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Autore: Asmodeus    02/10/2020    3 recensioni
Una raccolta di momenti dolci e demenziali su due giraffe innamorate troppo carine, ovvero Martino e Niccolò.
Pillole di vita quotidiana, baci, momenti stupidi e altre piccolezze simili, per provare a strapparvi un sorriso e per celebrare questa splendida coppia.
| Raccolta di brevi one-shot e flashfic partecipante alla challenge "Just stop for a minute and smile" organizzata da Soul_Shine sul forum di EFP.
- I capitoli #12 e #13 partecipano alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.
- Il capitolo #17 partecipa al contest "Countdown" indetto da Soul_Shine sul forum di EFP
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Martino Rametta, Niccolò Fares
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ospiti indesiderati


VENERDÌ
12:17
2 ottobre 2020


Martino apre a fatica la porta di casa, le braccia esauste a causa del peso delle borse della spesa – ora rigorosamente di stoffa, ormai ha imparato dai suoi errori. Sbuffando, chiude la porta dietro di sé, getta le chiavi sul mobiletto all’ingresso, poi finalmente riesce ad appoggiare le pesanti borse sul pavimento e tira fiato nuovamente.
«Nì, sono a casa! Mi dai una mano?» urla dall’ingresso, la schiena sudata appoggiata alla porta.
“Devo imparare a non prendere così tante cose quando sono da solo” si ripete mentalmente, fissando con astio le buste che lo guardano ridacchiando maligne dal pavimento.
“E forse dovrei cominciare ad andare in palestra”, aggiunge guardando il suo riflesso nello specchio vicino all’ingresso. Non ha nemmeno un filo di pancia, ma non ha nemmeno troppi muscoli ed essere esausto dopo aver fatto la spesa non è esattamente il massimo.
«Nì?» chiama nuovamente riscuotendosi dai suoi pensieri e notando di non aver avuto ancora nessuna risposta.
Silenzio.
Martino scuote la testa, poi raccoglie nuovamente le borse della spesa e si avvia in cucina.
«Grazie per la considerazione, signor Fares! Ce ne ricorderemo!» urla rivolto alla camera da letto: Niccolò è certamente di là a dormire o ad ascoltare la musica, ma una mano potrebbe anche dargliela…
Il rosso sistema la maggior parte della spesa nel frigo e nella dispensa, poi porta le cose restanti in bagno con sé – due confezioni di sapone, il dentifricio nuovo, il deodorante di Nicco che ormai è quasi finito, due confezioni di shampoo e due di balsamo, la carta igienica e il sapone per pavimenti – il tutto impilato precariamente tra le sue braccia.
«Tranquillo Nicco, non ho bisogno di una mano no no!»
Si sta scaldando: odia essere snobbato dal proprio ragazzo, soprattutto nel momento del bisogno. Sistema le ultime cose nel bagno, poi finalmente si dirige verso la camera da letto per redarguire il proprio ragazzo che continua ad ignorarlo.
«Certo che sei proprio simpatico, almeno potresti rispon… oh».
La camera è vuota, il loro letto ancora sfatto dal mattino ma senza la magra figura del moro accucciata su di sé.
Martino si aggira confuso per casa, in cerca del proprio fidanzato, ma di lui non c’è alcuna traccia.
Tira fuori il cellulare: nessun messaggio.
Controlla anche in cucina, in sala, sulla loro scrivania: anche lì, niente di niente.
Niccolò è uscito, senza avvisarlo.
La sua mente corre immediatamente a due anni prima, alla loro gita a Milano e al suo colpo di testa, poi cerca di tranquillizzarsi e ragionare.
Niccolò non ha crisi da un sacco di tempo, la nuova terapia funziona, quindi… magari se ne sarà semplicemente uscito a fare una passeggiata.
Martino si costringe ad essere ottimista: apre Spotify facendo partire il nuovo album di Achille Lauro – ha di recente cominciato ad apprezzarlo come cantante – e poi comincia a preparare il pranzo nonostante sia ancora presto.

Dopo una decina di minuti, sulle note di “Me ne frego”, ecco scattare la serratura della porta.
Martino abbandona i fornelli e fa capolino con la testa dalla cucina, cercando con lo sguardo l’ingresso e il suo Niccolò.
Vede la sua chioma nera varcare la soglia di casa, e i suoi occhi si illuminano: tutto a posto generale Rametta, allarme rientrato! L’amore della tua vita è a casa, al sicuro!
Il rosso sfoggia un sorrisone a trentadue denti per il moro, che armeggia per sfilare le chiavi dalla serratura prima di abbandonarle sopra alle sue sul mobiletto.
Poi finalmente Niccolò alza la testa, incrociando il suo sguardo: non appena lo vede, anche lui sorride felicissimo, gli occhi stretti in quel suo modo così particolare che ha imparato ad amare.
«Ciao Nì!» lo saluta, sempre con solo la testa fuori dalla cucina e il resto del corpo spalmato sul muro come una lucertola.
«Tutto bene? Dove te ne sei andato? Non mi hai detto che dovevi uscire», gli domanda, prima di lanciare un’occhiata verso le pentole per controllare il pranzo. L’acqua sta bollendo, per cui si costringe a rientrare in cucina per abbassare il fuoco e gettare la pasta: «Scusa, butto la pasta e arrivo!»
Sente Niccolò armeggiare con qualcosa all’ingresso. «Sì, tutto a posto amore, e te con la spesa? Hai preso tutto?» attacca il più grande, prima di continuare: «Scusa se non c’ero a darti una mano, c’è stato un…contrattempo».
Gli pare per un attimo di sentire un respiro pesante provenire dall’ingresso, come se Niccolò avesse il fiatone unito al naso chiuso.
«Sì sì, ho preso tutto! La prossima volta però ti voglio con me, che le buste son pesanti da portare fin su da solo…» ribatte il rosso mentre armeggia coi fornelli. «Che intendi con contrattempo?» domanda infine, dopo aver buttato le penne e impostato il timer per la cottura.
Sente di nuovo Niccolò far del casino con qualcosa all’ingresso, prima di sentire i suoi passi avviarsi verso la cucina. O meglio, prima di sentire i passi di Niccolò e qualcos’altro.
Martino si volta verso la porta della cucina nel momento esatto in cui vi arriva Niccolò insieme all’ignoto ospite, e il suo sorriso si tramuta istantaneamente in una maschera terrorizzata.

Davanti a lui, ormai nella sua cucina, a fianco di Niccolò c’è Paco.

Martino brandisce un mestolo come se fosse una spada, puntandola verso quell’ammasso di ciccia canina nera come la notte, i canini giallognoli che lo fissano da sotto gli occhietti malvagi.
È pietrificato dalla paura: il cane dell’Arnalda è in casa sua, a pochi metri da lui.
«Che cosa ci fa questo coso qui?» domanda lentamente a Niccolò, la voce tramutata in un basso ringhio, le parole che lasciano lentamente le sue labbra come se fossero affilati coltelli pronti a colpire il botolo infame.
Niccolò si gratta la testa imbarazzato e solo allora Martino nota che nella destra tiene un guinzaglio rosso che si unisce al collare rosso e nero del bulldog.
Paco intanto lo fissa curioso, per una volta senza ringhiargli contro.
Ma Martino sa che quella è solo una finzione: per questo non abbassa la guardia, ma brandisce con ancor più decisione il suo mestolo da guerra.
«Ecco, vedi… è lui, il contrattempo» prova a spiegarsi Niccolò, stringendo il guinzaglio più saldamente tra le mani. Sa di star camminando sul ghiaccio sottile, visto che gli occhi di Martino lo stanno incenerendo come lame infuocate e gli urlano addosso “TRADITORE!”.
«In che senso è lui il contrattempo?» ripete il rosso velenoso e pronto alla battaglia. «Si spieghi meglio, signor Niccolò Fares. Ma prima sbarazzati di quella cosa, grazie. Lo voglio fuori da casa mia. Ora».
«È impossibile, Marti. Io…» comincia l’altro, attirandosi nuovi fulmini mortali addosso da parte del fidanzato prima di trovare il coraggio di continuare.
«Impossibile? Tu cosa?» lo incalza il rosso, l’odio negli occhi.
«Io… ho promesso all’Arnalda che ci saremmo occupati di lui» spiega finalmente l’altro.
Martino spalanca la bocca shockato, ma il moro tira dritto prima che possa ribattere.
«Mentre eri via lei… è caduta. Niente di troppo grave, sembra, ma l’ambulanza è venuta a prenderla per portarla in ospedale e fare dei controlli. Ho aperto io a quelli del 118, quando sono arrivati e hanno suonato perché gli aprisse qualcuno».
Martino si paralizza a sentire quelle parole: per quanto non sopporti quella donna, sapere che si è fatta male lo lascia di stucco. Ma ciò non spiega la presenza del cane in casa sua.
«Hai fatto bene ad aprirgli» ammette il più piccolo, prima di incalzare il proprio fidanzato. «Ma perché hai preso tu il cane?»
«Beh, vedi… quando ho aperto all’ambulanza, sono sceso anch’io a vedere come stava. E lei… era così preoccupata per Paco, non voleva lasciarlo da solo mentre era in ospedale, così… mi sono offerto di prendermi io cura di lui finché lei non torna».
Martino guarda interdetto il proprio ragazzo, incredulo per quello slancio di generosità del fidanzato che gli ha portato Satana in casa.
«So che non andate d’accordo ma… Era la cosa giusta da fare, non trovi?» gli domanda in conclusione il moro, gli occhi da cerbiatto supplichevoli.
Martino chiude gli occhi e la bocca, cercando di ricomporsi. Se ne sta in silenzio per due minuti buoni, imitato da un Niccolò timoroso che non osa spezzare quella concentrazione. A riempire il vuoto tra loro, solo il bollire della pasta e il respiro pesante di Paco, ancora eccezionalmente tranquillo.
Quando riapre gli occhi, Martino ha preso la sua decisione.
«Maledetto a me quando ho scelto di stare con te, San Niccolò Fares!» esclama, rassegnato.
«Sì, hai fatto la cosa giusta, hai ragione. Sei troppo buono, tu. E io troppo scemo…» Fa un ultimo, profondo respiro, poi finalmente concede: «E va bene: il botolo può stare con noi, finché l’Arnalda non torna a casa. Ma ad una condizione: ti occuperai tu di tutto!»
Niccolò è estatico: evidentemente non pensava di poterlo convincere a tenere il cane.
Gli corre incontro per ringraziarlo, mentre Paco abbaia, felice.
Martino si lascia abbracciare, sospirando tra sé e sé: “Dio mio, che ti ho fatto per meritarmi anche questa?

 

 [1498 w.]

 

 

🦒💙🦒

[Prompt 38. "Prima sbarazzati di quella cosa, grazie!"]

Buondì a tutti, e bentornati alle mie clip sui MartiNico!

Mi scuso per questa lunga assenza tardo-estiva, ma gli ultimi due mesi sono stati abbastanza densi - e no, non perchè ero in vacanza purtroppo :( - e per di più l'ispirazione per scrivere di questi due patati mi era completamente svanita. Ora però penso di essere uscito da quel buco di mancanza di idee, ho deciso pure di rivedermi la 2^ stagione di Skam per rinfrescarmi su questi due patati (e celebrare i due anni dall'uscita della stessa, il prossimo lunedì 5 ottobre!) e niente, voilà quindi questa nuova clip! Per chi non avesse letto tutte le altre clip di questa raccolta, Paco e l'Arnalda sono due miei personaggi originali, che ho voluto inserire come vicini di casa di Martino e Niccolò. In particolare, tra Martino e Paco (e relativa padrona) non scorre buon sangue, visto che il cane normalmente gli abbaia sempre contro come un ossesso, e il nostro rosso lo ha nominato in pratica suo nemico pubblico numero uno. Potete dunque immaginare come mai sia così felice a doversi far carico del botolo a causa della bontà sconfinata di Niccolò... ^^" Ma chissà che questa convivenza forzata non porti alla fine qualcosa di buono? Staremo a vedere! Infine, ho voluto inserire una citazione ad Achille Lauro, dato che ultimamente sono in fissa con lui e credo che potrebbe essere un cantante effettivamente gradito a Martino...E penso anche che "Me ne frego" avrebbe potuto tranquillamente essere la sua risposta alla richiesta dell'Arnalda, fosse stato lui al posto di Niccolò XD

Per ora vi saluto qui però! Se questa clip vi è piaciuta potete lasciarmi una recensione coi vostri pareri, sono sempre stra gradite! :) Nel frattempo, alla prossima ;)

 

 

   
 
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