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Autore: MusicAddicted    02/10/2020    19 recensioni
Prendete due serie TV, shakeratele fra loro, trovate un punto d’incontro, stravolgete tutto lo stravolgibile… ed ecco che otterrete questa storia.
Crowley ha una delle sue brillanti idee e la propone ad Aziraphale.
E se Jessica e Kevin avessero ottenuto i loro poteri in tutto un altro modo? Se fosse un altro il loro primo incontro?
Forse stavolta tutto fra loro potrà essere più romantico, forse.
Degli Ineffabili Maritini invece… che ve lo dico a fare?
E in tutto questo che ne sarà dell’Anticristo?
La fine del mondo si eviterà?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jessica Jones, Kilgrave, Trish Walker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonanotte,
come dite? In ritardo con l’aggiornamento, ma chi? Io?!
*fischietta, innocentemente, srotola il papiro chilometrico e attende chi arriverà alla fine*

ineffably-inevitable-cover



Capitolo VII: A missing gift

                                                                                            London, Soho, Greek Street, 7 April 2006


 

Mentre in una suite a New York una coppia appena nata dorme teneramente abbracciata, qualcuno che non ha chiuso occhio tutta notte sta per fare irruzione in una precisa libreria.

La porta d’ingresso è chiusa, con un cartello appeso che invita cortesemente i visitatori a tornare negli orari indicati, ma per le sue dita demoniache che schioccano questo non rappresenta affatto un ostacolo.

Senza problemi, Crowley si avvia per il negozio, come se fosse casa propria…  in effetti è un po’ così.
Arriva al bancone dove Aziraphale è solito emettere i suoi pochi, pochissimi scontrini annuali, con un registratore di cassa in pieno stile anni ‘50, arrugginito, con una scomodissima manovella da girare.
Da almeno un buon ventennio se non di più hanno messo in commercio dei più pratici registratori digitali, ma l’angelo non ne vuole sapere.

Ed è proprio così che Crowley lo trova, addormentato accanto a quell’antiquato strumento, con la testa affondata su un libro che probabilmente stava leggendo, con un leggerissimo russare.

Crowley dapprima lo osserva intenerito, poi viene assalito dal nervoso.

- E così osi trovare un libro un giaciglio più comodo di me? Sul mio petto riposeresti mille volte meglio, nudo sono ancora più caldo e accogliente.- rimugina, indispettito.

Si ricorda il motivo per cui è lì e non esita a svegliare l’angelo. Aveva inizialmente progettato un modo più tenero per farlo, magari trovando anche una scusa per accarezzarlo e coccolarselo un po’, ma dopo quell’affronto deve rivedere i suoi piani.

Schiocca le dita e il cassetto della cassa esce con un trillo fastidioso, mancando di poco la guancia di Aziraphale.

L’effetto è immediato.

Il biondo si sveglia di soprassalto, non poco frastornato.

“Non è in vendita!” bofonchia, non ancora del tutto lucido.

Per tutta risposta il rosso se la ride.

“Oh, Crowley, sei tu…” si focalizza Aziraphale, giungendo ad altre conclusioni.

Addormentarsi su quel libro lo ha portato ad essere tutto spettinato, con i segni delle pieghe delle pagine in faccia, in aggiunta a delle macchie della tazza di cioccolata che si è bevuto la sera prima che ha rovesciato, facendo finire le ultime gocce sul suo panciotto.

- Oh, buon Cielo, sono inguardabile! - pensa, disperato, cercando di sistemarsi i riccioli indomiti e appianare il volto paffutello dandosi leggere pacche sulle guance.

- Per tutte le fiamme dell’inferno, non potrebbe essere più adorabile!- pensa Crowley, guardandolo incantato, ma poi si ricorda il motivo per cui è lì.

“Senti un po’, avevamo detto un potere ciascuno, com’è che la tua protetta oltre alla super forza può anche saltare in modo innaturale e ha una guarigione un po’ più veloce di quella umana?” lo mette subito alle strette.

“E tu come lo sai?” sgrana gli occhi Aziraphale.

- Oh cazzo, è vero. Io come lo so? ‘Perché l’ha detto direttamente la tua assistita al mio assistito… mentre limonavano duro?’ Logico che non glielo posso dire! - si mette in agitazione Crowley in un primo momento.

Poi osserva meglio l’espressione colpevole di Aziraphale.

- No, un momento.. guardalo com’è tutto spaventato, con la coda fra le gambe.. gli angeli hanno la coda? Oh, non è questo il punto! Fatto sta che sono io ad avere il coltello dalla parte del manico.- riprende la sua consueta sicurezza in se stesso.

“Lascia perdere come lo so, ho le mie fonti!” ribadisce misterioso.

“Beh il potere è uno ciascuno, come concordato, ma niente mi vieta di dotare la mia protetta di alcuni... ehmm... salvagenti!” cerca una scappatoia l'angelo, con finto fare innocentino.

 

“Sono due poteri speciali e mezzo, salvagente un paio di palle!” sbotta il demone.

“Daì, caro, non fare così!” cerca di avvicinarsi a lui il biondo.

“Non usare il tuo ‘caro’ con me, non stavolta!” sibila il rosso. “E va bene, anzi, e va male, angelo, se tu giochi sporco lo farò anche io!” lo mette in guardia, uscendo dalla libreria con la porta sonoramente sbattuta, un modo umano che però fa più scena.

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                                                                                     New York, 16 E 32nd St, Avalon Hotel, 8 April 2006

“Mi parli del rapporto con sua sorella,” chiede affabile Kevin, seduto sul comodo divanetto in velluto, mentre prende distrattamente appunti, con lo sguardo che gli cade sulla grande finestra che dà sulla strada.

Con un potere come il suo non serve nemmeno che faccia rilassare la sua paziente, prima che si metta a parlargli di ogni aspetto che ricorda.

Kevin prende nota dei punti più salienti che puoi lo aiuteranno a formulare la sua analisi, quando fra i complementi di arredo ne spunta uno non previsto, vivente, con dei vistosi capelli rossi e l’aria di chi non vuole affatto aspettare.

Kevin ha accumulato esperienza a sufficienza da capire che lui sia il solo che lo può vedere.

“Signora Bricks, mi scusi se la interrompo. Riprenderemo la seduta più tardi, ora è bene se entrambi ci concediamo una breve pausa,” corre ai ripari lui. “Non si preoccupi, rintracceremo la causa scatenante della sua cleptomania, se intanto vuole saccheggiare quello che le pare faccia pure, a patto che stia lontano dalla mia borsa!” si raccomanda uscendo, seguito da Crowley.

“Che hai di così urgente da dirmi?” domanda Kevin, approfittando del fatto che il corridoio sia deserto.

Non gioverebbe certo alla sua reputazione di psicologo se qualcuno lo sorprendesse a parlare da solo.

“Hai ragione tu, ci ho pensato, un giorno intero, e sono giunto alla conclusione che dovresti avere un potere in più anche tu... per cercare di bilanciare le cose. Consideralo un dono che ancora mancava, da parte mia.” risponde il demone.

“Ė quello che ti dicevo io, quindi… mi farai fermare il tempo?” si esalta Kevin.

“Zitto lì, lo scelgo io cosa darti... che ne dici di una certa flessibilità con la memoria altrui?” rilancia Crowley.

“Flessibilità in che senso?” si incuriosisce il persuasore.

“Puoi cancellare la memoria totale di una persona, o solo una parte o anche solo un ricordo e puoi decidere tu per quanto .. un’ora, dodici ore, dodici giorni… per sempre!” chiarisce il demone.

“Oooh interessante. Al Dottor Thompson sarebbe utile per aiutare alcuni suoi pazienti a liberarsi dei loro traumi.”

Solo tre giorni con Jessica e questa è l’influenza che ha già su di lui.

Crowley  lo scruta stranito.

“Ma sarebbe qualcosa di … buono. Immagino ne debba fare uso solo Killgrave,” si ravvede subito dopo.

“Io potrei non averti sentito...e non ne voglio sapere niente!” alza le mani Crowley.

“Posso anche creare nuovi ricordi alle mie vittime?” azzarda il suo pupillo.

“Ma tu non ti accontenti mai! NO, non se ne parla, cancelli e basta, mi sembra già abbastanza generoso!” sibila il demone.

“Oh sì lo è, accetto!” annuisce impaziente l’altro.

Crowley schiocca le dita e Kevin sente una nuova energia pervaderlo.

“Divertiti, Doctor Memory!” ammicca Crowley “Hey, non male come nuovo nome da supervillain!” ridacchia.

“Non ci provare, Killgrave non si tocca!” ribatte caparbio il più giovane.

“Sapevo che l’avresti detto.” fa spallucce il demone millenario, prima di scomparire.

 

Kevin fa ritorno dalla sua paziente, ma adocchia subito la borsa della donna che trabocca di ogni sorta di suppellettile costoso che c’era nella stanza d’albergo.

- Volevo testare il mio nuovo potere e liberarla del suo problema, ma… è troppo divertente; lo farò fra un paio di sedute, forse tre. - sogghigna.

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                                                            New York, Minton's Playhouse, Harlem, 206 W 118th Street, 26 April 2006

“Kevin, questa cosa non piacerà a te e nemmeno a me, ma dobbiamo farlo.” dice Jessica, mordendosi il labbro infieriore.

Sono seduti al tavolo di quello che ormai è diventato il loro punto di ritrovo per eccellenza.

Certo, lì Kevin ha rischiato di perdere la vita, ma quello che ha guadagnato in cambio gli fa vedere quel bar con altri occhi.

Oltre alla sfera sentimentale, ovviamente, Jessica adora quel posto perchè fanno degli ottimi cocktail e, grazie a quello che ormai è il suo ragazzo a tutti gli effetti, non è mai un problema ottenerli.

I due ragazzi non hanno mai smesso di vedersi e quando ciò non è stato possibile si sono trovati impegnati in lunghe conversazioni al telefono, appassionate.

“A me le cose piacciono così come sono…” mugola Kevin, bevendo il suo Martini secco.

“Anche a me, ma sono tre settimane che mi invento ogni sorta di scusa possibile e non posso più andare avanti così: Trish vuole conoscerti.” lo avvisa lei, giocherellando nervosamente con la cannuccia del suo Caipiroska alla fragola.

“Oh, beh, mi fa piacere se vuoi coinvolgermi nella tua famiglia.” le sorride lui, tenendole la mano.

Lei ricambia quel sorriso, ma poi si adombra.

“Diciamo che le ho parlato un sacco di te.... magari nascondendo un certo aspetto.” gli rivela.

Lui capisce subito a cosa si riferisca e le lascia andare la mano.

“Oh, è chiaro, ti vergogni di me!” sbotta, offeso.

Un istante dopo, Jessica gli è seduta in grembo, con le mani a coppa sul suo viso, incurante di chiunque li stia guardando.

“Questo non ti azzardare mai nemmeno a pensarlo!” quasi ringhia, prima di baciarlo, in modo veloce, ma profondo.

“Semmai voglio proteggerti. Non hai idea di quante domande mi ha fatto Trish quando ha scoperto dei miei poteri. E anche se ha davanti a sé una promettente carriera di attrice, si è messa in testa che prima o poi vuole cominciare a condurre un talk show… hai idea dei riflettori che potrebbe mettere su di te?” mormora lei, abbracciandolo.

“È molto dolce da parte tua, “ si intenerisce lui, accarezzandole i capelli. “Ma non temere per me, ho le spalle forti… non quanto le tue forse, ma le ho.” le strappa un sorriso.

“E poi non è detto che lei voglia fare di te uno scoop per forza. Diamole una possibilità. Se non hai troppe azioni malvagie da far portare a termine, fisserei l’incontro per domani sera.” decide lei.

“Vedrò di ritagliarmi uno spazio dalla mia malvagia agenda.” sta al gioco lui. “Anche perchè non posso certo farmi sfuggire l’occasione di conoscere Patsy!” si accende di entusiasmo.

“Sei suo fan?” aggrotta le ciglia lei.

“Chi non lo è?” è la sua risposta.

“Non so se voglio ancora organizzarlo quell’incontro…” borbotta Jessica.

“Vedi in realtà il mio diabolico piano è sempre stato arrivare a lei, tramite te…” si diverte Kevin  a cavalcare l’onda della gelosia della sua ragazza. “Ouch!” ridacchia per il pugno leggero che lei gli ha appena dato sulla spalla.

“Scemo! Cambia subito questo cazzo di discorso o il prossimo che ti do servirà a testare quanto davvero tu abbia le spalle forti!” lo minaccia lei, ma lui placa ogni gelosia con un bacio che non lascia spazio a nessun dubbio.

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                                                                         New York, 389 Upper East side 89th Street, 27 April 2006

“... e quindi lui è di sotto che aspetta.” finisce di raccontarle Jessica, seduta nel salotto della sorella.

“Ma è magnifico! Perchè non l’hai fatto salire, scusa?” replica impaziente la bionda, cercando di capire se può sbirciarlo attraverso il videocitofono, ma non ha fortuna.

“Il punto è che non ti ho detto tutto su di lui.” farfuglia la mora.

“È un brillante psicologo con uno studio avviato, ti rende felice… che altro mi devi dire?” sorride l’altra.

“Ti ricordi quando ti ho raccontato di come ho scoperto che come io sono l’assistita di un angelo e mi attivo per il bene, c’è una controparte al servizio del male?”

“Sì, ma questo che c’entra adesso?” ridacchia Trish. “Potrei capire se fosse Kevin la controparte, ma…”

Nello sguardo colpevole di Jessica la sorella legge ogni verità.

“Jessica, non puoi dire sul serio! Esci con un pluriomicida che con la sua superforza avrà già distrutto chissà quante vite!” si allarma.

“Stai esagerando, lui non ha alcuna super forza distruttiva e non è lui a compiere le azioni malvagie, le fa compiere, perché il suo potere è manipolare la mente delle persone.” le rivela la mora.

“Allora è evidente che stia controllando anche te, probabilmente dalla prima volta che lo hai incontrato!” sibila acida la bionda.

“Non è così, devi credermi, mi ha promesso che non mi controllerà mai e non mi serve nemmeno credergli, lo so e basta. Ti prego, non considerarlo un mostro senza cuore, non sai cos’ha passato, qual è la sua storia. Magari se vuole te la racconterà lui, ma, ti prego di credermi, so quello che sto facendo.” la guarda seria Jessica.

“Non ti ho mai visto così presa per qualcuno. Controparte o no dev’essere davvero speciale.” osserva Trish. 

“Fidati, lo è.” sorride la mora.

“E non hai detto nemmeno una parolaccia. Dev’essere davvero una cosa seria.” la fa ridere la padrona di casa. “E va bene, gli apro, digli che può salire.” approva, con Jessica che messaggia al suo ragazzo di raggiungerle.

E quando lo fa, dapprima Trish deve riconoscere che sua sorella ha un ottimo gusto estetico, ma poi si ricorda di che cosa lui sia capace e la sua espressione da cordiale diventa diffidente.

“Tu non mi piaci.” borbotta lei, incrociando le braccia al petto.

“Non è vero, io ti piaccio.” ribatte prontamente Kevin, sornione.

“Tu mi piaci!” gli sorride inebetita la bionda.

Ma Jessica è più che pronta a intervenire.

“Hey! Dannatissimo strizzacervelli, rimangiatelo! Trish è mia sorella, quello che fai a lei lo fai anche a me.” precisa lei, sul piede di guerra. “Se non controlli me, allora non devi controllare nemmeno lei.”

“Stai avanzando un po troppe richieste, mia cara.” alza gli occhi Kevin. “E va bene, va bene. Patsy, sentiti libera di provare qualsiasi tipo di sentimento tu voglia provare verso di me.” rielabora le sue richieste.

“Hey! Ora mi piaci ancor meno di prima!” sbotta Trish, mettendosi sulla difensiva.

“Oh, davvero?” la scruta a fondo Kevin. “Pensateci un attimo, io avrei potuto benissimo far dimenticare a te, come a Jessica, che io non ti piaccio; invece ho ascoltato Jess, ho annullato il mio precedente ordine e non ti ho nemmeno fatto dimenticare nulla a riguardo.” riepiloga con meticolosità.

Trish si chiude in un momento di riflessione.

“Hai ragione, Kevin, forse non sei poi così male…” si ricrede la bionda, facendolo sorridere.

Anche Jessica sorride soddisfatta.

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                                                                                        London, St. James’ Park, 08 May 2006

“Angelo, perché hai voluto vedermi. Hai notizie dell’Armageddon?” chiede furtivo Crowley, accostandosi al biondo nel dar da mangiare alle anatre.

“Uh no, che io sappia tra la mia gente non trapela ancora alcuna informazione,” replica l’angelo.

“Nemmeno da me, non che io abbia alcuna fretta, dipendesse da me potrebbe non arrivare affatto!” fa spallucce il demone.

“Mai parole furono più sagge, mio caro. Ma purtroppo non sarà così e dobbiamo tenerci pronti.” mormora Aziraphale. “Comunque per lo più volevo salutarti. Sto per partire.”

“E dove te ne vai? Un’altra missione?” lo guarda incuriosito il rosso.

“Non proprio. Tra qualche giorno è il compleanno della mia protetta e ne approfitto per farle visita per un po’ di tempo a New York.” spiega il biondo. “Parto fra due giorni, però magari non ti dovrei salutare se tipo… tu venissi con me?” incespica sulle ultime parole.

“Venire con te?” ripete Crowley.

“Beh sì, sei mai stato a New York? Magari per aiutare il tuo protetto?” si interessa Aziraphale.

“NGK! Nooo, il mio protetto non è mai stato a New York!” si affretta a puntualizzare Crowley.

- Perdonami, angelo! Odio mentirti.- si vorrebbe mordere la sua lingua biforcuta.

“A maggior ragione allora, potresti visitarla insieme a me, faremmo i turisti… un po’ come gli umani… magari giusto qualche miracolino per saltare ore di fila!” comincia a premere i tasti giusti l’angelo.

“Oh sì, mi piacerebbe. Non ho nulla che mi tenga impegnato qui, quindi… facciamolo!” approva entusiasta il demone.

- Angelo, anche se mi proponessi di visitare un tombino, in tua compagnia lo troverei il posto più bello del mondo. - pensa Crowley, troppo felice per accorgersi di quanto sia smielato.

“Davvero, accetti? È fantastico!” esulta Aziraphale, con un impeto tale che invece di alcune briciole finisce per gettare nello stagno l’intero sacchetto.

“Praticamente siamo già nella corona della Statua della Libertà!” fa un sorrisone Crowley.

“Certo, e ci sono così tante cose da fare. Possiamo visitare il Museo di Storia Naturale, il MOMA, il MET…”

L’entusiasmo del demone si spegne, sostituito da uno sguardo annoiato.

“Angelo.... guarda che dovresti convincermi!” gli fa notare, sbuffando.

“Ma non ti avevo già convinto?” ribatte Aziraphale. “Oh, beh, lo sai che lì c’è forse il negozio più grande di M&M’s ? E anche un posto dove puoi creare pupazzi personalizzati, in genere sono orsacchiotti… ma, chissà, potrebbe anche essere un’anatra!”

Decisamente, quando si tratta di Crowley, Aziraphale sa premere i tasti giusti, senza contare tutte le ricerche che ha fatto per trovare qualcosa che possa appassionare lui.

“Perché non l'hai detto prima? Andiamoci subito!” esulta fremente il rosso, prendendolo per mano, pronto a schioccare le dita.

“No, ho detto fra due giorni, prima devo sistemare la libreria.”

“Ma se hai due clienti in croce!” lo sbeffeggia l’altro.

“Non è un buon motivo per lasciarla andare al decadimento. Devo lanciare incantesimi di protezione ai miei libri, uno a uno e anzi… in due faremmo prima…” lo guarda quasi minaccioso Aziraphale.

“Cosa?! No, levatelo dalla testa! Ho di meglio da fare che passare due giorni fra i tuoi polverosi scaffali di libri!” obietta Crowley, ma la sua ovviamente è una finta scontrosità.

- Due giorni in più col mio angelo prima di una vacanza intera con il mio angelo!- gongola interiormente.

“Eddai nemmeno se ti offro una serata con i migliori vini della mia riserva?” rilancia Aziraphale che vuole averlo con sé a qualsiasi costo.

- Serata alcolica col mio angelo!- esulta Crowley.

“Andata!” approva entusiasta.

“Ottimo.” batte le mani Aziraphale. “Così possiamo discutere meglio della nostra vacanza e stendere un piano su come riempire le giornate. A Manhattan poi danno così tanti bei musical…”

“Prova a portarmi a vedere ‘Tutti insieme appassionatamente’ e ti tolgo il saluto!” ringhia il demone.

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                                                               New York, Four Seasons Hotel, 57 East 57th Street, 18 May 2006

“Ero convinta che questi giorni sarebbero stati complicati per vedersi e invece… Aziraphale credo di averlo incontrato non più di tre volte, impegnato com’è a fare il turista col tuo guardiano!” ridacchia Jessica, stringendosi a Kevin mentre sono a letto, molto poco vestiti.

“E pensa che Crowley mi ha detto che il tuo caro Zira voleva prenotare una stanza qui, anzi, due stanze, figurati se acconsente a dormire insieme,” gli spiega. “Meno male che Crowley lo ha convinto a soggiornare all’Avalon!”

“Già, sarebbe stato sconveniente incrociarlo in questi corridoi, vestita così poi…”

Svestita, vorrai dire.” ammirandola nel suo completo intimo nero coi fiocchetti sui fianchi. “Come se ti lasciassi andare fuori così… certe visioni devono rimanere solo mie!” ringhia possessivo lui.

“E ancora non mi ha mai visto senza!” lo provoca lei, in procinto di sciogliere il primo fiocco, ma lui le blocca la mano.

“Non serve. Le cose vanno benissimo così come stanno procedendo.” le sorride lui, guadagnandosi un bacio.

“Allora godiamoci questa notte, perchè già domani Zira sarà in fermento, probabilmente comincerà a festeggiarmi da dopo la mezzanotte… ci rivediamo direttamente il 21 mi sa,” spiega lei.

“Certo che perdermi così il tuo compleanno…” borbotta lui.

“Lo so, ma… lo capisci anche tu che se c’è il mio guardiano non ci puoi essere anche tu? Non è colpa mia se tu e Crowley siete stupidamente uguali! Potevate essere un po’ meno esibizionisti, cazzo!” sbotta lei.

“Hey, non lo abbiamo deciso noi che dovevamo somigliarci!” si difende Kevin.

“Lo so… è solo che mi dispiace… non me ne frega un cazzo del mio compleanno, mi spiace solo di non poterlo passare con te,” mormora lei, imbronciandosi, prima di accoccolarsi al suo petto.

“Dispiace anche a me, ma ci sarò con il pensiero.” sussurra lui.

“Che dolce,” sorride lei, baciandolo , prima di abbassargli nuovamente i boxer attillati grigi, l’unico indumento che indossa, e chinarsi sul suo grembo “Di sicuro meriti un secondo round!”

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                                                            New York, Hell’s Kitchen, 485 West 46th Street, 20 May 2006

“Un altro brindisi per Jessica!” urla una ragazza che Jessica non ha la più pallida idea di chi sia, è una delle tante amiche di Trish che si sono accodate a lei.

Basta un buffet, un po’ di musica e dell’alcool e improvvisamente tutti diventano amici di tutti.

Jessica ringrazia con un cenno della testa e un sorriso di circostanza, finendo la sua birra.

“Chiuderò un occhio sul fatto che non dovresti bere, mia cara, ma solo perchè è il tuo compleanno!” agisce da grillo parlante Aziraphale, mentre però non riesce a resistere al richiamo della musica.

“E anche perchè tu ti stai scolando la quinta birra mentre io non andrò oltre la prima, forse!” gli rinfaccia Jessica.

“Hey, hey, trattalo bene il mio Zira, lui è l’anima della festaaaa!” gli avvolge un braccio attorno alle spalle Trish, parecchio brilla anche lei e non solo di birra.

“Io questa festa e questo casino nemmeno lo volevo. Dannazione, Trish, quelle oche patentate nemmeno sono tue amiche, semmai lo sono della tua popolarità!” borbotta la festeggiata, staccando Trish da Aziraphale e la bottiglia di birra ancora mezza piena dalle mani della sorella. “E tu con l’alcol hai chiuso per stasera!”

“Non fare la guastafeste, Jess!” sbuffa Trish, buttandosi sul divano. “La notte è ancora lunga e la festa è appena iniziata, wooohh!” incita tutti.

- Purtroppo, non è certo dove vorrei stare ora…- pensa insoddisfatta la detective.

Aziraphale è ancora lucido abbastanza per leggerla come un libro aperto.

“Ti manca il tuo ragazzo, vero?” le chiede, sapendo già la risposta.

“Uh? Beh, sì, immagino che sia normale…”

Ma tu guarda, io sono a Londra tutto il tempo e lui ci va proprio quelle poche settimane in cui posso essere qui.” riflette l’angelo.

“Eh, già che sfortunata coincidenza… ma Kevin non lo puoi certo tenere lontano da un convegno!” fa spallucce lei, mentre in realtà si detesta.

- Jessica, tu non sei una super eroina, sei solo una cazzo di super bugiarda!-

“E tu? Non ti manca il tuo ragazzo?” gli rigira la stessa domanda.

Aziraphale è preso così alla sprovvista che per poco non fa comparire le ali di fronte a tutti, ma se la cava solo con qualche colpo di tosse.

“Co---sa? Ma… ma no, Crowley non è affatto il mio ragazzo. Noi siamo solo… buoni amici che dovrebbero essere nemici giurati.” sottilizza lui. “Però devo dire che questa vacanza ci voleva, abbiamo più tempo per noi, lo sento più vicino, a volte ho come l’impressione che ci scambiamo certi sguardi che perdo il decoro di cui dovrei essere l’emblema…” confida, forse sotto l’effetto della quinta birra. “Insomma, credo proprio che le cose procedano a gonfie vele!” sorride entusiasta.

******************************* (Contemporaneamente)

                                                           New York, Manhattan, Fifth Avenue, 45 Rockefeller Plaza, 20 May 2006

“Non stiamo andando da nessuna maledettissima parte!” si lagna Crowley, mentre lui e il suo assistito si stanno concedendo una passeggiata nei pressi del Rockefeller Center, per distrarsi da quanto sta avvenendo in un appartamento non troppo lontano, dove c’è il relativo oggetto del desiderio di ciascuno dei due.

“Ho accettato anche di accompagnarlo a uno di quei suoi stupidi musei per cui va matto e l’unica cosa bella è che mi ha tenuto a braccetto tutto il tempo. Ho provato a imboccarlo mentre eravamo al View of the World, al ventesimo piano del World Center Hotel, l’atmosfera più romantica che tu possa immaginare e lui che fa? Si ritrae offeso dicendo che ha sufficiente autonomia per mangiare senza aiuti… lo capisci quanto è disperato il mio caso?” gesticola animatamente, stropicciandosi la faccia.

“Sicuro che non vuoi che il mio potere funzioni anche sugli angeli? Andrei da lui e gli direi ‘Cadi fra le braccia di Crowley come vuoi fare sì e no da seimila anni!’” risponde Kevin, con lo sguardo rivolto all’altissimo grattacielo che troneggia davanti al loro occhi. “Jess ne raggiungerebbe la cima senza alcun problema.” sospira malinconico.

“Il tuo potere resta così com’è e comunque non cambierebbe le cose… non cadrebbe in alcune braccia, tantomeno le mie, quell’angelo non si lascerà mai andare.” mugugna Crowley.

“Gli serve una terapia d’urto e te lo dico più da psicologo che da tuo protetto o amico… ci stai andando troppo leggero col tuo angelo, devi metterlo davanti alla realtà dei fatti, deve capire quello che provi per lui; non sto certo parlando di portargli dei fiori o dei cioccolatini. Prendilo, inchiodalo a un muro e bacialo come se fosse il vostro ultimo giorno su questa terra!” lo sprona Kevin.

Crowley si agita così tanto al solo pensiero che per poco non si tramuta in serpente sotto gli occhi di tutti.

“NGK! Nooo, non potrei mai!”

“E allora crogiolati nel tuo struggimento per altri seimila anni, ma non venirti a lamentare con me!”

“Non potrei nemmeno volendo, fra seimila anni non ti troverei più. Ti ho dato il potere del controllo mentale, mica quello dell’immortalità!” ridacchia Crowley.

“Spiritoso!” alza gli occhi l’altro.

“Però hai ragione, devo tentare il tutto e per tutto e credo proprio che ci proverò da subito e lo stesso dovresti fare tu.”

“Uh?”

“Cos’è che ti trattiene dall’andare da Jessica? Farti vedere dal mio angelo, ma se lui te lo levassi di torno io? Ormai sono quasi le undici, ha festeggiato a sufficienza.” decide Crowley.

“Davvero lo faresti?” si accende di entusiasmo Kevin, che per quella sera aveva piani precisi, prima di sapere dell’arrivo del guardiano di Jessica e forse può ancora rimediare.

“Lo sto già facendo!” ammicca lui, andando nel primo vicolo isolato quanto basta per permettergli di scomparire.

E quando Kevin si presenta alla porta di Jessica trova quella tesi avvalorata.

“Kevin!” sorride lei, sorpresa.

“Sono ancora in tempo, quindi, buon compleanno, mio prode Cavaliere!” mormora lui, baciandola teneramente.

“Grazie, ma non sai cos’hai rischiato! Zira se ne è andato giusto cinque minuti fa, ha ricevuto un SMS e non ha più capito nulla….” spiega lei.

“Diciamo che mi sono presentato perchè avevo questo presentimento.” rivela lui, col sorriso di chi sa. “E, mi dica, Signorina festeggiata, ha voglia di farsi rapire?”

“Saresti il mio eroe se mi portassi via da qui… però è solo Zira ad essersene andato, sono ancora nel pieno di questa fottuta festa e non posso certo mandare via a calci in culo tutti quanti…” si morde le labbra lei.

“E chi ha detto che devi farlo?” la guarda con aria furbetta lui, entrando senza nemmeno aspettare il permesso. “Buonasera, gente, continuate pure a divertirvi, non vi accorgerete nemmeno dell’assenza di Jessica e dimenticatevi che io sia stato qui.” alza la voce, per sovrastare la musica.

“Oh, accidenti, c’è pure Patsy, l’ho vista dopo… vuoi che vada a sciogliere il mio comando su di lei?” si premura subito dopo.

Jessica osserva la sorella intenta a parlare con uno scaffale, come se fosse una persona.

“Lascia stare, non credo che lo noterebbe comunque.” replica lei, per poi osservarsi nei suoi jeans neri con gli strappi e una T-shirt dei NIrvana. “Almeno fammi cambiare prima di rapirmi, doveva essere una festa tranquilla, quindi nemmeno ci ho pensato a mettermi in ghingheri.” si agita.

“Sei perfetta così, dolcezza.” approva lui, che come al solito è elegantissimo nella sua giacca color magenta, con una camicia a righe colorate su un pantalone classico blu scuro.

Le dà giusto il tempo di prendere una giacca, prima di allontanarsi con lei.

“Perfetto, sono più che pronta per Lei, Signor rapitore.”

“Ottimo, perché c’è ancora un regalo che manca… il mio, ma voglio dartelo in un posto speciale.”

Jessica non solo deve acconsentire a farsi ‘rapire’ ma anche bendare, prima di salire sul taxi che li porta a destinazione e solo dopo un tragitto in ascensore più o meno lungo, la benda le viene tolta dagli occhi.

Sono ancora all’Empire State Building, sono ancora sul terrazzo, sono ancora le uniche persone presenti, ma questa volta c’è una coperta stesa al centro, altre coperte impilate nel caso la notte si faccia più fredda, una ciotola ricolma di succose ciliegie, una ganache al cioccolato fondente e una bottiglia di vodka alla menta, tenuta in freddo.

“Kevin, io non ho parole!” gli salta al collo Jessica, estasiata.

“Ne sono felice, ma questo serve solo a creare atmosfera. Mancano ancora cinque minuti a mezzanotte, sono ancora in tempo.” le sorride, porgendole una scatolina blu.

Aprendola, Jessica trova all’interno un ciondolo d’argento dell’Empire State Building, con la relativa catenina, sempre in argento.

La ragazza non dice nulla, semplicemente sorride raggiante e ricopre di baci il viso del suo ragazzo.

“Con l’augurio che possa sempre ricordarti il nostro primo appuntamento e questa che spero sia un’altra notte magnifica.” mormora lui, mettendogliela al collo.

“Sono certa che lo sarà, l’inizio è stato col botto.” sorride lei, mentre prendono posto sulla coperta stesa e Kevin apre la vodka.

“Oh, mi spiace, temo di aver dimenticato i bicchierini per gli shot.” si accorge lui.

“Ti sembro il tipo da certe formalità?” ridacchia lei, prendendo una sorsata dalla bottiglia e invitandolo a fare altrettanto, prima che si scambino un lungo bacio alcolico.

“Per caso hai anche ordinato al cielo di essere così stellato e privo di nubi?” commenta lei quando si separano, guardando in alto.

“No quella è stata solo fortuna!” sorride lui, stringendola a sé, prima che la imbocchi con una ciliegia che ha intinto nella fonduta di cioccolato.

Il verso di apprezzamento che emette Jessica gli causa un immediato rigonfio nei pantaloni e lei sembra accorgersi mentre ripete lo stesso procedimento con lui, togliendogli la giacca e cominciando a sbottonargli la camicia.

Intinge un’altra ciliegia ma stavolta fa volutamente cadere qualche goccia di cioccolato sul collo ora esposto, ripulendolo con leccate e succhiotti.

“Oh, Jessica…” geme lui, col suo auto controllo sempre più compromesso.

Esattamente quello che vuole lei.

Si toglie la giacca, la getta incurante in qualche angolo del terrazzo e si sfila anche la T-shirt, lasciandola cadere sulla coperta, prima di mettersi a cavalcioni su di lui, prendere le sue mani e portarseli sui suoi seni.

“Oh, mio Dio, Jessica!” annaspa Kevin, in evidente difficoltà.

“Non ci potrebbe essere un momento più perfetto: qui, questa notte, io e te, tutto questo. Abbiamo coperte e una vodka per scaldarci fino all’alba, se necessario… che cos’altro stiamo aspettando?” lo guarda furbetta lei, avvolgendogli le braccia attorno al collo.

Lui ghigna impaziente, baciandola famelico, mentre le palpeggia i seni, ancora coperti da quello strato sottile di tessuto che avrà breve durata.

“Pensavo fosse il tuo compleanno, ma il regalo me lo stai facendo tu.” mormora contro le sue labbra, prima di darsi un gran da fare.

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                                                                    New York, Barnes & Noble, 555 5th Avenue, 21 May 2006

Non è quello che si aspettava Aziraphale. Pensava di assaporare l’autenticità del posto, immergersi nella lettura dei più antichi e introvabili volumi della città e invece… è tutto così moderno da nausearlo quasi, lì ci sono le utlime uscite, le tendenze del momento, edizioni su larga scala… il pari della Kryptonite se lui fosse Superman!

- Eppure non capisco, Crowley sa i miei gusti, perché mai mi ha consigliato di venir qui? Sa quasi di… vendetta. Ho forse fatto qualcosa di sbagliato ieri notte?- si domanda, imbronciandosi.

Decide che con quella libreria figlia del materialismo più estremo non ha nulla a che spartire e si avvia deluso verso l’uscita, quando gli sembra di vedere entrare proprio la causa del suo malumore.

- Forse è l’immaginazione che mi gioca brutti scherzi… no, non mi sbaglio, quello è Crowley… solo un po’ diverso… - si avvicina fra l’incuriosito e il confuso.

“Proprio te cercavo, ma mai mi sarei aspettato di trovarti in una libreria che non fosse la mia… perché mi hai suggerito un posto così poco in linea con le mie preferenze?”

“Come, prego? Deve aver sbagliato persona, Signore, io sono qui per ritirare un libro che ho ordinato per lavoro. Sono psicologo… e lei ha l’aria di averne bisogno di uno.” borbotta Kevin, squadrando confuso quell’elegante signore dall’aria un po’ antiquata.

“Dai, Crowley, non prendermi in giro… ma, soprattutto, che accidenti hai fatto ai tuoi bellissimi capelli rossi?” si allarma l’angelo.

Finalmente Kevin capisce l’equivoco.

“Oh, tu devi essere Zira… voglio dire, Aziraphale.” si lascia sfuggire Kevin.

Aziraphale può anche non essere un detective, ma di certo non è stupido.

- Quest’uomo è praticamente la copia precisa di Crowley… e lui mi ha detto che il suo candidato gli somiglia tantissimo… Mi ha chiamato Zira. Solo una persona, okay, due se contiamo Patricia, mi chiama così. L’assistito di Crowley ha una ragazza. Jessica mi ha detto che esce con un Dottore. Lui ha appena detto di essere uno psicologo…-

Anche Kevin sembra rendersi conto del guaio colossale che ha combinato.

“Dimentica subito quello che ho detto!” interviene tempestivo, guardandolo negli occhi e concentrandosi il più possibile.

“Oh no, giovanotto, io non dimentico un bel niente!” ringhia l’angelo, sempre più furibondo.

“Stupido potere che non funziona con gli angeli!” mugugna Kevin, alzando gli occhi.

TBC

TA DAN! La frittata è fatta!
Jessica e Crowley farebbero bene a emigrare in Alaska… ma tanto Azi e la sua furia cieca li troverebbero ovunque XD

spero che vi sia piaciuto, perdonatemi l’eccessiva lunghezza, ma dovevo proprio farlo finire a questo punto o non aveva senso.

Visto che la vacanza estiva tra Los Angeles e Las Vegas  è congelata da tipo Marzo (sono una bruttissima persona, prima o poi spero di sbloccarmi da questa crisi) almeno qui gli Ineffabili si stanno godendo quella primaverile a New York ^^’

Piaciuto il compleanno di Jess e come ha voluto festeggiare quel romanticone di Killy? ;)
Perdonatemi ma questo è l’unico contesto dove posso scriverli un po’ più picci-pucci ^^’

Ho già la serie rossa dove ne fanno di cotte e di crude con il cibo e gli alcolici (e non solo)… non ho voluto dilungarmi troppo, sì è vero, qui son più giovincelli, ma alla fine le cose son sempre quelle XDD e questa vorrei mantenerla arancione ^^’ , quindi vi lascio immaginare e basta quanto se la siano spassata! XD

Ah, la Trish brilla è particolarmente divertente da scrivere XD

spero vi sia piaciuto anche il resto, ci ho messo un’eternità a scrivere questo capitolo perchè volevo ‘ragionarlo’ bene  ma sentitevi liberi di dirmi qualsiasi cosa, sto sempre in vedetta per avvistare bandiere arancioni, prima o poi capiterà XD

alla prossima, con le avventure dei J/K che più fluffosi non si può XD … se prima non mi tirano per la manica due vampiri.. quasi tre XD
Buonanotte che è tardino, come al solito...
   
 
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