a fratello. Liu Fei è il minore di quattro figli, due maschi e due femmine. E allora perché il titolo l’ha preso lui? Perché il titolo non è passato al fratello maggiore? Perchè durante il matrimonio del fratello maggiore, nel quale il padre, il precedente successore di Hokuto, stava per passare il titolo al figlio. Sono stati tutti uccisi da un uomo, uno spietato assassino, tanto forte da sopraffare tutti. Quell’uomo era proprio Hei Dushé. Gonrei per un’attimo si ferma, sopraffatto dalla informazione che ha appena ricevuto. Il temibile e leggendario assassino, Hei Dushé la vipera nera, è stato in grado di uccidere ben due esponenti della divina scuola di Hokuto. Quindi come potrebbe un ragazzo così dissoluto, sperare di vincere contro un simile mostro? Lontano dal Catai, un giovane ragazzo si imbarca con la sua famiglia verso terre lontana, del quale può solo immaginare la bellezza e l’esoticità. Senza sapere di essere il bersaglio di trame oscure, che desiderano la morte sua e della sua famiglia, perché mai uno straniero dovrà mettere piede nel Catai, e così minare le basi di un regno che dura da millenni. Fine primo capitolo.
   
 
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