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Autore: Ciuffettina    03/10/2020    4 recensioni
Michael era orgoglioso della missione affidatagli, lui era un bravo figlio obbediente, desideroso di compiacere suo Padre, tuttavia avrebbe preferito non avere quel mantra sempre nelle orecchie
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Metatron, Michael, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Michael non avrebbe mai immaginato che da Principe delle milizie celesti (detto anche Arcistratega delle truppe angeliche) sarebbe stato degradato a balia di 60.000 uomini adulti, senza contare le donne e i bambini, mai soddisfatti.
I mugugni erano cominciati subito dopo l’attraversamento del Mar Rosso: gli israeliti avevano appena finito d’intonare un inno di ringraziamento al Signore per aver fatto affogare tutti i soldati egizi, che uno di loro aveva proposto: «Bene, ora possiamo tornarcene in Egitto!»
Che cosa?” aveva pensato l’arcangelo, esterrefatto. “Dopo tutto quello che abbiamo fatto per farli uscire!
«Sì!» aveva strillato un altro. «Dai Mosè, riapri il mare che torniamo indietro!»
Il condottiero aveva farfugliato: «Ma… ma io vi avevo promesso che, passato il mar Rosso, non avreste mai più visto un egizio».
«E allora? Gli egizi sono tutti morti».
«Veramente sono morti soltanto i soldati…» tentò di nuovo Mosè.
«Ah già… Beh ti esentiamo dalla tua promessa, adesso siamo più numerosi noi, riapri il mare».
Michael stava per comparire con la spada sguainata con lo scopo d’insegnare a quegli ingrati che cos’era il rispetto, quando Mosè, alzando il mento, aveva detto: «Io mi dirigo verso la Terra Promessa, chi vuole può pure stare qui fino alla fine dei suoi giorni perché non riaprirò il mare. Chi viene con me?» e si era incamminato, subito seguito dai suoi due fratelli, Aronne e Miriam, e da Giosuè.
Vedendolo così risoluto anche gli altri si erano decisi a seguirlo, pur seguitando a lagnarsi: «Perché ci hai portato nel deserto? Perché non torniamo in Egitto?»
Michael aveva pensato che, dopo la presa di posizione di Mosè, il popolo si sarebbe rassegnato invece no! Lamentele, lamentele, nient’altro che lamentele! In più Gabriel se l’era filata, con la scusa che per i suoi gusti aveva visto troppi morti(1), mentre lui doveva star lì a indicare la via sotto forma di nuvola di polvere e farsi vedere soltanto da Mosè per istruirlo.
Dio aveva destinato al Popolo Eletto la Terra Promessa ma per raggiungerla, invece della via denominata “dei Filistei”, più corta ma pattugliata dalle truppe egizie, avrebbe dovuto percorrere la via più lunga, perciò la prima tappa era stata raggiunta dopo tre giorni di dura marcia sotto il sole percorrendo un’orribile steppa brulicante di serpenti, scorpioni e gechi mentre lui, oltre a fare da guida, doveva anche fare in modo che stessero alla larga dagli umani.
Michael era orgoglioso della missione affidatagli, lui era un bravo figlio obbediente, desideroso di compiacere suo Padre (non come un certo ex arcangelo!), tuttavia avrebbe preferito non avere quel mantra sempre nelle orecchie: «Perché ci hai portato nel deserto? Perché non torniamo in Egitto?» cui si era aggiunto, verso la sera del secondo giorno, «Sarebbe stato meglio perire per mano dell’esercito del Faraone, ora moriremo di sete!» anche se avevano ancora abbastanza scorte.
Avevano già dimenticato che Dio aveva sempre provveduto a loro? Che cos’era quella mancanza di fiducia? Davvero oltraggioso!
Finalmente, la sera del terzo giorno trovarono un’oasi ma l’acqua era talmente amara che chiamarono il posto Mara ovvero “amarezza” e ricominciarono a lamentarsi, alcuni con espressioni piuttosto colorite, che sarebbe stato meglio morire per mano dei soldati egizi.
E Mosè a prendersela con lui come se fosse stata colpa sua, inaudito!
«Colpisci il laghetto col Bastone e l’acqua diventerà dolce» si limitò a dire Michael.
«Sei sicuro?» obbiettò Mosè. «La prima volta che l’ho fatto, l’acqua si era trasformata in sangue, la seconda ne sono uscite delle rane, la terza le zanzare… ah no quelle erano scaturite dalla polvere…»
«Fallo e basta!» esclamò l’arcangelo esasperato, ma Mosè non poteva obbedire e basta, senza contestare qualsiasi cosa gli ordinassero?
L’acqua divenne dolce e, per il momento, i mugugni si acquietarono.
«Se avrete fede in Dio, se ascolterete la Sua voce, se farete ciò che è retto ai Suoi occhi, se presterete orecchio ai Suoi ordini e osserverete tutte le Sue leggi, non vi sarà inflitta alcuna delle punizioni che hanno colpito invece gli Egizi» ricordò Michael a Mosè, in modo che lo riferisse agli israeliti almeno avrebbero smesso di lamentarsi. Fiato sprecato.


Dopo due giorni di marcia arrivarono a Elim, dove c’erano 12 sorgenti e 70 palme.
Ci si sarebbe aspettati che, vedendo l’acqua, gli israeliti sarebbero stati contenti, invece no!
«Che piante striminzite! Perché ci hai fatto uscire dall’Egitto? Perché ci hai portato nel deserto?»
Ma che cosa vogliono? Prima continuavano a pregare per scappare dall’Egitto e ora vogliono tornarci! Ingrati!” Michael cominciò a pensare che forse Uriel non aveva torto a detestare gli umani e che Lucifer aveva fatto bene a… NO! Loro erano stati creati per obbedire a Dio e se Lui aveva deciso che dovevano servire gli umani, ebbene, quello doveva essere.


Dopo una settimana, tempo sufficiente per riposarsi e fare provviste d’acqua, si spostarono nel deserto di Sin e ovviamente gli israeliti riattaccarono a lamentarsi: «Le nostre provviste dureranno solo 31 giorni e poi moriremo di fame! Oh, fossimo morti in Egitto, quando sedevamo davanti a pentole di carne, mangiando pane a sazietà!»
Ma che stanno dicendo? Gli egizi davano loro solo il minimo indispensabile per non farli morir di fame!
Certo che gli umani erano proprio strani! Gli Israeliti si erano portati dietro interi armenti ma, a quanto pareva, non intendevano mangiarne però smaniavano per delle bistecche, veramente assurdo! Questa cosa era da chiarire!
Perciò, quando si esaurirono le scorte e furono giunti nei pressi di Alus, Michael comparve a Mosè mentre era nella sua tenda. «Ho sentito le vostre lamentele riguardo sul fatto di morire di fame. Vorrei farti notare che qui fuori ci sono mandrie di mucche, capre e pecore. Non sono animali impuri, potete mangiarli.»
«Beh ecco…» farfugliò Mosè. «Il fatto è che…» Si bloccò.
«Spiegati» ribadì Michael che già cominciava a perdere la pazienza.
«Nel deserto non ci sono pascoli… insomma già moriranno di fame e se anche noi li mangiassimo arriveremmo nella Terra Promessa senza nemmeno un animale» buttò fuori Mosè tutto d’un fiato.
«Il vostro problema sarà preso in considerazione e risolto» disse Michael prima di sparire, peccato che mentre s’involava verso il Paradiso, sentì uno degli israeliti dire: «Insomma, in Egitto mangiavamo gratis, visto che Dio ci ha obbligato a venire nel deserto, dovrebbe perlomeno pensare Lui al nostro vitto invece di obbligarci a scannare i nostri animali».

*****

1) Vedere "Il passaggio del Mar Rosso"
   
 
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