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Autore: klausanddiego    01/10/2020    0 recensioni
"Your love is therapy
No drug can give me clarity
As much as you do
Yeah, I need you here
Your love is scaring me
No one has ever cared for me
As much as you do"
Ho una playlist dedicata ai Kliego, quindi ho deciso di scriverci una storia!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Diego Hargreeves / Kraken / Numero 2, Klaus Hargreeves / Medium / Numero 4
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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If you see the boy I used to be

Could you tell him that I'd like to find him

And if you see the shell that's left of me

Could you spare him a little kindness

Klaus Hargreeves, il “Numero Quattro” della Umbrella Academy, sapeva di essere diventato un guscio vuoto. Tutte le cose che prima lo riempivano e lo facevano stare bene le aveva perse completamente, anzi, aveva dovuto lasciarle indietro di proposito per smettere di sentire le urla di fantasmi spaventosi. 

Dopo tutti quegli anni, Klaus sentiva la mancanza dei brividi che lo facevano sentire vivo, dell’emozione che gli riempiva il cuore, delle risate dei suoi fratelli, della sua stessa risata che nasceva spontanea, di quella donna dai capelli biondi che indossava grandiosi abiti anni ‘50 che chiamava mamma. Ma le sue dipendenze lo avevano costretto ad isolarsi e lo avevano prosciugato.

'Cause I've been high and I've been low

I've spent a thousand nights alone, tryna hold on tight

And feelings come but they won't go

Please won't someone take me home before I lose my mind

Klaus avrebbe voluto tornare ad essere quel ragazzino vivace e inarrestabile, quello che rincorreva Ben per i corridoi della grande casa in cui vivevano. Avrebbe voluto tornare ad essere il fratello preferito dalle sue sorelle Vanya ed Allison, seduto nella stanza di una delle due, mentre imparava a mettere il mascara. Avrebbe voluto tornare a giocare assieme a Luther e Five a quei giochi di carte che non aveva mai capito. Avrebbe tanto, tantissimo, voluto tornare ad essere quel ragazzino che sgattaiolava nel mezzo della notte in camera di suo fratello Diego e si addormentava con le sue carezze.

Avrebbe dato tutto per tornare indietro, a quando erano ancora dei bambini, ma era troppo tardi ed erano anche diventati degli sconosciuti. 

Quasi gli andava bene sentirsi vuoto. Non provare era meglio di affrontare la realtà. Per Klaus era decisamente meglio un trip dato dall’eroina piuttosto che affrontare i suoi poteri, i suoi incubi e il fatto che la sua famiglia lo odiava...Che Diego lo odiava.

Am I broken?

Am I flawed?

Do I deserve a shred of worth or am I

Just another fake, fucked up lost cause?

And am I human?

Or am I something else?

 'Cause I'm so scared and there's no one there

To save me from the nightmare that I call myself

Il suo corpo si muoveva senza che neanche lui sapesse realmente cosa stesse facendo. Si limitava a sopravvivere, ad ignorare quel dolore e facendo qualsiasi cosa pur di procurarsi una dose. 

Quando camminava per le strade della città in cui era cresciuto, con i suoi abiti stravaganti rubati da qualche bancarella, qualsiasi persona che incrociava il suo cammino lo scansava. Una volta aveva sentito una mamma dire ai suoi figli che se non avessero studiato e fatto i bravi bambini, sarebbero diventati “come lui”. 

Klaus non riuscì a trattenere i suoi pensieri. Se quella donna avesse visto che razza di infanzia aveva avuto, sicuramente non avrebbe nemmeno pensato le parole uscite dalle sue labbra. Era cresciuto senza un nome, era cresciuto come un semplice numero. Numero Quattro. Scappare da quel posto era stata l’unica buona decisione. Probabilmente gli abusi di suo padre lo avrebbero ammazzato prima della droga. 

I suoi fratelli avevano iniziato ad accusarlo più volte di usare quelle sostanze e l’alcool solo per farsi notare, solo per ricevere attenzioni. E in parte era vero. Era il suo modo disperato di chiedere aiuto. Credeva che facendo gesti sempre più estremi qualcuno si sarebbe accorto di lui e forse finalmente lo avrebbe aiutato. Invece tutti, o quasi, cominciarono a trattarlo peggio di prima. Diego, prima di abbandonarlo come tutti, aveva tentato l’impossibile per salvarlo, ma Klaus commise un errore irreparabile, chiudendolo fuori per sempre. Anzi, chiudendosi da solo fuori dalla vita di Diego.

Forse si meritava di essere quella persona vuota che era diventata. La giusta punizione per un individuo come lui. 

I've tried everything and anything

But nothing seems to work quite like it should

Between the madness and the apathy

Seems there's nothing left inside of me that's good

Klaus aveva perso il conto di quante volte era svenuto per poi risvegliarsi tra delle lenzuola pulite. 

All’inizio erano state sempre quelle del letto di Diego, fresche e impregnate del suo profumo. Si svegliava con l’odore del caffè e un filo di luce che illuminava l’appartamento migliore che suo fratello si era potuto permettere. Si godeva il momento per qualche minuto, poi si dirigeva in cucina e le prime parole che lui gli rivolgeva erano “E’ l’ultima volta che ti vengo a salvare, Klaus. Devi ripulirti o smetto di aiutarti”. 

E Klaus gli diceva che lo avrebbe fatto. Glielo prometteva ogni singola volta. 

“Voglio trovarti qui quando torno, non scappare”, Diego gli diceva prima di andare a lavoro. E lui annuiva distratto, già consapevole di non potergli assicurare che sarebbe rimasto sul suo divano. Infatti dopo neanche mezz’ora Klaus aveva preso il suo cappotto ed era sparito. 

La verità era che non era spaventato da quella minaccia perché gliel’aveva ripetuta così tante volte che era sicuro che Diego non sarebbe mai stato tanto coraggioso da smettere di aiutarlo. Lui era l’unica luce rimasta nella vita di Klaus, l’ultima speranza, e sapeva di star buttando tutto al vento ma essere sobrio lo spaventava.

Poi un giorno successe davvero. Diego non era più lì per lui. E il suo mondo crollò. Klaus si sentì morire e fu in quel momento che la sua vita cominciò ad essere un continuo andirivieni tra vicoli bui, ospedali e centri di riabilitazione. 

Le sue notti divennero sempre più fredde e solitarie, tanto da far male. Era sicuro di aver toccato il fondo, se anche Numero Due aveva perso le speranze allora era una causa persa. Ma perderlo non era nei piani di Klaus, quindi decise di ripulirsi per tornare da Diego, per tornare a casa con lui. 

Aveva sentito dire che una volta toccato il fondo si può solo risalire, perchè non provarci allora? 

 'Cause I've been high and I've been low

I've spent a thousand nights alone, tryna hold on tight

And feelings come but they won't go

Please won't someone take me home before I lose my mind

In una notte estiva, Numero Quattro camminava tranquillo, cercando di raggiungere un centro di riabilitazione diverso, più “efficace” dicevano. 

Dei passi si fecero pesanti dietro di lui e poi dei commenti osceni riempirono l’aria fino ad arrivare alle sue orecchie. Due uomini lo stavano seguendo. Erano ubriachi marci, appena usciti da un locale. Klaus li ignorò, era abituato a quel genere di attenzioni perché erano le uniche che riceveva, e prese a camminare più veloce, fino a quando non commise un errore. Girò per una stradina che doveva essere una scorciatoia, invece fu la sua trappola. Era stretta e buia, quasi disabitata, perfetta per morire ammazzato di botte. 

Klaus si fermò, decise che li avrebbe affrontati. Non erano i primi che avevano voglia di pestarlo per divertirsi. Lui non valeva niente per nessuno, nemmeno per se stesso. 

Peccato che quei mostri non avevano voglia di usarlo come sacco da boxe. Si ritrovò bloccato, con la faccia schiacciata sul muro e i due uomini che lo usarono come una bambola gonfiabile. Fecero a turno con lui, il suo corpo, per chissà quanto tempo. 

Klaus perse ogni cognizione, il sangue gli pompava nelle orecchie. Lo lasciarono a terra, ancora mezzo nudo, con i vestiti strappati. 

Klaus si diede la colpa, così come si era dato la colpa di qualsiasi abuso subito nella sua vita. Pensò che essa non sarebbe mai potuta migliorare e quello che gli era successo era semplicemente l’universo che gli rivolgeva un enorme dito medio.

Così era diventato come i fantasmi che lo tormentavano. Dopo quella notte si era trasformato in quelle voci e in quei corpi surreali che non gli davano mai pace. Invisibile agli occhi di tutti tranne che a quelli di suo fratello Numero Sei, che era sempre con lui. 

Klaus pensava che ormai non c’era tanta differenza tra loro, tranne che quello che era davvero passato a miglior vita era Ben. Eppure poteva scommettere di sentirsi...morto, almeno all’interno. E Klaus pensava anche che, visto quello che ne aveva fatto della sua vita, sarebbe dovuto essere lui il fratello defunto. Se lo sarebbe meritato.

La morte di Ben era arrivata come un fulmine a ciel sereno e il vecchio Reginald aveva incolpato i ragazzi. Ne erano stati tutti colpiti in qualche modo, ma Klaus ne era rimasto devastato. La morte di Ben lo aveva segnato, eppure al posto di onorare la sua memoria e le promesse che gli aveva fatto da vivo, se ne era dato la colpa e aveva calcato la mano su quei “piccoli vizi” attorno ai quali stava facendo ruotare tutta la sua vita. 

La droga, l’alcool e persino il sesso erano diventati la sua dipendenza. 

Aveva aumentato le dosi perchè aveva ancora più paura di dormire di notte e quello era l’unico modo per stare sveglio. Si era dato al sesso, svendendosi per qualche grammo o pillolla. Ormai il danno era fatto e ripararlo non era proprio da lui. Dio, Ben doveva proprio odiarlo a quel punto.

Am I broken?

Am I flawed?

Do I deserve a shred of worth or am I

Just another fake, fucked up lost cause?

And am I human?

Or am I something else?

'Cause I'm so scared and there's no one there

To save me from the nightmare that I call myself

Suo fratello non si era mai fermato dal pregarlo di smettere. Ben era costretto a guardare la sua sofferenza crescere a dismisura e non poteva fare nient’altro se non usare le parole per provare a convincere Klaus a darsi un’occasione. Ben lo pregava di fermarsi, gli diceva che lui era meglio di così, e lo pensava davvero. Klaus non era le sue dipendenze, Klaus non era una causa persa, Klaus era molto di più. Un buon fratello, un buon amico, una persona rimasta gentile nonostante tutto, qualcuno con un gran cuore. Questo ci vedeva Ben in suo fratello. Sapeva che Klaus poteva avere una vita migliore con qualcuno che si prendesse cura di lui. Ma Klaus non riusciva a credergli. Nessuno l’avrebbe mai preso sul serio e lo sapeva. Si era irrimediabilmente convinto che non c’era più niente di buono in lui.

Era rotto in mille pezzi.

Am I broken?

Am I flawed?

Do I deserve a shred of worth or am I

Just another fake, fucked up lost cause?

And am I human?

Or am I something else?

'Cause I'm so scared and there's no one there

To save me from the nightmare that I call myself

   
 
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