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Autore: ClodiaSpirit_    01/10/2020    1 recensioni
« La mamma mi ha promesso che qualche pomeriggio verremo da voi a vedere la casa »
Al telefono si affacciò Cece e incrocio le braccia al cielo.
« Ruth quante volte ti ho detto di salutare anche lo zio Nick? »
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| Dopo la stagione finale |
Nick e Jess sono sposati da circa un anno, finalmente sono riuscito a ritrovarsi. Vivono la quotidianità, la loro vita va a gonfie vele, ma forse c'è solo una cosa che manca davvero.
Una semplice chiamata a Ruth in un sabato sera qualsiasi, cambia le carte in tavola.
E se ci fosse una new entry nella famiglia Day-Miller?
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cece Meyers, Jessica Day, Nick Miller, Schmidt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Clodia's: E ogni tanto ritornano, ritornano a recuperare serie
come New Girl dopo qualche anno di troppo
e si fanno un piantino commosso.

Ho immaginato come sarebbe stato
per quei due idioti pensare ad allargare
la loro famiglia (dato che ci viene
ipoteticamente mostrato che accadrà
ma in un bellissimo flashfoward di pochi minuti)

Che dire ho lasciato il mio cuore a ogni finale
ma questo mi ha proprio creato un
piccolo vuoto.
Unpopular opinion: New girl è per me
l'erede di Friends (potete anche
lanciarmi i pomodori adesso, ma è così)

Buona lettura






Era un tranquillo sabato sera, Nick e Jess erano sdraiati sul divano della loro nuova casa. La loro nuova casa - che strano anche solo a pensarlo. Fino a qualche anno fa, nessuno dei due avrebbe potuto pensare minimamente di dire "questa è la casa dove starò con il mio migliore amico, ma che è adesso è anche l'amore della mia vita".
C'erano voluti soltanto tre anni per capire che non potevano stare l'uno senza l'altro e ben altri tre per decidere di sposarsi.
Ma come diceva quel famoso detto, meglio tardi che mai
Jess era riuscita a riprendere in mano le redini riguardo al lavoro, trovando un posto vuoto come insegnante nel centro di Los Angeles, ma distante dall'appartamento 4D che aveva condiviso con i ragazzi per sette anni.
Nick stava scrivendo un nuovo libro, non sapeva nemmeno lui su che cosa, ma evidentemente la scelta di proporre le sue idee a una nuova casa editrice, stava dando i suoi risultati.
Davanti alla tv, Jessica guardava Nick parlare al telefono mentre abbassava leggermente il volume.
« Sì, va bene Schmidt,  » incalzò con fare sbrigativo « passaci Ruth, adesso, il suo padrino vuole sentirla »
Si sentì un lamento dall'altra parte del telefono, forse Schmidt gli aveva appena urlato che non era ancora  il suo effettivo padrino. In realtà, Nick e la piccola Ruth, avevano migliorato i loro rapporti, anche se sia apprestava a raggiungere testardamente le sue convinzioni che lo zio acquisito fosse ancora un procione stupido.
La videochiamata mostrò la ragazzina che salutava sia lui, che Jess.
« Ti stai divertendo lì? » fece la ragazza.
« Sì, ma mi manchi Jess, » giocò con i pollici davanti allo schermo  « la mamma mi ha promesso che qualche pomeriggio verremo da voi a vedere la casa »
Al telefono si affacciò Cece e incrociò le braccia al cielo fulminando la piccola.
« Ruth quante volte ti ho detto di salutare anche lo zio Nick? »
« Lasciala stare, non fa niente » tagliò secco lui. Jess appoggiò la testa sulla spalla di suo marito, esalando un sospiro.
« Mi fa piacere vederti comunque,  » aggiunse guardando la bambina « piccola peste »
Ruth cominciò a canzonarlo e i due cominciarono a bisticciare ingenuamente davanti alle orecchie di Cece e Jess.
« Va bene okay, basta così, » annunciò Cece afferrando il telefono, si allontanò dalla piccola perché non potesse sentirla « mi dispiace Nick, ma è nella fase in cui ripete ogni cosa che sente dire. È insopportabile ultimamente »
« Non dire questo della mia bambina, Cecilia! » la richiamò Schmidt. Cece roteò gli occhi al cielo.
« Ehi, non fa niente, » disse Jess, guardando a tratti sia la sua amica, che Nick « sono sicura che quando trascorreremo di nuovo del tempo insieme appena verrete, questi due potranno studiarsi meglio » chiarì.
« In ogni caso, ti farò sapere Jess, sono impegnatissima per il momento, ma troverò una giornata solo per voi, prometto» e si portò la mano al petto.
« Promettiamo, soprattutto perché non so che casino ha combinato Nick con i mobili e la scelta dei colori, conoscendolo avrà scambiato un parquet con delle mattonelle da cucina » disse infastidito.
Nick ridacchiò e gli rispose punzecchiandolo
« Di sicuro io ho uno stile più unico e personale amico mio e non copiato dalle riviste di moda »
« Nicholas, si sa che hai il gusto paragonabile a quello di un senzatetto, andiamo! »
« Cambierai idea appena vedrai in che gioiellino stiamo io e la mia signora » si voltò verso Jess e le scoccò un bacio rapido sulla bocca.




 

« Certo che è assurda quella bambina, » disse Nick una volta che la chiamata fu chiusa  « tanto adorabile, quanto decisa a odiarmi » sospirò evidentemente deluso.
Jess gli si avvicinò piano e lo guardò.
« Non è colpa tua, Cece mi dice spesso che vorrebbe consultare qualcuno per capire cosa passa per la sua testa. Ma è solo una bambina e sicuramente sarà solo una fase passeggera » cercò di tranquillizzarlo.
« Sai quanto io voglia bene a Schmidt, ma vorrei solo capisse che ci tengo a lei »
« Lo sa, Nick e anche Cece » ribadì lei, premurosa.
Nick annuì poco convinto e posò il telefono sul tavolino di legno davanti alle sue gambe.
« Non so se riuscirei a sopportare che un mio ipotetico figlio mi trattasse così » sputò fuori pensieroso, senza filtrare nulla, come al suo solito. Jess rimase interdetta per qualche momento, studiando l'espressione e il tono del marito. « Voglio dire, » continuò scuotendo la testa « tanto vale metterci una pietra sopra, se deve essere così, non ha senso forzare le cose »
Il suo tono era amaro, come se avesse bevuto qualcosa di tremendamente buono, ne avesse abusato e ora stesse risalendl su per la sua gola lasciandogli un retrogusto cattivo sul palato.
« Quindi, lasceresti proprio perdere l'idea? » chiese Jess, spingendosi oltre.
Nick la guardò confuso, non sapendo dove volesse andare con quella domanda.
« Jess, è naturale che quando un bambino ti tratta così, è perché non sei chissà che esempio per lui, sarebbe meglio tagliarla qui e farsene una ragione, no? » le sue braccia conserte si sciolsero e si massaggiò le tempie «  Inoltre Schmidt è un bravo genitore, non mi sento di dovergli rimproverare nulla »
Jess sentì nascere dentro di sé una strana sensazione, le prese lo stomaco e ritrovò il bisogno di alzarsi e andare in camera.
Non c'è bisogno di forzare le cose.
Aveva appena detto che un figlio era un sacrificio nullo o aveva capito male lei?
I suoi piedi volarono scattanti, senza nemmeno accorgersene, si chiuse dietro di sé la porta della camera e respirò profondamente.
Non passo molto tempo che poco dopo, Nick bussò alla porta.
« Jess, che diamine stai facendo lì? »
« Mi sono ricordata che devo sistemare delle cose in camera, » mentì « arrivo subito »
« E che bisogno ci sarebbe di farlo con la porta chiusa? Jess, che cosa è succede? » la chiamò allarmato.
« Niente, solo... Nick, ho bisogno di qualche secondo da sola »
« Jess, potresti aprire questa porta? Voglio solo sapere, aggiornami, stai male per caso? »
Il piccolo Mario si avvicinò alla porta della sua padrona e cominciò a grattarci sopra allungano le zampine.
« No » rispose velocemente.
« È forse quel giorno del mese? È per questo? Hai bisogno di-»
« No, Nick, non ho il ciclo. Sto bene. »
« Jessica Day, muovi quel culo e apri la porta, prima che la sfondi io! » assunse il suo tono da sfida, mentre la sua attenzione si spostò ai suoi piedi.
Nick guardò il cane guaire piano e gli sussurrò qualcosa abbassandosi.
« Mario, che dici, ci facciamo dire cosa sta succedendo? Aiutami, su »
Quello si mise ad abbaiare contro la porta, il rumore che ne uscì fu più triste che deciso, come se il cane avvertisse che ci fosse qualcosa che non andava.
Jess si decise ad aprire la porta mentre Nick stava per forzarla con la spalla destra.
« Oh mio dio, grazie al cielo » un espressione sollevata gli si disegnò in volto, mentre squadrava Jess per bene. « Jess, » le prese il viso tra le mani e cercò di leggerglielo in viso « ho detto qualcosa che non dovevo, ti ho forse offesa, c'è qualcosa che vuoi dirmi ma non puoi? Si tratta di tuo padre? Ho dimenticato di fare la lavatrice? Tutto. Qualsiasi cosa, ma dimmela. »
Jess si lasciò andare e portò Nick sul loro stesso letto, mentre la testolina di Mario si affacciava sull'uscio.
« È una cosa stupida, Nick »
« Non sarà mai stupida, se ti fa stare così, avanti, parla »



 

Jess in cuor suo sapeva di potergli dire tutto, trovò il coraggio di affrontare la questione qualche minuto dopo, senza troppi giri di parole, si morse il labbro inferiore e inspirò forte.
« Tu lo vorresti un figlio? »
Nick guardò quelle pozzanghere enormi, gli piaceva immergersi nei suoi occhi da cerbiatto che la rendevano ingenua, simile a una bambina, a una fata « Sai, ci penso da un po' in effetti, niente di serio, davvero, ma guardo Ruth e mi piace immaginarne una nostra »
Nick pensò a quanto tempo c'era voluto prima che realizzasse che la aveva sempre voluta con sé. Nelle sue decisioni, nei suoi errori, come amica, come confidente, come l'unica in grado di dargli sempre la scelta giusta, le parole giuste da usare.
Erano stati i più ritardatari, a capire tutto quello, ma i primi a trovarsi. Ancora prima di chiunque altro, avevano deciso che non avrebbero etichettato quello che erano. Sarebbe stato il tempo a deciderlo per loro. Senza dubbio, Nick non avrebbe voluto nessun'altra conquilina ai tempi, perché appena la aveva vista cercare di entrare nell'edificio, gli era venuto subito da ridere. La figura buffa di una ragazza con un vestito che lasciava scoperte le ginocchia e lo sguardo smarrito che accompagnava l'andirivieni nervoso dal portoncino al marciapiede.
Eppure erano entrati subito in sintonia. Ovviamente contaminata da tanta stranezza e ambiguità, ma c'erano sempre stati, per farsi forza, per farsi coraggio.
Sì, senza dubbio, Jess era la sua persona.
Nick sorrise nervosamente.
« Perché non dovrei volerlo? » le prese le mani e gliele strinse, faccia a faccia, cuore a cuore « È per come ho parlato di Ruth, vero? »
Jess deglutì, visibilmente provata di quello che aveva pensato fino a una decina di minuti fa. Le gambe incrociate sul letto e il pigiamone lungo e comodo. La camera da letto con quella parete viola voluta da Jess, a tutti i costi, ma il resto scelto insieme. Un angolo per il suo cucito, le sue borse, l'altro per la scrivania e le cose di Nick.
« Nick, se non vuoi pensarci,  va bene lo stesso, voglio dire, forse é troppo presto » la tradì l'emozione che colorò la sua voce.
« Siamo sposati da un anno, » la guardò pieno di sicurezza « Jess, ho deciso di stare con te. Ti amo. Non abbiamo limiti, per me potremmo anche provarci adesso, tra due mesi, non diminuirebbe la voglia e l'amore che gli darei, Jess, » era stata la benedizione dell'essere in qualche modo maturato a portarlo ad aprirsi così, perché anche da quando scriveva, non aveva più voluto porre dei paletti a ciò che realmente pensava « perché sarebbe simile a te e a me e questo mi rende sicuro di come potrebbe essere, » arricciò il naso al pensiero « okay, forse vorrei che prendesse più da te che da me, ma questi sono futili dettagli »
« Sarebbe felice di averti come papà invece, stupido »
Jessica lo ammonì, mentre si asciugava gli angoli degli occhi con parte del suo avambraccio senza slegare la stretta da suo marito. Nick ebbe il tempo di darle un piccolo bacio sulle labbra.
« Pensa a quanti piccoli Pepperwood sparsi per la casa, » cominciò lei « mentre cerco di mettere loro lo zaino per andare a scuola »
« O a quante piccole te che girano cantando The time of my life a tempo, come se facessero parte di una girl band moderna »
Jess scoppiò a ridere, seguita a ruota da Nick, la visione fu istantanea.
« Sarebbe così strano, ma accurato, assurdamente geniale però »
« Non potrebbe fermarle nessuno, conoscendo la madre, » fece spallucce « si impunterebbero su tutto »
Jessica annuì, mentre una smorfia dispiaciuta gli si disegnava in viso.
« Scusami Nick, non avrei dovuto, sono sempre un disastro in queste cose »
« Perché non me ne hai parlato? » disse tranquillo, la sua faccia fa tartaruga venne fuori « Stiamo bene adesso, è vero, abbiamo faticato per arrivarci, » giocherellò con le nocche di sua moglie « e fosse domani o tra dieci anni, rifarei la stessa scelta »
Era come se non fossero davvero cresciuti, gli anni erano passati, ma lei era sempre
innamorata allo stesso modo di quello sguardo riservato solo a lei, la passione scritta e piena, così esaltante.
« Anche io »
Si guardarono qualche minuto di troppo, mentre qualche luce dalla finestra di qualche casa in lontananza si spegneva.
« Bene, allora... » Nick si avvicinò piano cominciando a baciarla, il suo naso si poggiò alla sua guancia e dopo esserci tornato più di una volta, schiacciò il piccolino di lei, come se lei quasi scomparisse minuta com'era. « Perchè non farlo anche adesso? » propose staccandosi appena.
Jess sorrise leggermente, mentre le sue braccia si allungavano attorno al collo di Nick, per attirarlo più vicino. Sentiva il suo petto, il suo alito caldo e un sentore misto a lavanda e sapone. La sua barba gli punzecchiava il mento, ma le piaceva lo stesso. I suoi capelli erano disordinati più del solito, portava una di quelle maglie verdi militare che gli evidenziava le braccia, i suoi occhi erano così intensi e scuri.  Baciarlo era sempre stata una delle cose che più amava fare, amava essere presa così, in quel modo che poteva sembrare a tratti arrabbiato, ma in realtà era solo la  passione che divampava dal suo corpo. Era come una scintilla che scattava soltanto sfiorando la miccia.
« Però se è maschio, voglio sceglierlo io il nome » sentenziò lei sulle sue labbra.
« Jess, non gli avrei mai messo un nome che non ti piace »
« Miller, » bisbigliò « Giulio in latino non è un nome adatto a un bambino, a meno che non debba diventare imperatore! »
Nick ridacchiò spingendosi su di lei con voracità più marcata.
« Sarebbe stato un perfetto detective, il detective Julius Miller » enfatizzò con incanto.
Jessica gli diede un buffetto sulla spalla divertendosi appena e lo tirò in un bacio travolgente.
Nick la prese con sé, incurante di tutto. Si sentiva ancora la televisione dal salotto in sottofondo, ma non aveva importanza adesso.
Loro due, insieme, erano l'unica cosa di cui avevano bisogno. Miller la strinse a sé, mentre una sua mano cercava la sua coscia e la accarezzava. Poi disegnò la curva di sedere, per risalire lungo la sua schiena, dove si trovava ancora la maglia felpata del pigiama.
La sua mano libera si spostò a sbottonarle i bottoni, mentre lei si teneva incollata alla bocca di Nick, come se fosse l'unico appiglio che le servisse.
Appena fu libera dalla sua maglia, alzando le braccia, Jess in reggiseno e pantaloni, si mise a cavalcioni su di lui, cambiando completamente posizione. Artigliò con la sua maglia e la scaraventò a terra con un gesto meccanico.
L'erezione di suo marito era già evidente e decise di non farlo aspettare ancora un minuto di più.
Si piegò su di lui scorrendo le sue mani lungo i suoi jeans, mentre Nick fece pressione sul suo bacino.
L'amore tra loro due era sempre stato un fuoco, acceso anche quando sembrava vagamente assopirsi.
« Nick » mormorò.
Lui la trattò nel migliore dei modi, le scostò piano i capelli e ormai entrambi in biancheria intima, cominciò a baciarla sulla nuca, sul collo, sui seni che spuntavano fuori, fasciati dal reggiseno color indaco.
« Jess, » sussurrò « se dovrà accadere stasera, » tra un bacio e l'altro « voglio che tu sappia che anche da donna incinta, » rivelò « ti vorrei lo stesso »
Quello sguardo la colpì dritta, mentre si sfilava il penultimo indumento che la costringeva.
« Non dire cose di cui potresti pentirti » lo prese in giro.
« Sono serio, » le accarezzò un braccio « non c'è niente che potrebbe far si che io ti ami di meno »
« Anche per me vale lo stesso, ma sappi che potrei diventare una mongolfiera, » scherzò appena « non sarò comunque un bel vedere »
« Ogni donna pensa questo all'inizio,  » la corresse « ma non è davvero quello che dice l'esperienza »
Jess arcuò le sopracciglia, in un gesto molto sorpreso. Nick alzò le mani in alto.
« L'ho letto su qualche rivista e in mia difesa, »
aggiunse « saresti la più bella »
Jessica si buttò di nuovo su di lui, stuzzicandogli il labbro.
« Sei un adulatore, Miller »

   
 
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