Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: pampa98    01/10/2020    2 recensioni
[Questa raccolta partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Una storia al giorno con protagonista Jaime Lannister, ambientate nell'universo canonico o in AU.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Cersei Lannister, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest
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Prompt: Backstory
Numero di parole: 983

 

PER UNA SCOMMESSA




I corridoi di Castel Granito erano silenziosi all’alba. Quella pace piaceva a Cersei, ma sapeva che anche se suo padre in persona le si fosse presentato di fronte in quei momenti, lei non avrebbe avuto paura né si sarebbe tirata indietro. Dopotutto aveva il diritto di fare visita al suo gemello se lo desiderava.
Le loro camere si trovavano ancora ai lati opposti del palazzo. Jaime le aveva proposto di tornare a dormire con lui dopo la morte della loro madre, ma Cersei aveva rifiutato: quello di stare separati era stato l’ultimo ordine di Joanna e lei non voleva disobbedire – almeno a quello specifico ordine.
Quando svoltò per raggiungere la stanza di Jaime, sentì delle voci e vide uscire dalla stessa Jaime insieme a Tyrion. Cersei storse la bocca: sicuramente suo fratello aveva permesso a quel mostricciattolo di dormire di nuovo insieme a lui.
I due ridacchiavano tra di loro e non si accorsero della sua presenza. Cersei rimase per qualche momento immobile, incrociando le braccia al petto mentre decideva se seguirli o tornare a dormire. Alla fine la curiosità ebbe la meglio su di lei.
Li seguì in silenzio fino a quando non arrivarono alle porte che davano sul cortile esterno e vide che le stavano aprendo.
«Che fate?» chiese, raggiungendoli.
Tyrion fece un salto e cadde a terra – quelle gambette tozze non riuscivano sempre a fare il loro dovere.
«Ciao, sorella» la salutò Jaime, mentre aiutava il piccolo a rialzarsi. «Come mai sei così mattiniera?»
«Potrei farti la stessa domanda. Dove state andando?»
«A fare una cosa» intervenne Tyrion. «Vieni?»
Allungò una mano verso di lei e Cersei si allontanò disgustata, nonostante non l’avesse nemmeno sfiorata. Jaime le rivolse uno sguardo di rimprovero, prima di rispondere:
«Ho perso una scommessa e devo pagare. Puoi venire a vedere, se ti va.»
«Una scommessa? E con chi?»
Jaime indicò il nano che sfoggiò subito un sorriso sdentato.
«Hai perso una scommessa con un bambino di cinque anni?»
«Sono più intelligente di lui» disse Tyrion.
«Ha ragione» lo sostenne Jaime, con un sorriso divertito sulle labbra. Poi avvicinandosi a Cersei, aggiunse. «Potrei averlo lasciato vincere, ma sono certo che da grande lui diventerà il cervellone della famiglia.»
Cersei sbuffò.
«Da grande? Sei molto divertente, fratello.»
«E tu sei acida, sorella. Coraggio, vieni con noi. Ci divertiremo.»
«Cosa dovresti fare di preciso?»
Jaime le rivolse un sorrisetto, mentre apriva il portone.
«Lo vedrai.»
 
«Tu sei pazzo.»
«Esagerata.»
«Sì, sei esagerata» ripetè Tyrion.
«È pericoloso, Jaime!»
Cersei lo afferrò per un braccio prima che potesse togliersi anche i pantaloni.
«Ci sono gli scogli là sotto e l’acqua è gelata a quest’ora. Ti ammazzerai.»
Jaime fece spallucce.
«Almeno avrò avuto una morte divertente. Giusto, Tyrion?»
Il piccolo inclinò la testa: in quel momento non sembrava più tanto felice di quell’idea.
«Non morirai, vero?» chiese.
Jaime sorrise, scompigliandogli i capelli.
«Ma certo che no. Io sono immortale.»
Cersei alzò gli occhi al cielo, chinandosi verso Tyrion.
«Mente» gli disse. «Nostro fratello è un bugiardo. Si aprirà la testa in due su uno di questi scogli e noi dovremo raccogliere i pezzi.»
«Grazie, Cersei. Ti prego continua a portarmi fortuna e a tranquillizzare Tyrion.»
«Non voglio che ti apri la testa!» esclamò il bambino. «È troppo pericoloso, Jaime. Non lo fare.»
«Bene. Due contro uno. Torniamo indietro, Jaime.»
Jaime spostò lo sguardo tra Cersei e Tyrion. La prima aveva un’espressione vittoriosa dipinta in volto, il secondo stava lasciando che la speranza prendesse il posto della preoccupazione.
Sorrise. Non era giusto che lui restasse l’unico insoddisfatto.
«Vi voglio bene, ragazzi.»
E girando su se stesso, prese la rincorsa e saltò, ignorando le urla di protesta degli altri due. Rischiava di rompersi la testa? Era un prezzo equo per il senso di libertà che stava provando in quel momento. Il vento soffiava intorno a lui, sentiva solo l’eco lontana delle onde che si infrangevano contro le rocce e il battito eccitato del suo cuore che gli rimbombava nel petto. Il maestro aveva detto che quella scogliera era alta trenta metri. Jaime aveva immaginato un tempo di percorrenza infinito, ma dopo pochi secondi il suo corpo si scontrò con l’acqua. Era fredda – Cersei aveva ragione – ma non tanto da congelarlo. E nuotando per tornare in superficie, Jaime notò che in effetti c’erano alcune rocce su cui aveva quasi rischiato di imbattersi – altro punto a favore di Cersei. Era vivo e vegeto, quindi naturalmente non le avrebbe detto che aveva avuto ragione.
Risalì in superficie, riempiendosi i polmoni di aria fresca. Si passò una mano sul volto, scostando i lunghi capelli biondi che si erano appiattiti per l’acqua. Sollevando lo sguardo, notò Tyrion sopra di lui che chiamava il suo nome.
«Ve l’avevo detto!» urlò Jaime per farsi sentire, sollevando le braccia in alto. «Non c’era niente di cui aver paura!»
«Stai bene?» gli chiese Tyrion.
«Mai stato meglio! Dillo anche a nostra sorella! Non è svenuta dalla paura, vero?»
Una parte di lui si sarebbe sentita lusingata al pensiero che Cersei lo amasse a tal punto.
«No! È andata a chiamare nostro padre!»
Brividi gelati percorsero la schiena di Jaime. Lanciarsi nel vuoto era divertente, pericoloso forse, ma permetteva di raggiungere picchi di adrenalina come nient’altro. Raccontare a Tywin Lannister di essere saltato da una scogliera alta trenta metri, quello era veramente spaventoso. E potenzialmente più mortale.
«Ma che cazzo, Cersei!» mormorò tra sé e sé. «Perché non l’hai fermata?» esclamò poi al fratello.
«Scusa» la vocina gli giunse flebile e Jaime si diede dello stupido per essersela presa con Tyrion. Non avrebbe potuto fermare Cersei in nessun modo.
«Tranquillo, non fa niente! Portami i vestiti qua, ce la fai?»
Il bambino annuì e la sua testa sparì dall’altura.
Jaime sospirò e si distese sull’acqua. Anche se fosse tornato subito in camera ad asciugarsi, non sarebbe mai riuscito a evitare l’ira di suo padre. Tanto valeva godersi la sua libertà finché poteva.

 
   
 
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