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Autore: Freaky_Frix    03/10/2020    1 recensioni
Ciao a tutti! Spero che questa sia la sezione giusta per la mia one-shot xD Ad ogni modo, le soffitte sono luoghi magici e nascondono sembra qualche segretuccio. Antonio ne trova uno abbastanza... Strano.
Dal testo:
"Antonio aveva paura della soffitta. Era stupido e lo sapeva: a tredici anni appena compiuti era davvero una sciocchezza che avesse ancora paura di una stanza scricchiolante e piena di polvere e cianfrusaglie. Eppure, ogni qualvolta passava accanto alle scale che salivano al tetto vi si allontanava di fretta, aspettandosi chissà quale creatura a fare capolino."
Spero che vi piaccia!
Frix
[Questa one-shot partecipa al #writober2020 indetto da fanwriter.it!]
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una normale soffitta

Una normale soffitta

Antonio aveva paura della soffitta. Era stupido e lo sapeva: a tredici anni appena compiuti era davvero una sciocchezza che avesse ancora paura di una stanza scricchiolante e piena di polvere e cianfrusaglie. Eppure, ogni qualvolta passava accanto alle scale che salivano al tetto vi si allontanava di fretta, aspettandosi chissà quale creatura a fare capolino.

Antonio aveva paura della soffitta, non c’era niente da fare. Quindi, quando sua madre lo mandò a cercare dei vecchi libri di scuola proprio là, il suo primo pensiero fu un no categorico, e piuttosto tremolante. Ma non poteva certo tirarsi indietro! Non era più un poppante, dopotutto.

Era rimasto per tre quarti d’ora ai piedi della scala, cercando dentro di sé il coraggio, che si era fatto piccolo piccolo e si era nascosto in un cantuccio confortevole, vicino al calore del cuore. Poi finalmente, dopo aver preso un respiro profondo, iniziò a salire verso la soffitta. Ci mise un’eternità (o quasi): aggrappato fermamente al corrimano, non riusciva proprio ad avanzare. Alla fine, per fortuna, arrivò di fronte alla porta della stanza: una porta anonima come tante, e nemmeno chiusa a chiave (come spesso accadeva nei film dell’orrore!). A quel punto Antonio aprì la porta , mandandola in avanti, e lasciando che scoprisse le ombre degli scatoloni e dei vecchi mobili coperti da spessi teli di plastica. Il ragazzo deglutì, ma non poteva tornare indietro. Rimise quindi il suo povero cuore a posto (il furbetto si era arrampicato su per la gola) e cercò a tentoni l’interruttore della luce, mantenendosi però sulla soglia. Quando il pulsantino scattò passò qualche attimo, e poi la luce diede concretezza agli oggetti. La vista di tutte quelle cose messe a caso servì a tranquillizzarlo, ma anche ad indispettirlo: chissà quanto ci avrebbe messo, a trovare quei dannati libri! Facendo spallucce si convinse ad entrare, e iniziò a rovistare di qua e di là, cercando dei volumi che somigliassero almeno un po’ a libri scolastici.

In una scatola piuttosto malconcia nascosta sotto un tavolino instabile sembrava celarsi l’agognato tesoro. Antonio si inginocchiò, tossendo per la polvere che si era alzata nello spazio angusto sotto quel tavolino quando aveva spostato la scatola. Aprendola, vi trovò dentro un sacco di cose inutili: vecchie foto di famiglia, qualche souvenir di viaggi ormai dimenticati, e poi, in fondo, un libro. Era stranamente lucido e intatto per appartenere a quella scatola: la copertina era color cobalto, rigida, e non portava scritto assolutamente niente né sulla copertina né sul dorso. Spiccava un segnalibro rosso, molto lungo, che sembrava fargli la linguaccia.

Quello non era di sicuro uno dei libri che stava cercando. Eppure, c’era qualcosa di stranamente attraente in quel tomo. Lo soppesò per bene, osservandolo attentamente (sembrava appena uscito da una tipografia, era perfettamente nuovo e pulito!) e poi, molto lentamente, sollevò la copertina. Ad attenderlo, una pagina vuota.

Stupito dalla scoperta, il ragazzo sfogliò altre due pagine, ma la carta era vergine. Incuriosito, Antonio percorse velocemente il foglio con le dita e arrivò a toccare il segnalibro. Poi, quasi senza pensarci, lo sollevò, per vedere se almeno nel punto in cui era stato messo c’era qualcosa.

Quando le pagine si spostarono, rivelando nient’altro che il biancore opaco della carta, Antonio era scomparso, senza fare troppo rumore.

Il libro si richiuse con un leggero tonfo, leccandosi il taglio con il segnalibro rosso; poi, come se nulla fosse accaduto, la luce si spense e la porta si richiuse, rimpicciolendosi fino a scomparire nel nulla, portando con sé tutti i segreti di una normale soffitta polverosa.


Angolo dell'autrice: ciao a tutti! Sono nuova in questa sezione, e mi presento con questa one-shot, che partecipa al #writober2020 indetto da fanwriter.it! Il prompt di oggi è "pagine" (il numero tre), e onestamente sono abbastanza soddisfatta di quello che ne è uscito. Spero che questo racconto piacerà anche a tutti voi e, se lo avete letto, vi ringrazio!

Alla prossima!

Frix

   
 
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