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Autore: Valetomlavy    03/10/2020    9 recensioni
Una festa, una sfida, un incontro...lui che non dice quello che pensa...o peggio dice ciò che non pensa! Come reagirà la nostra Akane?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ranma/akane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Dedico questa mia piccola creazione ad Aron_oele , è grazie a lei e alle sue bellissime storie che mi sono appassionata a questo mondo . Se non fosse stato per lei non avrei mai avuto il coraggio di scrivere ne tanto meno di  pubblicare! Grazie!

La festa delle bambole


Erano le undici passate sul tetto di casa Tendo, la luna splendeva alta nel cielo e lui era completamente esausto, il suo cuore non ce la faceva più, per la prima volta il suo orgoglio di eterno vincitore era passato in secondo piano. In questa lotta era in gioco tutto ciò che aveva di prezioso nella vita e perdere significava dire addio alla sua idea di felicità.

Flashback

Akane e le sue compagne di classe erano in giro per negozi per comprare un abito per la festa delle bambole che si sarebbe svolta quella sera. Akane adorava quelle festività, era la sua seconda preferita. La prima restava il Tanabata perché l’anno precedente le aveva regalato una piacevole avventura col suo fidanzato antipatico: Ranma, in quel frangente, si era infatti dimostrato impavido nel recuperare i due foglietti da mettere nel bambù, come da tradizione, per celebrare una loro futura unione. Ovviamente, avevano dovuto superare degli ostacoli, ma quella non era più una novità nella sua vita da quando il bel codinato aveva fatto il suo ingresso nel dojo Tendo e nel suo cuore! 
“Lagazza violenta, che ci fai qui?” Chiese Shan-Pu davanti alle vetrine di uno dei tanti negozi di abbigliamento sparsi per le vie del centro.
“Non sono affari tuoi.” Rispose acida la ragazza col caschetto. 
“Non è un negozio adatto ad una come te.” Aggiunse la prorompente cinesina guardandola dalla testa ai piedi con aria di disappunto.
“Non mi interessa la tua opinione. Non hai qualche consegna da fare? Togliti dai piedi!” rispose agguerrita Akane.
“Compra quello rosso se hai coraggio, io ne ho uno simile, così finalmente vedrai la differenza fra noi due e Lanma sarà mio!” Concluse, indicando un abito molto corto con due spacchetti laterali, aderente, senza maniche ma con il collo alto e un vistoso dragone dorato sul retro.
*Se crede che non accetterò la sfida si sbaglia di grosso...* pensò Akane fra sé e sé entrando con decisione nel negozio.
“Stai benissimo Akane!” Urlarono civettuole Yuka e Sayuri mentre la piccola Tendo si guardava allo specchio nel camerino di prova.
Un leggero rossore colorò le gote della fanciulla che esclamò: “Lo prendo allora!“ con un sorriso misto di vergogna e coraggio. 
La sera arrivò presto e Akane scese le scale di casa vestita di tutto punto, dopo esser stata chiamata ripetutamente da Yuka e Sayuri che già avevano indossato i loro abiti: uno blu lungo al ginocchio con inserti dorati ed uno lungo fino a terra verde con fiori gialli. 
Ranma, dal canto suo, faceva finta di leggere un manga mentre aspettava l’arrivo della fidanzata, con la quale aveva passato momenti relativamente tranquilli, interrotti solo dalle abituali liti per la presenza opprimente delle sue pretendenti o per le sfide insistenti da parte dei corteggiatori di lei.
“Il trucco non fa miracoli, soprattutto con un maschiaccio come te!” Urlò divertito il bel moro.
“Baka, tu che ne sai? E che te ne frega?” Rispose irritata Akane mentre scendeva le scale.
Quando la sua minuta figura terminò la scalinata, tutti rimasero sbalorditi nel vederla con un abito così succinto che la rendeva tremendamente sexy, senza però essere in alcun modo volgare.
“Nihao Ailien!” Fece il suo ingresso la cinesina più rumorosa di Nerima e si fiondò addosso a Ranma, che però non si accorse o quasi del suo arrivo, visto che non riusciva a staccare gli occhi di dosso alla sua fidanzata.
Si alzò di scatto e disse: “Qualcuno qui si è dimenticato di indossare la gonna?” Alludendo alle bellissime gambe nude che Akane mostrava con tanta -secondo lui- nonchalance. 
“Non credo siano affari tuoi, io mi vesto come voglio!”
“Vatti a cambiare.” Sibilò guardandola fissa negli occhi.
“Perché? Perché a lei non dici nulla? Il suo vestito è uguale al mio, cambia solo il colore” chiese quasi umiliata indicando la cinesina avvinghiata al suo braccio.
“Non mi interessa di lei…” Sussurrò Ranma fissandola.
“Allora cosa c’è, sei geloso?”
“Sì!” rispose senza pensare, notando solo dopo l’espressione sorpresa di tutti i presenti.
Era così bella, dove era finito il suo essere maschiaccio quando serviva? 
“No!” Si corresse immediatamente, “è… è solo che… tutti sanno che siamo fidanzati, anche se per colpa dei nostri genitori… quindi… io…” continuò balbettando e diventando rosso come un pomodoro.
“Tu cosa?” Chiese Akane ansiosa di sapere.
“È …che così sei… sei… ridicola!” Sbottò Ranma irritato.
SBAM! Cinque dita sulla sua guancia sinistra furono la furibonda risposta di Akane.
“Se... se ti metto così in imbarazzo…” Si fermò trattenendo le lacrime, “sarò felice di comunicare a chiunque che il nostro fidanzamento è rotto!”
Si voltò e se ne andò via correndo, per raggiungere le sue sorelle e le amiche che poco prima si erano allontanate per lasciar loro spazio.
“Ben detto Amole!” inferì Shan-Pu mentre Ranma teneva la mano sulla guancia schiaffeggiata, ancora arrossata.
*Cos’ho detto? Che stupido che sono! Però lei non dovrebbe uscire così… Io…* 
Scappò per raggiungerla, dopo essersi tolto di dosso una Shan-Pu visibilmente irritata dalla reazione ricevuta.
Akane arrivò alla festa con gli occhi pieni di lacrime, intrappolate nel suo orgoglio ferito.
Nel frattempo, sui tetti di Nerima, fra un balzo e un altro, il codinato rifletteva: *Perché non riesco mai a farle un complimento? Divento così geloso solo a pensare che qualcun’altro possa guardarla... Un momento, geloso? Io no... Non è per quello!* 
*Certo Ranma, hai cominciato a mentire anche a te stesso ora?* gli sussurrava nel frattempo una vocina interiore.

Alla festa intanto…

*Dove sono finito? Okinawa? Sarà il festival dei dragoni?* Ryoga si girava e rigirava nella folla.
“Guarda chi c’è, Akane!” disse Yuka rivolgendosi all’amica.
“Ryoga, che ci fai qui?” chiese gentilmente Akane.
*Allora sono a Nerima? Oh, mia amata Akane* pensò l’eterno disperso raggiungendo le tre amiche.
“Ciao Akane!” Esclamò invece, grattandosi la nuca in preda all’imbarazzo.
“Ciao, come stai? Rientri da qualche viaggio?” Chiese Akane, ancora un po’ malinconica.
“Sì, sì. Mi dispiace, non ho alcun souvenir questa volta.” 
“Non preoccuparti, anzi grazie! Sei sempre così gentile con me!” Rispose sorridendo.
*Guarda un po’ il maiale è tornato!* pensò un accigliato ragazzo col codino mentre fra la folla notava la coppia.
“Akane…” La chiamò mentre li raggiungeva.
“Andiamo via!” Disse lei prendendo Ryoga sottobraccio e addentrandosi fra la gente.
“Akane! Fermati stupida!” gridò Ranma cercando di raggiungerla.
*Devo scusarmi con lei prima di subito* aggiunse irritato, ma solo nel suo subconscio.
“Oh-oh-oh-oh mio adorato, sei arrivato fin qui per me? La tua splendida rosa nera?” Chiese Kodachi dopo averlo avvolto col suo nastro.
“Maledetto Saotome, dov’è la ragazza col codino? È mia, è mia, è mia! Io la rivoglio!” Gli intimava nel frattempo Kuno.
“Lasciatemi stare, ho cose più importanti da fare che stare con due pazzi come voi!” Disse divincolandosi facilmente dai due fratelli.
*Akane dove sei?* pensò tristemente.
Nel frattempo, la brunetta passeggiava con un timidissimo Ryoga.
“Scusami se ti ho trascinato via così velocemente…“ 
“Oh figurati, non c’è problema!” 
“Eh.. ma è successo qualcosa? Qualcuno ti ha fatto del male? Perché io lo distruggo!” le chiese, iniziando già a irrigidirsi per la rabbia.
“No, no, Ryoga, niente di nuovo purtroppo, solo che io... Io sono stanca!” Rispose amareggiata guardando le stelle.
Ranma nel frattempo li aveva localizzati e si era nascosto sul ramo di un albero proprio sopra la panchina dove i due stavano chiacchierando.
“Ranma è uno stupido!” gridò forte lei prima di scoppiare a piangere.
“Vuoi raccontarmi? Ti va?” Rispose Ryoga dolcemente.
“Io e Ranma siamo fidanzati per via dei nostri genitori lo sai...” Iniziò, visibilmente scossa “…solo che io… già da un po’... cioè non so da quando, però... per me... non è più così… non so come dirlo, a volte non lo ammetto neanche a me stessa però... io provo…” tentennava, cercando di dare sfogo ai suoi pensieri.
Ryoga, dal canto suo, non sapeva che fare: il suo piccolo cuore si stava lentamente spezzando nel vederla così per il suo eterno rivale, inoltre lei gli aveva fatto capire di vederlo solo come un amico, tant’è che si stava confidando con lui riguardo qualcosa di molto personale.
“Akane io...” tentò di rispondere, ma non riuscì a proferire parola.
“Ryoga, lo so che lui…  è fatto così, però... questo non è tutto nella vita se si dimenticano i valori e i sentimenti… Alla fine va così Ryoga… ti stanchi di esserci, di metterci il cuore, laddove il cuore non c’è…Ti stanchi di aspettare il nulla e così, senza fare rumore, in punta di piedi…te ne vai…” disse a malincuore Akane in un sussurro. 
Ranma intanto, dal suo nascondiglio, cercava di sentire bene tutto quello che la sua fidanzata stava dicendo. Solo lei era in grado di provocargli quelle strane strette allo stomaco, qual batticuore e quell’imbarazzo esageratamente accentuato, come se da quando la conosceva, a poco a poco, gli avesse destabilizzato l’anima. Era più facile negarsi che dichiararsi.
Ryoga abbracciò stretta Akane e Ranma, nel vederli così, si imbufalì. No, non era semplice gelosia quella, era rabbia, pura rabbia che gli scorreva nelle vene: sentì il respiro accelerare mentre Ryoga alzava con l’indice il mento di Akane, gli sembrava di soffocare.
*Devo fare qualcosa oppure…* e senza avere il tempo di riflettere oltre, con un balzo fu davanti alla panchina dove erano seduti Ryoga ed Akane. Davanti all’aura rosso fuoco di Ranma, i due si allontanarono velocemente, quasi ad ammettere le loro colpe, cosa che fece innervosire ancora di più il codinato.
“Cosa fai maiale?” Urlò Ranma.
“Chi stai chiamando maiale razza di approfittatore?” Rispose l’altro con un ringhio.
 “Da quando la conosci, sei tu che ti stai approfittando della situazione, di lei, della sua famiglia, di tutti!” rispose Ryoga adirato. 
“Questi non sono affari tuoi!”
Dopo essersi sfidati a vicenda con lo sguardo, Ranma abbassò gli occhi su Akane.
“Ranma cosa vuoi? Vattene via!” Ringhiò la ragazza infastidita.
“No, stavolta no!” disse senza esitazione, raggiungendola per prenderla in braccio e portarla via con sé.
“Lasciami andare stupido!” gli urlava contro Akane scalciando per liberarsi dalla sua presa ferrea.
“Smetti di dimenarti, siamo quasi arrivati!” 
“Dove?” 
“Nel mio posto preferito…” rispose sorridendole e atterrarono insieme sul tetto di casa Tendo.
“Cosa vuoi Ranma?” chiese in modo diretto una volta lontana dalle braccia del fidanzato.
“Chiederti scusa” rispose timidamente lui mentre giocherellava con gli indici e teneva lo sguardo basso.
“Apprezzo le tue scuse, ma ogni volta è la stessa storia: mi insulti e mi ferisci per cosa poi? Per una di quelle sgallettate! Io sono stanca!” Disse Akane quasi gridando, con lo sguardo fiero e rabbioso, mentre si avvicinava lentamente.
Ranma si aspettava astio ma non demorse.
 “Sì, lo so, ti ho sentito parlarne con quel maiale!” 
“Lascia stare Ryoga!”
“Certo, lui lo difendi sempre!” Stava quasi urlando.
“Perché a lui importa di me ed è sempre gentile. Non come te che consideri solo le altre!” 
“Ma che dici! Sei stupida Akane? Cosa ti viene in mente? Non mi interessa niente di loro… come devo fartelo capire?” 
“Non so, dimmelo tu! Come lo dovrei capire visto che sei sempre avvinghiato a una di loro? Vediamo… ah sì, forse quando mi hai detto che ti vergognavi di me? Di come ero RI-DI-CO-LA!” Scandì bene le lettere puntandogli l’indice contro il petto. “Oppure tutte le volte che mi vesto in modo carino e tu mi insulti dicendo che sembro un gorilla violento che è scappato dallo zoo?” Urlò, incrociando le braccia e voltando il viso dall’altro lato con l’aria furiosa ma allo stesso tempo triste.
Ranma arrossì e le diede le spalle. 
*No… Non posso girarmi perché sennò io... sennò perderò il coraggio…* 
“Akane perdonami. Oggi quando ti ho vista vestita così io… Non mi piace Akane… Io... Tu non sei così…”
“Così sexy vero? Questo è per Shan-Pu o Kodachi ma non è un aggettivo che va bene per me. Giusto?” 
A quelle parole, Ranma si girò di scatto.
“Maledizione Akane, fammi finire un discorso una volta nella vita! Se lo vuoi sapere ho reagito così perché… Sono geloso, ok? Non voglio niente da quelle due o da nessun’altra perché sono INNAMORATO DI TE, dannazione!” Gridò e le si avvicinò tanto che lei poteva sentire su di sé il suo respiro.
 “Non mi piace che gli altri ti guardino, tu sei… Sei mia e io…” aggiunse imbarazzato.
A quel punto, Akane lo prese per il braccio tirandolo a sé e lo baciò delicatamente. Ranma chiuse in automatico gli occhi e ricambiò subito.
Quelle labbra! Ah, quanto entrambi le avevano pregustate, immaginate, sognate! Ma niente era così bello come la realtà.
Il loro primo bacio fu lento come se stessero assaggiando una rosa.
Riaprirono gli occhi staccandosi e si guardarono intensamente, terra e mare. Di nuovo li richiusero e si baciarono ancora. Furono baci fugaci ma dolci. Lui pensò che le labbra di lei fossero così calde e morbide e lei pensò che quelle due lui fossero delicate e soffici. Quando infine tornarono a guardarsi, arrossirono.
Arrivò un altro bacio che divenne subito più passionale, più urgente. Le loro lingue si incontravano in una danza, come se fossero nati per quello.
*Come diavolo ho fatto ad aspettare due anni?* pensarono entrambi.
“Ora che abbiamo iniziato non riesco più a fermarmi “disse Ranma poco dopo aver ripreso fiato.
“Anche io, baka” rispose Akane sorridendo.
*Ah, questo sorriso improvviso che mi toglie ogni volta il respiro.* pensò Ranma mentre l’abbracciava saldamente.
Erano soli sul tetto, in compagnia del battito selvaggio dei loro cuori e la luna come unico testimone.



**Festa delle bambole = Hina Matsuri che si celebra il 3 Marzo in onore delle figlie femmine.



 




   
 
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