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Autore: ToscaSam    01/10/2020    1 recensioni
La solita storia di una ragazza che si iscrive all'università e incontra dei ragazzi.
Più o meno.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XVIII
 
Nei giorni che seguirono, Tullia si sentì molto strana. Aveva una storia da raccontare, le erano successe cose molto strane e aveva la costante sensazione di trovarsi su una nave in balia delle onde.
Si ritrovò a trascorrere molto tempo da sola, poiché erano tutti in sessione d'esame. Si recò al Macchi ogni mattina nella speranza di incontrare qualcuno dei suoi amici.
Storia della Chiesa e Storia Medievale I andarono bene. Tullia prese dei voti modesti, ma soddisfacenti.
Rocco non si fermò a prendere il caffè con lei dopo l'esame, perché ne aveva un altro il giorno dopo. Anna, invece, con cui Tullia condivideva Storia della Chiesa, le fece compagnia.
Mangiarono a mensa insieme e poi si fermarono nel giardino del dipartimento. Anna indossava degli occhiali da sole in stile punk, aveva i capelli chiarissimi spettinati e pieni di trecce casuali.
Tullia venerava quel disinteresse totale verso l'opinione altrui. Lei non era così forte.
Parlarono di Jedi e delle voci che annunciavano un nuovo film di Star Wars. Parlarono di Firenze – Anna veniva da lì – e di quanto fosse bella.
Gli altri erano proprio stupidi a defilarsi da Anna, pensò Tullia. Era la ragazza più interessante con cui avesse mai avuto a che fare.
La sessione durò qualche settimana.
Uno degli ultimi giorni, quando ormai Tullia aveva perso le speranze di incontrare i suoi amici al bar, apparve Friz. Era solo. Una specie di miracolo, pensò lei.
Subito sentì una scintilla viva nel petto: il sentimento di innocenza tradita, di essere stata usata, si risvegliò con forza e desiderò venir fuori.
La faccia avvinazzata di Cesare, che le diceva di essersi comportato in quel modo solo perché ubriaco, ricomparve nitida ai suoi occhi.
Quasi sperando di fare un dispetto a Cesare, di fargli un danno, Tullia decise di raccontare la vicenda a Friz.
« Friz!» lo salutò.
« Oh, ave madonna!» la salutò lui, togliendosi il cappello.
« Avevi un esame?»
« No. Ho preso un libro nella vostra biblioteca. Nel prossimo semestre mi tocca dare un esame di Storia. Che noia»
« Cosa hai scelto?»
« Farò Storia Contemporanea I. Lo so, lo so, niente stilnovo, niente crociate e cose così. Ma pare che il professore regali trenta e lode e io odio gli esami di storia».
Tullia lo prese a braccetto.
« Hai da fare? Oggi ti porto in un posto nuovo»
« Che ardire! È un rapimento?»
« Rapimento con sorpresa. Ho una storia da raccontarti. E stavolta ti prego davvero di essere muto come un pesce»
I baffi di Friz si arricciarono all'insù e gli occhi verdi, magnetici, vibrarono di gioia.
« Sarò la tua ombra. Dove andiamo?»
« Al Filter. Lontano dagli sguardi indiscreti del Macchi»
« Mi piace questo clima misterioso».
Tullia trascinò Friz fino al piccolo bar Filter. Ordinarono da bere e si sistemarono in uno degli angoli con due vecchie e comodissime poltrone dall'aspetto malridotto.
Tullia raccontò a Friz l'accaduto. Si sentì felice di quello che stava facendo. Cesare le aveva detto di non raccontarlo e lei invece lo stava facendo. Le pareva la giusta punizione per uno che l'aveva accarezzata e poi scaricata.
Friz divenne una statua, immobile, per tutto il racconto. Tullia non se l'aspettava, ma lui la lasciò finire.
Quando ebbe raccontato tutto e si aspettava un commento teatrale da parte dell'amico, lo trovò invece cupo, quasi arrabbiato.
« Non so di cosa ti lamenti» disse, livido.
Tullia, ferita, lo guardò con gli occhi spalancati.
« Il succo di questa storiellina è che hai baciato Cesare. Lui ti ha detto che non vuol stare con te. E allora? Bu huu, che tristezza. Come se per te non ci fossero altri uomini, là fuori. Tu l'hai baciato ed è una cosa che avrai per sempre».
Tullia rimase impressionata da quell'aggressione.
La sua lingua fu muta per alcuni buoni minuti, poi capì:
« A te piace Cesare?»
« Io sono fuori dalle vostre piccole dinamiche del cazzo: a lui piace lei, a lei piace lui, si sono baciati ma era solo per una sera, lui vuole lei ma lei lo lascia, eccetera eccetera. Quindi, mia cara Tullia, non so che dirti»
« Mi dispiace … non volevo offenderti»
« E allora, ogni tanto pensa. E scusa se io non cado ai tuoi piedi, non ti difendo sempre e non sono membro sostenitore del tuo fan club»
« Non … voglio un fan club».
Friz rimase in silenzio e bevve il suo tè ghiacciato come se fosse veleno.
Dopo una decina di minuti, il ragazzo dovette accorgersi di aver lasciato Tullia in stato di grande costernazione, infatti si tirò a sedere e si appoggiò allo schienale.
Sospirò:
« Cesare ce l'ha già raccontato».
Tullia sentì un nuovo fuoco di rabbia bruciarle in petto, ma si contenne, perché aveva appena ferito Friz e non voleva fare una scenata. Quel “ce l'ha raccontato” non le piacque per nulla.
« A … tutti?» chiese lei timidamente.
« Si, una di queste sere abbiamo cenato da Rocco, Filippo e Qedim. E ha raccontato. Ovviamente la sua versione è un po' diversa dalla tua, ma riesco a capire più o meno come siano andate le cose».
Si calò il cappello sugli occhi, forse per nasconderne il rossore. La sua voce però era tranquilla, molto diversa dai toni frizzanti del Friz che Tullia conosceva.
Tullia si turbò ancora di più. Cesare andava in giro sbandierando quello che era successo e aveva anche avuto il coraggio di dire a lei di non raccontare niente a nessuno. Lui l'aveva messa in cattiva luce con i suoi amici. Che comportamento perfido.
Davvero quel ragazzo bellissimo era così poco bello, in realtà?
Tullia mise un gran broncio: era stata di nuovo sconfitta, da sé stessa e dalla sua stupidaggine, dai suoi desideri insensati, dalla sciocca presunzione che aveva avuto nei confronti di Cesare. A lei non interessava, era un tizio qualunque. Uno che ora la screditava per farla apparire ancora meno di quel che era.
Tullia lanciò uno sguardo di sbieco a Friz: davvero a lui piaceva quel ragazzo? Friz si meritava di meglio.
  
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