PIOGGIA DI FOGLIE E LACRIME

Demi infilò a Batman il guinzaglio. Senza parlare, si mise il giubbotto e uscì. L’aria fredda d’inizio autunno la investì, sferzandole la faccia.
“Sto male” sussurrò.
Non che fosse una novità. Tenne lo sguardo basso e non salutò nessuno. Arrivata in un parco vicino casa, si sedette su una panchina e lasciò libero il cucciolo. Lui iniziò a girarle intorno, poi le saltò in braccio e si accovacciò.
“Hai capito che non sto bene, vero?”
Sospirò.
Gli grattò la testina e lui le leccò il palmo. Uggiolò, ma lei non rispose, continuando ad affondare le dita nel suo pelo morbido come lana.
Erano passati solo due mesi da quella domenica maledetta. Le cose stavano andando bene, allora e aveva sperato di trovare sempre più equilibrio. Invece un maledetto coyote era entrato nel suo giardino e aveva ucciso Buddy. Non avrebbe mai dimenticato di averlo trovato già morto, immerso in una pozza di sangue e con un orecchio quasi strappato, oltre a diverse ferite. Aveva sperato di salvarlo, urlato a più non posso, gli aveva parlato dicendogli che sarebbe andato tutto bene, ma non c’era stato nulla da fare. Fu colta da una tosse convulsa rammentando di averlo seppellito. Si portò una mano al petto. Il cuore saltò un battito e le si mozzò il respiro. Tutto attorno a lei girava. Il primo mese non aveva fatto altro che cercarlo in casa e svegliarsi la notte chiedendosi come mai non dormisse con lei. Quando Selena le aveva regalato Batman si era sentita meglio, ma il senso di vuoto e di mancanza non erano mai scomparsi. La morte di Buddy aveva ucciso anche una parte di lei stessa.
“Per favore!” pregò.
Ma non chiese che le fosse riportato indietro. Era impossibile, anche se avrebbe fatto qualunque cosa per riaverlo. Sarebbe stato stupendo veder giocare e dormire i cani insieme.
Serrò i denti fino a sentire dolore e si morse il labbro inferiore per non urlare. Le restavano i ricordi dei loro momenti felici e la sua anima lacerata dal dolore. Mentre le sfuggiva un singhiozzo e le veniva da vomitare, dall’albero sopra di lei caddero diverse foglie mosse dal vento. Una pioggia che si unì a quella delle sue lacrime, che anche a distanza di tempo le scavavano dentro ed esprimevano un dolore difficile da affrontare.
Batman alzò la zampina e gliela passò sul viso, come per asciugare quel pianto, poi abbaiò e le leccò di nuovo le guance.
“Cerchi di tirarmi su, piccolo?” Demi gli diede un bacio. “Buddy mi manca da morire, ma ora ho te. Non voglio sostituirti con lui, bensì amare un altro animale con tutta me stessa. Sto meglio, grazie.” Riprese a fargli le coccole, sentendo con ogni carezza il peso al petto farsi più sopportabile. Buddy dava uno scopo alla sua vita e lei gli avrebbe sempre voluto un bene immenso. “Andiamo a casa, dai. Fa freddo.”
Sulla via del ritorno, sperò che prima o poi sarebbe tornata a vivere.

NOTA:
non si sa come Buddy sia morto. Alcune notizie dicono che sia stato un coyote a ucciderlo, ma Demi non ha mai rivelato nulla a riguardo.

ANGOLO AUTRICE:
ciao a tutti. Questa è la mia prima flashfiction. Ne ho pubblicate altre, originali e su Demi, ma sempre in forma di poesia, mentre qui si tratta di un breve racconto.
Per chi segue Cuore di mamma, questo 2020 è un anno brutto, non solo per il Coronavirus, ma per me anche a causa di problemi familiari, di salute e personali molto seri. Per questo non aggiorno da mesi. Avevo ripreso a scrivere un po’ di tempo fa, ma il 16 settembre la mia gattina è stata investita, per cui ora mi sto dedicando alla scrittura di cose più semplici, come questa flashfiction. Ricomincerò perché amo quella storia, ho tutte le scalette dei capitoli pronte fino alla fine e altri progetti collegati a quella storia da pubblicare. Spero, a novembre o dicembre, di sentirmi abbastanza bene da ricominciare la scrittura di quella long, di farlo sia per me che per voi. Scusate davvero, ma sto passando dei momenti terribili per varie ragioni, non solo per la mia micia.
Ad ogni modo come Demi, anche quella vera, so benissimo cosa significa perdere un animale (un altro mio gatto è morto cinque anni fa), e sono consapevole che il dolore non passa e non si affronta con facilità, anzi. Io sono distrutta, fisicamente e mentalmente, e in questa breve storia ho voluto riversare anche la mia sofferenza.