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Autore: Kurrin Bright    03/10/2020    3 recensioni
{FE3H | Dimitri/Byleth | Goddess!Byleth}
Di notte, Dimitri è spesso perseguitato dalle voci dei morti. Tuttavia, una presenza benevola si manifesta per donargli conforto.
Può un mostro come lui essere degno di tale benedizione?
«Dimmi, amore… una bestia come me merita davvero una dea come te?»
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Byleth Eisner, Dimitri Alexander Blaiddyd
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Noiosa premessa
Questa è la traduzione di una mia storia pubblicata su AO3 quasi un anno fa disponibile al seguente link. Ho deciso di portarla anche qui in quanto è stata la mia fatica a tema Dimileth di maggior successo.
Sicuramente si tratta di uno dei miei lavori più sofisticati e artificiosi: la descrizione di Byleth è in gran parte ispirata da espressioni tratte direttamente dal Paradiso. Mi auguro che tutto sia amalgamato per il meglio.
Come sottofondo musicale non ho dubbi: a partire dalla comparsa di Byleth sparatevi Morning Song di Bill Douglas.
Buona lettura!

 

Dimitri non riesce a dormire. Appena chiude l'occhio sinistro, vede prima il nero del vuoto; esso si tramuta serpentino in scure macchie rossastre.
Le urla improvvise di suo padre gli perforano la testa. Gli occhi di re Lambert, dal blu ghiaccio della dinastia Blaiddyd, brillano come fiamme mentre il capo gli viene mozzato.

  
«Vendicaci!»
 

L’armatura imponente crolla al suolo, ma non ne può sentire il tonfo poiché grida confuse e disperate seguono il lamento del sovrano. La pozza di sangue in cui ora giace sfavilla di inquietanti bagliori cremisi. 
Un odore metallico gli punge il naso. Perché la sua voce non segue quelle urla? Perché la sua testa non è stata tagliata con la stessa brutalità con cui hanno perso la vita i suoi cari? Perché la sua mascella non è stata strappata creando un lago scarlatto?
Gli viene in mente un'altra faccia: è una donna, e la sua bocca è così spalancata da mostrare il palato. Poi un’altra. E un’altra. Sono solo alcuni visi delle molteplici anime che ha inviato nelle fiamme eterne, affondando la lancia nel loro petto. Il loro odio si diffonde per tutte le sue vene.
Dimitri geme. 
Sa che meriterebbe una punizione ancora più severa della loro morte.

 

Qualcosa gli preme sulla spalla.
 

Le orecchie non sentono nulla. Prevale un silenzio rigido, mentre un formicolio gli invade le braccia. Comincia lentamente a vedere il cuscino bianco, il cui calore non è affatto confortante: desidera fuggire dal letto.
Il suo stomaco ha sofferto durante quelle visioni. Eppure, ora sembra guarito. Mentre la sua testa si alza, Dimitri sente ancora un peso su di lui. Lo tocca e incontra un tepore familiare. Si gira. Un paio di smeraldi lo abbacinano.

 

«Amore mio...»
 

Byleth sbatte le palpebre leste, rivelando le sue dolci pupille. Dietro di lei, le tende fruscianti rivelano un tenue riflesso luminoso, che si posa sui suoi capelli brillanti di giada. Dimitri contempla. Ricorda subito il perché di quel colore, lo stesso dell’erba illuminato dal sole gentile dell'alba: fu il giorno in cui ottenne il potere della Dea; e all’uomo Byleth appare come tale sicché la sua grazia è la stessa della statua di una Santa.
«Sei meravigliosa…» mormora.
Byleth sorride. La sua figura, fusa con la luce del mattino, è colma di uno splendore etereo. Dimitri è rapito dalla meraviglia, in un flusso che raccoglie misericordia e benignità: una fontana vivace di speranza, a cui un mostro macchiato di sangue non appartiene.
«Dimmi, amore… una bestia come me merita davvero una dea come te?», singhiozza.
Ella non risponde. Eppure riesce a immaginare i demoni, sguiscianti dentro di lui, terrorizzati dai raggi benevoli che distilla; essi sono bianchi come il suo vestito.
La mano di Byleth accarezza il suo volto, estinguendo tutte le sue lacrime coi polpastrelli. S’appropinqua. Dimitri vede le sue labbra sottili farsi strada sulla sua fronte. Mentre lo bacia, sa che tutto il suo dolore è stato dissolto.
«Sono qui», un lieve sussurro insusa il suo misero cuore.
La sua vista, invece di lasciarsi accecare, guadagna forza attratta dalla sua luce. Le voci nella sua testa gioiscono in una preghiera di amore.
Si addormenta nuovamente, tra le braccia della salvezza.

   
 
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