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Autore: Asmodeus    03/10/2020    2 recensioni
Una raccolta di momenti dolci e demenziali su due giraffe innamorate troppo carine, ovvero Martino e Niccolò.
Pillole di vita quotidiana, baci, momenti stupidi e altre piccolezze simili, per provare a strapparvi un sorriso e per celebrare questa splendida coppia.
| Raccolta di brevi one-shot e flashfic partecipante alla challenge "Just stop for a minute and smile" organizzata da Soul_Shine sul forum di EFP.
- I capitoli #12 e #13 partecipano alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.
- Il capitolo #17 partecipa al contest "Countdown" indetto da Soul_Shine sul forum di EFP
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Martino Rametta, Niccolò Fares
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Itadakimasu

VENERDÌ
20:37
2 ottobre 2020

 


«Itadakimasu, Martino-chan»
Niccolò congiunge le mani davanti a sé e fa un piccolo inchino, prima di sedersi a tavola per mangiare la cena che il suo ragazzo ha preparato con tanto amore e dedizione.
Martino lo guarda perplesso e confuso mentre si toglie il grembiule di dosso e si mette a sedere di fronte a lui.
Ha passato gran parte del pomeriggio a cucinare per loro due: un po’ perché stasera è il loro mesiversario – e a Niccolò piace comunque festeggiarlo anche se ormai viaggiano verso i due anni insieme; molto di più perché è ancora nervoso per i risultati di Medicina e non sa più come ammazzare l’ansia nell’attesa di sapere dove entrerà a studiare; infine, anche per dimenticarsi della presenza di Paco in casa loro.
Il risultato è comunque una tavola riccamente imbandita e fin eccessiva per loro due soli – Martino ha cucinato della pasta alla gricia, dei saltimbocca e pure una torta al limone – ma più tardi arriveranno i loro amici e al massimo affibbieranno a loro ciò che non riusciranno a finire.
Per un attimo pensa che potrebbero dare un po’ di cibo anche a Paco, ma la probabilità che poi Martino li lanci giù dal balcone entrambi salirebbe vertiginosamente.
«Cosa hai detto, scusa?»
Il suo cerbiatto dalla chioma rossa lo sta fissando coi suoi occhi meravigliosi, persi nel cercare di sondare le strane parole che hanno lasciato le sue labbra pochi secondi prima.
Anche Paco, sistemato vicino ai suoi piedi, guaisce qualcosa e lo fissa curioso.
Il cane è molto più sveglio di quanto entrambi pensassero: ha già capito che deve stargli vicino se vuole essere protetto da Martino, e che in quella casa è vietato abbaiare. Avesse avuto lui quella prontezza ad apprendere le nuove informazioni magari si sarebbe evitato di perdere un anno a scuola.
Ma non avresti mai conosciuto Marti” gli ricorda la sua coscienza. “Peccato Paco, la mia stupidità vince sulla tua intelligenza 1 a 0, bel batuffolone!
«Itadakimasu, Martino-chan» ripete comunque lui sorridendo, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
«Itache? Da dove l’hai pescato? Parli anche cinese adesso?» borbotta il suo splendido ragazzo sempre più confuso.
«È giapponese Marti!» ride lui, cominciando a mangiare almeno parte del quintale di gricia davanti a sé. «L’ho letto l’altro giorno cazzeggiando al pc. Ed è un complimento… come un “buon appetito”, ma moooolto più gentile».
Martino è ancora perplesso, ma prima che possa rispondergli, conclude la spiegazione: «Lo si dice per ringraziare la persona che ti ha cucinato il pranzo per questo bellissimo gesto. Anche se ha cucinato per un esercito invece che per due».
Niccolò finisce la frase ridendo prima di infilarsi una forchettata di pasta in bocca, mentre di fronte a lui Martino si infiamma di fronte al complimento.
«Io… grazie, Nì» farfuglia, le guance belle rosee per la felicità. Normalmente i complimenti sono un’ottima arma per disinnescare un Martino agitato – come quel giorno vista la presenza di Paco con loro – ma stasera se li merita comunque tutti in modo sincero.
Il rosso infilza qualche forchettata di pasta, e passano qualche secondo mangiando entrambi in silenzio, prima che osi continuare con un’altra domanda su quella strana frase.
«E invece quel ciàn dopo il mio nome? Che cosa vuol dire?»
I suoi occhi lo fissano curiosi e innamorati, e Niccolò non può che essere più felice per aver attirato la sua attenzione con soltanto due semplici parole.
«È un vezzeggiativo, e vuol dire che sei il mio “piccolino”. Sarai più alto di me ma resti sempre il cucciolo di casa, no?»
Niccolò gli fa l’occhiolino ridendo, e Martino ride con lui. Continuano a mangiare in silenzio, guardandosi l’un l’altro e parlandosi con lo sguardo senza bisogno di parole o gesti, tale è la loro connessione mentale in quel momento.
Si riscuotono da quel silenzio solo quando Paco decide di sentirsi ormai al sicuro e opta per una pericolosa sortita sotto al tavolo, vicino alle gambe di Martino.
Il suo ragazzo percepisce immediatamente il movimento del cane, e ritrae le gambe sulla sedia mentre al contempo sgrida il cane.
«No! Coso, qui no! Tu devi stare da Niccolò, non da me! Pussa via!»
Martino è quasi isterico, e tutta la situazione lo farebbe normalmente ridere in qualche modo: sia lui che il rosso adorano i cani, e ne vorrebbero prendere uno se avessero più spazio all’aperto per farlo stare; eppure Martino odia Paco in modo viscerale, apparentemente senza alcun motivo.
Forse quella convivenza forzata gli farà cambiare idea su quel cane, che secondo Niccolò è alla fine un cucciolone che abbaia un po’ troppo ma non farebbe del male a nessuno.
Questo però non è sicuramente il momento di ridere né di mettere alla prova la tolleranza di Martino: è la loro serata, e già ha sfidato fin troppo il suo ragazzo per oggi.
Paco si ritrae spaventato dalle urla di Martino e Niccolò lo agguanta per i fianchi per metterlo in salvo.
«Te l’ho spiegato prima, Paco, devi stargli lontano per un po’. E lasciarci in pace quando mangiamo, va bene?» comincia a spiegare al cane, tirandoselo davanti alla faccia.
Martino sta tornando paonazzo, ma per il motivo sbagliato stavolta: per cui Niccolò porta Paco fuori dalla cucina, adagiandolo in sala dove ha provveduto a posizionare la sua cesta recuperata dalla casa dell’Arnalda.
«Ora te ne stai un po’ qui, va bene? Torno da te quando abbiamo finito di mangiare, non preoccuparti!» gli sorride, mentre il bulldog lo fissa con gli occhi confusi e un po’ tristi. Niccolò gli fa una carezza sulla testa rassicurante, poi rientra in cucina e si chiude la porta dietro le spalle.
«Scusami Marti. Avrei dovuto chiuderlo di là prima, non pensavo ti avrebbe disturbato…» prova a discolparsi mentre si lava le mani prima di rimettersi a tavola.
Martino è ancora con le gambe raccolte sulla sedia, il viso meno arrossato ma comunque turbato: può vederlo anche se gli sta dando la schiena, ormai ha imparato a conoscere il proprio compagno in maniera completa.
Per farsi perdonare, si avvicina al rosso in silenzio e lo abbraccia a sorpresa da dietro, accucciando la sua testa sulla spalla del compagno per avere i visi l’uno di fianco all’altro.
Sente la guancia di Martino infuocarsi di nuovo, e sa che ha appena spalancato gli occhi anche se guardando entrambi nella stessa direzione non può vederlo. Gli stringe le braccia al petto, ingabbiandolo contro la sedia dolcemente, e resta così per qualche attimo.
Vorrebbe che tra loro tornasse di nuovo il silenzio di prima: non imbarazzato né teso, ma di assoluta complicità e condivisione.
Per questo gli mormora dolci parole direttamente nelle orecchie: pianissimo, in modo che quella sia una cosa soltanto loro e di nessun altro al mondo.
«Lo sai che sei il ragazzo migliore del mondo?»
La sua voce calda direttamente nelle orecchie di Martino fa venire la pelle d’oca al rosso, che riesce a rimbeccarlo con voce roca, bassa ma certamente non arrabbiata.
«Lo so. Di sicuro sono quello più paziente» afferma difatti il suo ragazzo, tentando di mostrarsi duro ma fallendo miseramente.
«Sì, decisamente il più paziente» ammette il moro, continuando a stringerlo forte tra le braccia. «Non ho ancora capito come tu riesca a sopportare tutti i miei colpi di testa, come questo…» ammette poi, arrossendo per la consapevolezza di quanto sia stato fortunato quello stesso pomeriggio: Martino avrebbe potuto rifiutare il suo gesto di generosità verso la vicina, e non accettare Paco in casa loro. Così come avrebbe potuto abbandonarlo a sé stesso cento, mille altre volte, dopo i suoi colpi di testa assurdi.
«Credimi Nì, nemmeno io l’ho capito» sbuffa l’altro, per poi liberare la tensione in un ampio sorriso che Niccolò percepisce dallo stirarsi dei muscoli delle guance dell’altro. «Sarà che ti amo troppo, e ti perdono un po’ tutto. Tu che dici?» butta fuori subito dopo, facendo avvampare lui stavolta.
Niccolò libera il proprio ragazzo da quell’abbraccio con una sedia in mezzo, ma Martino subito gli agguanta le braccia e lo tira a sé, uno di fronte davanti all’altro stavolta.
Niccolò si trova piegato in avanti, eppure la situazione non è scomoda anche se ha il viso di Martino a mezzo centimetro di distanza da lui e in questo momento le sue guance devono essere più rosse dei capelli del suo ragazzo.
Martino lo tira lievemente verso di sé, e le loro labbra collidono: non si erano ancora baciati dal suo rientro in casa con Paco, e risentire quel contatto famigliare per lui è come volare in paradiso.
Le loro bocche fanno l’amore per un po’, mentre Martino allontana la sedia dal tavolo e obbliga Niccolò a sedersi sulle sue ginocchia, per farlo stare più comodo.
Poi riprendono fiato, guardandosi negli occhi e senza più bisogno di parlarsi.
È tornato quel silenzio complice, e tutto è sistemato.
Poi la pancia di Martino brontola, ed entrambi si ricordano della cena che li aspetta.
Ci sarà tempo più tardi, dopotutto, per finire di fare la pace insieme nel letto.

[1497 w.]

 

 

🦒💙🦒 

[Prompt 5. “Da dove l’hai pescato?”] 

[Prompt Itadakimasu: si dice sempre prima di cominciare a mangiare, ma è molto di più del nostro semplice “buon appetito”. Serve infatti per ringraziare con umiltà chi ha preparato il cibo ma anche chi ha lavorato per fare in modo che si trovi sulla nostra tavola. Può essere detto anche se si è da soli.]

Buondì a tutti!

Eccomi di nuovo con un'altra clip, sempre su questi due patati di Martino e Niccolò (e con il "coinquilino" temporaneo Paco, dalla clip precedente ^^"). Mi sono sentito troppo in colpa per aver abbandonato queste due giraffine per così tante settimane, per cui ho scritto due clip di getto, sempre riferite alla stessa giornata - che come avete letto, era anche un giorno particolare per questa coppia!

L'ispirazione per questa clip mi è venuta grazie alla splendida challenge di Soly Dea sulle parole straniere intraducibili in italiano: potete trovarla qui, insieme ad uno splendido listone di parole che forse dovremmo adottare anche noi, sono tutte stupende *__*  Quindi, oltre che a Soul e alla sua challenge, stavolta i miei ringraziamenti vanno anche a Soly Dea e alla sua meravigliosa idea! Grazie mille davvero!

Spero che questa semplice clip vi sia piaciuta, e come sempre se volete lasciarmi il vostro parere come recensione siete più che benvenuti! Nel frattempo, vi auguro un buon weekend, ci vediamo alla prossima clip ;)


   
 
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